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COPPOLA (EUROPA VERDE) – INTERROGAZIONE * COVID E ABBANDONO SCOLASTICO: « LA PAT RITIENE CHE LA FOTOGRAFIA TRACCIATA DA SAVE THE CHILDREN POSSA TROVARE RISCONTRO ANCHE IN TRENTINO? »

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19.19 - giovedì 7 gennaio 2021

A fare le spese dell’emergenza sanitaria, in questi ultimi mesi, sono stati soprattutto gli adolescenti, costretti a seguire per molto tempo le lezioni a distanza. Da oggi la didattica per le scuole superiori proseguirà in presenza al 50% e si spera che la situazione sanitaria permetterà più avanti di aumentare la percentuale almeno al 75%. Ma che effetti ha avuto e avrà in futuro questo spezzettamento della didattica? Lo spiega una indagine condotta da IPSOS per conto di Save the Children “I giovani ai tempi del Coronavirus”, che ha preso in esame un campione di 1000 adolescenti tra i 14 e i 18 anni frequentanti la scuola superiore secondaria, con l’obiettivo di far luce su opinioni, stati d’animo e aspettative dei ragazzi in epoca di crisi ma anche sui rischi di dispersione scolastica connessi alla didattica a distanza. Dallo studio condotto emerge una situazione preoccupante: il 28% degli studenti dichiara, infatti, che almeno un loro compagno di classe – dalla primavera ad oggi – avrebbe smesso di frequentare le lezioni. Tra le cause principali delle assenze dalla DAD, la difficoltà delle connessioni ma anche la fatica a concentrarsi e seguire le lezioni dietro uno schermo.

Una situazione che sembra avere conseguenze pesanti anche sul livello di preparazione scolastica: secondo l’indagine di Save the Children il 35% degli studenti si sente più impreparato di quando andava a scuola in presenza e la stessa percentuale quest’anno dichiara di dover recuperare più materie dell’anno precedente, mentre sono quasi 4 studenti su 10 a sottolineare le ripercussioni negative della DAD sulla capacità di studiare (37%).

L’allarme lanciato da Save the Children riguarda in modo particolare il fenomeno della dispersione scolastica: secondo le stime effettuate sulla base dei dati raccolti attraverso l’indagine, sarebbero infatti circa 34mila gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado a rischio di abbandono scolastico.

Se poi pensiamo all’istruzione impartita a casa messa in atto forzatamente in questi mesi non dobbiamo tralasciare i problemi dei figli di cittadini stranieri che non parlano l’italiano o lo parlano male e che nella riduzione o nella cancellazione dei momenti di confronto con altri compagni e con gli insegnanti rischiano di perdere molte competenze.

Chi ha a cuore la scuola si interroga su quale possa essere l’equilibrio tra il diritto all’istruzione e quello alla salute pubblica, tenendo conto anche dell’articolo 3 della Costituzione, che prevede la rimozione degli ostacoli e la dignità sociale per tutti. Dovrà essere messo in atto uno sforzo affinché nessuno studente venga lasciato indietro o solo.

 

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Ciò premesso interrogo il Presidente della Provincia autonoma di Trento per sapere:

se ritenga che la fotografia tracciata dall’indagine commissionata da Save the Children possa trovare riscontro anche nella nostra provincia;

se è stata fatta una indagine all’interno delle scuole per verificare se vi sono stati casi di abbandono scolastico dalla primavera ad oggi e in caso di risposta affermativa con quali risultati;

in caso contrario se si ritiene opportuno verificare se vi sono stati casi di abbandono scolastico durante il periodo della pandemia e le motivazioni che stanno alla base di queste scelte:

se sono emerse carenze formative degli studenti e come si pensa di sopperire;

poiché è presumibile che la situazione di emergenza si protrarrà ancora per molti mesi se sono stati predisposti supporti per gli insegnanti che si sono approcciati per la prima volta con la DAD e se sono state individuate le più opportune modalità per lo svolgimento delle lezioni, tenuto conto che la DAD ha dimostrato di provocare stress aggiuntivo agli studenti.

 

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Lucia Coppola

consigliera provinciale/regionale
Gruppo Misto/Europa Verde

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