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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * SITUAZIONE COVID: « REPORT SETTIMANALE, IL TRENTINO HA RT MEDIO A 14 GIORNI DELLO 0,91 ED UN’INCIDENZA DI 90 MALATI OGNI 100 MILA ABITANTI »

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16.13 - martedì 25 maggio 2021

Consiglio provinciale, si discute della situazione Covid. La giornata del Consiglio si è aperta con la comunicazione sulla situazione Covid dell’assessora Segnana. Situazione che conferma il miglioramento del quadro epidemiologico: Il Trentino, secondo il report settimanale, ha un Rt medio a 14 giorni dello 0,91 ed un’incidenza di 90 malati ogni 100 mila abitanti. Il Tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per i pazienti Covid è pari al 13%, quello delle terapie intensive al 19 % . Stefania Segnana, a nome dell’assessore Achille Spinelli, ha inoltre ripercorso le iniziative del governo provinciale nel campo economico per fare fronte all’emergenza creata dall’epidemia. Nella mattinata sono state discusse cinque risoluzioni della minoranza e tre sono state respinte.

Paola Demagri (Patt) ha sottolineato le diversità dell’applicazione delle linee guida per l’accesso dei parenti e quindi ha chiesto all’assessora che le misure anti Covid vengano applicate in modo uniforme. Luca Zeni (Pd) ha detto che ancora una volta la relazione non parla degli obiettivi, anche sull’aspetto economico. E ha aggiunto si spera che per i test salivari, annunciati come pronti da mesi, si arrivi finalmente ai traguardo. Sui tempi tra prima e seconda dose dei vaccini Zeni ha nuovamente contestato l’automatismo rigido sui 42 giorni, mentre una certa flessibilità andrebbe riservata almeno per i più fragili e per chi tra una dose e l’altra viene messo in quarantena. La commissione d’inchiesta su chi non ha rispettato la fila, per il consigliere dem, è stata una farsa e sembra sia stata fatta per dire che tutto è andato bene. Sul capitolo classi in quarantena ha chiesto di tornare ai due positivi per classe per garantire la frequenza in presenza in questi due mesi di scuola. Infine, sul nuovo centro per le vaccinazioni in località S.Vincenzo a Trento sud, Zeni ha affermato che, a fronte di altri spazi disponibili, esistono perplessità sull’opportunità di un investimento economico di queste proporzioni.

Ugo Rossi (Azione) è tornato sul tema delle seconde dosi a 42 giorni. Un problema che tocca soprattutto ai cittadini fragili che in alcuni casi si sono visti fissare la seconda dose anche al 43 esimo giorno. Non si capisce, ha detto, perché non si sono fissati i termini a 37 o 38 giorni, come è stato fatto ovunque evitando di spostare gli appuntamenti già presi e tenendo due tre giorni di sicurezza. La Giunta, ha continuato, ha invece scelto, per motivi propagandistici, di puntare al primo punto in classifica sulle prime vaccinazioni. Con il risultato che ora si deve rallentare con le prime dosi per coprire le seconde. Guardando al futuro, l’esponente di Azione, ha detto che la priorità dovrebbe essere la scuola. E si deve fare di tutto per evitare a settembre i problemi affrontati lo scorso anno. C’è l’opportunità offerta dai test salivari che permetterebbero, ha detto Rossi, di organizzare i trasporti a capienza piena. Ma ci si deve organizzare fin d’ora. Perché sarebbe un fallimento se la scuola trentina dovesse ricorrere ancora la Dad. Rossi ha fatto riferimento alla sua risoluzione con la quale si impegna la Giunta a intervenire perché anche i paesi poveri, molti dei quali non hanno vaccinato neppure una persona, possano accedere ai vaccini. Il 75% vaccini sono stati distribuiti solo 10 paesi del mondo, ha ricordato, e se saremo egoisti ne pagheremo le conseguenze.
Lucia Coppola (Misto – Europa Verde) ha chiesto se sia possibile utilizzare le dosi di AstraZeneca non utilizzate per i giovani che vogliono vaccinarsi e ha auspicato che si possa abbassare in fretta la fascia di vaccinazione ai quarantenni.

Paolo Zanella (Futura) sulle Rsa ha sottolineato la necessità di dare una linea precisa per uniformare gli accessi dei parenti in forma più libera anche perché il rischio si è abbassato molto e gli anziani sono comunque vaccinati. Il consigliere di Futura ha ricordato che la solitudine (come è stato evidenziato nella conferenza di informazione del Consiglio di venerdì) pesa negativamente sulla salute degli anziani. L’esperienza delle Usca, ha continuato, ci dice che la medicina territoriale va rafforzata e la previsione delle 13 reti di professionisti locali vanno in questa direzione, ma questa scelta dovrebbe andare in parallelo con la riforma delle comunità di valle. Inoltre, l’esponente di Futura, ha ricordato la questione dei sanitari non vaccinati e ha chiesto cosa si intenda fare per evitare di trovarsi con migliaia di lavoratori sospesi. Infine, Paolo Zanella, si è soffermato sulla necessità sociale e sanitaria (su questo l’esponente di Futura ha presentato una risoluzione) di estendere le vaccinazione anche agli stranieri che vivono in comunità e i fragili che vivono per strada.

Katia Rossato (FdI) ha presentato chiesto, presentando una risoluzione, che venga permesso alle gestanti di poter avere vicino i padri o persone di fiducia. Il divieto sta creando seri disagi alle mamme a fronte di scarse evidenze scientifiche per ciò che riguarda la diffusione del virus. Rossato, vista la situazione in miglioramento, ha auspicato che venga rivisto il protocollo Covid per le gestanti in sala preparto e parto.

 

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La replica dell’assessora.
L’assessora Stefania Segnana ha replicato che i 42 giorni tra prima e seconda dose hanno permesso di vaccinare ben 33 mila persone. E’ stata una scelta coraggiosa e impopolare, ha detto, ma dal punto di vista sanitario è stata una scelta giusta. Con gli over 40 si è rallentato il ritmo delle vaccinazione, ma si deve continuare a puntate agli over 60 per evitare ricadute sugli ospedali. Il Trentino, ha continuato, ha somministrato il 91,5% delle dosi consegnate e con un po’ di dosi da parte di AstraZeneca si potrà affrontare il rischio di non averne per il richiamo. Sulle vaccinazioni per i giovani, ha detto rispondendo a Coppola, non ci sono dosi disponibili. Sul tema dei sanitari non vaccinati ha affermato che sono 500 quelli che si sono prenotati dopo aver ricevuto le lettere dall’Apss. Il drive throug di San Vincenzo dipende dalla richiesta di ottizzazione degli spazi in vista del ritorno alla normalità degli ospedali. Sui senza dimora, ha risposto ch alcuni sono stati vaccintati, mentre sulle classi in quarantena si porterà la questione all’attenzione dell’Apps per verificare la possibilità di tornare ai due positivi per classe.

 

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Le risoluzioni.

Mantenere i numero di alunni per classe attuale. No della Giunta.
Lucia Coppola ha presentato la sua risoluzione, bocciata con 17 no e 15 sì, compresi quelli di Fratelli d’Italia, con la quale voleva impegnare la Giunta a valutare l’opportunità di mantenere l’attuale numero di alunni per classe determinato dall’emergenza Covid anche per il prossimo anno scolastico. Questo per evitare, in aule mediamente piccole, la possibilità di un ritorno dei contagi L’assessore Bisesti, dichiarando il parere negativo della Giunta, ha affermato che sulla scuola c’è stato un investimento straordinario e per il prossimo si faranno valutazioni ad hoc istituto per istituto. C’è la necessità di ricomporre le classi, anche se si dovrà intervenire su casi specifici. Insomma, in generale, si tornerà alla situazione pre Covid vista anche la situazione epidemiologica in miglioramento. Ugo Rossi ha detto di aver sottoscritto la risoluzione perché il prossimo anno deve essere quello senza Dad e del recupero formativo anche con l’aiuto dei test salivari. E il mantenimento delle classi attuali potrebbe essere un elemento di sicurezza. In caso manchino i soldi, ha concluso, si potrebbero utilizzare quelli destinati per fare entrare la Pat in Itas. Anche Sara Ferrari (Pd) ha condiviso la risoluzione Coppola perché, ha ricordato, il prossimo anno sarà un anno ponte. Inoltre, il no dell’assessore, secondo la capogruppo Pd, fa capire che la lezione del Covid non è stata compresa e alle preoccupazioni dei genitori sui gruppi classe si è risposto con una circolare “non sense” e oscura e nella quale vengono riportate statistiche “trilussiane”.

Claudio Cia (FdI) ha detto di essere stato contattato da genitori che evidenziano le preoccupazioni sollevate da Lucia Coppola. Anche perché non si sa cosa succederà in autunno e quindi un atteggiamento di prudenza sulla ricomposizione delle classi pre Covid s’impone. Ci sono molte classi che hanno problemi di spazio; ci sono genitori preoccupati anche per le conseguenze didattiche sulla ricomposizione delle classi. La risoluzione, ha sottolineato Cia, chiedeva semplicemente di valutare e lasciava dunque uno spazio di libertà alla Giunta. Quindi, il capogruppo di FdI ha dichiarato il suo sì alla proposta di Lucia Coppola, e ha chiuso affermando che le scelte vanno condivise con insegnanti e genitori.
Il pentastellato Alex Marini ha definito estremamente ragionevole la risoluzione. Problemi di apprendimento nell’emergenza Covid ci sono stati eccome, soprattutto per i ragazzi che appartengono alle classi basse. Uno studio fatto nella stessa evolutissima Olanda ha mostrato che in otto settimane c’è stato un calo di apprendimento del 20%, soprattutto in campo matematico! Dati analoghi sono stati registrati anche in Francia e la Fondazione Agnelli ha evidenziato con la Dad il crollo delle competenze matematiche. Il costo di mantenere le classi attuali, ha concluso Marini, si potrebbe sostenere rinunciando a qualche rotatoria in più.

Filippo Degasperi (Onda Civica) ha condiviso la risoluzione e ha ricordato che sul Recovery ci sono 32 miliardi per l’istruzione mentre in Trentino non si riescono a trovare i soldi per incrementare il numero delle classi. La Giunta richiamandosi alle difficoltà della scuola, fa andare le maestre a scuola in luglio, ma poi non interviene per ridurre il numero degli studenti per classe. Numeri alti, basti pensare che nella formazione professionale le classi sono ancora di 29 studenti.
Paolo Zanella ha detto che se si vuole dare davvero valore alla scuola si deve fare una scelta come quella fatta dal Pnrr che prevede la riduzione degli alunni per classe. Invece, qui si sono messi gli insegnanti contro le famiglie che andranno in piazza per protestare contro la scelta di tornare alle classi pre Covid.
Paola Demagri ha chiesto se l’assessorato abbia fatto le valutazioni di rischio contagio e del rischio di abbandono scolastico che potrebbe essere aumentato con la Dad. Uno studio che andrebbe fatto con strumenti scientifici in base al quale l’assessorato potrebbe prendere decisioni precise.

 

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La Giunta si impegni a favore del diritto al vaccino nei paesi poveri.
Approvata all’unanimità la risoluzione con la quale Ugo Rossi ha chiesto l’impegno della Giunta a a farsi promotrice presso le sedi competenti per far sì che venga data a tutti, anche attraverso la sospensione dei brevetti, in tutti i paesi del mondo, la possibilità di vaccinarsi. L’assessora Segnana ha detto che è nell’interesse di tutti che le vaccinazioni vengano diffuse nel maggior numero di paesi. Paolo Zanella ha detto che ci si trova di fronte a un problema di equità per l’accesso alle cure, basti pensare a quanto accade in Africa con l’Hiv.

 

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Visite dei parenti nelle Rsa, serve una linea comune.
Sì unanime alla risoluzione di Paola Demagri con la quale si chiededi applicare in modo omogeneo le linee guida per le visite dei parenti. Via libera da parte dell’assessora Segnana la quale ha detto che nella prossima riunione con Spes e Upipa si affronterà l’argomento. Paola Demagri ha detto di auspicare che le linee guida vengano migliorate nel senso di una maggiore libertà.

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Ridurre i tempi tra prima e seconda dose. No dell’assessora.
No alla risoluzione con 19 no e 12 sì con la quale Lucia Coppola chiedeva di ridurre i tempi tra le due dosi di vaccino Pfizer. Risoluzione che è stata appoggiata anche da Rossi il quale ha ribadito che la rigidità sui 42 giorni non ha senso, anche perché, con 38 o 35 giorni, si sarebbe arrivati comunque ad un alto numero di prime dosi. Ma la Giunta ha voluto esagerare per farsi pubblicità. Luca Zeni ha contestato, anche lui, la rigidità della scelta anche per i fragili.

 

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Vaccini agli stranieri fragili e il comunità. Dalla Giunta arriva il no.
No, con 18 voti negativi e 12 positivi, anche alla risoluzione di Paolo Zanella che chiedeva la vaccinazione degli stranieri irregolari, senza tetto o ospitati in comunità. L’assessora ha detto che alcuni senza dimora si sono vaccinati e per gli stranieri si va avanti in base all’età come per il resto della popolazione. Attualmente, c’è solo un caso positivo tra gli immigrati che sono iscritti al servizio sanitario e quindi anche per loro si seguono le corti di età e le fragilità. Il consigliere di Futura ha detto che la sua richiesta è quella di valutare i rischi che sono più alti per chi vive per strada o in una comunità. E ha ricordato che anche la Lombardia vaccina gli irregolari e i senza tetto con i vaccini monodose come il Johnson&Johnson. Il no espresso dall’assessora, ha concluso, si basa su un pregiudizio e non tiene conto della sanità pubblica. Rossi ha ricordato che la posizione della maggioranza, il no così secco, contraddice la risoluzione per favorire le vaccinazioni anche nei paesi poveri dicendo no all’opportunità, visto che le dosi ci sono, di vaccinare qualche decina di persone emarginate che girano nelle nostre città.

Un’altra “legnata negli stinchi”, ha aggiunto, all’accoglienza e irrazionale anche dal punto di vista sanitario. Lucia Coppola ha affermato che quando ci riferisce alle fragilità sociali ci si riferisce anche alle fragilità sanitarie che vanno messe in sicurezza anche per aumentare la sicurezza di tutta la comunità. Mara Dalzocchio (Lega) ha detto che è nell’interesse di tutti vaccinare le persone fragili socialmente e infatti l’assessorato, pur tra mille difficoltà, ha fatto di tutto per assisterli in questa fase tendendo sotto controllo la situazione. Alex Marini ha affermato che la risoluzione è stata presentata proprio perché ci sono state segnalazioni di situazioni di difficoltà. E ha agiunto che, se si temono problemi di comunicazione con gli elettori, si può sempre dire che per il nostro egoismo vogliamo vaccinare gli stranieri fragili. etto con i vaccini monodose come il Johnson&Johnson. Il no espresso dall’assessora, ha concluso, si basa su un pregiudizio e non tiene conto della sanità pubblica. Rossi ha ricordato che la posizione della maggioranza, il no così secco, contraddice la risoluzione per favorire le vaccinazioni anche nei paesi poveri dicendo no all’opportunità, visto che le dosi ci sono, di vaccinare qualche decina di persone emarginate che girano nelle nostre città. Un’altra “legnata negli stinchi”, ha aggiunto, all’accoglienza e irrazionale anche dal punto di vista sanitario. Lucia Coppola ha affermato che quando ci riferisce alle fragilità sociali ci si riferisce anche alle fragilità sanitarie che vanno messe in sicurezza anche per aumentare la sicurezza di tutta la comunità. Mara Dalzocchio (Lega) ha detto che è nell’interesse di tutti vaccinare le persone fragili socialmente e infatti l’assessorato, pur tra mille difficoltà, ha fatto di tutto per assisterli in questa fase tendendo sotto controllo la situazione. Alex Marini ha affermato che la risoluzione è stata presentata proprio perché ci sono state segnalazioni di situazioni di difficoltà. E ha agiunto che, se si temono problemi di comunicazione con gli elettori, si può sempre dire che per il nostro egoismo vogliamo vaccinare gli stranieri fragili.

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Relazione dell’ Assessore Stefania Segnana 25 maggio 2021

“Aggiornamenti sulla diffusione dell’epidemia in corso e azioni di risposta all’emergenza”
Nel monitoraggio settimanale n. 53 della cabina di regia nazionale, relativo al periodo 10/05/2021 – 16/05/2021, si osserva un ulteriore diminuzione dell’incidenza a livello nazionale (l’indicatore ha raggiunto la soglia di 73 per 100.000 abitanti), che si avvicina a valori che, attraverso l’attivazione di intense attività di tracciamento sistematico, consentirebbero una gestione basata sul contenimento, ovvero sull’identificazione dei casi e sul tracciamento dei loro contatti.
Per la prima settimana la pressione sui servizi ospedalieri è in diminuzione e al di sotto della soglia critica in tutte le Regioni/PA. La stima dell’indice di trasmissibilità Rt medio calcolato sui casi sintomatici, pari a 0,78, è stabilmente al di sotto della soglia epidemica.

La PAT ha avuto nel report settimanale n. 53, un Rt settimanale pari a 0,89, e un incidenza di 61 per 100.000. Il Tasso di occupazione dei posti letto totali di area medica per i pazienti Covid-19 è pari a 9%, il tasso di occupazione dei posti letto totali di Terapia intensiva per pazienti Covid-19 è pari al 16 % .
In data 24 maggio si sono registrati 18 casi positivi da tampone molecolare, su un totale di 313 tamponi molecolari: di questi 3 pazienti sono stati trovati positivi a seguito di sospetto diagnostico, mentre gli altri sono stati rilevati da screening e attività di contact tracing. Sono stati registrati altresì 2 positivi da tampone antigenico, su un totale di 256 tamponi antigenici, di cui 1 a seguito di sospetto diagnostico.

3 sono i soggetti che hanno più di 70 anni di età e 64 sono le classi in quarantena. Alla data del 24 maggio i ricoveri ospedalieri erano 51 di cui 15 ricoverati in rianimazione.
Conclusioni dell’analisi comparativa dell’uso del tampone naso-faringeo e della saliva per la diagnostica molecolare di COVID-19 nella popolazione generale
Presso l’APSS di Trento è stata svolta un’indagine dal 25 marzo al 13 aprile 2021, che aveva come obiettivo primario quello di testare la diagnosi molecolare di COVID-19 sulla saliva autoraccolta mediante un dispositivo innovativo e paragonarla a quella effettuata con il tampone Naso Faringeo, prelevato da operatori sanitari, per paragonare l’efficacia delle due metodiche ai fin del monitoraggio del virus nella popolazione generale. In particolare, lo studio si proponeva di verificare la non inferiorità della diagnostica molecolare basata su campione di saliva autoprelevato dal soggetto, rispetto allo standard (tNF prelevato da operatore sanitario), ha esaminato in doppio campioni di volontari del “drive through” di Trento e Rovereto.
La valutazione dello studio della sperimentazione è stata ultimata l’11 maggio 2021 dal Comitato scientifico composto dalla dott.ssa Maria Capobianchi, direttrice del laboratorio di Virologia, Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “L. Spallanzani” IRCCS, Roma, dal Prof. Guido Poli, Capo, Unità d’Immuno-Virologia Umana, IRCCS San Raffaele, Milano e PO di Patologia Generale, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Università Vita-Salute San Raffaele, Milano, dal Prof. Giancarlo Icardi, PO di Igiene e Medicina Preventiva, Dipartimento di Scienze della Salute, Università di Genova e Direttore Unità Operativa Igiene, IRCCS Osp. Policlinico San Martino, Genova.

Gli esiti hanno evidenziato che al fine di un’applicazione come screening di larga portata, si può ritenere che l’eventuale decisione di basarsi su test salivari molecolari auto- prelevati per la diagnosi d’infezione da SARS-CoV-2 sia supportata dai risultati prodotti nella sperimentazione, visti anche gli innumerevoli vantaggi di tipo logistico e organizzativo, recentemente richiamati in un documento di indirizzo pubblicato recentemente dall’ECDC, che, appunto, indica la saliva come matrice idonea per test molecolari su pazienti sintomatici o per screening ripetuto in soggetti asintomatici.
Piano strategico nazionale per la vaccinazione anti-SARS-CoV-2/COVID-19 e Andamento campagna vaccinazione covid
Richiesta CP n. 37

 

STRATEGIE POLITICHE che la Giunta Provinciale intende mettere in atto nel breve periodo per la gestione degli strascichi della pandemia negli ambienti sanitari, sociali ed economici.
Siamo attualmente in un contesto epidemiologico di transizione, in cui per effetto della campagna vaccinale in atto, possiamo beneficiare di maggiori gradi di libertà, e consentire una graduale riapertura delle attività, pur nel rispetto di alcune misure di sicurezza, ed evitando le aggregazioni nei luoghi chiusi.
Rispetto al 2020 ci sono due fattori nuovi molto importanti che agiscono nello scenario attuale: da un lato la presenza di varianti, poco conosciute, e potenzialmente connotate da un elevato grado di contagiosità, dall’altro l’azione massiccia della campagna vaccinale che ha dato priorità alle fasce di popolazione che maggiormente rischiavano la mortalità o la malattia grave, e che dovrebbe permettere ora la riapertura progressiva delle varie attività, con i protocolli di sicurezza, in sostenibilità di tenuta dei servizi sanitari.
Le politiche e le strategie che la Giunta provinciale intende mettere in atto in questo contesto pandemico per la gestione degli strascichi della pandemia e la ripresa delle attività economiche e sociali si possono riassumere nei seguenti punti essenziali:
a) Prosecuzione della campagna vaccinale ottimizzando le risorse disponibili al fine di massimizzare le coperture vaccinali e la riduzione della mortalità e della malattia grave, dando priorità alle fasce di popolazione più esposte, e in attuazione del Piano nazionale e delle raccomandazioni ad interim delle autorità sanitarie;
b) Riapertura in parallelo modulare delle attività, con l’adozione di adeguati protocolli di sicurezza per la loro ripresa;
c) Monitoraggio settimanale dell’andamento dell’epidemia in coordinamento costante con le autorità sanitarie nazionali.
d) Progressiva riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza territoriale.
Prosecuzione attività vaccinale

In data 9 aprile il Ministero della salute ha inviato alle Regioni e Province Autonome il parere della Cts di Aifa che prevede la possibilità di estendere l’intervallo temporale tra la prima e la seconda dose di somministrazione dei vaccini a Rna fino a 42 giorni, qualora si rendesse necessario tale dilazione.
Alla luce di quanto indicato dalle autorità nazionali, in data 12 aprile anche la Provincia autonoma di Trento ha deciso e comunicato di dare massima priorità alle persone fragili e agli anziani e tutte le seconde dosi di Pfizer e Moderna sono state ricalendarizzate da 3 a 6 settimane. Il Trentino ha recepito fin dall’inizio pienamente un parere di Aifa, sull’opportunità di posticipare la data delle seconde dosi, così facendo ha ampliato la platea dei beneficiari della prima dose e antici- pato di alcune settimane le coperture. Tutto ciò per migliorare la sostenibilità sanitaria del numero dei ricoveri e delle terapie intensive dei prossimi mesi.

In data 5 maggio il Ministero della salute ha comunicato un parere del Comitato tecni- co scientifico in merito all’estensione dell’intervallo tra le due dosi dei vaccini a mRNA, in uno scenario in cui vi è ancora necessità nel Paese di coprire un elevato numero di soggetti a rischio di sviluppare forme gravi o fatali di Covid-19. Tale parere raccomanda un prolungamento nella seconda somministrazione della seconda dose nella sesta settimana dalla prima dose, per i vac- cini a mRNa (Pfizer e Moderna) ufficializzando la scelta di sanità pubblica già intrapresa dalla Provincia autonoma di Trento. L’indicazione è sostenuta infatti dall’evidenza che la somministra- zione della seconda dose entro i 42 giorni dalla prima non inficia l’efficacia della risposta immuni- taria, inoltre la prima somministrazione conferisce già un efficace protezione rispetto allo sviluppo della malattia grave in un’elevata percentuale di casi. Vi è quindi condivisione nella priorità data nello scenario attuale, ad una strategia di sanità pubblica che consenta di coprire dal rischio, il mag- giore numero di soggetti nel minor tempo possibile. Tale indicazione è stata ripresa dalla Circolare del Commissario straordinario per l’emergenza di data 6 maggio 2021.
Come da recenti raccomandazioni del Commissario straordinario, al fine di migliorare ulte- riormente le percentuali di copertura vaccinali degli anziani, si è provveduto già le scorse settimane, a chiamare attivamente i soggetti over 70 ancora non vaccinati, inviando loro delle lettere nominati- ve d’invito. Mentre sono in fase di invio analoghi inviti per gli over 60.

Si è ripresa la vaccinazione del personale scolastico dando priorità in questa fase ad un mi- gliaio di operatori impegnati negli esami di maturità.
Si registra inoltre la positiva collaborazione, iniziata il 15 maggio, da parte della Federa- zione Trentina della Cooperazione nella gestione del centro vaccinale di Cavalese.

Giovedì 27 maggio verrà inaugurato il nuovo Centro vaccinale a S. Vincenzo, collocato a Trento sud, che prevede in modalità drive through, 7 linee vaccinali su 47.000 mq di superficie, con un potenziale di somministrazione giornaliero di 720 dosi.

La Provincia autonoma di Trento insieme ai rappresentanti della Regione Veneto, Lombardia, Molise, e Lazio, ha partecipato al gruppo ristretto di lavoro, costituito dal Ministero della salute, per la revisione degli indicatori di monitoraggio dell’andamento dell’epidemia di cui al D.M. 30 aprile 2020.

In considerazione dell’avanzamento della copertura vaccinale delle fasce di età a maggior rischio, sia per età che per condizione di vulnerabilità, e visto l’attuale trend epidemiologico, il grup- po di lavoro ha proposto una semplificazione degli indicatori utilizzati che è stata recepita dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità.

In particolare si è deciso di distinguere gli indicatori decisionali, che comportano l’attribu- zione della fascia di rischio e del colore corrispondente (rosso, arancione, giallo), rispetto agli indi- catori di monitoraggio di valutazione regionale, sostenuta dal monitoraggio dell’ISS che individua gli indicatori di allerta precoce per consentire l’adozione di misure di mitigazione e di contenimento.

Con ordinanza del Presidente della Provincia Autonoma di Trento n. 73 del 21 mag- gio 2021, si sono autorizzate le aperture straordinarie serali e festive delle farmacie, per il servizio di diagnostica con tamponi antigenici rapidi, considerata l’ingente previsione di richiesta di tipo tu- ristico, e al fine di evitare assembramenti e disservizi.
Si è disposto inoltre che le farmacie forniscano all’Azienda provinciale per i servizi sanita- ri, un flusso distinto di dati sul numero dei tamponi eseguiti, con segnalazione dei rispettivi esiti, nel rispetto delle indicazioni tecnico-scientifiche specifiche provinciali e nazionali.
Progressiva riorganizzazione e potenziamento dell’assistenza territoriale.

Nell’ambito della presa in carico dei malati a domicilio, il primo riferimento del cittadi- no che presenti un bisogno di salute è sempre stato il suo medico di medicina generale MMG, o se minore di 14 anni, il pediatra di libera scelta PLS. (Gli MMG ad oggi in servizio sono 326 ed i PLS 68). Il Medico di medicina generale attiva poi il servizio Cure domiciliari, quando riscontra che la persona non può accedere all’ambulatorio per ricevere le prestazioni necessarie. La valutazione dell’infermiere completa ed integra quella del Medico di medicina generale, per definire il piano di cura più appropriato ai bisogni del paziente; congiuntamente medico ed infermiere valutano l’aper- tura di piani di cura integrati assistenza domiciliare integrata, e cure palliative (ADI ed ADI-CP ). Sono presenti sui territori ambulatori infermieristici, accessibili con prescrizione medica e su indi- cazione dell’infermiere stesso referente del caso. I pazienti e le loro famiglie possono richiedere la valutazione per una presa in carico domiciliare direttamente attraverso i PUA dei diversi ambiti ter- ritoriali, che coincidono con i servizi Cure Domiciliari e le UVM.

 

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COME A PANDEMIA HA MODIFICATO L’ASSISTENZA TERRITORIALE
L’avvento dell’emergenza Covid ha profondamente inciso sull’organizzazione dell’assi- stenza territoriale:
• ha imposto la necessità di verificare sempre prima di un accesso a domicilio (o in am- bulatorio) le condizioni attuali di salute del paziente, con il pre-triage, per consentire all’operatore di agire in sicurezza con i necessari DPI anche nei casi sospetti;
• ha potenziato le competenze dei professionisti, con la dotazione anche di strumenti ap- propriati per gestire il monitoraggio telefonico dei pazienti (Covid e non Covid). Questo ha permes- so di ridurre le esposizioni e il rischio di contagio, senza modificare gli esiti delle cure;
• ha coinvolto il personale delle Cure domiciliari in nuove funzioni, mai esercitate pri- ma, tra cui i tamponi ai Drive Through e, negli ultimi mesi, la gestione delle vaccinazioni a domici- lio dei pazienti con problemi di deambulazione;
• ha permesso di sviluppare un nuovo modello di presa in carico integrata con il medico USCA e l’infermiere, nella gestione della malattia COVID-19. Il modello di presa in carico dei pa- zienti Covid prevede tuttora che i medici USCA siano inseriti nel contesto organizzativo delle Cure Domiciliari, costituendo così un importante nodo della rete assistenziale, trait d’union tra il pazien- te, il medico di medicina generale e l’ospedale.
L’inserimento di giovani medici in un contesto multidisciplinare si è rivelato molto effica- ce nella promozione di relazioni costruttive tra servizi e livelli assistenziali differenti.

 

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GESTIONE DOMICILIARE DELLA MALATTIA COVID-19
Il Protocollo per la gestione a domicilio del paziente con malattia COVID-19 è stato redat- to da un gruppo multidisciplinare di specialisti aziendali e di medici di medicina generale, condiviso in webinar formativi e diffuso a tutti gli operatori. E’ stato aggiornato a dicembre 2021 e, nuova- mente, in questi giorni, a seguito delle nuove indicazioni ministeriale di aprile 2021, che hanno mo- dificato l’approccio farmacologico, sulla base delle ultime evidenze scientifiche prodotte a livello internazionale. Al momento attuale sono pochissimi, qualche decina, i pazienti Covid seguiti a do- micilio, perlopiù con sintomatologia modesta.

 

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ESPERIENZE IN FASE DI SVILUPPO: INFERMIERE DI FAMIGLIA E DI COMUNITA’ E NUCLEI DI CURE INTERMEDIE
Il Piano di potenziamento dell’Assistenza Territoriale prevede la diffusione della figura dell’ Infermiere di Famiglia e Comunità, con un ruolo di accompagnamento dei pazienti cronici nel- la gestione delle loro condizioni di malattia, nell’ambito dei piani diagnostici e terapeutici assisten- ziali (PDTA) ed in integrazione con i medici di medicina generale. La diffusione progressiva in tutti i territori, sta procedendo compatibilmente con l’individuazione delle risorse dedicate, che devono possedere specifiche competenze ed attitudini.
Gli ambulatori dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC) si stanno consolidando sui territori. Ad oggi sono attivi quelli di Pinzolo, Ledro, Pieve Tesino, Baselga di Pinè, Ala.
Le Cure Intermedie sono nuclei di posti letto territoriali che rispondono alle esigenze di pa- zienti in dimissione dagli ospedali per acuti, che ancora non possono rientrare a domicilio; o di pa- zienti seguiti a domicilio che, pur non necessitando di un ricovero, hanno bisogno di maggiore sor- veglianza clinica per una terapia o per una condizione acuta, non gestibile a domicilio. Nel contesto delle cure intermedie, il paziente completa il percorso di cura, perfeziona le autonomie nella attività di vita e nella gestione della sua malattia (per es. impara ad usare nuovi farmaci prescritti, impara a monitorare alcuni parametri) ed il caregiver viene addestrato alla cura (per es. impara ad effettuare correttamente la mobilizzazione, impara a gestire un catetere, etc).

Ad oggi sono attivi 20 posti letto di Cure Intermedie ad Ala (a gestione APSP Avio), 16 in Solatrix e 11 al S.Camillo. Inoltre è in fase di avvio la struttura di Tione con 18 posti letto gestiti da SPES.
Le cure intermedie e l’hospice di Mezzolombardo (gestiti da APSS) sono ancora nucleo Covid, per il trattamento dei casi residui di pazienti positivi in dimissione dagli ospedali, o per i soggetti in cure palliative positivi.

L’aggiornamento quotidiano delle informazioni relativamente alla numerosità di dosi somministrate per differente categoria di rischio sono presenti nel report quotidiano dell’Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari della Provincia Autonoma di Trento (APSS) e sono visualizzabili nel portale ministeriale del report vaccini (https://www.governo.it/it/cscovid19/report-vaccini/).

Nell’ultima settimana sono state somministrate 517 dosi a domicilio, di cui 95 prime dosi e 422 seconde dosi, raggiungendo complessivamente 7.063 dosi somministrate a domicilio, e 2.910 cicli vaccinali completati.
Le prime statistiche raccolte in merito all’adesione alla vaccinazione covid suggeriscono un sostan- ziale equilibrio nella partecipazione della popolazione nelle varie zone del trentino.
Dal 19 maggio tutti i certificati vaccinali covid sono conformi alla norma corrente (DL 18 maggio n. 65): risultano quindi in lingua italiana e inglese, ma non riportano ancora il Qr code (che sarà in- trodotto da giugno secondo quanto previsto dall’UE). Nel corso dei prossimi giorni saranno adegua- te in doppia lingua, anche le certificazioni prodotte prima del 19 maggio.

Anche i “referti” dei tamponi antigenici sono già stati rivisti, mentre l’esito del test molecolare e il certificato di guarigione dovrebbe essere rilasciato in duplice lingua entro la corrente settimana.
In tutti i casi i certificati sono attualmente accessibili ai cittadini via TreC e Fast TreC. Il Diparti- mento tecnologie di APSS sta mettendo a punto un sistema di generazione codici “OTP” per con- sentire il ritiro dei certificati/rilasci in modo semplificato attraverso fast TreC.

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LANCIO D'AGENZIA
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