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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * SECONDA COMMISSIONE: « DA AGENZIA LAVORO – COOPERAZIONE – IMPRENDITORI SÌ ALLA RIFORMA SPINELLI DEL PROGETTONE »

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14.50 - martedì 3 maggio 2022

Seconda Commissione, da Agenzia del lavoro, cooperazione, imprenditori sì alla riforma Spinelli del Progettone. I dubbi del sindacato: c’è il rischio di snaturare la sua la funzione sociale.

Mattinata di audizioni sul disegno di legge n. 140 dell’assessore Spinelli sulla riforma del Progettone in Seconda commissione, oggi presieduta da Pietro De Gondenz (UpT).

L’Agenzia del lavoro: ddl ok perché punta sul reinserimento dei lavoratori.

La prima è stata quella dell’Agenzia del lavoro; il presidente Riccardo Salomone, che ha valutato positivamente il ddl, ha detto che il Trentino ha pensato e praticato un sistema di protezione delle persone fragili che ha dato ottime risposte ma non è riuscito sul piano della ricollocazione dei lavoratori. Una conclusione, ha sottolineato, che è stata tratta dagli esperti nel documento che ha concluso gli Stati generali del lavoro.

Il ddl tocca una materia fondamentale, sulla quale il Trentino è intervenuto fin dagli anni ‘80 con un modello inedito che è riuscito nell’obiettivo di accompagnare i lavoratori alla pensione. Ma il ddl cerca di curvare verso la presa il carico integrata delle persone e la tutela della loro professionalità per un reinserimento nel mondo del lavoro. La proposta Spinelli cerca di evitare il rischio dell’effetto trappola , diffuso nelle politiche del lavoro e evidente nel reddito di garanzia. La programmazione del Progettone prevista dal ddl rappresenta, per il presidente dell’Adl, un giusto ritorno al passato, ai principi della legge del 1983, perché si prevede un raccordo con gli interventi delle politiche attive del lavoro. La prassi ha dimostrato che il Progettone si rivolge a persone deboli, ma al suo interno ci sono anche persone che hanno potenzialità e che possono quindi rigenerare le loro competenze ma necessitano di interventi personalizzati. Importante, per il presidente, anche la definizione delle fasce di fragilità che potranno rientrare nel Progettone e che saranno determinate dalla Giunta in collaborazione con la Commissione provinciale per l’impiego. Inoltre, Salomone ha posto l’accento sul coinvolgimento delle coop e delle imprese decisive per la riuscita del reinserimento dei lavoratori nel mercato del lavoro.

Stefania Terlizzi, dirigente generale dell’Agl, ha detto che con il ddl l’Agenzia rientra a pieno titolo nel Progettone perché la “filosofia” della proposta Spinelli va nel verso del reinserimento anche per evitare l’effetto “gabbia” causato dal Progettone. Progettone che rappresenta un’esperienza di successo che ora viene collocata nel piano di politiche attive del lavoro introducendo i lavoratori nei percorsi di formazione. Un obiettivo che si potrà raggiungere con il coordinamento di tutti gli attori del territorio.

Alessandro Olivi (Pd) ha detto che le persone fragili nel Progettone sono incluse socialmente soprattutto attraverso il lavoro che viene loro offerto. Ma la partita del reinserimento si gioca sul campo del potenziamento delle strutture, ma in questo ddl solo nelle disposizioni transitorie si prevede il rafforzamento dei Centri per l’impiego. Questo, ha sottolineato Olivi, è un un passaggio decisivo, altrimenti la nuova legge non ha futuro. Gli interventi di riqualificazione si devono fare prima dell’entrata dei lavoratori del Progettone. Salomone ha risposto che il ddl rinforza il reinserimento sociale dei lavoratori. L’importante è che vengano prese il carico personalmente e in modo efficiente puntando sullo sviluppo delle competenze.

 

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Il coordinamento imprenditori: piena condivisione del ddl

Roberto Simoni, presidente della Federazione coop e del Coordinamento degli imprenditori, ha affermato che c’è la piena condivisione del ddl perché valorizza un patrimonio ormai storico del Trentino. La legge, ha aggiunto, aveva bisogno di una “revisione” per eliminare le criticità che hanno anche messo a rischio il Progettone e ha auspicato che anche le organizzazioni sindacali possano arrivare a una condivisione delle proposta Spinelli. La cooperazione ha proposto tre emendamenti: l’inserimento nel campo di azione del Progettone del mondo dell’assistenza; un allungamento dei tempi degli incarichi dai 3 ai 10 anni e lo spostamento dal 2023 al 2024 dell’entrata a regime della norma per l’affidamento dei servizi a coop e imprese.

Alessandro Olivi ha condiviso la richiesta della cooperazione di inserire gli interventi del Progettone anche nel settore dei servizi sociali, ma differire l’entrata in vigore della legge al 2024 può rappresentare un’insidia dal punto di vista della sua tenuta giuridica. Il consigliere P ha poi chiesto come pensano le imprese di poter attingere dal Progettone. Il direttore della Federazione delle Coop, Alessandro Ceschi, ha affermato che la richiesta di posticipare dal 2023 al 2024 l’entrata in vigore della riforma deriva dal fatto che se il ddl verrà approvato a giugno serviranno una serie di provvedimenti attuativi che non potranno essere varati solo entro l’autunno e quindi le procedure chieste alle aziende non potrebbero essere attuate. Sul reinserimento delle persone nel mercato non protetto, ha affermato Ceschi, è importante la presa in carico dei lavoratori dei Centri per l’impiego prima dell’introduzione nel Progettone.

Laura Licati dell’Associazione albergatori ha sottolineato la necessità di programmi di formazione. Olivi ha ribadito che i lavoratori vanno certo presi in carico, per una riuscita concreta di questo obiettivi, prima di entrare nel Progettone. Però ha ricordato, questa previsione è posta nel ddl nelle disposizioni transitorie, in modo quasi residuale, quando invece dovrebbe essere posta all’articolo uno.

 

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Anche per Consolida e Cna il ddl va bene

La presidente di Consolida, Serenella Cipriani ha detto di condividere il documento del coordinamento imprenditori e ha sottolineato i risultati del Progettone sia dal punto di vista dell’occupazione che dell’utilità dei lavori che vengono eseguiti nei comuni. Bene, quindi, il ddl che ha l’obiettivo di rinnovarlo. Germano Preghenella, del Consorzio lavoro ambiente, ha anche lui espresso un parere favorevole all’impianto del ddl, ma ha chiesto di poter allargare gli interventi a fondazioni e enti. Sul reinserimento nel mondo del lavoro lo sforzo andrebbe fatto prima dell’inserimento dei lavoratori nel Progettone perché è difficile far rientrare persone di più di 60 anni nel mercato del lavoro. Importante, infine, dare la possibilità di estendere le attività a quelle sociali e scolastiche. Anche il presidente del Cla ha chiesto l’allungamento dei termini degli affidamenti dei servizi da 3 anni a 10 per permettere una maggiore programmazione.

Alessando Olivi ha condiviso le affermazioni di Preghenella ribadendo che per il reinserimento lavorativo si deve agire prima del collocamento dei lavoratori del Progettone. Inoltre, ha ricordato che questo strumento ha fatto crescere il lavoro attraverso la creazione di coop, ma il motivo per il quale la Giunta ha presentato, secondo il consigliere, frettolosamente il ddl è perché non reggerebbe più la procedura non concorrenziale per gli atti d’incarico. Quindi, ha chiesto ai rappresentanti di Consolida e Cla se il riconoscimento dell’esperienza fatta in questi anni dalle cooperative viene ravvisata nel ddl. Preghenella ha detto che il testo tiene conto del sistema cooperativo centrale nella vicenda del Progettone che ha permesso, fin dagli anni ‘80, la nascita di una lunga serie di coop e ha fatto quindi da potente volano economico.

Paolo Zanella (Futura) ha chiesto se sia percorribile un’altra via rispetto all’affidamento, come quella della coprogettazione, per riservare una sorta di diritto di prelazione alle coop hanno maturato una storica esperienza nella gestione dei servizi del Progettone. C’è poi, ha detto ancora, l’aspetto della tutela del territorio per il quale questo strumento è nato e, sul piano sociale, ha ricordato che il possibile reinserimento dei lavoratori è reso ancor più difficile dal fatto che vengono catalogati come appartenenti alle fasce deboli.

Lucia Coppola (Europa Verde) ha ricordato che nel Progettone, che ha svolto un ruolo fondamentale per la qualificazione ambientale e culturale del Trentino, ci sono anche persone con un passato professionale eccellente e quindi ha chiesto quanto e come si lavora nelle coop per individuarli e per inserirli in mansioni idonee.Preghenella ha detto che nelle coop si indirizzano le persone professionalizzate verso mansioni più idonee e che il coordinamento tra coop permette, come dimostra un caso recente, anche per la gestione dell’occupazione nei casi di crisi finanziaria.

 

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Il sindacato: non snaturate il carattere sociale del Progettone

Maurizio Zabbeni della Cgil ha affermato che le finalità del ddl sono condivise dalle confederazioni sindacali ma c’è il rischio di snaturare la funzione sociale del Progettone. Inoltre, per questo ddl è venuto meno il metodo concertativo. I tempi, ha lamentato l’esponente Cgil, sono stati concentratissimi e non hanno consentito un proficuo confronto. Tempi stretti che in Commissione per l’impiego hanno spinto le organizzazioni sindacali di non votare il testo. Testo che per il sindacato continua ad avere criticità. Gli emendamenti presentati Da Cgil, Cisl e Uil, ha continuato Zabbeni, hanno la finalità di un recupero pieno del sostegno occupazionale come funzione centrale del Progettone; il rafforzamento dei meccanismi concertativi e la tutela dei soggetti deboli e, infine, stanziamenti finanziari certi. Il sindacato, sempre attraverso una serie di emendamenti, chiede che venga maggiormente sottolineato il ruolo del mantenimento occupazionale del Progettone perché, se è condivisibile un maggiore sforzo per la riqualificazione, non di deve dimenticare il sostegno alle fragilità.

Si chiede, inoltre, ha aggiunto il sindacalista Cgil, l’obbligatorietà del parere della commissione per l’impiego e l’obbligo di un’intesa con il sindacato sulla definizione dei soggetti deboli. Infine, una maggiore tutela per i soggetti deboli negli avvicendamenti dei soggetti privati e la garanzia del mantenimento delle condizioni dei lavoratori. Anche il sindacato ha chiesto, come gli imprenditori, lo spostamento al 2024 dell’entrata in vigore della riforma. Olivi ha ricordato che, se il sindacato lamenta giustamente i tempi stretti nei quali ha dovuto esaminare il ddl, il Consiglio deve affrontare una delle maggiori riforme della legislatura in poche settimane. Al di là di questa nota polemica ha chiesto il parere dei sindacalisti su capitoli ritenuti centrali nella riforma, come l’inserimento del Progettone nelle politiche attive del lavoro anche a fronte di uno scarso impegno per il potenziamento per i servizi per l’impiego. Bene, per l’esponente dem, l’insistenza del sindacato sulle risorse finanziarie a fronte di un impegno, per Olivi, poco credibile da parte dell’assessore.

Zabbeni ha risposto che la Giunta ha affermato negli incontri che il testo non è modificabile perché altrimenti di rischia l’impugnativa del Governo ma, ha aggiunto,va evitato un conflitto tra gli obblighi di trasparenza nell’affidamento dei servizi e la tutela dei soggetti fragili quindi con le finalità sociali del Progettone. Per il sindacalista della Cgil si dovrebbe inserire nei campi di intervento anche il sociale, per realizzare il cosiddetto Progettone sociale, anche se la questione centrale rimane quella dell’utilizzo dei lavoratori che in questi anni sono stati usati nei comuni anche per supplire i vuoti creati dal blocco del turnover. Sulle politiche attive del lavoro, per Zabbeni si devono potenziare i Centri per l’impiego anche per fare in modo che nel Progettone entrino solo i soggetti fragili.

Walter Largher della Uil, ha insistito sulla necessità di recuperare la concertazione anche per discutere in profondità attorno alle funzioni del Progettone che è stato considerato una sorta di reddito di garanzia o una rete protettiva per i problemi occupazionali delle aziende. Fulvio Bastani della Fai Cisl ha anche lui sottolineato il valore della concertazione e ha criticato la fretta con cui la Giunta sta affrontando la riforma di uno strumento che ha permesso di attenuare gli effetti delle crisi occupazionali.

 

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Il Cal: estendere l’intervento del Progettone al privato convenzionato

Ultima audizione quella del Cal. Il presidente Paride Gianmoena ha detto che gli obiettivi della riforma sono condivisibili, ma ha evidenziato due questioni molto care ai comuni: la prima, prevedere per la programmazione degli interventi del Progettone, strategici per i comuni, l’intesa con il Cal e una maggiore flessibilità nella loro applicazione; la seconda riguarda la necessità di una estensione dei servizi al mondo del privato convenzionato con i comuni per gestire servizi importantissimi, privi di interesse economico, come quelli dei musei e istituzioni culturali, Ma c’è bisogno su questo tema di una definizione normativa. Olivi ha chiesto a Gianmoena una mappa dell’apporto economico del Progettone alla vita dei comuni e ha ricordato che uno studio Euricse evidenzia che l’impatto complessivo del Progettone sui bilanci dei municipi è molto positivo perché permette risparmi considerevoli.

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