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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * DISCUSSIONE AULA DDL 55: FUGATTI, «EMERGENZA CORONAVIRUS, UN TRAUMA PARAGONABILE A QUELLO DELLA SECONDA GUERRA MONDIALE »

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15.50 - sabato 9 maggio 2020

Il ddl 55 al via. Fugatti: un trauma paragonabile a quello della Seconda guerra mondiale.

Il presidente Maurizio Fugatti, aprendo questa mattina la discussione del ddl 55, la manovra anticrisi della Giunta, ha sottolineato la gravità della situazione che il Trentino, come il resto del Paese e del mondo, sta affrontando. Un trauma, umano, sociale e economico, paragonabile solo alla Seconda Guerra Mondiale. In questo clima, funestato dai lutti che, ha sottolineato Fugatti, hanno colpito in particolar modo la generazione che ha costruito il Trentino di oggi, la Giunta ha varato il ddl che, ha detto il presidente, “può essere considerato una vera e propria manovra anticrisi. Non l’unica, perché ne seguiranno altre, ma comunque importante per la qualità delle scelte e per l’entità delle risorse mobilitate”. Nel concreto 150 milioni di euro “già disponibili sul bilancio provinciale – ha detto ancora nella sua relazione Fugatti – indirizzati verso le priorità a cui è necessario dare una risposta immediata. Nello specifico, 64 milioni sono stati recuperati prevedendo il finanziamento a debito di opere pubbliche Pat e dei Comuni precedentemente finanziate con risorse di parte capitale, oltreché riprogrammando interventi in relazione ai tempi della loro realizzazione. Ulteriori 7,5 milioni recuperando gli avanzi di Enti e Agenzie della Pat, mentre 9 milioni sono connessi a minori fabbisogni legati alle limitazioni imposte dall’emergenza Covid (mense, trasporti, campeggi, eventi ecc.). Altri 14 milioni vengono da minori fabbisogni rispetto a quanto previsto dal bilancio iniziale”. Preservando i settori della sanità e del sociale, ha detto ancora il presidente, quasi tutti i settori sono stati coinvolti nell’operazione di recupero di disponibilità finanziaria.

 

Non siamo sordi alle legittime richieste dei lavoratori pubblici.

“Cito per tutti – ha continuato – i 20 milioni di euro previsti per il rinnovo del contratto ddel personale del settore pubblico per il 2019 – 20. Non siamo sordi alle legittime richieste dei lavoratori pubblici, anzi, siamo certi che anche loro capiscono l’urgenza di trovare soluzioni per chi il Cornonavirus il lavoro o l’ha tolto o rischia di toglierlo. L’auspicio è che si possa trattare di una sospensione temporanea e che quindi con le prossime manovre le risorse si possano recuperare”.

 

Fondamentale congelare il concorso Pat al risanamento dei conti statali.

Ed è chiaro che nella partita decisiva delle risorse di bilancio un ruolo determinante lo giocherà l’esito della trattativa tra la Provincia, in stretto rapporto con quella di Bolzano, e il Governo per ottenere la sospensione dei Patti di Milano e di Roma per far rimanere nelle casse di piazza Dante i 420 milioni destinati al risanamento dei conti dello Stato. “L’obiettivo – ha ribadito Fugatti – è quello di ottenere il congelamento del concorso della Provincia agli obiettivi di finanza pubblica nazionale. Nello specifico la richiesta è di azzerarlo già ai fini dell’impostazione dell’assestamento di bilancio 2020”. Questo per avere a disposizione una massa finanziaria per un manovra di rilancio strutturale dell’economia.

 

Il pubblico farà la sua parte ma non può fare tutto. Va coinvolto il risparmio privato.

Il pubblico farà la sua parte ma non può fare tutto. Anche per questo la Giunta intende coinvolgere il rilevante risparmio privato presente in Trentino e di valorizzare strumenti come il Fondo strategico per il Trentino Alto Adige e il Fondo social housing e il nuovo Fondo per l’agricoltura. Tutti, insomma, ha sottolineato, devono fare la loro parte in questa fase drammatica della nostra storia.
I principi guida di questa manovra, ha sottolineato Fugatti, sono tre: sicurezza, cioè la sintesi tra salute e equilibrio sociale e economico; protezione sociale ma senza scadere nell’assistenzialismo; lavoro attraverso la salvaguardia del tessuto produttivo.

 

Pensare ad un modello di sviluppo diverso da quello pre Covid.

Senza dimenticare, superata l’emergenza, il confronto per costruire “un modello di sviluppo più coerente con i profondi mutamenti che hanno violentemente investito, non solo a causa del coronavirus, le relazioni economiche e i rapporti con il mercato. Un nuovo modello che deve puntare ad un futuro sostenibile non solo in termini ambientali, ma anche umani, civici ed economici”.

 

Un commissario ad acta per velocizzare i cantieri delle opere pubbliche.

Un futuro nel quale la Pat, anche attraverso le misure di semplificazione come quelle contenute nel ddl, dovrà avere un ruolo fondamentale di “volano” del sistema, a partire dalla capacità di effettuare investimenti pubblici. Per questo nel ddl è stata introdotta la figura del supervisore delle commesse pubbliche che avrà anche il compito di intervenire come vero e proprio commissario ad acta di fronte a rallentamenti e inerzie dell’apparato e velocizzare l’avvio di appalti e lavoro. Il presidente della Giunta ha ripercorso poi più nel dettaglio i punti principali del ddl 55, che affronta tre fronti di intervento: la tutela della liquidità delle imprese, il sostegno al reddito delle famiglie in difficoltà, la salvaguardia dell’occupazione.

 

Grazie alle forze politiche per la responsabilità che hanno dimostrato.

L’ultima parte della relazione, composta da 24 pagine, Maurizio Fugatti l’ha dedicata alle forze politiche che ha ringraziato “per la responsabilità dimostrata nel contribuire alla costruzione di una possibile risposta capace di aiutare il nostro Trentino a uscire più forte e competitivo da questa terribile pandemia”.

 

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Tonini: in questa fase drammatica serve dialogo e collaborazione.

Il primo ad intervenire nella discussione generale del ddl 55 è stato Giorgio Tonini. Il capogruppo Pd ha esordito col ricordo delle vittime del terrorismo, a 42 anni dall’uccisione di Moro, e sottolineando che oggi è anche la Giornata dell’Europa. Due stelle polari, ha affermato, che possono aiutarci a muoverci in questa fase drammatica della nostra storia. Moro, ha continuato, era dialogo, collaborazione, cultura dell’intesa. Far prevalere ciò che unisce anziché ciò che divide. E oggi, di fronte ad una fase così grave, nessuno può fare da solo, né la maggioranza né l’opposizione, c’è invece il bisogno di tutti. La strada giusta è il dialogo e il confronto come si è fatto in commissione la scorsa settimana. Parte del ddl, ha ricordato Tonini, è frutto del lavoro di commissione, dove, in particolare, è stata rafforzata tutta la parte di sostegno dei lavoratori e delle famiglie.
Però il capogruppo Pd, ha mosso alcuni appunti alla Giunta su alcuni aspetti. Il primo sul metodo istituzionale: l’esponente Pd ha ricordato di aver contestato l’assegnazione del ddl alla Seconda commissione. Si deve stare attenti agli strappi istituzionali, ha detto, perché una variazione di bilancio non è possibile che non passi per la commissione bilancio. Per tradizione, ha aggiunto, in Trentino c’è una certa disinvoltura su questo tema, ma va abbandonata. Perché quando c’è di mezzo il bilancio serve un quadro complessivo. Se avessimo avuto uno sguardo generale ci saremmo accorti, ha continuato, che un punto critico di questa che, per Tonini, è una prudente – timida manovra anticrisi, sta nel fatto che mette a disposizione risorse fresche per 64 milioni, mentre il resto sono spostamenti di poste. Le forze sindacali, se fossero state ascoltate, ha affermato avrebbero detto che i 20 milioni del contratto erano già pronti a entrare nell’economia. E sarà anche giusto spostarli, ma erano comunque soldi che andavano nell’economia. Insomma, un’analisi complessiva sui tagli che si sono fatti per finanziare i due terzi del ddl sarebbe stata importante. Non c’è stata, insomma, una discussione sul disegno complessivo, in base al quale si sarebbe potuto usare tutto lo spazio di indebitamento possibile. Tonini ha poi affrontato il tema del rapporto con Roma e la Ue. Pieno accordo con l’impostazione di Fugatti e Kompatscher e con la proposta forte che portano al Governo per la quota destinata al concorso per il risanamento dei conti statali. Di conseguenza però, ha detto, l’opposizione a Roma dovrebbe comportarsi come quella di Trento. Non basta dire: il governo non passerà. Non passerà, ha affermato il capogruppo, se si farà un’opposizione propositiva. Servirebbe un po’ di spirito “moroteo”, insomma. L’Europa, infine, ha ricordato il capogruppo Pd, è fondamentale anche per noi. Al di là della questione decisiva dei Corona bond, già i 100 miliardi messi sul fondo per la cassa integrazione europea, sono per l’Italia diversi miliardi, e l’1% di questi dovrebbero prendere strada del Trentino. Ci sono poi i 200 miliardi della Bei a tassi europei, quindi molto favorevoli, e il Trentino potrebbe accedere ai finanziamenti direttamente perché ha una tradizione in questo campo. Poi c’è il famigerato Mes che significa il 2% di debito al tasso europeo, quindi quasi zero, con l’unico vincolo che siano destinati alla sanità. Qualcosa come 36 miliardi di euro e anche qui l’1% andrebbe al Trentino, quindi 360 milioni. La tastiera, ha concluso, è ampia per arrivare a una trattativa che porti a un risultato. Il ddl da solo altrimenti dà una risposta modesta.

Degasperi: la Giunta ha fatto troppa propaganda.

Filippo Degasperi di Onda Civica Trentino ha detto che c’è un altro 9 marzo da ricordare:la proclamazione dell’Impero nel 1936 sperando, ha aggiunto, che il Trentino non faccia la stessa fine. Degasperi ha detto che la Giunta ha rifilato due mesi di propaganda ai trentini, ad esempio se la Giunta avesse depositato subito il ddl al Consiglio, invece di presentarlo prima alla stampa, avremmo guadagnato quattro giorni e non si sarebbe dovuto discutere in fretta di sabato. Degasperi ha attaccato anche le conferenze stampa su facebook della Giunta, con le domande filtrate dei giornalisti che si sono limitati a portare le parole di quelli che il consigliere ha definito i “televenditori”. Il massimo, ha aggiunto, è stata la slide mostrata nelle conferenze stampa e non solo che parlava di un intervento di 825 milioni di euro. Oggi Fugatti, ha affermato l’esponente di Onda Civica Trentino, ha parlato invece di cifre molto più modeste perché la cifra di 825 veniva da 400 milioni di una legge approvata in precedenza, 500 milioni di debiti delle imprese e 175 milioni di sospensioni di tasse locali che verranno chieste in autunno e infine i 150 milioni di oggi. Nessuno nelle conferenze stampa ha chiesto però da dove arrivassero questi soldi. S’è scoperto solo lunedì 27 aprile che le risorse vengono dal mondo della scuola – 13 milioni nel 2020 e 14 nel 2021. Una fetta consistent, 15 milioni, dall’ambiente, compreso il Parco dello Stelvio. Anche sulla sanità ci sono tagli, anche per i Lea, di circa 20 milioni di euro in tre anni. Sull’agricoltura, alla quale sono state dedicate nelle conferenze stampa ben sei slides, si portano via 5 milioni e se ne rimettono tre. Tagli doverosi? – ha chiesto Degasperi – Forse ma allora lo si doveva spiegare chiaramente. Anche per la Meccatronica s’è tagliato. Sul personale Pat sono stati tolti 20 milioni, ma nelle conferenze stampa si parlava di 15. Tagli accompagnati da una retorica secondo la quale i dipendenti pubblici sono tutelati, che c’è chi sta peggio, quando poco prima si parlava di eroi come nel caso del personale della Protezione civile. Risorse, ha detto ancora Degasperi, che in Italia non sono state toccate. Eppure, ha aggiunto, il dirigente della sanità ha avuto un aumento in piena emergenza, quindi la retorica degli iper tutelati va rimandata al mittente. Il consigliere di Onda Civica ha ricordato, insomma, che le risorse vengono da spostamenti e erosioni di altri capitoli del bilancio. Bene invece, per Degasperi, la richiesta di una sospensione dei Patti di Milano e Roma, i 420 milioni per il risanamento delle finanze pubbliche nazionali. Anche perché questi soldi Roma, ha aggiunto, non li usa per risanare i bilanci ma per buttarli in calderoni come quello dell’Alitalia. Sul capitolo del debito il Trentino si è attesta sotto il miliardo e mezzo quindi si po’ pensare a misure straordinarie, anche se serve assoluta cautela. In Trentino, ha ricordato Degasperi, ci sono 12,5 miliardi sui conti e proporre ai trentini un investimento per la loro terra è una strada che va percorsa con attenzione e determinazione.
Nel merito del ddl Degasperi ha detto che gli aspetti innovativi sono pochi, a parte una sorta di reddito universale che assomiglia alla proposta che aveva avanzato tempo fa e che era stato coperta di critiche dalle categorie economiche. Bene il piano strategico per la digitalizzazione, ma ci sono strumenti che già funzionano e che potrebbero diventare ordinari e concreti. Sul piano fiscale non c’è nulla. Degasperi ha chiesto cautela per i lavoratori del Progettone che non devono diventare un elemento per abbassare gli stipendi. Sulle riaperture ha condiviso l’impostazione attuale di Fugatti. Mentre secondo Degasperi l’articolo del riconoscimento economico al personale della sanità, tra l’altro destinato a una platea indeterminata con risorse altrettanto indeterminate, andrebbe cancellato perché è una presa in giro per i lavoratori. Critiche anche sulle semplificazioni in campo urbanistico che tra l’altro, ha detto, non c’entrano nulla con il ddl. C’è da sperare, ha aggiunto Degasperi, che sotto non ci siano le solite “trame” che si vedono da tempo. In sintesi, per il consigliere ci sono aspetti nel ddl che sono condivisibili, altri che non c’entrano nulla e altri migliorabili. Infine, ha ricordato il suo emendamento, respinto in commissione, per tagliare l’indennità degli assessori visto che chiedono sacrifici ai dipendenti pubblici.

 

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Ghezzi: è il momento di riscoprire pazienza e modestia.

Paolo Ghezzi di Futura è partito con un’autocritica accompagnata al riconoscimento dell’impegno e della fatica che i componenti della Giunta stanno affrontando in questa fase drammatica. Il capogruppo ha ricambiato anche il ringraziamento di Fugatti e ha detto di essere convinto che il centro destra pensa al popolo perché, al di là dell’interesse politico, c’è un senso di responsabilità. Ghezzi, citando la Montagna Incantata di Thomas Mann, ha sottolineato il bisogno di superare le contrapposizioni nei momenti di difficoltà come questo. Ed ha aggiunto che, se la sinistra ambientalista e solidale ha dato impressione di voler fare la lezioncina a chi governa, ha sbagliato. Nessuno, in momenti come questo, ha detto ancora, ha l’appalto della dignità umana e tutti devono rispondere al popolo. Va evitata qualsiasi forma di presunzione e invece vanno riscoperte le risorse straordinarie di pazienza e modestia. Anche di fronte a chi governa privilegiando ancora il fronte della propaganda; di chi ha respinto la necessità di allungare lo sguardo e di tracciare orizzonti come se fosse un virus. Ma non possiamo fare il tifo, ha aggiunto Ghezzi, per l’implosione della Pat e perché Fugatti vada a sbattere. Quindi c’è il dovere della condivisione e di una visione. Condivisione necessaria anche nei comuni, a partire da Trento. Nello specifico del ddl ha ricordato che Futura ha presentato 55 emendamenti, rinunciando all’ostruzionismo, e sarà curioso vedere se almeno uno sarà accolto. Interessante anche vedere come verranno accolti alcuni odg, in particolare uno sulla finanza pubblica di Ugo Rossi, uno sull’assegno unico di Olivi e uno sulla sanità dello stesso capogruppo di Futura. Odg cartine al tornasole della volontà di dialogo, in particolare quello della sanità che impegna la Giunta a realizzare un piano entro il 31 maggio per una fase due coerente e se verrà respinto. Il consigliere di Futura ha ricordato che il 9 è anche il giorno dell’uccisione di Peppino Impastato che richiama tutti alla lotta alla mafia. E, annunciando il voto di astensione sul ddl , ha invitato la maggioranza a non togliere la bandiera dell’Europa come è stato fatto a Borghetto. Perché, ha continuato, c’è bisogno di Bruxelles e di Roma perché c’è bisogno di più Stato non di meno Stato. I liberisti, ha aggiunto citando un articolo di Chiara Saraceno, stanno chiedendo più Stato per avere contributi pubblici dopo aver per anni decantato la presunta efficienza della mano invisibile del mercato. Anche il capogruppo di Futura ha attaccato la propaganda della Giunta che andrebbe sostituita col dialogo e ha sottolineato le critiche per la fase due che vengono da comuni, Inail, insegnanti, operatori sanitari, comuni. Il ddl, ha affermato, ci mette, come è inevitabile, soldi, ma manca molto per le famiglie a basso reddito; non c’è nulla per la cultura e poco per il terzo settore. Manca una visione chiara sulla ripartenza se non un riferimento vago alla Amazon trentina, anche se il lockdown ha mostrato i limiti della rete. Non c’è un progetto complessivo per lo smart working quando ancora molti documenti sono cartacei. Non c’è un’idea di come dovrà essere il mondo dopo questa tragedia e troppe sono le deleghe alla Giunta.
I 55 emendamenti di Futura comprendono, tra l’altro, un riconoscimento
del terzo settore; l’espansione da 9 a 11 addetti per i contributi alle piccole aziende; l’inclusione per gli aiuti dei soci lavoratori per le coop e i lavoratori dello spettacolo; l’Amazon Trentina che dovrà essere davvero trentina e aiuti per l’e – commerce delle imprese; il rinvio del bollo auto al 31 dicembre; l’anticipazione del reddito di cittadinanza; più risorse per il Fondo di solidarietà, la proroga per il terzo settore dei termini per le linee guida. Interventi per gli affitti per gli studenti universitari; il riconoscimento del lavoro fatto degli insegnanti e il ripristino dei 20 milioni per i lavoratori pubblici.

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Marini: ci sono cose buone ma il ddl è generico.

Alex Marini del Gruppo Misto ha ricordato che le minoranze hanno fatto la loro parte per migliorare il testo, senza pratiche ostruzionistiche anche se il ddl ha avuto un iter frenetico in commissione dalla quale è uscita però una proposta generica che non a caso rimanda alla Giunta le decisioni. Una genericità, ha riconosciuto il consigliere, che è stata in parte ridotta dalla relazione in aula da Fugatti. Gli importi, ha aggiunto, sono timidi e si dovranno incrementare con la manovra di assestamento di bilancio. Secondo Marini per il ddl non sono state coinvolte le commissioni e ha sottolineato il rischio, come ha evidenziato il Gruppo degli esperti, di disperdere gli interventi con contributi a pioggia. Vanno invece individuati i settori strategici per rafforzare la ripresa. Infine, Marini ha ricordato di aver presentato emendamenti e odg per rafforzare la partecipazione, con l’assemblea dei cittadini e la trasparenza, con un sito che renda pubblici l’iter degli appalti, e l’istituzione di un osservatorio sulla criminalità organizzata assieme alla Provincia di Bolzano. Il consigliere, ha ricordato che suoi emendamenti riguardano i canoni di affitto delle famiglie, interventi di consulenza per aiutare l’export delle piccole medie aziende, il potenziamento dell’ Uopsal.

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