Dopo i drastici tagli operati negli ultimi mesi al sistema dell’accoglienza trentina, parlare oggi di perdita di lavoro per i tantissimi operatori e professionisti che vi sono impegnati non fa grande notizia.
Gli effetti delle nuove regole sull’accoglienza dei migranti, fissate dal decreto sicurezza, stanno creando gravi problemi anche in Trentino. Sono circa 200 i lavoratori che rischiano di stare a casa entro il 2020, operatori con diverse professionalità, occupati in enti, associazioni e cooperative sociali che gestiscono i servizi di supporto ai migranti.
Non si tratta di numeri ma di persone, le cui storie personali e collettive meritano l’attenzione di tutti, in primo luogo della politica.
I sindacati lamentano l’assenza di dialogo e confronto con l’ente pubblico. Sono trascorsi parecchi mesi dalla pesante riforma in atto, ma le varie sollecitazioni al presidente della Provincia, all’Agenzia del lavoro e a Cinformi non hanno sortito l’effetto sperato.
Tutto ciò premesso interrogo il presidente della Provincia per sapere:
a quanto ammontano ad oggi gli effettivi esuberi di personale che operava nel sistema dell’accoglienza trentina;
in quali settori specifici lavoravano;
quanti posti di lavoro sono a rischio da oggi alla fine del 2020;
quante volte si è riunito il Tavolo istituito il 17 giugno scorso all’Agenzia del lavoro e a quali risultati ha portato;
se reputi opportuno attivare urgentemente un percorso di ricollocazione dei lavoratori rimasti senza lavoro, impegnandosi a salvaguardare anche in futuro la piena occupazione di coloro che operano nel settore dell’accoglienza.
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Lucia Coppola
Consigliera provinciale Futura 2018
