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COPPOLA E GHEZZI (FUTURA) – INTERROGAZIONE * LAGO GARDA: « QUALI STRATEGIE INTENDE METTERE IN ATTO LA PAT PER LA TUTELA E IL RISANAMENTO DELLE ACQUE? »

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15.58 - giovedì 6 giugno 2019

Il lago di Garda è il più grande lago italiano e una rinomata meta turistica nazionale ed internazionale. Cerniera fra tre regioni, Lombardia (provincia di Brescia), Veneto (provincia di Verona) e Trentino Alto Adige (provincia di Trento), a sud si trova circondato dalle colline moreniche lasciate dal ritiro dei ghiacci e, nella parte a nord più alta e stretta, è avvolto dalle alte catene montuose che gli conferiscono la forma e l’andamento di un fiordo e lo proteggono rendendo il suo clima particolarmente mite di tipo mediterraneo. Del lago, solo la punta settentrionale appartiene al Trentino: qui come da nessun’altra parte il clima mediterraneo del Garda si coniuga con l’area alpina. Le montagne che lo circondano superano anche i 2000 metri, ma in riva al lago fioriscono ulivi e limoni. Per questo, il Garda trentino è amatissimo dai mountain bikers, dagli escursionisti, dagli scalatori, dai praticanti della vela e del windsurf.

Un tesoro economico e turistico da tutelare e preservare.

Venerdì 31 maggio a Riva del Garda si è tenuto un convegno pubblico organizzato da comitati e associazioni ambientaliste delle tre sponde del lago dal titolo “Che acqua c’è nel nostro lago?” Da questo convegno è emerso che lo stato delle acque del lago non è certo ottimale. Il Lago di Garda costituisce ben il 40% delle riserve nazionali di acqua dolce; è quindi di valore inestimabile ma nel corso degli anni ha subito una forte antropizzazione a livello di suolo, acqua, paesaggio e utilizzo delle risorse naturali. D’altronde se molti interventi vengano attuati allo scopo di adattare l’ambiente alle proprie esigenze e migliorare la qualità della vita non è detto che abbiano un impatto positivo sull’ambiente; anzi, al contrario, spesso hanno un impatto negativo, danneggiando in maniera irreversibile il naturale equilibrio degli ecosistemi. Un gruppo di ricerca di biologi dell’università Cà Foscari di Venezia, che da tre anni sta conducendo uno studio sull’adattamento della pesca ai cambiamenti climatici nel lago, riporta che l’acqua del lago di Garda si è riscaldata in media di oltre un grado a causa del surriscaldamento del pianeta. Ciò ha comportato una riduzione del pescato sia a livello sportivo che professionale, oltre ad aver aumentato il rischio di estinzione di alcune specie autoctone come l’alborella e il carpione.

Il Dolomiti riporta la notizia di una ricerca fatta da un team delle Università di Trento e di Utrecht i cui risultati sono stati pubblicati su “Scientific Reports”.
“Dal nostro studio emerge che quando il vento soffia lungo l’asse principale del lago di Garda la rotazione terrestre induce una circolazione secondaria che fa muovere l’acqua anche in direzione trasversale, da una costa all’altra. L’effetto è una differenza di temperatura dell’acqua tra la sponda veneta e quella lombarda e, più rilevante per la salute del lago, il trasferimento di ossigeno, nutrienti e altre sostanze disciolte dalla superficie agli strati più profondi e viceversa”.
Una scoperta che aiuta a comprendere i processi che governano la qualità delle acque. E fornisce un contributo agli studi sulle risposte dei laghi al cambiamento climatico. “I risultati della ricerca – osservano – suggeriscono che questo tipo di circolazione profonda possa diventare sempre più rilevante in uno scenario di riscaldamento climatico dove il tipico rimescolamento dovuto al raffreddamento superficiale in inverni particolarmente rigidi sta diventando sempre più raro, mentre la frequenza e intensità di venti forti non sembra diminuire”.
Studi e ricerche importanti che aiutano a comprendere le dinamiche che possono influenzare la temperatura e quindi la qualità delle acque e di cui dobbiamo fare tesoro.

Si ritiene indispensabile inoltre mettere in atto azioni di sinergia al di là delle frammentazioni amministrative e delle differenze settoriali e geografiche delle tre province interessate dal lago di Garda al fine di adottare sistemi di depurazione, mobilità, tutela ambientale complementari. Una regia comune potrebbe portare a migliori risultati a tutela di un patrimonio naturale e turistico che il mondo ci invidia.

Considerato che il monitoraggio è una delle attività principali dell’Agenzia provinciale per la protezione dell’ambiente che, attraverso dei campionamenti periodici, valutano nel tempo come cambia la qualità dei nostri laghi,

si interroga il presidente della Provincia di Trento e l’assessore competente per sapere:

• quali informazioni abbiano circa lo stato di salute del Lago di Garda, parte trentina, con particolare riguardo alla temperatura, dagli strati più profondi a quelli in superficie; la quantità di ossigeno disciolto, elemento fondamentale per la vita vegetale e animale del lago; la quantità di fosforo presente che dà informazioni sulle pressioni che l’ambiente circostante pone al corpo idrico e che sono dovute principalmente all’utilizzo di fertilizzanti, scarichi urbani e industriali; la trasparenza delle acque;

• quale sia il livello di concentrazione dei metalli pesanti negli strati più profondi del lago;

• se sono state rilevate differenze sulla salute delle acque del lago di Garda rispetto alla parte veneta e lombarda;

• se negli ultimi 10 anni si è verificata nella parte trentina del lago una riduzione del pescato;

• se vi siano delle specie ittiche a rischio estinzione e quali;

• quali strategie intende mettere in atto per la tutela e risanamento delle acque del lago di Garda, cercando maggiori sinergie con gli enti confinanti e le Università al fine di preservare un territorio e un lago di incomparabile bellezza.

 

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LUCIA COPPOLA
consigliera provinciale FUTURA 2018

PAOLO GHEZZI
consigliere provinciale FUTURA 2018

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