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LANCIO D'AGENZIA

DIA – DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA * RELAZIONE PRIMO SEMESTRE 2021: « IN ITALIA 68.534 LE OPERAZIONI SOSPETTE / PRESENZA ‘NDRANGHETA IN TRENTINO CONSOLIDATA » (PDF RELAZIONE)

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08.38 - giovedì 7 aprile 2022

È stata pubblicata la Relazione sull’attività svolta e i risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel primo semestre del 2021, presentata al Parlamento dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese. Il documento è stato redatto dalla DIA, inquadrata all’interno del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, ed è stato coordinato con il Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale.

 

 

*** FOCUS PROVINCIA DI TRENTO * (estratto a cura Redazione Opinione) (da pagina 506, a fondo pagina il Report integrale)

 

Provincia di Trento – Le investigazioni del sistema giudiziario condotte negli ultimi anni hanno evidenziato interessi sempre più concreti, delle organizzazioni mafiose nella penetrazione del tessuto socio-economico del territorio. In particolare l’Operazione “Perfido”171, condotta dai Carabinieri e ampiamente analizzata nei precedenti contributi, testimonia la presenza ormai consolidata della ‘ndrangheta nella provincia. Il relativo processo è tuttora nella fase dibattimentale.

Proprio sul tema della presenza di organizzazioni criminali il Commissario del Governo per la Provincia di Trento Sandro Lombardi, ha dichiarato172: “le recenti indagini contro la criminalità organizzata, operate dalle forze di polizia, coordinate dalla locale Magistratura, hanno confermato tentativi di colonizzazione da parte delle mafie, anche in Trentino Alto Adige, Regione caratterizzata da un’economia ricca e variegata, tuttavia messa a dura prova dalle conseguenze della pandemia. Se l’imprenditoria in difficoltà deve essere quindi messa in guardia dai rischi di accettare forme di aiuto poco trasparenti, dall’altro canto i fondi offerti dal Governo e quelli che arriveranno a breve attraverso l’Unione Europea, impongono di effettuare un accurato monitoraggio delle effettive destinazioni, in modo da contrastare efficacemente tentativi di illecito arricchimento. In tal senso il Commissario di Governo di Trento, attraverso i Gruppi Interforze Antimafia, si pone l’obiettivo di offrire un valido contributo al contrasto dell’infiltrazione mafiosa nel tessuto produttivo locale e negli appalti pubblici”.

Un tessuto economico particolarmente florido rappresenta terreno fertile anche per quelle for- me di economia rapace perpetrate anche al di fuori dai contesti mafiosi da imprenditori “senza scrupoli”, che sfruttano le risorse del territorio per ricavarne facile liquidità. È quanto emerge dagli esiti dell’operazione “Cleaner”173 eseguita dalla Guardia di finanza il 10 marzo 2021. L’indagine, avviata a seguito di una verifica fiscale nei confronti di una società cooperativa attiva nel campo delle pulizie, ha permesso di disvelare condotte fraudolente perpetrate da 5 imprenditori. Secondo quanto ricostruito gli stessi avrebbero beneficiato illegalmente del denaro sottratto dalle casse di una cooperativa. Tra i reati contestati si evidenziano: false comunicazioni sociali, illegale ripartizione degli utili e delle riserve, ostacolo all’esercizio delle autorità di pubblica vigilanza, impiego di denaro di provenienza illecita e autoriciclaggio. I reati sono stati contestati proprio in considerazione del fatto che il denaro proveniente da illeciti societari/fiscali in danno della cooperativa, veniva fatto confluire sui conti delle imprese gestite in proprio dagli indagati e successivamente reinvestito nelle proprie attività economiche. L’operazione ha portato al sequestro preventivo174 di circa un milione di euro nei confronti di undici società e alla denuncia degli imprenditori.

Anche nel semestre il principale business criminale risulta il traffico di stupefacenti, agevolato dal passaggio delle rotte di comunicazione con il nord Europa e gestito da criminali175 di origine balcanica, africana e da gruppi di italiani. Aggiornata conferma è data dall’operazione “Underground”176 conclusa dalla Polizia di Stato il 12 gennaio 2021. Le investigazioni hanno porta- to all’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un sodalizio di matrice nigeriana, con base a Verona ma dedito a controllare lo spaccio al dettaglio a Trento. Tra i 16 arrestati figurano 3 donne attive anche nello sfruttamento della prostituzione nel capoluogo scaligero. I vertici dell’organizzazione, un uomo e una donna (madre e figlio) residenti a Vero- na impiegavano parte dei proventi illeciti per acquistare partite di eroina e cocaina a Vicenza. Le attività investigative hanno evidenziato che proprio nella città scaligera, luogo in cui veniva stoccata la droga pronta per essere poi consegnata ai corrieri che giornalmente si dirigevano a Trento, si tenevano riunioni tra i capi e i sodali spesso per dirimere i contrasti tra i vari pusher, per la suddivisione delle zone di spaccio a Trento, nonché dei proventi dello spaccio e per stabilire la percentuale da accantonare per sostenere le spese legali dei consociati nel caso fossero stati tratti in arresto.

Sempre in tema di stupefacenti, l’operazione “#Continuoaspacciare”177 conclusa dalla Guardia di finanza di Trento il 6 febbraio 2021 ha portato all’arresto di 4 soggetti di origine tunisina, romena e albanese e al deferimento di altri 3, nonché al sequestro di cocaina, marijuana e hashish, oltre a 37 mila euro in contanti, 2 autovetture e 8 smartphone.

Una particolare attenzione va poi rivolta alla possibile diffusione di droghe sintetiche il cui smercio si sta diffondendo anche attraverso il “deep web”178, nonché il crescente interesse criminale nella commissione di frodi informatiche179. Nel senso già nell’ottobre 2020 nell’ambi- to dell’operazione “Matrioska” la Guardia di finanza e la Polizia di Stato avevano disvelato l’operatività di un gruppo multietnico di hacker specializzati nella tecnica del Business Email Compromise180. Le successive indagini hanno consentito di individuare una rete di hacking che interessava varie regioni del nord-Italia, nonché di eseguire il 30 gennaio 2021 un’ordinanza di custodia cautelare181 nei confronti di un italiano e un nigeriano responsabili del riciclaggio del provento illecito182.

Meritano infine un cenno sebbene non vi siano evidenze nel semestre anche le attività connesse al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione soprattutto di donne cinesi183, romene e nigeriane, nonché con la commissione di reati predatori principalmente perpetrati da bande di albanesi e romeni184.

 

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L’analisi sull’andamento della delittuosità riferita al primo semestre 2021, che permane connotato dal perdurare della pandemia da Covid-19, continua a mostrare come le organizzazioni criminali si stanno muovendo secondo una strategia tesa a consolidare il controllo del territorio. Quest’ultimo fattore è ritenuto, infatti, elemento fondamentale per la loro stessa sopravvivenza e condizione imprescindibile per qualsiasi strategia criminale di accumulo di ricchezza. L’immediata disponibilità dei capitali illecitamente acquisiti dalle mafie potrebbe incidere, mediante le attività di riciclaggio, sulla capacità dei sodalizi di inquinare l’economia e di infiltrare la pubblica amministrazione per intercettare le risorse pubbliche immesse nel ciclo produttivo.
Alla luce di queste considerazioni, la Relazione di questo semestre delinea le probabili direttrici d’azione futura delle mafie soffermandosi sulla loro capacità di infiltrare l’economia.

Al riguardo e in ordine ai possibili rischi che nel senso potranno essere originati dall’immissione di capitali comunitari descrive l’efficacia degli strumenti posti a disposizione dalla legislazione cogente di settore in chiave sia preventiva, sia giudiziaria. L’elaborato anche in relazione ai suddetti aspetti si sofferma sull’indefettibile valenza della cooperazione internazionale di polizia che rappresenta una direttrice privilegiata nel contrasto alle organizzazioni criminali strutturate attesa la sempre maggiore dimensione oltre confine di queste ultime. In tale contesto sottolinea l’importanza sia della Rete Operativa Antimafia @On di cui la DIA è ideatore e Project Leader, sia all’iniziativa I-CAN per accrescere la consapevolezza della pericolosità delle mafie.

La Relazione inoltre propone un focus di approfondimento sulla evoluzione della normativa internazionale e italiana volta a fronteggiare il fenomeno del riciclaggio non omettendo di indicare tra le nuove sfide un’emergente procedura di e-commerce, attinente ai non-fungible token, che ben si presterebbe alle mire delle mafie per le sue potenzialità nel celare la provenienza illecita dei capitali. La pubblicazione del Report prognostico si inserisce nell’ambito della prosecuzione delle celebrazioni del 30ennale della fondazione della DIA.

La ‘ndrangheta senza abbandonare il ruolo di leader nel traffico internazionale di cocaina sembrerebbe impegnata nel tentativo di espandere i propri affari illeciti anche attraverso possibili mutamenti degli equilibri criminali con sodalizi di diversa matrice. Le cosche calabresi in una sorta di modello criminale fluido si presentano sempre più capaci di allacciare relazioni sia con le organizzazioni leader nel narcotraffico, sia con funzionari e rappresentanti degli enti locali, imprenditori e liberi professionisti, la cui collaborazione appare strumentale alla realizzazione degli affari illeciti connessi con l’infiltrazione nell’economia. In Sicilia si confermano anche nel semestre in trattazione le dinamiche operative e gli assetti strutturali in base ai quali famiglie di cosa nostra coesistono e talvolta stringono alleanze finalizzate al raggiungimento di specifici obiettivi criminali con altre organizzazioni dai contorni più fluidi, meno gerarchizzate, ma ugualmente aggressive.

La camorra, in particolare nello scenario partenopeo cittadino, ancora una volta dimostrerebbe che al di là delle singole vicende riguardanti i diversi gruppi sul territorio gli equilibri criminali costituiscono sempre espressione di un più ampio progetto riconducibile a due sole organizzazioni criminali in grado di dettare le linee guida alle associazioni aderenti. Queste ultime, pur essendo dotate della piena autonomia nella gestione degli affari interni, non possono sottrarsi all’influenza dei due cartelli egemoni. Per quanto attiene ai sodalizi pugliesi, varie sono le espressioni criminali legate rispettivamente alla provincia di Foggia, al territorio di Bari e al basso Salento. Un’attenzione particolare per le possibili dinamiche evolutive merita il contesto foggiano dove operano le tre storiche organizzazioni della società foggiana, della mafia garganica e della delinquenza cerignolana.

Da segnalare a fattor comune come i sodalizi mafiosi, avvalendosi sempre più delle possibilità offerte dalla tecnologia, continuino ad orientarsi verso settori del gioco d’azzardo (gaming) e delle scommesse (betting) realizzando circuiti paralleli a quello legale allo scopo sia di riciclare, sia di incrementare le cospicue risorse a disposizione. Analoghe infiltrazioni ad opera della criminalità organizzata, in prevalenza della camorra e della ‘ndrangheta, continua a registrarsi nel settore del contrabbando di prodotti energetici (olio lubrificanti ed oli base) in virtù dei notevoli vantaggi economici derivanti dalla possibilità di immettere sul mercato prodotti a prezzi sensibilmente più bassi di quelli praticati dalle compagnie petrolifere. Tale quadro, pertanto, impone di continuare nella lotta contro la criminalità organizzata con particolare attenzione all’aggressione dei beni illecitamente accumulati dalle mafie mediante gli strumenti dell’azione giudiziaria e delle misure di prevenzione patrimoniali.
Su questo fronte, la portata dei provvedimenti di prevenzione eseguiti anche nel semestre in esame testimonia l’attenzione verso il settore della Direzione Investigativa Antimafia che orienta le sue attività verso l’obiettivo generale di proteggere il tessuto economico del Paese dalle ingerenze della criminalità organizzata.

 

 

 

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