Vesti trasparente, conosci ciò che indossi? La campagna di CSV Trentino e degli studenti degli Artigianelli che svela le ombre della fast Vesti e dell’industria dell’abbigliamento.
Sai che per produrre una semplice t-shirt vengono utilizzati circa 2.700 litri d’acqua? Hai capito bene, duemilasettecento, pari al consumo di acqua di una persona in 2 anni e mezzo.
Sapevi che il salario medio mensile di una persona etiope che lavora nell’industria tessile è il più basso al mondo ed è di 24,74 euro? Al mese!
O, ancora, che ci sono diversi marchi del lusso italiano che non rivelano con trasparenza dove e come sono prodotti i vestiti?
Queste sono solo alcune delle questioni che affronta la campagna di comunicazione sociale “Vesti trasparente”, ideata da CSV Trentino. Ci chiediamo troppo poco quali sono i costi ambientali e sociali dei vestiti che compriamo e su chi ricadono; costi pesanti, spesso sottaciuti volontariamente. Tale campagna, realizzata con la classe 4A dell’Istituto Artigianelli per le Arti Grafiche di Trento, nell’ambito del progetto “La bellezza che salva”, è stata possibile grazie alla collaborazione con la Campagna nazionale “Abiti Puliti”, della cooperativa sociale di commercio equo Fair, e con l’Associazione Viração&Jangada.
Le 27 studentesse e studenti coinvolti hanno partecipato a un percorso di formazione per approfondire i temi menzionati, per poi mettere in campo le loro competenze di comunicazione e grafica ideando la campagna “Vesti trasparente”, rivolta alla comunità e soprattutto alle nuove generazioni attraverso la promozione sui Social. La campagna, che da giovedì 12 maggio di certo non passerà inosservata nelle pensiline delle fermate degli autobus e in altri luoghi della città, grazie anche agli scatti del fotografo Massimo Giovannini, vuole stuzzicare le abitudini delle persone interrogandole sulle loro scelte di consumo e il loro stile di vita.
“Conosci ciò che indossi?” diventa quindi una domanda rivolta a tutte le persone che, distrattamente, non si preoccupano di come vengono prodotti i nostri abiti e soprattutto da chi e in quali condizioni. Ma ci sarà spazio anche per l’interazione perché i manifesti inviteranno le persone attraverso un QR code a scoprire cosa c’è “sotto” i nostri vestiti.
Il progetto “La bellezza che salva” nasce tra il 2020 e 2021 a Trento, grazie ad un partenariato guidato dal Centro Servizio per il Volontariato, insieme a Lilt Trento, Fondazione Hospice Trentino Onlus e due scuole superiori con 11 insegnanti, il Liceo Artistico Vittoria e l’Istituto Professionale Centromoda Canossa. Con il coinvolgimento di 63 studenti e studentesse delle classi terze e quarte, sono stati ideati, disegnati e confezionati capi d’abbigliamento e accessori – felpe, T-shirt, foulards, borselli ecc. – per i loro coetanei e persone adulte affette da gravi malattie. Un’esperienza di crescita che ha intrecciato volontariato, design e creatività e che ha avuto per protagonisti i giovani scesi in campo per aiutare i loro coetanei alle prese con una delle battaglie più difficili, quella contro il cancro. Un progetto, quindi, in grado di valorizzare il talento artistico e le competenze degli studenti nell’ideazione e creazione di prodotti di moda adatti ai bisogni dei pazienti oncologici (QUI il video di presentazione della prima edizione).
Per dare continuità a questo progetto, che ha avuto risonanza nazionale, tanto da arrivare a meritarsi la copertina di Buone Notizie, l’inserto settimanale del Corriere della Sera dedicato al Terzo settore italiano, per la seconda edizione sono stati coinvolti l’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche, l’Associazione Viraçao&Jangada, la Cooperativa ALPI (REDO Upcycling) di Trento, l’Agenzia Provinciale per la Protezione dell’Ambiente, Faircoop e la Campagna Abiti Puliti, parte di una rete globale (Clean Clothes Campaign). Mantenendo centrale il tema della moda giovanile, il progetto si è concentrato sull’impatto sociale, economico e ambientale della fast fashion e dell’industria dell’abbigliamento in generale, svelando i lati nascosti e poco conosciuti dei vestiti che indossiamo ogni giorno e delle conseguenze sui diritti umani e sul nostro Pianeta.
Per scoprire di più, l’appuntamento è a mezzogiorno di giovedì 19 maggio in sette piazze di Trento (Fiera, Dante, Duomo, Pasi, Lodron, Port’Aquila e Cristoforo Madruzzo) assieme alle studentesse e gli studenti, al CSV Trentino e ai referenti del partenariato.