“Nel 2006 una raccomandata semplice doveva essere consegnata in 3 giorni e costava 2,80 euro, oggi ce ne vogliono 4 e il costo è di 4,50”. Basterebbe questo per comprendere l’inesorabile declino delle Poste a discapito dei cittadini/clienti.
È certamente vero che il mercato della corrispondenza è in calo ma ciò non giustifica aumento dei costi e peggioramento dei servizi che dovrebbero continuare a chiamarsi “universali” anche in considerazione del fatto che, dopo le precedenti tre riorganizzazioni, sono aumentati i carichi sui servizi di tracciatura e sui chilometri da percorrere.
Sembra ormai certo che dal 4 dicembre anche in Trentino partirà la consegna a giorni alterni (ovvero 5 giorni su 14). Bassa e Alta Valsugana, Primiero, Vanoi, Valle dei Laghi, Bleggio e Banale sembra che vedranno più che dimezzare le consegne, nonostante la direttiva europea prescriva che “nell’ambito della fornitura del servizio postale universale, la raccolta degli invii e la distribuzione al domicilio devono essere garantite come minimo 5 giorni lavorativi a settimana”. Sembra anche che le scelte siano state effettuate unilateralmente su una carta geografica in bianco e nero (basti pensare a quella che accorperebbe l’altopiano di Lavarone a Levico).
Nel question time della prossima settimana chiederemo se il Tavolo di lavoro ha valutato le conseguenze dei tagli al servizio postale universale e quali iniziative intende adottare la Provincia per evitare che i territori trentini subiscano un ulteriore significativo impoverimento.
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Cons. Filippo Degasperi
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