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COPPOLA (EUROPA VERDE) – INTERROGAZIONE * « LA PAT È CONOSCENZA DELLA SITUAZIONE CHE SI È VENUTA A CREARE PRESSO IL REPARTO DI MEDICINA MEDIA “A” E “B” ALL’OSPEDALE S. CHIARA DI TRENTO? »

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09.17 - lunedì 14 dicembre 2020

Situazione Medicina Media A e B dell’Ospedale S. Chiara di Trento. Il reparto di Medicina Media A e B dell’Ospedale S. Chiara consiste in due Unità operative dipendenti dallo stesso primario. In questo momento, dopo le dimissioni per pensionamento del dott. Spagnolli, è stato incaricato come facente funzioni il dott. Dimitri Peterlana.

Il reparto di Medicina è dotato di due coordinatori e di due gruppi distinti di infermieri. Solo il personale socio sanitario è un unico gruppo che insiste su entrambi i reparti. Questa scelta organizzativa ha messo l’Azienda nelle condizioni di poter risparmiare personale, potendo arginare con un solo gruppo eventuali assenze sui due servizi.

La situazione critica di Medicina è già stata sollevata a partire dal giugno scorso dalla Fenalt, quando sono stati fatti presente i problemi di personale nell’Unità Operativa. Negli incontri intervenuti, l’Azienda ha dichiarato che il minutaggio giornaliero di assistenza al paziente, cioè il minimo di assistenza diretta giornaliera che un paziente ricoverato in medicina ha diritto di avere, è più che sufficiente e persino sovradimensionato rispetto ad altre realtà italiane. Sul parametro del minutaggio si calcola infatti la presenza dei professionisti sul luogo di lavoro, ed essendo questo punto soddisfatto, non si ritiene di dover aumentare il personale.

Non si tiene evidentemente conto della situazione particolare e straordinaria determinata dal COVID che impedisce ai parenti di assistere i propri cari ricoverati. Viene meno purtroppo l’assistenza che queste persone possono fornire. Inoltre, la struttura che funge da reparto COVID sembra del tutto inadeguata: nei giorni scorsi il quotidiano L’Adige ha pubblicato un’intervista ad una paziente ricoverata che, pur riconoscendo lo straordinario impegno del personale, metteva in luce le carenze strutturali (mancanza di servizi igienici in una stanza con 4 persone ricoverate e conseguente mancanza di privacy).

Ciò che non viene tenuto in considerazione è che a costituire il dato del minutaggio concorrono due figure professionali, l’infermiere e l’operatore socio sanitario, OSS. In termini di minutaggio l’infermiere ha un peso maggiore per le sue caratteristiche professionali ma, pur rispondendone, non si occupa fattivamente dell’assistenza di base che è demandata in toto alla figura dell’Oss.

Di fatto però l’assistenza al paziente è il risultato dell’equilibrio di queste due figure che si occupano di aspetti diversi della cura dei pazienti, pur essendo questa, come detto, di responsabilità dell’infermiere.

Negli ultimi mesi, l’Apss, oltre che ad accorpare gli Oss spalmandoli sulle due Unità Operative li ha ridotti di numero a beneficio di quello degli infermieri: ne consegue che, mentre il numero degli infermieri è aumentato, è andato diminuendo quello degli Oss. Ciò non sembrerebbe essere un problema se non fosse che il personale infermieristico non si occupa più di assistenza di base e gli Oss rimasti si trovano ad assolvere ad un carico di lavoro aumentato, sia per il loro numero ridotto, che per l’aumento dei pazienti, visto che il reparto di Medicina Media B è stata trasformato completamente in un reparto Covid.

Il personale infermieristico non può essere adibito a mansioni che ormai sono state demandate in toto agli Oss, pena vedersi arrivare ricorsi per demansionamento. Dal punto di vista ragionieristico i conti forse tornano, ma è evidente che la qualità del gruppo è mutata e di conseguenza l’assistenza al paziente. I carichi di lavoro sono totalmente sbilanciati.

 

A titolo esemplificativo si riportano il numero di pazienti ed Oss a marzo 2020 e a dicembre 2020.

 

Ci si chiede dunque come mai l’Azienda in questa situazione si sia arenata sullo scoglio del minutaggio. Anche se il concorso per Oss non ha ancora dato il via alla graduatoria finale, l’Apss ha comunque la possibilità di assumere a tempo determinato altro personale Oss.

A complicare la situazione sono intervenute le numerose malattie per Covid del personale Socio Sanitario, che ha portato i pochi rimasti ad essere richiamati continuamente dai riposi per sopperire alle assenze e ad avere un residuo di giornate ferie del 2020 altissimo. La turnistica muta di giorno in giorno, le variazioni di orario vengono comunicate tramite “post it” applicati sul tabellone di servizio consultabile in reparto. Su 18 Oss 7 si sono ammalati, anche chi è ritornato in servizio è debilitato, tutto il personale Oss è esausto. Le istituzioni scientifiche parlano di “Care fatigue” e di come questa possa essere un reale pericolo per i sistemi sanitari. L’OMS sta conducendo in tal senso l’HEROES Study al quale partecipa anche l’Italia tramite l’ISS. L’organizzazione del lavoro in questo studio è un punto fondamentale che le Amministrazioni dovrebbero tenere in debita considerazione a tutela del personale e anche dei pazienti.

Tutto ciò premesso si interroga il Presidente della Provincia di Trento per sapere:

se sia a conoscenza della situazione che si è venuta a creare presso il reparto di Medicina Media A e B dell’Ospedale S. Chiara di Trento;

di conseguenza se si intenda in questo periodo di pandemia aumentare la dotazione organica del personale Oss di 4 unità ed a emergenza finita di rivalutare sia i numeri che la composizione del personale di Medicina Media A e B.

 

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Cons. Lucia Coppola

 

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