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LANCIO D'AGENZIA

DEGASPERI * “NEL TRENTINO ALL’AVANGUARDIA È NORMALE PARTORIRE IN AMBULANZA A BORDO STRADA”

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15.30 - martedì 2 gennaio 2018

Mancano poche ore alla fine del 2017 e ci preme salutarvi mediante un bilancio del sistema sanitario trentino dalla prospettiva delle partorienti. La linea tracciata negli ultimi quattro anni è stata quella di decidere che i punti nascite, – dove i trentini da sempre venivano al mondo senza particolari problemi -, fossero in realtà pericolosi e non meritevoli di operare. Il risultato è che con una certa frequenza le donne sono costrette a partorire in ambulanza.

L’ultimo caso noto è del 10 dicembre. Una gestante si presentava di pomeriggio al Pronto soccorso dell’ospedale di Arco con contrazioni regolari segnalando la rottura del sacco amniotico. Dopo la visita del medico di guardia che confermava la diagnosi di travaglio, venivano chiamati l’ostetrica e il ginecologo reperibili. Quest’ultimo, residente a Rovereto ed impossibilitato a raggiungere Arco in quanto privo di mezzo, veniva sostituito da altro ginecologo.

Il protocollo prevede la chiamata dell’ostetrica di Trento, dato che le sale parto dell’ospedale di Arco sono state smantellate. L’ostetrica di Trento sarebbe giunta ad Arco con l’ambulanza ma senza nessun altro personale sanitario. Quel giorno nevicava in tutto il Trentino e l’elicottero non poteva volare. Per tali motivi, nonostante il travaglio molto avanzato e la difficile percorribilità delle strade, avrebbe deciso di caricare la paziente sull’ambulanza dirigendosi verso Trento.

Dopo pochi minuti, durante il tragitto, la paziente avrebbe partorito sull’ambulanza alla sola presenza dell’ostetrica senza nessuna assistenza medica. Sembrerebbe anche che sia subentrata una complicanza materna per cui la mamma e il neonato sarebbero stati portati all’ospedale di Rovereto.

Abbiamo presentato un’interrogazione per avere maggiori dettagli sulla vicenda e per manifestare tutta la nostra contrarietà allo smantellamento della sala parto dell’ospedale di Arco, pur dotato di personale idoneo all’assistenza ostetrico-ginecologica. Riteniamo necessario un ripensamento dell’attuale strategia, portata avanti da partiti che si appellano autonomisti e che invece hanno impoverito i territori periferici del Trentino.

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