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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * TERZA COMMISSIONE: « PETIZIONE POPOLARE PER LIBERARE QUAERE DALLA EDILPAVIMENTAZIONI SRL, VIA LIBERA AL PIANO ENERGETICO – AMBIENTALE VALIDO FINO AL 2030 »

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19.55 - mercoledì 19 maggio 2021

Audizioni in III Commissione sulla petizione popolare dei residenti a Quaere di Levico: individuata un’area nella quale trasferire la parte più impattante dell’attività della Edilpavimentazioni, in modo da allontanare finalmente l’azienda dalle case, ma per la delocalizzazione serve l’aiuto della Provincia. Via libera con tre voti di astensione al Piano energetico-ambientale valido fino al 2030.

La III Commissione presieduta da Ivano Job (Lega) ha dedicato oggi tre audizioni alla petizione popolare 12 sulla “delocalizzazione di un’attività produttiva impattante collocata in un’area residenziale presso Quaere di Levico”. L’impresa in questione è la Edilpavimentazioni srl, che ha 50 dipendenti, per il cui trasferimento il 10 marzo scorso era stata consegnata in Consiglio provinciale la petizione con le firme di 372 sostenitori, tutti residenti a Quaere. La Commissione ha ascoltato oggi il referente dei firmatari della petizione, il Comune di Levico e la ditta Edilpavimentazioni srl. A seguire l’organismo si è espresso a favore del Piano energetico ambientale provinciale (Peap) 2021-2030, adottato il 5 marzo scorso dalla Giunta in via preliminare e che era stato già discusso nella precedente seduta. A favore i 4 consiglieri della Lega mentre hanno votato astenuto Ossanna (Patt) insieme a Coppola (Misto) e a Manica (Pd) che ha evidenziato alcune criticità legate alla metanizzazione del territorio e all’idrogeno.

LA PETIZIONE PER LIBERARE QUAERE DALLA EDILPAVIMENTAZIONI SRL

Il Comune di Levico: la Provincia aiuti l’impresa a spostarsi altrove.

Il sindaco di Levico Gianni Beretta ha spiegato che LA zona residenziale di Quaere di Levico è impropriamente confinante con un’area produttiva dove opera la Edilpavimentazioni srl con 53 lavoratori le cui emissioni di odori di asfalto e rumori causati dal transito di mezzi pesanti per molte ore e per 120 giorni all’anno crea un grave disagio alla popolazione residente nelle case che si trovano a poche decine di metri dall’attività. Beretta ha segnalato che il Comune si è impegnato a mitigare il problema relativo alla viabilità e alla lavorazione degli asfalti nelle ore serali, consentita dalle 6 alle 22 con emissioni di odori. L’Appa ha effettuato monitoraggi per diversi mesi e la popolazione residente a Quaere si è fatta parte attiva che ha inviato un migliaio di segnalazioni di odori derivanti dall’asfalto e dagli altri prodotti utilizzati da Edilpavimentazioni. Il Comune ha incaricato una società perché progetti una nuova viabilità d’accesso all’azienda in modo da sgravare la frazione dal passaggio di centinaia di camion nelle ore di maggiore produzione. Il costo della nuova viabilità sarebbe di 500.000 euro ma non risolverebbe il problema degli odori. La Consulta frazionale – ha proseguito il sindaco – ha deciso di puntare sulla delocalizzazione dell’impianto, per la quale l’azienda stessa sarebbe disponibile purché vi sia la disponibilità della Provincia a concorrere almeno in parte all’investimento anche a tutela dei lavoratori. Alcune aree alternative all’attuale – ha aggiunto Beretta – si potrebbero prestare al trasferimento, a partire da una individuata nel Comune di Levico. Servono però o sgravi o finanziamenti della Provincia all’azienda. Si tratta di garantire una migliore qualità della vita ai residenti che sopportano da anni una situazione insostenibile per gli odori e i rumori. Secondo il sindaco occorre che la Provincia aiuti quest’azienda a spostarsi altrove. Così non si può andare avanti. Beretta ha concluso appellandosi alla Commissione perché si faccia tramite nei confronti della Giunta affinché affronti al più presto il problema.

Il referente della petizione di Quaere: basta con gli interventi di mitigazione. Attendiamo che le istituzioni ci diano una prospettiva per risolvere il problema.

Alessandro Sester, referente della Consulta frazionale di Quaere nell’ambito del Comune di Levico nonché dei residenti firmatari della petizione ha sottolineato di non voler fare polemica ma anche la mancanza di risposte da parte delle istituzioni. E ha sollecitato Comune e Provincia a convocare al più presto l’azienda per concordare una soluzione definitiva al problema. “La piccola frazione di Quaere è abitata dalla fine dell’800. Dagli anni ‘60 si è insediata una piccola realtà produttiva. Nel 2014 l’azienda in crisi è stata rilevata dalla Edilpavimentazioni. La Provincia e il Comune hanno rilasciato per decenni autorizzazioni sbagliate permettendo all’azienda di rimanere troppo vicina alla zona residenziale. C’è stato per questo un sequestro amministrativo da parte della Procura e alcuni interventi di mitigazione che per i firmatari della petizione non sono stati risolutivi. Sarebbe un errore proseguire su questa strada senza un progetto che risolva definitivamente il problema. “Non siamo più disponibili ad accettare solo opere di mitigazione”, ha dichiarato Sester, specie dopo che l’intero consiglio comunale ha votato all’unanimità un documento che chiede la delocalizzazione dell’azienda. Negli ultimi nove mesi un tavolo tecnico sul problema ha sortito alcun risultato. Sester ha ricordato di aver avviato un dialogo con Gianluca Viola di Edilpavimentazioni e di aver trovato in lui un imprenditore intelligente e disponibile alla delocalizzazzione dell’impresa. L’azienda avrebbe infatti bisogno di un’area più ampia dove poter lavorare 24 ore su 24, cosa che nell’attuale non consente. Per segnalare questa disponibilità e l’area individuata a questo scopo sono state inviate apposite note alle istituzioni che ad oggi, però, non hanno ancora risposto. Tra le varie ipotesi ci si è concentrati nell’ex cava fuori dall’abitato di Quaere che all’azienda e al Comune andrebbe bene. L’impresa sarebbe disposta ad investire tre milioni di euro per un nuovo impianto a caldo da trasferire in quest’area che andrebbe però prima acquistata. Per questo chiede l’intervento della Provincia. Il problema è proprio questo: avere una prospettiva per poter pensare alla delocalizzazione entro 1-2 anni. “Dateci la speranza di poter uscire da questa situazione”, ha concluso Sester.

La Edilpavimentazioni srl di Quaere: siamo pronti ad investire ma serve una risposta della Provincia. A questo punto è necessaria una programmazione.

Gianluca Viola, uno dei fratelli della famiglia dei titolari di Edilpavimentazioni srl, ha condiviso con Sester e con il Sindaco l’esigenza di risolvere definitivamente il problema della vivibilità “che – ha spiegato – non interessa solo la popolazione ma anche i l’azienda stessa”. “A fine anno – ha aggiunto – abbiamo trovato un accordo e formalizzato anche delle ipotesi che per noi vanno bene nonostante i costi siano elevati. Per l’area alternativa individuata ora siamo in attesa di risposte dalla Provincia per capire cosa potremo fare in termini di investimenti. Le famiglie dei lavoratori che vivono a Quaere sono 65. E abbiamo una sede anche all’estero. La ditta è sana e se c’è da investire per dare maggiori garanzie siamo disponibili alla trattativa per capire fin dove a livello economico si può arrivare. Noi chiediamo solo di poter lavorare e che i residenti di Quaere possano vivere tranquilli. Marilena Viola, legale rappresentante della ditta Edilpavimentazioni srl, ha aggiunto che “a questo punto la cosa più importante è programmare individuando un punto da cui poter partire concretamente”.

Le opposizioni consiliari di Levico: servono risposte in tempi brevi.

Aldo Chirico, consigliere comunale di minoranza, ha confermato che tutti i consiglieri hanno votato un ordine del giorno presentato in aula dalla maggioranza per sollecitare interventi risolutivi all’annoso problema di Quaere. L’azienda garantisce molti posti di lavoro e ha margini per investire ma non si può sottovalutare il problema della salute pubblica. Per questo Chirico ha rivolto un appello alla Giunta provinciale affinché avvii le iniziative necessarie alla delocalizzazione vista la disponibilità manifestata dalla famiglia Viola a spostare l’azienda in una zona più idonea dove non darebbe fastidio a nessuno. Chirico ha confermato che per questo occorre l’aiuto della Provincia e sollecitato a stringere i tempi per dare una prospettiva alla popolazione e all’azienda.

La discussione.

Il presidente Job ha ricordato di essersi recato sul posto e di aver notato che i lavori di mitigazione messi in atto fin’ora sono stati comunque eseguiti molto bene.
Lucia Coppola (Misto – Verdi Europa) ha preso atto che tutti vogliono andare nella stessa direzione per salvaguardare sia l’occupazione dell’impresa sia le legittime esigenze dei cittadini che non si possono sottovalutare. L’inquinamento e i rumori possono infatti nuocere alle persone. Il fatto che si sia stato individuato un luogo alternativo che risolverebbe il problema per tutti, indica che questa possibilità di delocalizzare va perseguita. Per Coppola, quindi, la Commissione e il Consiglio provinciale devono impegnarsi a far sì che l’incontro tra queste due esigenze diverse ma complementari possa essere fruttuoso e si concretizzi in tempi brevi.
Alessio Manica (Pd) ha plaudito alla disponibilità dei residenti e dell’azienda a trovare una soluzione condivisa al problema. Questa intesa merita il sostegno del Consiglio e della Commissione chiamata a tenere acceso il faro su questa situazione pur non avendo potere esecutivo per intervenire concretamente. Il problema va risolto perché oggi non è più sopportabile come qualche decennio fa in termini urbanistici, di inquinamento acustico e di odori. La mitigazione per quanto ben fatta è sempre un compromesso che non risolve il problema della convivenza tra esigenze ioncompatibili.

Lorenzo Ossanna (Patt) ha aggiunto che solo la collaborazione dell’assessore Tonina potrebbe favorire l’intervento risolutivo della Giunta provinciale, mentre la III Commissione ha un ruolo di mediazione. Il punto più importante sul quale impegnarsi è per Ossanna quello dei tempi. Ossanna ha comunque suggerito nel frattempo di non escludere ulteriori interventi di mitigazione che possono rilevarsi utili in attesa della soluzione definitiva che è sicuramente la delocalizzazione.
Sester ha ringraziato Appa per l’attenzione prestata con il dirigente Menapace al problema e alle esigenze dei residenti di Quaere ma ha ribadito che ulteriori mitigazioni “non sono sufficienti” se manca una prospettiva di una soluzione definitiva entro un tempo stabilito, che consentirebbe di sopportare ancora per un po’ il problema. Oggi l’unica luce in fondo al tunnel è emersa per Sester solo dal dialogo con il titolare dell’azienda Gianluca Viola. Sester ha quindi proposto agli assessori provinciali coinvolti di organizzare in tempi brevi un tavolo di lavoro con tutti gli interessati per definire un progetto che vada in questa direzione.
Alex Marini (Misto) ha messo l’accento sulla mancanza di una risposta politica da parte della Giunta perché finora l’unico intervento della Provincia è stato di natura tecnica attraverso l’Appa. Non è chiaro – ha aggiunto – se l’amministrazione provinciale abbia previsto aiuti per favorire la delocalizzazione. “Non stiamo parlando di un’impresa decotta, anzi, che si dimostra molto produttiva, ma questo accresce l’impatto. Non è giusto che a pagare per un errore amministrativo e urbanistico che ha originariamente causato il problema siano i residenti.

Il sindaco Beretta ha chiarito che gli interventi di mitigazione non sono un capriccio dell’amministrazione comunale di Levico, ma che il problema della viabilità andava affrontato. Il punto è che però quest’opera viabilistica molto costosa non garantisce affatto i benefici sperati perché le emissioni di odori rimarranno. Da ultimo Beretta ha parlato del problema sanitario dovuto ai rumori e allo stress psicologico causato dalla vicinanza con l’azienda. “L’assessore Tonina ci ha accompagnato fino ad ora per il problema ambientale ma serve l’intervento anche del resto dell’esecutivo per risolvere definitivamente il problema”.
Job ha chiesto se la delocalizzazione sarebbe sempre all’interno del Comune di Levico.
Beretta ha risposto che il Comune non ha un altro terreno da destinare all’attività produttiva. “Non si pretende che domani mattina si arrivi a una soluzione completa della problematica ma di mettere dei punti fermi in un percorso orientato alla soluzione”.

Gabriele Tonidandel dell’Appa ha parlato dell’impegno con cui si è voluto quantificare il disagio della popolazione in particolare per quanto riguarda gli odori. Vi sono state più di 1000 segnalazioni dei cittadini e la quantità di dati da analizzare è elevata. I risultati saranno resi noti a breve. Di certo si può dire fin d’ora che sia per il rumore che per l’odore il disagio, pur presente e non più tollerato dalla popolazione, non presenta valori eccedenti i limiti fissati dalla normativa ambientale. Non vi sono quindi i presupposti per motivare una delocalizzazione dal punto di vista ambientali nonostante i disagi causati dai piccoli disturbi frequenti e continui.
Chirico ha osservato che stando alle normative su decibel e odori la situazione ambientale attuale è regolare, tuttavia al di là dei dati tecnici emersi per comprendere il disagio dei residenti, bisogna vivere in quella zona per comprendere il problema. Adottare nell’azienda un nuovo impianto potrebbe ridurre l’impatto ambientale.
Coppola a proposito dell’intervento tecnico di Tonidandel dell’Appa, ha osservato che anche se in base ai dati i residenti patirebbero solo un “lieve fastidio”, se questo si avverte e si somma nei giorni e negli anni, il disagio si accumula e diventa alla fine insopportabile rischiando di interessare il sistema nervoso. Per questo Coppola si è appellata al buon senso che deve venire in soccorso delle azioni politiche.

Tonidandel ha precisato di non sottovalutare il disagio dei residenti, ma che la delocalizzazione deve basarsi su elementi diversi dai valori ambientali.
Sester ha rinnovato la richiesta chela Provincia istituisca un tavolo per definire un progetto di delocalizzazione che potrebbe riguardare prima l’impianto a caldo dell’azienda, che costituisce la maggior parte della lavorazione. E’ stata identificata un’area appena fuori dal centro abitato di Quaere e che è in vendita. L’azienda è disposta anche a dividere gli impianti pur di spostarne almeno uno, ma il “treno” va preso subito perché la scadenza è il 31 dicembre di quest’anno. Per questo secondo Sester la Provincia dovrebbe rispondere in tempi brevi.

Gianluca Viola di Edilpavimentazioni ha confermato che la fattibilità per l’acquisto del terreno c’è e che la ditta è disposta ad investire in modo consistente a favore sia dei cittadini che del lavoro dell’azienda. La cifra è importante ma vi sono agevolazioni fiscali importantissime, pari al 30%, per ottenere le quali occorre decidere entro l’anno. Si potrebbe così trasferire già entro il giugno dell’anno prossimo nella nuova area un impianto di produzione a caldo che costituisce quasi l’80% della lavorazione, della logistica e dei camion.
L’assessore Tonina ha ribadito che alla luce dei risultati che emergeranno dall’indagine dell’Appa, la delocalizzazione non si potrà effettuare per motivi ambientali E ha aggiunto di aver già avuto un confronto sul tema con il collega assessore all’industria Spinelli che, visto il forte e unanime appello emerso dall’incontro di oggi, valuterà certamente la fattibilità di una delocalizzazione dell’azienda. Non vi sono però ad oggi gli elementi per poter indicare l’entità degli aiuti che la Provincia potrà fornire attraverso Trentino Sviluppo. Tonina ha suggerito al presidente Job un confronto con l’assessore Spinelli per capire in che termini e in che forma la Provincia potrà intervenire.

Manica ha chiesto di capire la procedura visto che l’assessore Tonina ha rilanciato la questione nel campo industriale visto che in quello ambientale il problema non sussiste in quanto i parametri fissati dalla legge non sono superati. Tuttavia a suo avviso la Commissione non è tenuta a coinvolgere sulla questione l’assessore all’industria.
Marini si è detto in disaccordo con Manica perché la Commissione non può limitarsi a prendere atto della richiesta e poi non preoccuparsi della soluzione indicata che in questo caso è la delocalizzazione dell’attività produttiva. In ogni caso la competenza urbanistica centra con la delocalizzazione dell’impresa. A suo avviso vale la pena incontrare con la Commissione anche l’assessore Spinelli prima di chiudere l’esame della petizione.
Job ha proposto – ottenendo il consenso di tutti i consiglieri – di concludere l’esame della petizione in III Commissione dopo aver acquisito anche il rapporto di Appa. Secondo Job l’assessore Spinelli si impegnerà per la sua competenza a valutare la risposta da dare all’azienda anche tenuto conto dei 65 lavoratori interessati. La Commissione produrrà una relazione finale nella quale potrà sollecitare anche l’intervento dell’assessore all’economia.

 

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SEMAFORO VERDE AL PIANO ENERGETICO AMBIENTALE 2021-2030.

La IV Commissione ha poi espresso il proprio parere favorevole al Piano Energetico Ambientale Provinciale (Peap) 2021-2030, adottato in via preliminare con delibera della Giunta provinciale n. 339 del 5 marzo 2021. Quattro i voti favorevoli della Lega e tre le astensioni (Manica del Pd, Coppola del Misto e Ossanna del Patt).

Manica: buon piano ma no all’obiettivo della metanizzazione di tutto il territorio.

Manica ha ringraziato il presidente per aver dedicato due sedute al parere. A suo avviso il documento preliminare del Peap è molto ben fatto e ha poi evidenziato alcune criticità. La prima legata al tema della metanizzazione del Trentino. Su questo Manica ha espresso dubbi perché viviamo all’inizio dell’era della transizione ecologica e il metano è un combustibile fossile che ci vede anche dipendenti da altri Paesi fornitori. Altra criticità: la scelta di raggiungere con l’infrastrutturazione per il metano i luoghi in cui ancora non arriva, comporterà costi elevati. C’è quindi una questione di ritorno economico di questa spesa perché intanto molte utenze si sono organizzato in altro modo. Terzo problema della metanizzazione: le imprese che vorranno gestire gli impianti andranno a a gara sul libero mercato. Quarto: in questi anni si sono sviluppate forme di fornitura del calore che valorizzano le filiere locali con sistemi di teleriscaldamento basati sulla biomassa.

Alcuni impianti funzionano e sviluppano un’imprenditoria locale con una rete molto corta. Occorre chiedersi se spingere la metanizzazione in queste valli non sia contraddittorio rispetto agli investimenti fatti in passato dalla Provincia sugli impianti a biomassa. Si tratterebbe di un suicidio delle iniziative locali. Quando all’energia idroelettrica secondo Manica emerge una contraddizione nel Peap dove si dice che l’obiettivo è il mantenimento dell’attuale produzione mentre in un altro punto si afferma di voler mantenere invariata la possibilità di nuove autorizzazioni. Infine appare a suo avviso debole il riferimento all’idrogeno, citato solo per segnalare la ricerca in materia, mentre l’Europa spinge molto in questa direzione. Debole per Manica è anche il riferimento alla filiera del legno, importante per il nostro territorio. Da ultimo, c’è da chiedersi come mai mentre ci poniamo l’ambizioso obiettivo della riduzione del 22% dei costi energetici nell’industria, non appare alcun obiettivo percentuale sul tema della mobilità, altrettanto centrale per il Trentino.

 

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Coppola: si punti all’efficientamente dei consumi anche nei condomini.

Coppola ha riconosciuto l’importanza del Piano che prende in considerazione tutti gli aspetti legati al tema energia prevedendo l’obiettivo della riduzione del 55% degli elementi clima-alteranti. Il territorio trentino è variegato dal punto di vista delle potenzialità, ad esempio per quanto riguarda il vento. Positivo è che si parta dal bilancio dei consumi energetici e delle dispersioni, per mettere a punto un piano del risparmio, perché la miglior energia rinnovabile è quella che si risparmia. Bene anche l’obiettivo dell’efficientamento dei consumi nel comparto pubblico che rappresenta il 40% del totale, e il no ad un ulteriore consumo di suolo. Sull’efficientamento per Coppola andrebbe sollecitato anche il settore privato per il rinnovamento degli impianti di riscaldamento dei condomini. Sulle biomasse legnose Coppola ha ricordato che tutto va realizzato prestando attenzione al problema dell’inquinamento ambientale. Occorre a suo avviso puntare anche all’efficientamento industriale per capire quante imprese hanno la certificazione energetica e produzioni sostenibili. Quanto alla mobilità, per la consigliera occorre mirare alle linee elettriche, mentre è importante approfondire meglio il tema dell’idrogeno, perché i trasporti incidono sull’ambiente per il 35% in termini di inquinamento, quindi più dell’industria. Coppola ha concluso sul ciclo dei rifiuti sollecitando il piano di aggiornamento del settore per affrontare anche le problematicità legate alla discarica di Ischia Podetti, il cui prossimo ampliamento basterà solo per un paio d’anni. “Serve – ha sollecitato – una raccolta differenziata di qualità e omogenea da perseguire con forza su tutto il territorio provinciale”. Quanto alle iniziative di informazione e formazione dei cittadini, si tratta per la consigliera di un argomento molto importante soprattutto se rivolto ai giovani nelle scuole. In ogni caso anche per Coppola questo è un Piano di alto livello con alle spalle un grande lavoro.

 

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L’assessore Tonina: serve il coinvolgimento di tutti gli attori perché il Trentino faccia un salto di qualità avviando ad attuazione i 12 obiettivi strategici del Peap.

L’assessore Tonina ha evidenziato le 12 linee strategiche inserite nel Peap da avviare a realizzazione entro i prossimi 9 anni. A suo avviso “i giudizi lusinghieri e anche le osservazioni critiche di Manica e Coppola mostrano una grande attenzione e soprattutto la convinzione che questo è il modo giusto di approcciare e pianificare il lavoro che ci attende da qui al 2030. Negli ultimi mesi con la nascita del governo Draghi si è registrato un cambiamento con il ministero della transizione ecologica affidato al ministero Cingolani. Per i temi sui quali creando questo ministero l’Italia ha deciso di fare la sua parte, deve impegnarsi anche il Trentino”. Sulla metanizzazione l’assessore ha detto che sia pur tenendo conto delle preoccupazioni di Manica occorre garantire questo servizio ai territori non ancora forniti. Quanto al teleriscaldamento, non tutti i territori hanno ottenuto le risposte attese con questa soluzione. Va approfondito poi il tema dell’idrogeno che pur richiedendo approfondimenti andava inserito nelle linee strategiche del Peap per poter diventare un’opportunità prima del 2030. Si tratta per Tonina di ipotizzare delle sperimentazioni. Infine su formazione e informazione secondo l’assessore il coinvolgimento di tutti gli attori interessati ai 12 obiettivi del Peap insieme alla Provincia permetterà al Trentino di fare un salto di qualità. Il Consiglio delle autonomie locali ha condiviso il testo proponendo alcune osservazioni. Questo è lo spirito giusto per poter lavorare su questi temi strategici nei prossimi anni. Se riusciremo a portarli avanti fino in fondo si potrà raggiungere il grande obiettivo della sostenibilità che è il valore sotteso a tutto questo documento.

 

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Boschini: le reti del metano potranno servire in futuro per l’idrogeno.

La dirigente Laura Boschini ha assicurato di aver già elaborato le osservazioni emerse da Manica e Coppola, anche grazie alle audizioni effettuate con categorie ed operatori del settore negli ultimi mesi. Sul tema del metano l’estensione della rete nel Peap è stata fortemente ponderata da FBK che valuta proprio la compatibilità dell’estensione della metanizzazione con l’obiettivo della riduzione dell’emissione dei gas serra. Compatibilità che passa dalla riduzione dei consumi mediante l’efficientamento dei condomini e la potenziale immissione di idrogeno nella rete del gas metano. Vi è stata una verifica con gli operatori che hanno accertato come la rete attualmente utilizzata per il metano è compatibile anche con gli obiettivi della decarbonizzazione. L’estensione della rete del metano, insomma, non è stata inserita nel Peap acriticamente. Quanto all’idroelettrico e al rilascio di nuove autorizzazioni, il capitolo del Peap è stato aggiornato alla luce del recente varo della legge provinciale che prevede la moratoria per le piccole e medie centrali. Le gare – ha spiegato Boschini – dovranno essere avviate entro il 2023: evidente che il tempo dell’aggiudicazione e dell’avvio della nuova gestione non potrà portare a stravolgimento in termini di produzione di energia idroelettrica rispetto alla situazione attuale. A Coppola sull’efficienza energetica del comparto edilizio e sulla formazione-informazione dei cittadini che abitano nei condomini, Boschini ha segnalato che è già avvenuto un significativo miglioramento anche se molto resta da fare. Il tavolo creato su questo argomento vede infatti la partecipazione di tutti i principali attori in grado di dare suggerimenti e indicazioni concrete per l’efficientamento degli edifici. Nel complesso le osservazioni raccolte sul documento preliminare non comporteranno uno stravolgimento del testo ma una maggiore precisazioni delle motivazioni che hanno portato alle scelte strategiche indicate. La formulazione definitiva conterrà molti chiarimenti e maggiori motivazioni.

 

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Verones: per la mobilità il Peap prevede la riduzione dei due terzi delle emissioni.

L’ingegner Sara Verones ha fornito alcune precisazioni tecniche sulle osservazioni di Manica e Coppola sulla metanizzazione, sugli impianti di teleriscaldamento a biomassa. sulle concessioni per nuove derivazioni idroelettriche (sulle quali Verones ha precisato che vi sono spazi solo residuali per ulteriori concessioni). Ha poi precisato che il riferimento all’obiettivo della mobilità nel documento c’è e prevede entro il 2030 la riduzione dei due terzi delle emissioni clima-alteranti.

 

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Manica motiva il suo voto di astensione.

Manica ha motivato il proprio voto di astensione sul Peap perché il documento non indica lo strumento del Piano della mobilità sostenibile, che dovrebbe entrare tra le azioni previste. Sull’idroelettrico il consigliere ha detto di mantenere la sua perplessità perché se è vero che gli spazi per nuove derivazioni sono residuali, proprio questo conferma la necessità di prevedere uno stop totale ad ulteriori concessioni. Sulla metanizzazione delle valli ha detto che la sua perplessità rimane perché rilanciare l’obiettivo del completamento della rete non è convincente proprio nel momento in cui in vari Paesi europei si punta ad investire in altri sistemi. Restano infine dubbi anche sul riferimento all’idrogeno, a suo avviso troppo debole.

Job: sopralluoghi a Bolzano per l’idrogeno e a Pistoia per i treni elettrici.

Job ha preannunciato tra i prossimi impegni della III Commissionen un sopralluogo alla centrale di produzione di idrogeno di Bolzano e una vista alla fabbrica di treni elettrici di Pistoia.

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