(Fonte: Filippo Degasperi) – Decesso per malaria: c’è stato un precedente a Rovereto. La giusta rilevanza data dalla cronaca nazionale alla tragica morte di una bimba per malaria, unitamente al bisogno di stimolare un necessario cambiamento nell’organizzazione assistenziale ospedaliera, ci spingono a rendere pubblico un episodio pregresso di cui nessuno era a conoscenza.
Nel gennaio 2014 un neonato era stato trasportato al Pronto Soccorso di Rovereto privo di vita. Il materiale autoptico fu inviato presso un centro specializzato nella diagnosi fetale neonatale e in culla, che in breve tempo diagnosticò la morte per malaria.
Siamo dunque perplessi e non comprendiamo la scelta di classificare il recente decesso come il primo caso di contagio di malaria in Trentino.
È inammissibile che la sanità trentina sia priva di una struttura interdipartimentale di malattie infettive autonoma nella gestione delle risorse umane organizzative e del relativo budget.
È inammissibile che il direttore della struttura complessa di medicina di Trento sia anche responsabile delle strutture semplici di ematologia endocrinologia e malattie infettive, alla stregua di un direttore tuttologo, inesistente nel resto d’Italia.
È inammissibile che la direttrice dell’unità operativa di pediatria dell’ospedale di Trento svolga in contemporanea il ruolo di direttrice delle unità operative di pediatria di Cles e Cavalese e del dipartimento materno infantile.
Contiamo sulla reazione della ministra Lorenzin e dei suoi esperti, nell’auspicio che possano al più presto imprimere una svolta a siffatto modus operandi.
In allegato l’interrogazione contenuta nel comunicato stampa:
Foto: archivio Consiglio Pat