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COPPOLA (EUROPA VERDE) – INTERROGAZIONE * COVID: « QUALI LE MODALITÀ DI VACCINAZIONE ANTI COVID 19 NELLE RSA? »

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15.54 - mercoledì 30 dicembre 2020

In previsione della necessità di affrontare correttamente l’urgente fase di somministrazione dei vaccini, la Società Italiana di Farmacia Ospedaliera – Sifo e la Società Italiana Farmacisti Preparatori- Sifap hanno prodotto l’Istruzione Operativa per l’Allestimento del vaccino Covid-19 mRNA BNT162b2. “Il Documento – dichiara Alessandro Darpino, vicepresidente Sifo – è stato elaborato e proposto dalle due Società in quanto hanno ritenuto utile condividere alcune specifiche informazioni elaborate sulla base della letteratura e del riassunto delle caratteristiche del prodotto autorizzato dall’Autorità competente inglese”.

L’Istruzione si compone di 8 capitoli ed è stata realizzata dall’Area Galenica Clinica Sifo e Sifap. Dal punto di vista della Posologia, l’Istruzione indica chiaramente che “Il vaccino Covid-19 mRNA BNT162b2 viene somministrato per via intramuscolare” a individui di età pari o superiore a 16 anni. “Il trattamento prevede la somministrazione di due dosi da 0,3 mL ciascuna, somministrate a distanza di 21 giorni. Non ci sono dati disponibili su l’intercambiabilità del vaccino Covid-19 mRNA BNT162b2 con altri vaccini Covid-19 per completare la serie di vaccinazioni”. Gli individui che hanno ricevuto una dose del vaccino Covid-19 mRNA BNT162b2 devono riceverne una seconda dose “per completare la serie di vaccinazioni. Gli individui potrebbero non essere protetti fino ad almeno 7 giorni dopo la loro seconda dose di vaccino”.

Dopo aver indicato le modalità di somministrazione, il documento Sifo-Sifap precisa con cura il percorso di allestimento e somministrazione: “Le fiale congelate a -75°C devono essere trasferite a 2-8 °C per farle scongelare lentamente; una confezione da 195 fiale può richiedere 3 ore per scongelare. In alternativa, le fiale congelate possono anche essere scongelate per 30 minuti a massimo 25 °C per un utilizzo immediato. Una volta scongelato, il vaccino non diluito può essere conservato per un massimo di 5 giorni a una temperatura compresa tra 2 °C e 8 °C ovvero fino a 2 ore a temperature fino a 25 °C”.
Per la conservazione (uno dei temi recentemente già sottolineati come delicati) sono necessarie precauzioni specifiche: occorre infatti “conservare la soluzione di vaccino non diluito in congelatore a una temperatura compresa tra -80 ° C e -60 ° C per 6 mesi. Comunque i dati di stabilità indicano che una volta scongelato il vaccino può essere conservato per un massimo di 5 giorni tra 2-8 °C”. Importante è anche definire la precisa tracciabilità del percorso della vaccinazione, si deve infatti “registrare per ogni somministrazione effettuata: nome del paziente, denominazione del medicinale, numero di lotto e data di scadenza del farmaco somministrato”.

Il documento Sifo-Sifap, che verrà aggiornato con le prossime commercializzazioni di ulteriori Vaccini-Covid 19, termina affrontando il tema della Sorveglianza importante altresì per infondere fiducia alla popolazione per un atteggiamento proattivo verso il tema della vaccinazione: su questo argomento l’Istruzione indica (all’art.8) che “Le segnalazioni di eventuali reazioni avverse devono essere tempestivamente effettuate (entro 36 ore da quando il medico o l’operatore sanitario ne viene a conoscenza) direttamente online sul sito VigiFarmaco (www.vigifarmaco.it) oppure compilando la scheda di segnalazione cartacea e inviandola via e-mail e fax al Responsabile di Farmacovigilanza – che nella stragrande maggioranza dei casi è il Farmacista Ospedaliero e Territoriale – della propria struttura di appartenenza”.

Come si può osservare la metodologia e la procedura per la somministrazione del vaccino non è semplice e richiede una profonda conoscenza delle varie fasi e una manualità esperta. I vertici aziendali pare abbiano stabilito che ciascuna RSA debba essere autonoma nella somministrazione del vaccino ossia impiegare personale che non ha mai eseguito vaccinazioni. Gli stessi vertici aziendali prevedono quindi un corso di formazione

Come dimostrato dal numero di deceduti, i degenti delle RSA sono i soggetti più fragili e di conseguenza c’è la massima urgenza di una immediata massiccia vaccinazione per arrestare il numero dei deceduti.

Se l’ autonomia di ogni singola RSA può apparire la migliore soluzione è altrettanto evidente che bisogna essere certi sulla reale autonomia che il corso di formazione dovrebbe fornire.

Tutto ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia di Trento per sapere:

se corrisponde al vero che i vertici aziendali hanno deciso che ogni RSA debba essere autonoma nella vaccinazione dei propri degenti;

se corrisponde al vero che in ogni RSA verrà organizzato un corso di formazione;

come verranno scelti i relatori;

chi saranno i destinatari del corso di formazione;

quando inizieranno le vaccinazione nelle Rsa e in quanto tempo si ritiene tutti i degenti saranno vaccinati;

di quanti e quali operatori sanitari, per specialità, sarà costituita l’equipe per l’esecuzione delle vaccinazioni in ogni Rsa;

se è stato stabilito un calendario specifico in cui sono indicati i giorni in cui, in ogni singola Rsa, verranno eseguite le vaccinazioni

 

 

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Lucia Coppola

consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde

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