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COPPOLA (FUTURA) – INTERROGAZIONE * “LIFESTOCKPROTECT“: « QUALI SONO GLI IMPEGNI DELLA PAT PER FAVORIRE LA CONVIVENZA TRA ATTIVITÀ UMANE E GRANDI CARNIVORI? »

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11.16 - mercoledì 21 ottobre 2020

Ho letto con vivo interesse la notizia dell’avvio del progetto “LIFEstockProtect” finanziato dell’Unione Europea: cinque milioni di euro per la durata di cinque anni.
Tra i partner del progetto, oltre che l’Austria e la Baviera, anche l’Alto Adige che partecipa con Eurac Research di Bolzano, il Museo di Scienze Naturali dell’Alto Adige e l’Associazione per l’Agricoltura biodinamica dell’Alto Adige.

Un progetto su larga scala che coinvolgerà i pastori di Baviera, Austria e Alto Adige con l’obiettivo di favorire la convivenza tra attività umane e grandi carnivori, puntando sulla protezione degli animali al pascolo e la formazione dei lavoratori del settore.
Il ritorno dei grandi predatori sulle Alpi ha creato l’esigenza di un adeguamento delle pratiche di pascolo e l’adozione di misure di protezione delle greggi. Solo così si potrà trovare un reale equilibrio tra attività umane e grandi predatori.

Julia Stauder di Eurac Research ricorda che gli esempi di altre regioni di montagna ci insegnano che i pascoli possono essere mantenuti, nonostante la presenza di lupi e orsi. “Per esempio nel Parco Nazionale della Majella il lupo non se ne è mai andato e la gente del posto è abituata a seguire il bestiame con il pastore” E ancora “Anche in Svizzera, Slovenia e Croazia le greggi sono protette da un pastore perché i lupi ci sono sempre stati, ora è necessario riabituarsi alla loro presenza potendo contare su nuove tecniche”.

Il progetto coprirà diversi aspetti della protezione delle mandrie. Non solo ovini, ma anche bovini, cavalli, capre, maiali e pollame sono considerati animali da pascolo e per ognuno di loro vi sono sistemi di protezione diversi. Verranno sviluppati dei criteri per l’allevamento e il possesso di cani da guardiania, cercando di capire come conciliare la loro presenza con il turismo di montagna. Verrà creata infine una rete di volontari per aiutare i proprietari del bestiame e i pastori nel loro lavoro.
Né la Provincia né altri enti trentini sono coinvolti in questo progetto.

Va detto che il Muse partecipa al progetto LifeWolfAlps – EU che ha lo scopo di migliorare la coesistenza fra il lupo e le persone che vivono e lavorano sulle Alpi costruendo e realizzando soluzioni condivise. Recentemente con l’avvicinarsi della prima uscita del monitoraggio nazionale del lupo, operatori e i volontari si sono dati appuntamento al MUSE per partecipare al momento formativo dedicato all’iniziativa. Hanno approfondito l’aggiornamento sulla situazione del lupo sulle Alpi, sulle linee guida ISPRA, sul riconoscimento dei segni di presenza della specie e la pianificazione dei transetti da monitorare nei prossimi mesi.
Una convivenza pacifica è possibile e spetta all’uomo trovare e mettere in atto nuove soluzioni per la salvaguardia di tutti.

 

Ciò premesso interrogo il presidente della Provincia di Trento per sapere:

quale sia la ragione dell’assenza di stakeholder della Provincia di Trento nel progetto LifeStockProtect;

se non si ritenga la mancata partecipazione al citato progetto un’occasione mancata per promuovere la diffusione di una cultura della coesistenza pacifica tra attività umane e grandi carnivori;

se la Provincia intenda comunque incentivare la diffusione di buone pratiche di protezione degli animali al pascolo – pur in assenza del sostegno anche economico garantito ai progetti europei – e come;

se non si ritenga di dover potenziare il ruolo degli uffici provinciali preposti e del Muse nella gestione delle attività di tutela del bestiame, la quale naturalmente non può prescindere dalla tutela delle specie protette, tra cui il lupo e l’orso;

quanti saranno gli allevatori e quali saranno gli enti provinciali e le loro attività in Trentino che saranno impattati da progetti europei che a vario titolo si occupano di tutela degli allevamenti e protezione dei grandi carnivori;

quale sia la strategia che la Provincia intende perseguire riguardo al tema della partecipazione ai progetti europei che interessano le problematiche citate;

quali siano gli strumenti, alternativi rispetto alla partecipazione ai progetti europei, che la Provincia intende mettere in campo per mettere a disposizione degli allevatori trentini nozioni, supporto e occasioni di confronto sulle tematiche citate;

se non si ritenga utile il dialogo con altre realtà a livello nazionale ed europeo per la gestione di conflitti tra uomo e fauna selvatica comuni, e se sì, a quali tavoli di lavoro o occasioni di confronto stanno partecipando gli enti provinciali e gli allevatori;

se siano state messe in atto iniziative turistiche dalla Provincia e/o dai suoi enti (ad esempio Trentino Marketing), al fine di valorizzare l’immagine del Trentino come terra “amica” della fauna selvatica;

se non si ritenga, anche a fronte di evidenti lacune della gestione della comunicazione sulla presenza dei grandi carnivori in Trentino, di dover considerare la coesistenza dell’uomo con la fauna selvatica una tematica da affrontare con rigore e serietà scientifica, con progetti europei internazionali e interdisciplinari e non con inutili “al lupo, al lupo”.

 

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Cons. Lucia Coppola

 

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Foto: archivio Pat

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