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CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO – COMMISSIONE PARI OPPORTUNITÀ * ANKARA: PRESIDENTE TAUFER, « LE ISTITUZIONI DEMOCRATICHE REAGISCANO POLITICAMENTE A QUESTO ARRETRAMENTO, ALLONTANA L’UGUAGLIANZA DI GENERE »

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14.51 - sabato 10 aprile 2021

La Commissione Pari Opportunità tra donna e uomo della Provincia di Trento ha prodotto un documento in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e Province autonome, che riunisce le presidenti delle Commissioni Pari Opportunità di Italia.

Dopo il recesso della Turchia dalla Convenzione del Consiglio d’Europa sottoscritta a Istanbul nel 2011, grave fatto di cui abbiamo già condiviso un appello alle istituzioni internazionali, quello che è accaduto pochi giorni fa ad Ankara appare come una mancanza di rispetto inaccettabile, non solo verso la Presidente Ursula Von Der Leyen e l’Unione europea, ma nei confronti di tutte le donne.
Lo “Schiaffo di Ankara”, come è stato definito, non va perciò ridotto a incidente di protocollo e, sebbene ci si potesse aspettare un atteggiamento simile da parte del presidente turco Erdogan, inammissibile è stato il comportamento di Charles Michael: non cedendo il posto a Von Der Leyen, ha dimostrato la scarsa sensibilità al tema della parità di genere.

Chiediamo quindi alle istituzioni democratiche di reagire politicamente a questo arretramento che allontana in misura ancora più rilevante la realizzazione dell’uguaglianza di genere e di una democrazia paritaria compiuta.

 

Dott.a Paola Maria Taufer
La Presidente della Commissione provinciale Pari Opportunità tra donna e uomo

 

 

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In allegato: “Lo schiaffo di Ankara” della Conferenza nazionale Presidenti Organismi di Parità

SCHIAFFO DI ANKARA. Il coordinamento delle commissioni pari opportunità di Regioni e Province Autonome italiane invita la UE a non limitarsi alle parole o alle richieste di censura. Roberta Mori: “Troppo grave l’escalation turca dopo il ritiro dalla Convenzione di Istanbul, tutte le donne sono a rischio arretramento e serve reazione politica unitaria.”
«Quello che è accaduto ad Ankara è una mancanza di rispetto inaccettabile, non solo verso la Presidente Ursula Von Der Leyen e l’Unione Europea ma nei confronti di tutte le donne, che richiede dunque scelte politiche conseguenti.». È quanto dichiara la coordinatrice nazionale delle commissioni Pari Opportunità di Regioni e Province Autonome, Roberta Mori.

«Come Coordinamento da tempo impegnato fuori e dentro i confini regionali di riferimento per la realizzazione dell’uguaglianza di genere e di una democrazia paritaria compiuta, esprimiamo solidarietà alla Presidente della Commissione Europea e il convincimento che la questione non sia diplomatica ma politica, – spiega Mori – in quanto conferma la protervia di un sistema di potere patriarcale che ha influenza sull’Europa e sta minacciando il nostro sistema di tutele, diritti e valori democratici.»

Già all’indomani del recesso della Turchia dalla Convenzione di Istanbul per il contrasto alla violenza di genere e domestica, le presidenti delle Commissioni Pari Opportunità si erano rivolte alle Autorità europee e italiane per chiedere una concreta attivazione al fine di sostenere i diritti delle donne turche, accelerare la ratifica della Convenzione da parte di tutti gli Stati europei e contrastare nei fatti il regime di Erdogan. «Ciò che riteniamo pericoloso – spiega la coordinatrice nazionale – è non reagire istituzionalmente e politicamente ad una evidente escalation oscurantista della Turchia e ad un arretramento culturale che ci riguarda da vicino, per eventuali altre convenienze che nulla hanno a che fare con il rispetto delle donne e la protezione dei diritti umani.»

«Lo “schiaffo di Ankara”, come è stato definito, non va perciò ridotto a incidente di protocollo o risolto con la pur doverosa richiesta di censura del presidente del Consiglio Europeo Jean Michel. – conclude Roberta Mori – Chiediamo con forza ai Governi e rappresentanti italiani ed europei di scegliere da che parte stare in ogni occasione di confronto economico e politico con il governo turco, dando prova della volontà di evitare la deriva dei valori di uguaglianza che fondano l’Europa e la nostra Repubblica.»

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