Il vicepresidente Olivi fa ingresso a spron battuto sulla cronaca odierna, per tracciare il suo personale bilancio dell’assegno unico. Lo fa con disinvoltura e prosopopea, destando i sospetti di chi ne subisce le carenze a cominciare da quelle di tipo gestionale/esecutivo: ritardi, tagli, mancate spiegazioni.
È eccessivo parlare di fake news imbellettata per stupire i trentini, ma la realtà gli si avvicina. Il solo spingersi a tracciare un bilancio a nemmeno 5 mesi dalla partenza dello strumento è operazione anomala e rischiosa.
Il vicepresidente pare quasi re-interpretare la leggenda dei carri armati, spostati da un luogo all’altro per ostentare al mondo la potenza delle italiche divisioni corazzate.
Il vicepresidente infatti comunica per l’ennesima volta i soliti 75 milioni di euro omettendo di ricordare che, oltre a riguardare tutto il 2018 (e non solo i primi 5 mesi), la cifra è esattamente la stessa del 2017!
Addirittura dichiarando l’aumento esponenziale dei beneficiari (+75% rispetto all’anno scorso?) rimanendo identica la torta, ogni fetta sarà inesorabilmente destinata a ridursi, se l’aritmetica non ci inganna.
Il momento (23,5% dei trentini a rischio povertà) richiede interventi concreti e innovativi come il reddito di cittadinanza già proposto dal M5s (magari nella versione aggiornata messa nero su bianco nel contratto di governo) e non minestre riscaldate insipide e già rancide.