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DIA – DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA GENOVA * RICOSTRUZIONE PONTE MORANDI: « DUE GLI ARRESTI, L’AMMINISTRATORE DELLA TECNODEM E UNA PRESTANOME DELLA SOCIETÀ »

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11.33 - martedì 18 giugno 2019

La D.I.A. di Genova sta eseguendo, in Liguria e in Campania, due ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Genova, nei confronti dell’amministratore di fatto (ritenuto contiguo ad elementi inseriti in organizzazioni camorriste) della TECNODEM S.r.l. di Napoli – società già impegnata nella demolizione del “ponte Morandi” – e di una donna considerata prestanome nell’ambito della medesima compagine societaria.

Sono altresì in corso perquisizioni con esecuzione di sequestri preventivi.

I provvedimenti traggono origine da una articolata indagine, diretta e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Genova e condotta dalla D.I.A., che aveva già comportato, sulla base dei primi accertamenti di carattere amministrativo, l’emissione nello scorso mese di maggio di un’informazione interdittiva a carico della citata azienda che era stata così estromessa da un subappalto di centomila euro, relativo appunto alla demolizione del “ponte Morandi”.

L’esecuzione delle misure cautelari personali e patrimoniali sta avvenendo d’intesa con la D.D.A. della Procura di Napoli.

I due arrestati sono l’amministratrice e socio unico della TECNODEM S.r.l., una donna priva di titoli ed esperienze professionali di settore, e l’effettivo amministratore della società, un 65enne di Napoli residente a Rapallo (GE), già condannato per associazione a delinquere (in un procedimento nel quale erano coinvolti affiliati al clan “MISSO-MAZZARELLA-SARNO”, appartenenti all’organizzazione camorrista “Nuova Famiglia”) e per estorsione tentata in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto con modalità “mafiose” (in un altro procedimento da cui emergevano circostanziati rapporti dell’uomo con il sodalizio camorristico “D’AMICO”, cui risulta legato da stretti rapporti di parentela).

Le investigazioni, delegate dalla D.D.A. della Procura di Genova al locale Centro Operativo D.I.A., procedendo sin dall’inizio dei lavori di demolizione parallelamente agli accertamenti amministrativi, hanno consentito di raccogliere prove sull’operato dei due arrestati che, agendo in concorso tra loro e previo accordo, al fine di eludere le norme in materia di misure di prevenzione patrimoniali, hanno attribuito fittiziamente alla donna la titolarità formale della “TECNODEM S.r.l.”, quale unica socia, amministratrice e rappresentante, mantenendo invece in capo all’uomo la titolarità effettiva della stessa, integrandosi così il delitto di cui all’art. 512 bis del c.p. (trasferimento fraudolento di valori); è stata contestata dalla Procura Distrettuale di Genova e riconosciuta dal Gip la circostanza aggravante di aver commesso il fatto per agevolare il clan camorristico “D’AMICO” del Rione Villa di Napoli.

Dalle indagini condotte dalla D.I.A. è emerso chiaramente il disegno criminoso studiato dai due nella circostanza che prevedeva, quindi, la donna come “cosciente schermo” delle attività dell’uomo, il quale, dopo che la società era stata estromessa dal sub appalto inerente i lavori di demolizione del “ponte Morandi”, si era già attivato per formare, quanto prima, una nuova compagine sociale composta da congiunti e/o persone fidate per continuare a “proporsi” nello stesso settore.
L’odierna operazione si inserisce nel quadro delle “Disposizioni urgenti per la città di Genova”, che ha individuato la D.I.A. come punto di snodo per tutti gli accertamenti antimafia.

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