Punto nascite Cavalese: osservanza prescrizioni toccava a dott. Bordon, quindi? Nel giugno 2016 il Ministero comunicava la “possibilità” di preservare l’attività del Punto Nascite di Cavalese, riportando una serie di specificazioni che, stante le dichiarazioni rilasciate dai vertici della Sanità trentina, pare nessuno abbia letto.
Viene infatti indicata come “elemento irrinunciabile e prioritario la presenza di tutti gli standard operativi, tecnologici e di sicurezza”. Tra gli elementi “irrinunciabili e prioritari” (giugno 2016) sono ricomprese due sale travaglio-parto autosufficienti e una sala operatoria “sempre pronta e disponibile per le emergenze h24 nel blocco travaglio parto”.
La (finta?) sorpresa manifestata dal presidente Rossi e dall’assessore Zeni che hanno riproposto l’ennesima richiesta di chiarimento al Ministero connota la superficialità con cui la questione è stata affrontata: costoro sapevano sin dal giugno 2016 cosa andava fatto dato che con la delibera n. 1244 assegnavano al dott. Bordon il mandato a dare attuazione alle prescrizioni del Comitato (tutte e non solo qualcuna).
Attendiamo di essere edotti (a quasi due anni di distanza) circa il piano di adeguamento delle strutture imposto da Roma per Cavalese. Sarebbe imbarazzante scoprire che nulla (o quasi) è stato predisposto da chi aveva ricevuto (oltre al lauto stipendio) il mandato a provvedere.
Ci sono già ragioni abbondantemente sufficienti per pretendere che i responsabili preparino le valige ma possiamo prenderci il lusso di attendere la risposta all’interrogazione depositata.
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