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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * PRIMA COMMISSIONE: « CARO PREZZI, SÌ ALLA DELIBERA CHE PERMETTE DI RINEGOZIARE I CONTRATTI TRA AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE E AZIENDE »

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14.23 - mercoledì 14 settembre 2022

Prima commissione, caro – prezzi: ok alla delibera che introduce la possibilità di rinegoziare i contratti tra amministrazioni pubbliche e aziende.

La Prima commissione ha dato parere positivo alla delibera della Giunta che introduce la possibilità di rinegoziare i contratti tra pubblica amministrazione e aziende in seguito all’esplosione dei prezzi di molte materie prime. Via libera anche alla discussione di 5 disegni di legge.

 

Costi su oltre il 5%, si posso rinegoziare i contratti

La Prima commissione, in mattinata, ha dato parere positivo a una serie di delibere e ha aperto l’iter di ben 5 disegni di legge.
La prima, che ha avuto il parere favorevole con sette voti e un astenuto, modifica il regolamento di contabilità per dare la possibilità al dirigente del servizio bilancio di delegare altri dirigenti per alcune fattispecie di spesa. La seconda (parere positivo con 5 sì e 4 astenuti) riguarda il Collegio dei revisori dei conti, composto da tre membri, che rimangono in carica in tre anni non rinnovabili e vengono scelti a estrazione tra gli iscritti all’apposito albo. Con la delibera si dettano i requisiti necessari ad accedere a questo elenco: 5 anni di iscrizione dal registro revisori, esperienza di almeno 5 anni e almeno 10 crediti formativi in materia contabile. Con la delibera si apre il bando e i candidati avranno un mese per iscriversi.

Terzo parere, anche questo positivo con 6 favorevoli e 3 astenuti, riguarda la delibera che introduce il concetto di rinegoziazione nei contratti tra Pat e comuni e aziende nei lavori pubblici. Un fattore, questo della rinegoziazione, particolarmente importante in un momento di crisi determinato dall’impennata dei prezzi. Si consente, in sintesi, all’appaltante, Pat e comuni, di rinegoziare il contratto, che segue l’assegnazione dell’appalto, quando si verifichino aumenti eccessivi dei costi complessivi, cioè superiori al 5% previsto dalla legge.

Le linee guida proposte dalla Giunta dettano, in primo luogo, criteri omogenei e determinano il sistema matematico di ricalcolo dei costi. In sintesi, oltre la soglia del 5% l’azienda potrà chiedere la rinegoziazione del contratto attraverso un’analisi matematica di tutti costi e non solo di quelli delle materie che sono schizzate verso l’alto, come, per fare esempio, il calcestruzzo aumentato negli ultimi mesi del 117%. Al termine del confronto Pat e comuni appaltanti potranno riconoscere l’80% delle eccedenze dei costi superiori alla soglia del 5% per una durata di 6 mesi. Il meccanismo, in senso opposto, varrà anche nel caso della diminuzione dei prezzi dei materiali, che potranno venire ridefiniti entro la soglia prevista dai contratti. Ai comuni verranno forniti dei sistemi di calcolo automatici per le verifiche sull’incremento dei costi.

L’obiettivo di fondo della delibera è quello di stimolare la ripresa di cantieri oggi fermi a fronte della continua pesante oscillazione dei prezzi. Il consigliere di 5 Stelle ha sottolineato, a fronte della volatilità dei costi, le difficoltà di un meccanismo come quello previsto e ha chiesto quanto inciderà sulla finanza pubblica. L’esponente del Misto di minoranza ha chiesto di sapere, almeno per la Pat, quanti sono i contratti ai quali potrà essere applicato il meccanismo e quale il valore dell’ipotesi di maggior prezzo. Numeri, ha aggiunto, che ora devono saltar fuori altrimenti si fa solo teoria e propaganda.

Inoltre, ha ricordato che, come nel caso della Circonvallazione di Cles e dell’officina della Trento – Malè, ci sono problemi di revisione prezzi che risalgono a prima della fase critica attuale. Il dirigente generale dell’Agenzia degli appalti ha affermato che il meccanismo, sul lato della valutazione, è di tipo matematico – oggettivo e non soggetto al confronto. Una volta stabilito questo si potrà attingere, dopo aver utilizzato i ribassi e le altre voci ai fondi a disposizione che dovranno essere alimentati dalla Pat. Questa compensazione, ha concluso, verrà applicata anche ai contratti di Cles e Trento – Malè.

 

Il provvedimento valido per il 2022 – 23, sperando nel ritorno alla normalità

L’assessore allo sviluppo economico ha detto che i costruttori puntano ad avere garanzie per tutta la durata delle opere, ma si deve ritenere che gli squilibri speculativi prima o poi dovranno rientrare. Inoltre, sulle cifre da impiegare una valutazione precisa non è possibile, anche per la sola Pat, a fronte di prezzi che ballano freneticamente. Rispondendo al rappresentante dei 5 Stelle ha ricordato che il provvedimento vale solo per il 2022 e 2023. Il consigliere del Misto di minoranza ha detto di prender atto che la Pat non sa quanti contratti sono stati stipulati e quanti se ne devono stipulare e di conseguenza non sa o non vuole dire qual è l’ipotesi di maggior prezzo rispetto ai fondi disponibili. La Pat, ha detto in fine, non sa o non vuole dire quanto c’è in bilancio per questo obiettivo peraltro condivisibile. La capogruppo della Lega ha sottolineato che questo provvedimento è fondamentale per sbloccare i cantieri e ha aggiunto che è impossibile determinare i volumi dei finanziamenti a fronte all’alta instabilità del mercato.

 

Fondo sviluppo locale, per le opere i comuni dovranno metterci più soldi

L’ultimo parere sempre positivo con 6 voti favorevoli e tre astensioni riguarda il riordino dei criteri del Fondo sviluppo locale, una quota che è destinata agli investimenti di rilievo provinciale o di area vasta realizzati da un comune. Ad esempio le opere per le Olimpiadi 2026. La novità riguarda la percentuale di contribuzione che fino a oggi copriva il 95% dell’intero costo progettuale. Con questa delibera si alza la partecipazione dei comuni in ragione delle risorse disponibili per una quota superiore al 5%.

 

Un ddl per incrementare la digitalizzazione

Infine, si è passati all’apertura dell’iter in commissione del ddl dell’assessore allo sviluppo che interviene sulla legge del 1992 sull’attività amministrativa e ha come obiettivo di fondo il potenziamento della digitalizzazione della Pat e mira a introdurre una disciplina rinnovata sui temi della trasparenza e dell’anti corruzione. Il ddl, inoltre, amplia il campo dei servizi che verranno forniti in via digitale. Resta il principio dello sportello unico e si punta all’introduzione dell’interlocutore unico che si interfaccia con l’utente per guidare l’iter delle pratiche. Il consigliere 5 Stelle ha sollevato il tema della pubblicazione delle delibere di Giunta che attualmente sono di difficile accessibilità e quello degli accessi agli atti per il quale non c’è una procedura codificata.

 

Niente candidature in Consiglio per i presidenti di Circoscrizione

Aperto anche il ddl della Lega che mira ad estendere l’ineleggibilità dei presidenti delle circoscrizioni comunali che si trovano a Trento, (sono 12) e a Rovereto (7). Circoscrizioni che, nella stragrande maggioranza, superano i 5 mila abitanti e quindi appare logico e soprattutto giusto estendere a queste ultime la norma che riguarda i sindaci dei comuni over 5 mila. Il proponente, rispondendo ad una domanda del consigliere del Misto di maggioranza, ha detto che è possibile valutare di estendere l’ineleggibilità anche ai presidenti delle Comunità. Affrontando questo tema, ha ricordato l’esponente 5 Stelle, una valutazione andrebbe estesa anche al Governo per specificare quali sono i componenti che non possono candidarsi, mantenendo la carica, in Consiglio provinciale. Una necessità, ha aggiunto, che si è evidenziata nelle elezioni del 2018.

 

Nelle leggi Pat la valutazione dell’impatto generazionale

Via anche all’iter al ddl del consigliere del Misto di minoranza che punta a introdurre il concetto della valutazione dell’impatto sulle future generazioni delle scelte che riguardano la programmazione e le leggi importanti della Pat. Uno strumento, tra l’altro richiesto dal Consiglio provinciale dei giovani, che potrebbe potenziare gli elementi di valutazione già a disposizione della Provincia.

 

Valutazione delle leggi, la facciano i cittadini

Ultimo ddl aperto quello dell’esponente 5 stelle che si pone l’obiettivo di modificare e ammodernare le norme sulla valutazione delle leggi prevedendo anche una partecipazione dei cittadini e dei soggetti interessati. E questo anche per superare la contraddizione che vede chi ha fatto la legge valutarne il funzionamento.

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