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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * LAVORI AULA MATTINA: « FONTI RINNOVABILI, INIZIATA LA DISCUSSIONE DEL DDL PER LA SEMPLIFICAZIONE DEGLI IMPIANTI DI ENERGIA »

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13.47 - martedì 26 aprile 2022

Iniziata la discussione del ddl urgente della Giunta che semplifica le procedure per l’installazione di impianti con cui produrre energia da fonti rinnovabili. Tonina apre agli emendamenti delle minoranza che chiedono attenzione al paesaggio.

La seduta aggiuntiva del Consiglio provinciale convocata oggi per l’esame di due disegni di legge urgenti proposti dalla Giunta, si è aperta con un momento di silenzio dedicato a Remo Jori. Il presidente Kaswalder ha reso omaggio allo spessore politico e di governo dell’esponente democristiano che fu consigliere provinciale dal 1978 al 1993 e che ricoprì il ruolo di assessore con varie competenze negli esecutivi guidati da Mengoni, Angeli, Malossini e Bazzanella. All’inizio dei lavori Rossi di Azione, Zeni e Ferrari del Pd, Marini (Misto-5stelle) e Degasperi di Onda Civica, hanno lamentato la mancata convocazione da parte del presidente di una riunione dei capigruppo che a loro avviso avrebbe dovuto “strutturare” più dettagliatamente i lavori di oggi, prevedendo l’esame di questi ddl urgenti senza tempi contingentati. Kaswalder ha precisato che era stata proprio una conferenza dei capigruppo a decidere, il 29 marzo scorso, quali ddl esaminare oggi e con che modalità.

E ha segnalato comunque la possibilità per i capigruppo di stabilire che i due ddl siano discussi senza tempi contingentati. Paccher (Lega) ha osservato che a suo avviso vi è tutto il tempo (sei ore) per discutere di questi testi. Dalzocchio (Lega) ha ribadito che i lavori di questa seduta del Consiglio erano stati decisi senza obiezioni. Demagri (Patt) ha rivendicato il diritto di sollevare questa questione di metodo, confidando in una sintesi del presidente a cui ha riconosciuto il merito di aver chiesto scusa per la scelta compiuta.
La discussione generale sul ddl della Giunta che semplifica le procedure burocratiche per l’installazione di impianti che permettono l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili, si concluderà alle 15.00 con la replica dell’assessore Tonina, che ha aperto agli emendamenti proposti dalle minoranze orientati soprattutto a chiedere la tutela del paesaggio.

 

Tonina: il ddl semplifica prevedendo un solo procedimento autorizzatorio. Sì ai contributi dell’aula.

L’assessore all’energia e all’ambiente Mario Tonina ha illustrato il ddl 136 da lui proposto a nome dell’esecutivo, ringraziando la conferenza dei capigruppo per la procedura d’urgenza accordata all’esame del testo. Si tratta – ha spiegato – di adeguare con questa iniziativa la legge provinciale a un decreto governativo, il 199 del 2021, adottato in attuazione di una direttiva europea, introducendo così nel nostro ordinamento norme di semplificazione e di sburocratizzazione per incentivare la diffusione in Trentino di impianti per l’utilizzo di energie derivanti da fonti rinnovabili e specialmente dal sole. “Costruire impianti di questo tipo ha un costo importante – ha proseguito – e se mancano incentivi a questo scopo l’interesse viene meno”. Oggi la sensibilità verso questi impianti è cresciuta anche se una parte di energia prodotta con il gas dovrà comunque rimanere.

Le produzioni da fonti rinnovabili non sostituiscono il gas ma costituiscono un’integrazione. Si prevedono autorizzazioni differenziate a seconda delle tipologie e delle soglie di potenza. In sostanza il ddl prevede di racchiudere in un unico procedimento tutte le autorizzazioni e i pareri necessari per l’installazione di questi impianti. Tonina ha “aperto” a emendamenti migliorativi anche se il voto unanime ottenuto dal testo in Commissione testimonia che la condivisione tra maggioranza e minoranza su questo tema. Tonina ha precisato di aver già tenuto conto di due modifiche chieste in Commissione raccogliendo alcune proposte del Consiglio delle autonomie locali sia in merito al fotovoltaico installato sui tetti sia per installare impianti anche nelle aree di pertinenza degli edifici una volta esaurito lo spazio disponibile sui tetti. “Quando sarà approvato questo provvedimento – ha concluso Tonina – sarà molto più facile l’uso per le famiglie di energie da fonti rinnovabili aggiungendo aiuti alla detrazione del 50% già prevista dallo Stato. Vi sarà a breve anche un bando voluto dall’assessore Spinelli che prevede 20 milioni di euro per contribuire alle iniziative promosse da imprese e da artigiani che intendono fronteggiare il caro-bollette. “Il Trentino in questo campo si può distinguere rispetto ad altre regioni”.

 

Rossi: il provvedimento è l’occasione per andare verso le comunità energetiche.

Ugo Rossi (Trentino in Azione) ha presentato alcuni emendamenti da lui proposti per fare un passo avanti nella direzione delle “comunità energetiche” come strumento della legge provinciale in questo settore, mettendo a disposizione in tal senso, come Provincia, mezzo milione di euro all’anno. Rossi ha suggerito di seguire l’esempio della Lombardia per affidare a una struttura provinciale o a Dolomiti Energia che curi la componente di informazione e di assistenza a sostegno di chi vuole mettere in piedi delle comunità energetiche. Infine un emendamento del consigliere riguarda le attività di formazione in vista di questo obiettivo. Rossi ha concluso sottolineando la parola “sacrifici” da associare al termine “risparmio” in tema di energia, invitando a lavorare perché il Trentino primeggi in Italia nel campo della compartecipazione dei cittadini a rinunciare a un po’ del loro benessere per poter attingere a energie rinnovabili.

 

Cavada: l’autoproduzione da fonti rinnovabili è la strada del futuro.

Gianluca Cavada (Lega) ha ricordato l’approvazione unanime di questo ddl in Commissione, segno della collaborazione di tutti all’obiettivo di incentivare l’uso di energie da fonti rinnovabili. Molto importante per il consigliere la diversificazione delle fonti massimizzando il più possibile l’utilizzo dell’energia idroelettrica garantendo l’ecosistema fluviale e i deflussi minimi ecologici. Bene anche lo snellimento delle procedure per l’installazione del fotovoltaico e lo sviluppo delle comunità energetiche già esistenti in altri Paesi europei in funzione della green economy e della mobilità sostenibile. Per questo Cavada ha annunciato di aver presentato un ordine del giorno collegato al ddl. Nel 2035 vi sarà lo stop ai motori non elettrici e sarà quindi importantissimo poter alimentare le batterie con l’idroelettrico. Anche il biogas è una fonte preziosa che si potrebbe produrre dai rifiuti. Certo vi sarà sempre bisogno di altre fonti ma l’autoproduzione da fonti rinnovabili è la strada da imboccare fin d’ora.

 

Ossanna: gli emendamenti proposti dal Patt mirano solo a chiarire alcuni aspetti.

Lorenzo Ossanna (Patt), firmatario di alcuni emendamenti che chiedono più delle precisazioni che delle modifiche degli articoli, ha osservato che il focus principale di questo ddl è il fotovoltaico perché più alla portata di famiglie e aziende. Il consigliere ha chiesto chiarimenti all’assessore su alcuni emendamenti proposti dalla Giunta per la semplificazione delle procedure per l’installazione di impianti fotovoltaici. In sostanza per Ossanna e il Patt occorre che la Giunta faccia il più possibile chiarezza già nel testo di legge su vari aspetti di dettaglio in modo da ridurre poi un sovraccarico di lavoro per gli uffici della Provincia quando si tratterà di attuare la normativa. Il consigliere ha plaudito ai Bim che si sono resi disponibili a promuovere forme di aiuto degli utenti per l’installazione di questi nuovi impianti per l’uso delle energie da fonti rinnovabili, collaborando con la Provincia e le società di sistema e in aggiunto al sostegno del 50% previsto dallo Stato.

 

Degasperi: sul fotovoltaico ricerca necessaria per non dipendere dalla Cina.

Filippo Degasperi (Onda Civica) ha dichiarato di condividere lo spirito e i contenuti di questo ddl. “L’Italia si è risvegliata dal letargo sul tema dell’energia solo quanto Putin ha invaso l’Ucraina. Siamo quindi in ritardo”, ha ricordato il consigliere “causato dal disinteresse di chi ha governato l’Italia negli ultimi anni nei confronti delle rinnovabili, per le quali gli investimenti sono crollati a partire dal 2011”. Per Degasperi il ddl si occupa di burocrazia e di frammentazione decisionale e va quindi nella giusta direzione. A suo avviso anche sugli edifici esposti meno al sole andrebbe favorita l’installazione del fotovoltaico per il risparmio energetico. Sul fotovoltaico il consigliere ha presentato un ordine del giorno perché la Giunta si impegni ad avviare una ricerca in questo campo per svincolarci dalla dipendenza dalla Cina e a pensare al riutilizzo di questi impianti che si dovranno dismettere soprattutto a cavallo del 2030. Da essi si potranno recuperare vari materiali utili come silicio e rame, evitando che finiscano in discarica. Con il riciclaggio si potrebbero recuperare almeno due miliardi di impianti di fotovoltaico. L’unica perplessità sul ddl espressa da Degasperi riguarda il mix delle energie rinnovabili di cui si parla, perché non si capisce quale sarà.

 

Manica: attenzione alla qualità del paesaggio. Biomassa alternativa al metano.

Alessio Manica (Pd) ricordato che su questo tema è emerso anche in Commissione un conflitto sulla conciliazione tra qualità architettonica, qualità paesaggistica e necessità di rafforzare l’autonomia energetica del Trentino. Anche la geotermia per i riscaldamenti domestici è un tema di cui per Manica di cui si dovrebbe iniziare a parlare. In questa spinta che si cerca di dare alla produzione di energie sostenibili occorre porre attenzione ad alcune questioni. La prima è a suo avviso quella della qualità. La Provincia ha investito in cultura del paesaggio e occorre quindi stare attenti a che l’emergenza sull’energia non ci faccia perdere di vista questo aspetto prezioso del nostro territorio, da cui dipende anche il turismo.

Secondo: prevedendo la possibile installazione a terra degli impianti, bisogna prestare attenzione al problema del consumo del suolo. Terzo: il tema dell’equità. Nell’ansia della transizione energetica non vi è ancora una riflessione sufficiente sul fatto che questa sia alla portata solo di chi è ricco. Le auto elettriche oggi se le possono permettere solo le persone che hanno un certo reddito. Per l’equità lo sforzo spetta alla Giunta e al Consiglio. Ad esempio cercando percorsi collettivi per offrire la possibilità di partecipare a operazioni non individuali attraverso le comunità energetiche. Occorre costruire progetti collettivi per la realizzazione di questi impianti nelle aree di minor pregio, come ad esempio nelle zone industriali e dove esistono capannoni. Questo in alternativa al proliferare nei centri storici di pannelli fuori fisionomia. Manica ha presentato i suoi emendamenti, il primo per escludere dai centri storici l’installazione a terra degli impianti, il secondo per evitare il fotovoltaico nelle aree da riservare ai parcheggi, la terza per espandere la produzione di energia per il teleriscaldamento da biomassa con l’utilizzo di materiale legnoso da risulta in alternativa al completamento della metanizzazione del territorio.

 

Olivi: si porti avanti “Manifattura Domani”per l’intreccio tra ricerca e impresa.

Alessandro Olivi (Pd) ha messo l’accento sull’esigenza di far sì che sul fronte delle rinnovabili non cresca solo un sistema di regole rigorose, aperte e flessibili e strumenti urbanistici, ma nasca un distretto tecnologico capaci di accompagnare verso una crescita delle competenze. Oggi il Trentino si è lasciato alle spalle la pandemia, la crisi internazionale ed è dentro le priorità del Pnrr e ha la possibilità di non limitarsi a rincorrere i cambiamenti. Olivi ha ricordato che superando il modello della fabbrica fordista, la nuova manifattura a Rovereto – Manifattura Domani – era stata concepita dalla Provincia per puntare al risparmio energetico e alla produzione di energie rinnovabili. IL Trentino può e deve rinnovare punto di riferimento per la realizzazione di un distretto produttivo fortemente innovativo e competitivo. Per questo Olivi chiede con un ordine del giorno alla Giunta di continuare a sviluppare l’idea di Manifattura Domani, vale a dire di una convivenza virtuosa tra imprese, ricerca e laboratori, per creare un cluster che sia punto di attrazione per aziende non solo trentine ma provenienti anche da fuori provincia nel campo della bioedilizia.

 

Zanella: ddl utile perché anche l’idroelettrico rischia di non essere più sostenibile.

Paolo Zanella (Futura) ha sottolineato l’urgenza di agire in questo settore a fronte degli aumenti del costo dell’energia e della crisi climatica e ambientale. Va quindi sposato senz’altro quel ddl anche se pur sempre tutelando la qualità paesaggistica. Per questo l’energia prodotta non dev’essere solo per l’autoconsumo individuale ma per l’autoconsumo collettivo. In questo senso occorre sostenere di più le comunità energetiche realizzando impianti che vadano a beneficio di intere comunità. Oggi anche i grandi impianti idroelettrici rischiano di non essere più sostenibili come un tempo a causa della scarsità dell’acqua e dell’immissione di gas serra quando si svuotano i bacini. Anche su questo fronte la Provincia si troverà sempre più in difficoltà perché non si sa quando questa produzione durerà e già quest’anno sarà minore rispetto agli anni scorsi. Per questo è importante spingere verso altre forme di energie rinnovabili e in particolare della fonte solare con i pannelli fotovoltaici. Pannelli che hanno il limite di non essere prodotti qui ma soprattutto in Cina da cui sono importati. Sarà quindi importante svincolarsi da questa dipendenza producendo i pannelli nel nostro territorio anche per evitare una bolla speculativa con una progressiva esplosione dei costi. Infine Zanella ha ricordato l’ordine del giorno da lui presentato in passato per l’istituzione delle prime comunità energetiche. Questa è a suo avviso la strada per garantire maggiore equità nel nostro territorio.

 

Rossato: bene il ddl purché sia tutelato il paesaggio.

 

Katia Rossato (FdI) ha condiviso in pieno il ddl perché è concreto nel tendere la mano al territorio semplificando la burocrazia. Va però tutelata a suo avviso la qualità paesaggistica del territorio dalle installazioni di impianti per l’uso delle energie rinnovabili.

 

Marini: voto di astensione per la mancata analisi tecnica dell’impatto del ddl.

Alex Marini (Misto-5stelle) ha preannunciato la sua “probabile” astensione di questo ddl perché privo di valutazioni di impatto. Il testo non individua i passaggi logici che collegano il provvedimento agli obiettivi indicati dalle Nazioni Unite e dall’Ue, ma interviene solo sul regime autorizzatorio. Per Marini la Giunta avrebbe potuto allegare dei documenti su questo aspetto. Manca a suo avviso soprattutto un’analisi tecnica di impatto sugli effetti della normativa. Questo ddl sarebbe stato ideale per iniziare a sperimentare l’analisi preventiva di impatto di un provvedimento. Non sono state previste misure mitigative per proteggere il suolo, il paesaggio e per perseguire l’obiettivo di aumentare la percentuale di autoconsumo. Non si evince quanti saranno ad esempio gli impianti che la Provincia ipotizza che si installeranno grazie a questa liberalizzazione. Se questi dati vengono considerati “informazioni interne” si fa solo propaganda. Non si può a suo avviso non chiarire preventivamente quanti sono i metri quadrati degli stabilimenti industriali sprovvisti di pannelli dove gli impianti si potrebbero installare e non si può non stimare l’impatto sul paesaggio che questo ddl avrà. Sul tema dell’autoconsumo Marini ha ricordato che in Trentino vi sono oggi 15.000 impianti di fotovoltaico che producono 176 mgw, pari al 5% rispetto a quanto produce Dolimiti Energia con l’energia idroelettrica. A suo avviso quindi si dovrebbe puntare a rafforzare l’autoconsumo di energia idroelettrica che oggi non esiste.

 

Job: è mancata programmazione politica soprattutto da parte dell’Ue.

Ivano Job (Lega) ha auspicato che dall’applicazione di questa normativa non emergano criticità sul territorio per le ricadute che avrà sui cittadini e sulle amministrazioni locali non solo in termini ambientali e di problematiche relative ai confini. Ha anche chiesto di prestare la massima attenzione all’impatto del provvedimento sul paesaggio. A suo avviso su questo argomento in Trentino, in Italia e soprattutto da parte dell’Ue non c’è stata programmazione. Job ha espresso sfiducia nell’Ue la cui miopia programmatoria a a suo avviso all’origine nelle difficoltà di oggi per quanto riguarda i costi dell’energia, non imputabili solo alla guerra in atto”. Non c’è quindi da essere entusiasti perché politicamente si è molto in ritardo e ora si rincorrono affannosamente delle soluzioni. Il rischio è di ritrovarci fuori dei mercati con conseguenti sconvolgimenti anche per i posti di lavoro. In ogni caso per Job questo ddl costituirà un’iniezione di fiducia. E le comunità energetiche potrebbero evitare aumenti del costo dell’energia idroelettrica. Sul fotovoltaico Job ha messo in guardia sul problema dello smaltimento dei pannelli che si porrà tra 15-20 anni. Ha infine auspicato la realizzazione in Italia di centrali nucleari sicuri perché di nuova generazione e l’avvio delle trivellazioni per l’estrazione del gas. “L’alternativa – ha concluso – è continuare a rincorrere i mercati che forse l’Ue potrebbe calmierare per evitare aumenti dei costi improvvisi”.

 

Lavori sospesi su richiesta dell’assessore per valutare emendamenti e odg.

L’assessore Tonina ha chiesto e ottenuto una sospensione per poter valutare gli ordini del giorno e gli emendamenti depositati fin’ora preannunciando la propria replica alla ripresa dei lavori alle 15.00.

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