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COPPOLA (EUROPA VERDE) * LETTERA A FUGATTI – IANESELLI – SEGNANA – MAULE – TISI: « NESSUNO IN UNA SOCIETÀ CIVILE DEVE RIMANERE AI MARGINI, OGNUNO HA IL DIRITTO DI AVERE UN TETTO »

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16.45 - martedì 23 marzo 2021

Al Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, al Sindaco di Trento Franco Ianeselli, alle Assessore provinciali e comunali Stefania Segnana e Chiara Maule, al Vescovo di Trento Monsignor Lauro Tisi.

Desidero appellarmi a voi per sottoporre una problematica che si è tentato saltuariamente di risolvere, in particolare nei mesi invernali, senza però arrivare mai a una soluzione definitiva: riuscire ad offrire un tetto e una vita dignitosa ai senza fissa dimora che vivono ai margini della nostra società civile.

Quelle persone che purtroppo non si notano quasi più. Spesso ci si accorge della loro esistenza solamente quando la loro vista ci infastidisce e ci sembra che la loro presenza rovini l’estetica delle nostre belle città o quando li si trova privi di vita lungo il ciglio di una strada o su una panchina.

Nell’immaginario comune sono coloro che hanno scelto una vita libera, lontana dagli schemi che la società ci impone, o fannulloni che non hanno voglia di fare nulla e si accontentano di vivere alla giornata.

Ma purtroppo non è solo così. Dobbiamo fare i conti con le nuove povertà, con chi ha perduto nel corso del tempo legami sociali significativi, che si trovano in precarie condizioni materiali di esistenza e che hanno abbandonato l’uso prevalente dell’abitazione.

La nuova povertà è costituita da persone che, probabilmente fino a qualche tempo prima, avevano una vita regolare ma che a un certo punto della loro esistenza sono incorsi in eventi, rotture, accadimenti tragici che hanno innescato un circuito spesso senza ritorno.

Poi ci sono persone che diventano senza dimora a causa di fragilità psichiatriche; troviamo tra loro anziani abbandonati, giovani disadattati, depressi, alcolisti, immigrati con difficoltà a trovare un’abitazione anche se hanno un lavoro.

Ma nessuno in una società civile deve rimanere ai margini. Ogni persona ha il diritto di avere una casa e un tetto dove rifugiarsi.
Ogni anno, a novembre, parte la programmazione invernale dei servizi di bassa soglia per le persone che non hanno una fissa dimora e che vede l’impegno generoso di molte realtà del terzo settore. Ma nonostante ciò tante, troppe persone rimangono per strada. A fine gennaio la Diocesi di Trento, per volontà dell’Arcivescovo Lauro Tisi, ha messo a disposizione la chiesa di San Massimiliano Kolbe a Trento Nord. L’aula liturgica è stata trasformata in un grande dormitorio, in grado di ospitare, anche nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid, fino a quaranta posti letto.

La gestione della struttura è stata affidata alla Caritas diocesana, d’intesa con la Provincia Autonoma e in particolare con la Protezione Civile e il Tavolo Inclusione che coordina gli enti impegnati nell’accoglienza. La sala doveva restare aperta ai senza dimora per tutto il periodo necessario a dare risposta alla grande richiesta di posti letto. Ma è stata chiusa, così come è successo con l’ostello della Gioventù che ha ospitato per breve tempo circa cinquanta persone.
La problematica dei senza tetto non si risolve certo offrendo un riparo solo per l’inverno, e non a tutti purtroppo. Le istituzioni e la politica devono dare una risposta definitiva senza delegare agli enormi sforzi del volontariato, spesso impotenti per quanto riguarda il reperimento delle strutture e dei fondi per farle funzionare, soluzioni per lo più estemporanee. Dobbiamo passare da soluzioni tampone a piani reali e strutturati.

Mi chiedo perciò: è possibile che a fronte di un patrimonio edilizio, pubblico o privato non utilizzato, che consiste in strutture pubbliche dismesse, appartamenti sfitti da anni, interi edifici abbandonati, non si possa trovare un tetto per chi non lo ha?
Un patrimonio edilizio in mano alla Curia, al Comune e alla Provincia. Ma c’è davvero il desiderio e la volontà di risolvere questo problema? C’è qualcuno che vuole assumersi le responsabilità che gli competono?

Nel frattempo ci si affida alla generosità di tanti volontari tra cui cito ad esempio l’associazione Amici Senzatetto di Trento che da anni gestisce tre dormitori e un diurno in modo esemplare 24 ore su 24 e molte altre realtà ugualmente impegnate. Perché se non si vuole farlo direttamente, non si trova un immobile da dare in comodato a chi ormai ha acquisito esperienza sul campo e svolge questo encomiabile impegno in modo etico e solidale?

Il 26 dicembre scorso, vista la drammatica situazione dei “senzatetto”, a fronte di un inverno particolarmente rigido, l’ostello di Trento, che versa in gravissime difficoltà anche preesistenti al Covid, ha aperto i battenti per accogliere 50 senzatetto con l’impegno della signora che lo gestisce a fornire il servizio di pernottamento, colazione, organizzazione di tamponi ad ogni ingresso, pulizia ordinaria, rifacimento letto, dispositivi igienici al prezzo di 19,00 a persona. Troppo per le nostre istituzioni deputate al sostegno di tutti, ma soprattutto delle fasce più deboli della popolazione?

Ma incredibilmente il 7 marzo, nel pieno di un rigido inverno, anche l’ostello è stato chiuso. Mettendo sulla strada le persone che vi avevano trovato riparo e pure chi, potendo riaprire l’ostello, gli aveva ridato nuova vita e aveva iniziato a sperare in una ripresa.

Ho interrogato nel merito più volte il Presidente della Provincia in questi mesi ma non ho ottenuto al momento risposta alcuna.

Mi aspetto che chi ha i mezzi e le competenze, siano essi amministratori pubblici, enti religiosi e di beneficenza, facciano quello che è loro potere/dovere. Mi rivolgo perciò direttamente al Sindaco di Trento Franco Ianeselli, al Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti, alle Assessore provinciali e comunali Stefania Segnana e Chiara Maule, al Vescovo di Trento Monsignor Lauro Tisi.

Se ci siete mettetevi una mano sul cuore e possibilmente battete un colpo. Non aspettiamo il prossimo autunno/inverno per dare risposte che non potranno che essere emergenziali a un problema strutturale che riguarda esseri umani fragili e necessita invece di risposte compiute e stabili nel tempo.

 

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Cons. Lucia Coppola

Consigliera provinciale/regionale Gruppo Misto/Europa Verde

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