Il mese scorso il quotidiano l’Adige ha dato spazio ad un interessante articolo a firma del direttore del Dipartimento Cibio dell’Università di Trento Alessandro Quattrone.
Si prende spunto da un suo ragionamento sull’opportunità o meno di istituire una facoltà di medicina a Trento, in modo da formare medici che potranno in un futuro lavorare in Trentino, contribuendo a risolvere la ormai cronica mancanza di medici.
Il direttore mette in evidenza come per arrivare alla specializzazione e al lavoro in ospedale sia necessario un percorso tra gli 11 e 13 anni di studio. Fa inoltre riferimento a corsi di laurea in discipline biotecnologiche e biomediche organizzati da UniTrento, costosi e competitivi, ma che vede la quasi totalità degli iscritti lasciare il Trentino per prendere la laurea magistrale o il dottorato all’estero e spesso là si trattengono facendo magari i ricercatori ben pagati e con prospettive lavorative per il futuro. Ma sempre secondo il Direttore un laureato trentino all’estero non è attratto dall’idea di tornare in Italia e in Trentino perché ha imparato che “non vi è medicina praticata di frontiera, di rottura, di alto profilo laddove non c’è ricerca clinica”
In Italia la ricerca clinica viene fatta presso gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico o Irccs. Ce ne sono venti pubblici finanziati dal Ministero della Salute. Poi ci sono quelli privati che sono 30, di cui un terzo a Milano.
Si riporta di seguito una affermazione del Direttore Quattrone che ci sembra interessante: “un sistema sanitario di ottima qualità basale, come quello trentino, può aspirare alla famosa eccellenza solo se incentiva una ricerca clinica costante, strutturata e con impatto certo sulla carriera dei medici”.
Quello che i giovani medici cercano è poter fare ricerca clinica, finanziata, e che tutto ciò possa avere un impatto sulla loro carriera.
Un tema di ampio respiro che necessita di decisioni, se vogliamo dare un futuro in Trentino ai nostri medici.
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Tutto ciò premesso si interroga il presidente della Provincia di Trento e l’assessora competente per sapere:
se intendano adottare un piano programmatico al fine di rendere il Trentino attrattivo dal punto di vista lavorativo e della ricerca clinica per i medici;
se condividano la proposta di istituire in Trentino un Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico, anche in collaborazione con la Provincia di Bolzano;
se intendano supportare l’eventuale scelta dell’Università di Trento di aprire delle Scuole di Specialità ed eventualmente come;
quale opinione abbiano rispetto all’ipotesi dell’apertura di una facoltà di Medicina a Trento;
se abbiano intenzione di attivare un confronto con la Provincia di Bolzano sul tema dell’istruzione e della ricerca clinica sul territorio regionale;
quanti e quali siano i progetti di ricerca clinica che si sono svolti a Trento negli ultimi cinque anni;
se questo dato, confrontato con le realtà delle regioni vicine, possa ritenersi soddisfacente ai fini dell’attrattività del sistema ospedaliero trentino per i medici;
quali sono e a quanto ammontano gli attuali finanziamenti stanziati per la ricerca in campo medico dalla Provincia di Trento, su base annuale;
quanti medici dell’APSS, suddivisi per reparto, svolgono o hanno svolto negli ultimi cinque anni, attività di ricerca clinica;
quanti di costoro svolgono attività di ricerca clinica per passione o interesse personale, oppure se sono finanziati.
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Lucia Coppola
Consigliera provinciale FUTURA