DDL su razionalizzazione in materia di ambiente, reti di riserve, catasto ed eliminazione delle barriere architettoniche.
La normativa viene semplificata e, in alcuni casi, allineata a quella statale.
Rinviato il punto sul rinnovo delle concessioni per le piccole centrali idroelettriche
Parere positivo
Il Consiglio delle autonomie locali ha dato parere favorevole al Disegno di legge di iniziativa della Giunta provinciale che interviene su una corposa normativa e che detta ‘Misure di semplificazione e razionalizzazione in materia di ambiente, di reti di riserve, di catasto e di eliminazione delle barriere architettoniche.
E’ stato il Presidente del Cal Paride Gianmoena a dare il via ai lavori introducendo Il Disegno di legge che interviene con alcune modifiche tecniche (riferite alla precedente normativa), ma anche con nuove misure di semplificazione che si allineano alla normativa statale e che riguardano i Comuni. Gianmoena ha fatto riferimento anche a un recente emendamento della Giunta provinciale riguardo le derivazioni a uso idroelettrico. Un punto che è stato rinviato al prossimo Consiglio per maggiori approfondimenti.
La parola è, quindi passata all’Assessore provinciale all’Ambiente Mario Tonina per l’illustrazione dell’articolato. Per quanto riguarda la normativa di impatto ambientale una modifica tecnica corregge l’art. 15, comma 2. La Giunta provinciale, infatti, non è più competente all’adozione del provvedimento di VIA, attualmente ricompreso nel provvedimento autorizzatorio unico provinciale (PAUP). Pertanto, nell’articolo, la Giunta provinciale viene sostituita con la struttura provinciale competente.
La proposta, come a suo tempo sollecitato dai Comuni, elimina anche l’obbligo di presentare al Comune competente la denuncia per l’installazione o la modifica dei nuovi impianti termici civili con potenza superiore a 35 kW, uniformandosi alle modalità di denuncia previste dalla normativa statale. Vengono così eliminati gli adempimenti amministrativi a carico dei cittadini che vengono posti a carico dell’installatore.
La nuova normativa prevede che di amplino anche alle stalle, non legate ad attività d’impresa, le ipotesi di rinnovo tacito delle autorizzazioni per lo scarico di acque reflue domestiche non immesse nella fognatura pubblica.
Il rinnovo è autorizzato se non intervengono modifiche sostanziali in termini quantitativi e/o qualitativi.
Viene uniformata a quella statale anche la disciplina provinciale per le imprese di rottamazione operanti in provincia di Trento.
La proposta elimina anche due norme ormai desuete, e le relative sanzioni, del testo unico provinciale sulla tutela dell’ambiente dagli inquinamenti (TULP) che prevedono la denuncia entro 180 giorni degli impianti termici e di quelli produttivi e misti esistenti alla data del 13 dicembre 1978.
In materia di canoni per le utenze di acqua pubblica e di titoli per derivazioni si prevede l’introduzione, di un nuovo criterio che può essere applicato dalla Giunta provinciale favorendo la riduzione dei consumi idrici e la razionalizzazione delle opere di presa e derivazione delle utenze di acque superficiali che insistono sugli stessi tratti di corso d’acqua.
Parere rinviato al prossimo Consiglio e grande attenzione in merito al recente articolo, inserito dalla Giunta, inerente le concessioni per le piccole centraline idroelettriche che attualmente si rinnovavano tacitamente alla scadenza. Una disciplina precedente alla nuove disposizioni comunitarie. La nuova normativa prevede, infatti, la loro riassegnazione tramite gara, aperta alla concorrenza.
Il Presidente Gianmoena ha evidenziato come il tema sia delicato e l’impostazione debba fare riferimento alle norme europee. Ha chiesto i numeri delle concessioni che coinvolgono i Comuni. Ha sottolineato la necessità di maggior tempo per fare una serie di considerazioni puntuali e precise.
Massima disponibilità é stata manifestata dall’Assessore Tonina, che ha voluto sottolineare come la norma serva a fare chiarezza e a permettere un periodo transitorio per ulteriori approfondimenti in attesa di formulare un preciso regolamento.
Riguardo agli altri articoli il Disegno di legge semplifica gli strumenti per l’attivazione e per la gestione delle reti di riserve, di cui all’articolo 47 della legge provinciale sulle foreste e sulla protezione della natura. Viene eliminata la stipula di un preventivo protocollo d’intesa tra i Comuni e gli altri soggetti interessati e si sostituisce l’accordo di programma con una convenzione (allungandone la durata a nove anni).
ll piano di gestione diventa un programma degli interventi, di durata triennale, che individua gli interventi, le attività della rete e il relativo programma finanziario.
La legge interviene, inoltre, sull’allineamento tra dati catastali e dati tavolari, rendendo operativo ed efficace il sistema di voltura automatica. A questo proposito si introduce l’obbligo per il richiedente di fornire nell’istanza tavolare le informazioni necessarie per le modifiche agli atti del catasto.
A vantaggio delle persone disabili viene semplificato il procedimento di autorizzazione dei lavori in deroga per le persone disabili che devono procedere subito a realizzare i lavori per assicurare la loro mobilità.
Viene, infatti, eliminata la richiesta di parere al Servizio politiche sociali della Pat.
Il tutto considerato che il Comune, che rilascia i titoli edilizi abilitativi e poi controlla in sede di agibilità, è tenuto a valutare il progetto in relazione ad una serie di parametri indicati puntualmente dalla legge urbanistica provinciale.
Anche in questo caso si fa riferimento alle disposizioni nazionali in materia di barriere architettoniche, dove si prevede che le deroghe sono rilasciate dal Sindaco con un provvedimento autorizzativo edilizio, sulla base di una precisa istruttoria tecnica.
Dall’aula è arrivata la richiesta alla Provincia di una precisazione sulle autorizzazioni che investono la competenza dei beni culturali. A breve é stato assicurato un chiarimento.