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DETOMAS – INTERROGAZIONE * MONTE MARMOLADA: CONFINE TRA LA REGIONE TRENTINO-ALTO ADIGE SÜDTIROL E LA REGIONE VENETO, ” CASO CHE TRASCENDE L’ATTUALITÀ E RAPPRESENTA ORMAI UNA VICENDA STORICA”

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02.32 - venerdì 29 dicembre 2017

La questione relativa al confine tra la Regione Trentino – Alto Adige Südtirol e la Regione Veneto in corrispondenza del monte Marmolada è un caso che trascende l’attualità e rappresenta ormai una vicenda storica: risale ancora ai tempi dell’Impero Austro-Ungarico quando, nel 1911, un’apposita Commissione Internazionale fissò definitivamente il confine fra “l’Impero” ed il Regno d’Italia lungo il crinale della montagna che fa da spartiacque.

La questione è stata riaperta negli anni settanta con un ricorso proposto dal Comune di Canazei per chiedere al Presidente della Repubblica di accertare e dichiarare risolutivamente – ai sensi dell’art. 264 TU 383/1934 – che il confine amministrativo sul Monte Marmolada, verso il Comune di Rocca Pietore, fosse quello definito nel 1911 da parte della Commissione Internazionale.

Sono sorte di conseguenza ripetute contestazioni da parte veneta, sia a livello comunale che regionale. Si è giunti così all’anno 1982 quando il Decreto del Presidente della repubblica del 29 maggio, adottato anche sulla scorta di due distinti pareri del Consiglio di Stato, confermò la tesi del comune di Canazei, Ciò sembrò chiarire definitivamente la questione.

Il Comune di Canazei, seguendo le disposizioni del Dpr anzidetto, chiese l’intervento del Ministero dell’Interno perché lo stesso tracciasse concretamente i confini stabiliti mediante l’apposizione di cippi confinanti e provvedesse all’aggiornamento della cartografia ufficiale. Il Ministero da parte sua si attivò in tal senso, ma non portò a termine il procedimento a causa di nuove impugnazioni promosse dalle amministrazioni venete con distinti ricorsi alla Corte Costituzionale ed al Tar del Lazio.

Tutte le impugnazioni sono state respinte (Tar del Lazio sentenza n. 1290/1994, confermata dal Consiglio di Stato con sentenza n. 1361/1998) e nel 1998 si arrivò quindi ad un giudicato definitivo pienamente confermativo che avrebbe dovuto mettere finalmente fine alla questione dei confini in Marmolada.

Ciò portò ad una serie di contatti e relazioni fra l’amministrazione provinciale trentina e la Regione Veneto che sfociò nell’elaborazione di un documento definito Protocollo d’intesa”: si trattava di un accordo fra le parti, volto a promuovere iniziative economiche e di sviluppo della zona e nel contempo a regolare il confine nel tratto compreso tra la linea del Monte Marnolada ed il Passo Fedaia.

Tale Protocollo, la cui natura è chiaramente solo politica e programmatica, venne presentato pubblicamente il 13 maggio 2002 e in tale data fu anche sottoscritto dal Presidente della Provincia autonoma di Trento (Pat) e dal sindaco del Comune di Canazei, per la parte trentina, e dal presidente della Regione Veneto, di quello della Provincia di Belluno e dal sindaco del Comune di Rocca Pietore, per la parte veneta.

Incidentalmente, va sottolineato che per quanto riguarda il Comune di Canazei, né la giunta comunale, né tantomeno il consiglio, ne hanno autorizzato la sottoscrizione, né ratificato l’operato del sindaco.

Sulla natura prettamente politica dell’accordo, vale la pena citare il contenuto di due recenti e distinti provvedimenti giurisdizionali: la sentenza del Tar Lazio, sez. terza-ter, n. 12400/2014, del 30.10.2014 e l’ordinanza dello stesso Tar, sez. seconda-ter  n. 1292/2015, del 19.11.2015 nella parte nella quale riconoscono che tale protocollo d’intesa si limita ad auspicare la realizzazione di interventi di valorizzazione del territorio della Marmolada, rimanendo ferma, sempre secondo tali provvedimenti, la linea di confine stabilita dalla sentenza del Consiglio di Stato n.1361/1998, che corre lungo la linea di cresta della Marmolada.

Accanto a ciò, pare utile rilevare che, pur trattandosi di una questione che riguardava anche i confini tra regioni, nessun organo o esponente della Regione Trentino – Alto Adige Südtirol è intervenuto nelle fasi di elaborazione o di approvazione di detto accordo.

Va infine precisato che, a distanza di 15 anni, il protocollo d’intesa non ha mai trovato alcuna attuazione concreta, nessuna opera prevista è stata realizzata, nessuna misura attuata.

In questa fase il comune di Canazei, a fronte delle continue e perduranti discussioni sulla esatta linea di confine e i contenziosi conseguenti a tale incertezza, si è trovato costretto a richiedere al Ministero dell’Interno di provvedere ad adottare i necessari atti per tracciare il confine sul Monte Marmolada, sia con l’apposizione di cippi confinanti che con l’aggiornamento della cartografia ufficiale, e ciò in base agli atti  e alle sentenze passate in giudicato.

La situazione attuale, tuttavia, vede le amministrazioni venete sostanzialmente disconoscere i contenuti del citato D.P.R.  e dei successivi provvedimenti amministrativi e giurisdizionali, facendo appello al cosiddetto “Protocollo d’intesa” siglato nell’anno 2002.

A tale proposito, vale la pena ricordare che tale atto contiene in allegato una cartografia che, ben lungi dal rappresentare una interpretazione degli atti giuridici che delineano la linea di confine, in realtà ne va a tracciare uno nuovo, discostandosi a tratti dalla linea dello spartiacque anche di 60 metri, prevedendo una sorta di permuta di territorio tra le due Regioni (o meglio, tra la regione Veneto e la provincia di Trento).

È chiaro che non rientra tra i poteri del Presidente della Provincia o della Giunta provinciale disporre del territorio della Regione, né quello di accettare, con una modifica dei confini, territorio di altre regioni, e quindi quella parte dell’accordo non può avere alcun valore giuridico e deve considerarsi radicalmente nulla.

Nel procedimento avviato con ricorso, la Provincia autonoma di Trento, anziché affiancare e sostenere la posizione del Comune di Canazei nell’intento di far rispettare la sentenza ormai definitiva, pare si sia posta in una posizione a sostegno di quanto contenuto nel “Protocollo d’Intesa”, aderendo in sostanza alle posizioni della Regione Veneto, nonostante tale “Protocollo”, oltre ai motivi di nullità già evidenziati, abbia perso ogni effetto per il decorso del termine decennale di prescrizione.

Il presente atto di sindacato ispettivo si rende più che mai necessario per chiarire la posizione della Provincia, anche alla luce del fatto che la stessa, nel corso del procedimento sub R.G.166/2017 promosso dalla società Marmolada S.r.l. avanti il Trga di Trento, ha affermato come corretto, chiedendone il riconoscimento, il confine stabilito dalla più volte citata sentenza del Consiglio di Stato n.1361/1998, in apparente contraddizione con la posizione processuale assunta con il recente controricorso.

 

Tutto ciò premesso, interrogo il Presidente e la Giunta provinciale  per sapere

 

Quale sia il motivo per cui la Provincia autonoma di Trento ha incaricato uno studio legale – con sede a Venezia – di predisporre una difesa del cosiddetto “Protocollo d’Intesa” sottoscritto ormai oltre 15 anni orsono, ormai senza validità dato il decorso decennale, e privo di fondamento giuridico in quanto non solo non rispetta quanto stabilito in giudizio dalle sentenze, ma non contempla fra gli enti sottoscrittori la Regione Trentino Alto Adige/Südtirol, ed inoltre non rispondente nemmeno alle aspettative del Comune di Canazei che con delibera consiliare (delibera n. 4 del 23.1.2017) ha affermato di disconoscere in toto tale documento;

Se non si ritiene opportuno far rispettare la linea confinaria, in riferimento al Monte Marmolada, secondo quanto stabilito dalle diverse sentenze passate in giudicato e ormai inappellabili, anche sollecitando da parte di questa amministrazione provinciale, analogamente a quanto già sta facendo il Comune di Canazei, il Ministero dell’Interno ad intervenire in base a ciò che è stato sentenziato dagli atti processuali predisponendo l’apposizione dei cippi di confine ed aggiornando la cartografia ufficiale;

Se non si reputa utile e corretto coinvolgere l’ente Regione Trentino – Alto Adige/Südtirol nella difesa dei confini storici della Marmolada, così come confermati dalle sentenze ormai divenute definitive, visto e considerato che si tratta di confini regionali oltre che provinciali e comunali.

 

A norma di regolamento si richiede risposta scritta.

 

Cons. Giuseppe Detomas

 

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