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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * SECONDA COMMISSIONE: « PARERE FAVOREVOLE ALLA LIBERALIZZAZIONE DEGLI ORARI DI APERTURA PER ACCONCIATORI ED ESTETISTI »

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12.48 - mercoledì 23 giugno 2021

Sì della II Commissione al regolamento della Giunta che liberalizza gli orari di apertura delle attività di acconciatori ed estetisti. Formazione professionale: più materie culturali di base a servizio delle competenze tecnico- professionali. Spinelli ammette: dalla Sicor nessun passo indietro.

La II Commissione presieduta da Luca Guglielmi (Fassa) ha espresso oggi all’unanimità parere favorevole alla delibera proposta dall’assessore Failoni che liberalizza gli orari di apertura per le attività di acconciatori ed estetisti. Subito prima ha discusso delle novità emergenti dal nuovo piano provinciale per la formazione professionale, che prevede un netto incremento degli insegnamenti culturali di base da mettere, però, a servizio delle competenze tecnico-professionali. E ha ascoltato l’assessore al lavoro Spinelli in particolare sul problema dei rapporti con l’azienda Sicor che non intende rivedere la decisione di recedere dalla contrattazione collettiva.

Ioriatti: molte più ore dedicate alla cultura di base nella formazione professionale.

Assente giustificato l’assessore Bisesti, la II Commissione presieduta da Luca Guglielmi (Fassa) ha ascoltato oggi Cristina Ioriatti, responsabile del Servizio formazione professionale della Provincia, sullo stato di attuazione dell’ordine del giorno 243 approvato dal Consiglio provinciale che impegna la Giunta a rafforzare la preparazione culturale nei percorsi di formazione professionale del settore turistico-alberghiero”. Ioriatti ha ricordato che pochi giorni fa, l’11 di giugno, la Giunta ha approvato i nuovi piani di studio dell’intero settore della formazione professionale compresi quelli relativi al comparto turistico-alberghiero. Innovazione importante – ha evidenziato – perché l’ultima risale al 2012, frutto del confronto avuto per 8 mesi con i docenti della FP, che ha consentito di definire i percorsi che partiranno già dall’anno formativo 2021-2022. Il piano attua le disposizioni nazionali orientate ad un generale aumento delle aree e materie riguardanti le competenze culturali, dette anche “di base”, nel campo della FP. Potenziamento che – ha precisato Ioriatti – non stravolge i programmi fondamentali di studio che ciascun ente formativo adatta alle proprie necessità. I nuovi piani provinciali della FP sono una cornice dentro cui gli istituti possono operare con flessibilità per corrispondere agilmente ai cambiamenti del mercato del lavoro. L’altra novità introdotta consiste nella forte correlazione tra competenze culturali di base e competenze tecnico-professionale, aree di studio fino ad oggi separate. Ciò significa che le materie culturali di base (linguistiche, digitali, di cittadinanza, storia, ecc.) dovranno essere strumentali e al servizio delle competenze professionali. Per verificare l’attuazione dei piani nei singoli enti la Provincia effettuerà un apposito monitoraggio anche per apportare eventuali aggiustamenti in itinere.

Quattro nuovi corsi Capes e novità in vista per l’Alta formazione.

Pietro De Godenz (UpT) ha chiesto notizie sull’Alta formazione e il quinto anno nelle scuole per l’ambito della formazione professionale.
Ioriatti ha risposto che partiranno a settembre quattro nuovi Capes (quinto anno di formazione professionale, la sigla significa Corso annuale per l’esame di Stato), per consentire ai ragazzi di poter poi proseguire gli studi all’università o in altri percorsi non accademici nel terziario. Questi Capes sono stati previsti anche per gli istituti alberghieri di Levico e Rovereto oltre che al Pertini e alle Canossiane. Quindi oggi tutti e 14 gli enti della FP hanno il Capes, mentre prima i ragazzi dovevano migrare per poter accedere al quinto anno. Questo per Ioriatti è un grande risultato per l’aumento della competenza. Quanto all’Alta formazione, la responsabile ha ricordato che vi sono 13 percorsi programmati e che la Provincia sta valutando l’avvio di un’innovazione a questo livello per rispondere alle richieste provenienti dal mercato di nuove figure professionali. De Godenz ha sollecitato ad estendere queste opportunità anche agli istituti delle valli perché alcune zone vivono di turismo.
Rispondendo a un’altra domanda Ioriatti ha annunciato che sono in corso di raccolta e saranno resi disponibili i dati sugli esiti occupazionali della formazione professionale del settore turistico-alberghiero.

Degasperi: la FP del Trentino è poco attrattiva.

Filippo Degasperi (Onda Civica) non ha espresso fiducia nelle innovazioni introdotte “perché – ha ricordato – di integrazione tra cultura di base e formazione professionale sentiamo parlare da 20 anni. Non è una novità e fino ad oggi non è mai cambiato nulla. Il problema per il consigliere è la scarsa attrattività che la formazione professionale esercita sugli studenti e le famiglie. Servirebbero “esempi quantitativi” sugli effetti di questo potenziamento della formazione culturale di base rispetto a quella professionale, con un monitoraggio che verifichi l’effettiva attuazione di questa “novità”. Secondo Degasperi ad abbassare l’appeal è anche il mancato adeguamento, nel solo Trentino, alla denominazione del settore che in Italia oggi si chiama “istruzione e formazione professionale” mentre da noi continua a chiamarsi FP. Ad aggravare il quadro c’è infine, a giudizio del consigliere, la mancanza di coerenza tra i titoli di studio dei docenti assunti nella FP e le materie che insegnano. Nonostante lamentele e segnalazioni, nella FP materie come economia e diritto sono appannaggio di insegnanti laureati in lettere. Ioriatti ha fornito alcuni dati che mostrano le differenze quantitative di ore di insegnamento “di base” e formazione professionale introdotte con il nuovo piano sia nel biennio sia, con ancor più evidenza, nel terzo anno dove vi saranno 108 ore complessive in più dedicate all’area culturale. Per il quarto anno il nuovo piano prevede 225 ore di italiano più 150 di matematica, per un totale di 275 ore di competenze di base, con una riduzione delle ore tecnico-professionali. Nel triennio della qualifica lo spostamento complessivo tra l’area di competenze di base e l’area tecnico-professionale è di 100 ore. Quanto alla coerenza dei titoli di studio dei docenti, Ioriatti ha assicurato che con il Servizio reclutamento si sta operando per andare in questa direzione, perché i nuovi docenti abbiano i requisiti per insegnare la loro materia.

SPINELLI: NESSUN PASSO INDIETRO DI SICOR, NEANCHE PER L’IRAP.

A seguire l’organismo ha sentito l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, Achille Spinelli, sullo stato di attuazione della risoluzione 21 che era stata approvata in aula per impegnare la Giunta a “condizionare le agevolazioni provinciali al rispetto, da parte delle imprese, dei contratti di lavoro nazionali di categoria e costituire un tavolo di lavoro per elaborare un piano di interventi che promuovano la qualità del lavoro e delle produzioni”. Spinelli ha indicato le azioni messe in campo dall’assessorato in particolare sulla vicenda Sicor di Rovereto. L’assessore ha spiegato che, come è noto ormai da tempo, l’azienda non ha intenzione di tornare sui suoi passi e che la Provincia non ha strumenti “formali” di obbligo. “Abbiamo tentato di convincere l’azienda a ritornare sui suoi passi rispetto alla disdetta della contrattazione integrativa e al recesso dal contratto nazionale applicato fino a pochi mesi fa. Abbiamo anche offerto a Sicor un supporto a valere sulla legge 6 del ‘99 per definire un piano di sviluppo e investimento futuro, ma l’azienda si è detta non interessata”. Spinelli ha ribadito la richiesta della Giunta di non puntare alla produttività attraverso la riduzione dei costi del lavoro e di aver invitato Sicor a ripensare le sue scelte. I dirigenti hanno risposto che non è un problema per i piani aziendali neppure la legge provinciale 7 da poco approvata in Consiglio in materia di Irap su proposta dell’esecutivo. La norma applica una percentuale maggiorata e disapplica eventuali agevolazioni già previste sull’Irap se il datore di lavoro non rispetta gli accordi e i contratti collettivi nazionali, nonché quelli regionali, territoriali o aziendali, stipulati dalla organizzazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano nazionale.

Si punta a contratti che riconoscano condizioni economiche e normative adeguate.

“Nonostante tutto questo ad oggi – ha ammesso l’assessore – non abbiamo ottenuto alcun risultato. Tornando sulla revisione della normativa Irap, Spinelli ha precisato che “il tema non è quello del rispetto di un qualsiasi contratto nazionale di categoria, ma quello dei contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali datoriali e dei lavoratori comparativamente più rappresentative. Quello a cui si punta è l’applicazione di questi contratti o l’applicazione di contratti collettivi diversi, ma che riconoscono condizioni economiche (ed eventualmente normative) non inferiori a quelle di questi contratti”. L’assessore ha poi evidenziato che il confronto fra le condizioni dei diversi contratti è particolarmente complesso. Anche le sole condizioni economiche (salvo riferirsi esclusivamente ai minimi tabellari, che però costituiscono solo una parte della retribuzione del lavoratore) non sono facilmente comparabili in presenza di istituti diversi nei vari contratti, o di istituti uguali o simili ma con diverse combinazioni di valori, o di istituti non continuativi. Ancor più problematica è la valutazione delle condizioni normative, che richiede un giudizio qualitativo rimesso alla valutazione del giudice, che può peraltro fondare questo giudizio su criteri equitativi. “Detto questo – ha assicurato Spinelli – considerato che Sicor sta modificando il contratto di riferimento, gli uffici effettueranno tutte le verifiche necessarie”.

A settembre (con anticipazioni in luglio) i risultati degli Stati generali del lavoro.

Infine l’assessore ha ricordato l’attivazione degli Stati generali del lavoro per ridefinire le caratteristiche delle politiche attive con particolare attenzione alla transizione digitale, ecologica e alla sostenibilità sociale. A partire dall’autunno – ha annunciato – saranno definiti i nuovi cataloghi formativi, in concomitanza con lo sblocco dei licenziamenti e i tempi tecnici per le procedure di licenziamento (circa 2 mesi). Gli Stati generali del lavoro, ora in una fase di consultazione e confronto fra gli esperti, dovrebbero produrre i loro suggerimenti di politiche ed interventi entro settembre “ma già in luglio – ha annunciato l’assessore – avremo i primi risultati”. Oltre al tema delle politiche attive, gli Stati Generali stanno affrontando anche le problematiche della qualità del lavoro e dell’efficienza produttiva.

Olivi preannuncia un ddl per legare gli incentivi alle imprese a regole condivise.

Alessandro Olivi (Pd) ha preso atto che la vicenda Sicor vede proseguire un muro contro muro che denota “una certa ottusità da parte dell’azienda che opera come se fosse in un contesto in cui l’interlocuzione con le istituzioni e i soggetti collettivi fossero un impaccio”. D’altra parte per Olivi la Giunta aveva inizialmente sottovalutato il comportamento di Sicor con il rischio che anche altri imprenditori scelgano la via dell’efficienza produttiva mediante la svalutazione della qualità del lavoro. Olivi ha auspicato soluzioni che valorizzino le aziende che operano con relazioni corrette. E ha segnalato il ddl da lui presentato che interviene sul tema delle relazioni industriali e della rappresentanza. “Invierò il ddl all’assessore Spinelli e agli esperti degli Stati generali del lavoro per stimolare tutti a fare un passo avanti che leghi le forme di incentivazione pubblica ad alcune regole condivise. Il pregio di questo provvedimento è che nasce anche dall’interlocuzione con le parti sociali, sindacali e imprenditoriali. Per questo potrebbe dare un impulso innovativo anche alla Giunta su questo tema.

Spinelli: si creano le condizioni per una stagione diversa nelle politiche del lavoro.

Spinelli ha replicato che il momento è interessante perché si stanno per porre le basi a livello nazionale per poter ragionare su una stagione diversa di politiche del lavoro rispetto al 2020 e di intervento nell’economia del Trentino. Non si tratterà di uno stravolgimento del modo di operare della pubblica amministrazione, ma si potrà ragionare e dialogare su alcuni elementi che possono fare la differenza e fare qualità. E questo sia per quanto riguarda la permanenza degli imprenditori nel nostro territorio sia per quanto riguarda la qualità del lavoro dei dipendenti. “Resto aperto a proposte e interlocuzioni che siano orientate a questi obiettivi”.

LIBERALIZZAZIONE DEGLI ORARI DI APERTURA PER ACCONCIATORI ED ESTETISTI.

Infine la Commissione si è espressa all’unanimità a favore della delibera proposta dall’assessore Failoni con cui la Giunta liberalizza gli orari di apertura delle attività di acconciatore e di estetista. Orari fino ad oggi disciplinati da un regolamento che dal 2008, attuando una legge provinciale in materia del 2002, affida ai Comuni la responsabilità di delimitare l’attività di questi servizi di rivolti al pubblico che rientrano nel settore dell’artigianato, e di stabilire un periodo minimo annuale di lavoro. Il provvedimento che modifica questa disciplina – spiega la delibera firmata dall’assessore Failoni – è motivato sia dalla necessità di rispondere alle difficoltà patite da queste attività a causa della pandemia sia dalla volontà di concedere a questi imprenditori una maggiore autonomia. Failoni ha spiegato che già in piena emergenza Covid acconciatori ed estetiste chiedevano di poter lavorare in modo più libero. E che dopo un positivo confronto con le associazioni di categoria e il Consiglio delle autonomie locali ora la Provincia permette a questi operatori di lavorare in modo più autonomo.
De Godenz si è detto convinto che questo provvedimento sia da intendere come un primo passo doveroso verso una liberalizzazione di tutto il settore, pur mantenendo le tutele per i lavoratori.
Guglielmi si è associato alla richiesta di De Godenz. Si tratta – ha detto – di andare incontro alle richieste di questi operatori perché possano lavorare in modo più dinamico.

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