Le dimissioni del direttore generale dell’ Azienda Sanitaria, Pier Paolo Benetollo, determinate dalla grave situazione che si è venuta a creare nell’ Unita Operativa del Reparto di Ginecologia dell’ Ospedale Santa Chiara di Trento, gettano se possibile ancora più nello sconcerto i cittadini che stanno seguendo con apprensione la triste vicenda.
La scomparsa della dottoressa Sara Pedri, che si presume dovuta ad una grande sofferenza dovuta a probabile mobbing, sovraffaticamento, alla perdita dell’autostima e delle motivazioni che stavano alla base del suo lavoro, le testimonianze davvero inquietanti di medici e ostetriche e dei familiari della dottoressa, confermano purtroppo un quadro davvero complesso e doloroso che si auspica venga al più presto chiarito per addivenire nel breve tempo all’ individuazione delle responsabilità e a un cambiamento radicale. Chi ha ridotto il reparto a un luogo in cui lavorare era così disagevole? Questo ci chiediamo.
Professionalità umiliate, turni impossibili, atteggiamenti autoritari. Sì auspica che la Commissione Interna faccia il proprio lavoro con la dovuta obiettività e indipendenza, che l’Ordine dei Medici tuteli l’ onorabilità e la professionalità di coloro che possono aver subito vessazioni. Che la Commissione Ministeriale venga messa nelle condizioni di lavorare facendo luce su tutto.
Che si proceda con trasparenza e coraggio. Che nessuno più, in un reparto ospedaliero, debba essere umiliato e soffrire mentre compie un servizio di così grande responsabilità e valore, in un clima di intimidazioni e omertà.
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Lucia Coppola
Consigliera provinciale Gruppo Misto/Europa verde Portavoce dei Verdi del Trentino