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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * PRIMA COMMISSIONE – MANOVRA FINANZIARIA: « APPROVATO CON 5 VOTI FAVOREVOLI E 4 ASTENSIONI IL RENDICONTO, DISCUSSI 15 ARTICOLI »

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17.47 - martedì 14 luglio 2020

Prosegue in prima Commissione l’esame della manovra finanziaria della Provincia. Approvato con 5 voti favorevoli e 4 astensioni (Rossi, Tonini, Ghezzi, Marini) il rendiconto, l’organismo presieduto da Vanessa Masè ha esaminato 15 dei 44 articoli che compongono il disegno di legge 60 (assestamento). La discussione prosegue domani a partire dalle ore 14.30 e fino alla conclusione dei lavori. Sospesi i lavori sull’emendamento all’articolo 16, in attesa di una relazione tecnica che ne illustri obiettivi e oneri.

Fugatti: una manovra difensiva, ma anche espansiva, il meglio che si poteva fare vista la straordinarietà della situazione
Siamo in emergenza da inizio legislatura, un anno e otto mesi nei quali stiamo governando in una situazione straordinaria, ha esordito il presidente Maurizio Fugatti nella replica agli interventi dei consiglieri. I due eventi della Tempesta Vaia e del Covid hanno impresso un andamento negativo e complicato all’amministrazione, sia in termini di risorse che di approccio. Le previsioni non sono certo rosee sul piano economico, ma da qui occorre partire: non si può dunque, in un siffatto contesto di calo di risorse, sentirsi dire che manca una visione o che questa è una manovrina: ci sembra davvero poco onesto. Puntare sugli investimenti pubblici, velocizzarli il più possibile, mettere in campo 800 milioni di euro, la scuola di medicina che parte quest’anno mentre se ne parlava da una quindicina di anni: questa è già di per sé una prospettiva che proverà, nella situazione non ordinaria che ci troviamo a vivere, a dare il miglior risultato possibile.

Si tratta di una manovra difensiva certamente, ma anche espansiva. Le risposte puntuali ai commenti dei consiglieri: faremo un piano sullo smart working, fermo restando la convinzione che le persone devono comunque tornare gradualmente in ufficio, Sulle comunità di valle non c’è nulla di nuovo: il programma è quello di legislatura. L’avanzo, 200 milioni di euro, è sempre rimasto costante negli anni, Bolzano ne ha 400. Su A22 ci sono due proposte: proroga della concessione e modifica legislativa: le stiamo portando avanti entrambe in parallelo.

Serve un piano su come partire con le scuole, convengo: ne abbiamo parlato poco fa con il ministro Azzolina che temporeggia: a questo punto ragioneremo su un piano autonomamente ed eventualmente lo attualizzeremo a posteriori sulle direttive del Governo. Chiusure domenicali: la legge sulle chiusure non ha ricevuto un solo voto contrario in Consiglio provinciale. Trattative con il Governo: si procede in maniera serrata, attendiamo risposte sulle istanze delle regioni speciali con le quali stiamo lavorando in sintonia. Chiaro che la questione sanitaria non è ancora stabilizzata, non c’è certezza sulla possibilità di fare più debito, sul Mes senza vincoli, sul Recovery Fund: con queste premesse questo assestamento è il massimo che si poteva fare.

Le repliche dei consiglieri
Tonini (PD): nessuna sottovalutazione delle difficoltà, il nodo è piuttosto che, se la crisi è così drammatica, non se ne può uscire senza un processo riformatore. E’ ovvio che non potevate fare altro che questo, ma definire espansiva una manovra che copre un buco di bilancio è improprio. Ci sono programmi di investimenti, ma facciamo i conti con il rendiconto e un trend profondamente negativo. Occorre cambiare i meccanismi in maniera coraggiosa altrimenti non riusciremo a riprendere slancio. La macchina provinciale è obsoleta, è difficile cambiarla, ma se non si usa l’occasione della drammaticità della crisi è un’occasione persa.

Rossi (Patt): l’emergenza è importante, ma è ora e tempo che sull’assetto istituzionale del territorio si faccia chiarezza e si finisca la partita. Sul commissariamento delle comunità il Cal ha posto un tema: non è sufficiente dire che quello che c’era prima non andava bene, bisogna dire cosa può andare meglio. Per quanto riguarda il Patt, confermiamo la disponibilità a ragionare e a fare un passo ulteriore rispetto alla riforma delle Comunità, scendendo sul terreno della concretezza perché il modello è superabile solo se si decide che l’urbanistica torna sui due livelli.

Va detto, infatti, che per quanto riguarda gli altri servizi le Comunità non possono essere spazzate via. Su A22 sappiamo che ci sono 2 opzioni, ma su questo auspicheremmo una mobilitazione straordinaria, non un semplice rapporto di interlocuzione: possibile che non riusciamo a mettere tutti attorno ad un tavolo e dire che la partita A22 va chiusa? Lì ci sono investimenti e le capacità di realizzarli, serve maggiore convinzione, la questione deve diventare portata europea e pesare al pari della questione delle risorse economiche e forse di più. Sulla scuola c’è una petizione sottoscritta da 6000 persone che vanno ascoltate: giusto non aspettare lo Stato ed elaborare un piano in autonomia. Lo steso dicasi per le risorse europee: suggerirei di pensare già a come utilizzarle.

Con 5 voti favorevoli e 4 astensioni la Commissione ha votato il disegno di legge 59 (rendiconto 2019) per poi passare al documento 60, l’assestamento 2020-22.

All’articolo 4 sulle Comunità, respinto l’emendamento Rossi-Tonini che prevedeva la proroga della durata in carica delle comunità e l’indizione delle elezioni entro sei mesi dal turno elettorale generale 2020 per l’elezione del sindaco e dei consigli comunali. Sull’articolo è intervenuto anche Marini, non contrario al commissariamento, ma che si è espresso per l’adeguamento degli Statuti e dei regolamenti.
All’articolo 5 sin materia di organizzazione del personale, Tonini è tornato a sottolineare la necessità e l’urgenza che si usino queste circostanze straordinarie per assumere in maniera innovativa, oppure si perderà un’occasione storica.

All’articolo 6, si fissa il limite di spesa di 27 milioni di euro -sui complessivi 45- per il personale della scuola, per la ripresa delle attività didattiche in sicurezza. Fugatti ha spiegato che si sta lavorando per garantire per il prossimo anno scolastico le stesse condizioni di orario e di servizio di un anno ordinario: ripartenza in presenza e con stesso monte ore precedente. Evidentemente, ha aggiunto, prevediamo un numero di classi e di insegnanti maggiori e sulla base di valutazioni che abbiamo fatto e stiamo tuttora facendo, abbiamo previsto risorse aggiuntive, comunque passibili di modifiche.
Stabilizzazione del personale all’articolo 7, che però prevede impatto finanziario pari a zero: Tonini si è chiesto come si possa conciliare l’obiettivo del superamento del precariato con zero oneri. Fugatti ha spiegato che la spesa c’era già ed è stata confermata. Rossi ha suggerito di usare la locuzione generale “nei limiti della spesa prevista”.

Sull’articolo 10, respinto l’emendamento Rossi-Tonini che recupera la situazione precedente in materia di contrattazione pubblica. Fugatti ha apprezzato lo spirito del ragionamento di Rossi ed ha chiarito che la Giunta non vuole ignorare il lavoro pubblico, però altra cosa è dover trovare risorse per un rinnovo contrattuale che non ci sono più. In via generale, crediamo che si debba tornare al lavoro, ma cercheremo di stimare la produttività dello smart working, altra cosa è il tema della vacanza contrattuale: se le risorse lo consentiranno interverremo per colmarla.

Come preannunciato in mattinata, il consigliere Ghezzi (Futura) ha chiesto delucidazioni sull’emendamento Fugatti all’articolo 16 che inaugura la sezione IV in materia di salute e politiche sociali. Se c’è un settore che ha pagato un tragico tributo di vite umane e le incertezze iniziali della Giunta provinciale sulla gestione dell’emergenza Covid, anche in termini di immagine pubblica, sono le Rsa sulle quali questo emendamento interviene. Non c’è dubbio che la pandemia ha evidenziato una criticità di sistema probabilmente già insita nel nostro modello, ma il tema tanto complesso delle Rsa mi sembra andrebbe affrontato con grande prudenza, capacità di analisi e di confronto. Ci si chiede se ci sia stato un confronto con i soggetti interessati, dal momento che con questo emendamento si stanno espropriando le Rsa della direzione sanitaria e dell’assistenza medica a favore dell’Azienda sanitaria. In secondo luogo ci si chiede quale sia il modello di funzionamento che la Giunta immagina per il nuovo servizio e quali costi avrà questa operazione.

Tonini si è detto allibito per come è stato scritto l’emendamento che non quantifica nemmeno gli oneri da esso derivanti, per i quali si indica che la copertura spetterà all’Azienda sanitaria. E’ una norma non accettabile da parte di una Commissione bilancio, ha aggiunto. Rossi ha notato che questo emendamento pone una serie di problemi: per cominciare ha detto che è scandaloso che non ci sia l’assessore competente ad illustrarlo, visto che tocca un assetto cristallizzato per Statuto in una legge regionale, che mai è stato modificato senza un dialogo preventivo: invito la Giunta a fermarsi e fare un ragionamento compiuto con le Rsa spiegando le motivazioni organizzative e le ragioni politiche di questa modifica che disarticola l’organizzazione delle case di riposo come l’abbiamo conosciuta fin qui: non avevo mai visto una cosa del genere. Cia (Agire) ha osservato che la pandemia è stata un evento senza precedenti, che giustifica anche le incertezze iniziali che ci sono state. L’emendamento può apparire una furbata, ma credo che chi lo ha predisposto volesse dare strumenti in più alle Rsa.

Tuttavia Cia ha espresso alcune perplessità: se l’azienda per i servizi alla persona con l’introduzione di questa modifica appare sgravata dell’onere di reperire personale medico, è vero anche che diventa pericoloso far entrare l’azienda sanitaria in aziende private e di fatto snaturarle.
L’assessore Mattia Gottardi ha osservato la formulazione dell’emendamento, che potrebbe anche essere riformulato di qui all’aula, vuole essere di supporto e coordinamento alle Rsa in caso di una recrudescenza o ritorno di una situazione emergenziale. Qui non si tratta di escludere nessuno dalla direzione, ma di dare un supporto concreto, senza mettere in discussione le capacità di nessuno. Il dottor Giancarlo Ruscitti, dirigente del dipartimento salute ha percorso la storia dell’emendamento e garantito la costante collaborazione tecnica con Upipa e Spes. L’idea è quella di poter supportare al meglio sia gli ospiti che gli operatori delle Apsp in un’ipotesi di ritorno dell’epidemia.

Tonini ha proposto di sospendere la votazione su questo punto con un rinvio a domani, chiedendo una nota tecnica: non mi posso accontentare di sentire che l’onere sarà di 3 milioni, non si può votare una cosa del genere senza avere in mano una relazione tecnica seria.

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