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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE TRENTO * COMMISSIONE MALTEMPO: « IL SINDACATO, NO ALL’UTILIZZO DEI LAVORATORI PROGETTONE /ROSSI E MANICA, NON SI È MAI VISTO NESSUNO DELLA GIUNTA »

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18.40 - martedì 12 febbraio 2019

Commissione maltempo, chiuse le audizioni. Gli imprenditori del legno: interventi per sostenere i prezzi. Il sindacato: no all’utilizzo dei lavoratori del Progettone per l’emergenza. Rossi e Manica: in commissione non si è mai visto nessuno della Giunta.

Chiuse con i rappresentanti del sindacato le audizioni in Commissione maltempo. Gli imprenditori del legno chiedono un’azione della Pat per sostenere i prezzi, incentivando lo stoccaggio del materiale pregiato. Il sindacato preoccupato per la sicurezza del lavoro chiede che i lavoratori del Progettone non vengano utilizzati nei lavori di ripristino. Sì invece al potenziamento dei Bacini Montani. Infine, Ugo Rossi del Patt e Alessio Manica del Pd hanno criticato la Giunta perché nessun esponente dell’esecutivo, neppure l’assessore Zanotelli, ha partecipato ai lavori della Commissione speciale.

Nel pomeriggio la Commissione speciale sui danni del maltempo, presieduta da Ivano Job, ha continuato con le audizioni. I primi ad essere ascoltati sono stati i rappresentanti degli imprenditori e delle Apt. Luciano Rizzi, presidente del coordinamento dell’ApT, ha auspicato in vista delle stagione estiva, lo sgombero delle passeggiate più importanti nelle zone più colpite, come la valle di Fiemme. Molto lavoro è stato fatto e conforta sapere che per il Giro d’Italia tutto sarà a posto. Nel caso della valle di Sole, uno dei problemi maggiori è rappresentato dalla scomparsa del camping di Dimaro. Un fiore all’occhiello, ha detto ancora Rizzi, che non sarà facile ripristinare in un’altra zona, difficile da individuare. In Val di Sole coprire una domanda come quella dei campeggi, non è semplice ma si dovrà studiare una soluzione perché quello scomparso era sostanzialmente l’unico. In generale, la principale richiesta dei rappresentanti delle Apt è lo sgombero degli alberi schiantati per la stagione estiva.

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Per l’Asat, Davide Cardella ha chiesto un ripristino e recupero di infrastrutture turistiche e viabilistiche, sentieri, passeggiate e i siti di valore paesaggistica come Arte Sella. Ugo Rossi del Patt ha chiesto se i criteri di intervento sono ritenuti validi. La risposta è stata che si vedrà alla fine dell’iter il grado di soddisfazione.

 

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Pierangelo Baldo di Confindustria ha affermato che l’associazione è interessata per il legno, la manifattura e gli impianti a fune. Le aziende del legno sono più preoccupate, ha aggiunto, di quello che succederà del legname, per la tenuta del prezzo. Su questo tema, da parte della Pat, non è stato previsto un intervento pubblico, salvo l’accordo con le banche per i tassi, per le aziende che stoccano il materiale. Per il manifatturiero ci sono stati danni singoli e notevoli conseguenze per i fermi per mancanza di energia elettrica e telefonica. Per i danni infrastrutturali c’è la copertura assicurativa, per gli altri la delibera del 31 dicembre della Giunta sembra funzionare. Secondo il rappresentante di Confindustria, andrebbe però abbassato da sette a tre – quattro i giorni di sospensione dell’attività. Per gli impianti a fune i danni sono stati pesanti e un esborso notevole per liberare le piste da sci. Le perdite maggiori sono dovute a sospensione di cantieri per sistemare le piste. Ugo Rossi, sul tema dei danni, ha posto in evidenza che, contrariamente all’intervento della tempesta che investì Moena, dove i danni riguardavano strutture produttive, a Dimaro ci si trova di fronte ai casi di privati che affittavano regolarmente le loro seconde case e quindi ha auspicato l’introduzione di criteri più flessibili per i risarcimenti.

 

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Ferruccio Veneri della Confcommercio ha detto che i provvedimenti sono stati una riproduzione del modello Moena che mostrò le criticità, soprattutto sui i tempi per le domande che sono stati prorogati dalla Giunta e i sette giorni consecutivi di sospensione dell’attività. Serve, ha detto Veneri, una maggiore elasticità nella formulazione della norma. Sull’affitto d’azienda, infine, servirebbe una maggiore chiarezza. In generale però, ha concluso, il provvedimento per Confcommercio va bene.

 

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Paolo Sandri presidente del settore imprese boschive del Trentino. ha detto che la filiera produttiva non ha avuto grossi danni, ma il problema è il futuro. Con dispiacere s’è visto, ha detto ancora, che la Pat su questo ha fatto poco, mentre doveva prendere le redini in mano, perché ci sono gli stranieri che comprano e la Pat dovrà intervenire perchè si rischia di rimanere senza legno nel giro di poco tempo. La Pat, ha auspicato Sandri, dovrebbe conservare il legname sul territorio invece di lasciarlo portar via.

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Alex Marini (5 Stelle) si è soffermato sul tema della sicurezza del lavoro e ha chiesto a Sandri se su questo ci sono problemi. Sandri ha detto che sulla sicurezza si sta lavorando, incidenti sono già purtroppo accaduti ma stanno per iniziare corsi specifici sul recupero di piante schiantate. Purtroppo, ha ricordato, il rischio di incidenti c’è sempre, ma anche per la sicurezza i prezzi sono fondamentali perché da questi deriva la qualità e l’intensità del lavoro. Ugo Rossi (Patt) ha detto che il prezzo del legno è inevitabilmente influenzato da un evento come questo tipo e non esiste niente e nessuno che possa evitare uno sconvolgimento del mercato.

Quindi, il punto è che se cerchiamo una via per evitare il depauperamento attraverso l’acquisizione di qualcuno si crea solo una pia illusione. Il tema, secondo Rossi, riguarda l’efficienza delle imprese per affrontare i prezzi inevitabilmente diversi. La Pat, invece, deve aiutare le aziende remunerandole adeguatamente sulla parte di pubblica utilità, sulla pulizia degli schianti. Si deve ragionare sulla messa a disposizione di un contributo su quel tipo di attività, ha concluso, che esula dal valore del legname. Sandri ha ribattuto che è chiaro che si deve recuperare territorio, ma poi bisogna mettere in sicurezza il prodotto buono e non destinarlo alle ditte di imballaggio. E lo si fa conservandolo nei piazzali per immetterlo nel mercato piano piano. I comuni stanno invece vendendo, quando sarebbe possibile conservarlo.

Marini ha chiesto poi se qualcosa si sta pensando per i cambiamenti climatici puntando, per il Trentino, anche su una nuova strategia di immagine turistica. Invece, si è pensato di rilanciare con il Napoli. Cardella ha risposto che il tema è vasto ma presente alle categorie che stanno lavorando alla differenziazione dell’offerta.
Lucia Coppola (Futura) ha evidenziato che il tema dei cambiamenti climatici va tenuto in considerazione da tutti perché nessuno può chiamarsi fuori e anche le scelte che si fanno a livello locale hanno la loro importanza. Basti pensare all’edilizia, alla mobilità sostenibile, a un turismo meno pesante. La consigliera ha messo anche in evidenza la necessità di tutela della biodivesità e ha citato la proposta dei vivaisti su questo tema.

 

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Germano Preghenella, vicepresidente Federazione coop ha portato in commissione la richiesta degli allevatori di avere più zone a pascolo. Interventi, ha detto Job, che sono già previsti. Coppola ha invitato, su questo tema, alla cautela. Cavada (Lega) ha messo in evidenza che il bosco è arrivato troppo vicino alle case e ci sono molte situazioni a rischio. Ugo Rossi ha ricordato che la Forestale ha fatto degli interventi per rimettere a prato aree vicino ai paesi si sono recuperato panorami e bellezza che hanno alzato il valore turistico e estetico.

 

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Fabrizio Pavan della Confersercenti ha detto che la Pat ha saputo reagire, ma va fatto uno sforzo maggiore per la stagione estiva. Riguardo alla necessità di allungare la stagione è un obiettivo estremamente sentito da Confesercenti. Job ha concluso affermato che si è intervenuti velocemente e il resto d’Italia, più che farci i complimenti, dovrebbe prendere esempio.

 

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Sui prezzi del legname, ha detto Job, il problema è complesso perché ci sono comuni che non sono stati toccati e comunque ne subiscono pesantemente le conseguenze. Quindi, c’è la necessità di affrontare la questione con prudenza ed equilibrio. Ugo Rossi, sul tema dei danni, ha posto in evidenza che, a differenza dell’intervento per la tempesta che investì Moena, dove i danni riguardavano quasi esclusivamente strutture produttive, a Dimaro ci si trova di fronte ai casi di privati che affittavano regolarmente le loro seconde case e quindi ha auspicato l’introduzione di criteri più flessibili per garantire risarcimenti anche a questi soggetti.

 

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Il sindacato: Potenziare i Bacini Montani. No all’utilizzo dei lavoratori del Progettone per l’emergenza.

Franco Ianeselli della Cgil, prima di tutto, ha ricordato che i lavoratori e gli imprenditori, con un accordo con la Pat, hanno messo a disposizione un’ora di lavoro o 10 euro per costituire un fondo di solidarietà ma, dopo mesi, la procedura non è stata ancora attivata. Più in generale, secondo Ianeselli, va fatto un po’ di debito per fare interventi profondi. Sul piano della sicurezza del lavoro, purtroppo ci sono già stati morti e, ha ricordato, in Austria in caso simile le vittime sono state decine, quindi l’auspicio del sindacato è che i lavori vengano fatti con i dovuti tempi, puntando sulla formazione dei lavoratori. Un punto interrogativo la Cgil l’ha messo sull’idea di utilizzare personale del Progettone. Sia sul piano contrattuale che della qualifica delle persone. Discorso diverso, invece, l’utilizzo del Progettone sugli interventi di prevenzione delle conseguenze dei cambiamenti climatici. Ultimo punto, il fondo per il lavoro, già istituito da tempo, potrebbe essere utilizzato per far fronte agli eventi climatici estremi.

 

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Lorenzo Pomini della Cisl ha ricordato l’estrema pericolosità dei lavori di recupero e quindi il tema della sicurezza va affrontato con un piano di formazione non solo per gli addetti ma anche per i cittadini che intendano fare i lavori di riprestino da soli. C’è un comitato provinciale della sicurezza, ha ricordato, insieme all’Unità di prevenzione dell’Uopsal che potrebbero mobilitarsi per creare manuali e studiare modalità di intervento. Anche perché, in seguito ai cambiamenti climatici, eventi estremi come quello di ottobre possono diventare strutturali. Inoltre, ha detto Pomini, si devono tenere in conto i Bacini Montani che sono stati nel tempo svuotati di personale, ma che hanno realizzato opere decisive per la sicurezza del territorio. Servirebbe quindi un piano straordinario di assunzioni. Attenzione va posta anche ai tempi di recupero dei sentieri e dei percorsi ciclabili per evitare danni al settore turistico. Va fatto un ragionamento serio sul recupero di terreni a pascolo, ma soprattutto va fatto un ragionamento sulla gestione del territorio, imparando da quanto è successo per concludere che alcune opere non si possono più fare.

Per questo c’è la necessità di una prospettiva strategica tra Pat e comuni. Pomini ha sottolineato che lo Stato ha contribuito poco, invece dovrebbe intervenire in modo più sostanzioso perché nel bilancio Pat, per questi danni, mancano 250 milioni di euro. Matteo Salvetti della Uil ha ricordato l’importanza della prevenzione sia del territorio che per la sicurezza del lavoro. La Pat, su quest’ultimo punto, ha gli strumenti per investire, sul modello dell’edilizia, per formare i lavoratori. Infine, il sindacalista Uil, ha auspicato una sinergia tra le imprese trentine per la gestione del legno.

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Lucia Coppola, condividendo l’impostazione dei rappresentanti delle Confederazioni sindacali, ha sottolineato il tema della formazione per la sicurezza sia per i lavoratori che per i privati e l’assenza dello Stato e dell’Unione europea.

Ivano Job ha detto che è in corso una trattativa con lo Stato e col ministro Costa e Fraccaro si sono ipotizzati interventi per la prevenzione.

 

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Rossi e Manica: grave che l’assessore non si sia mai visto in commissione.

Infine una nota politica sollevata da Ugo Rossi, il quale ha ricordato che in tutte le commissioni, quando ci sono audizioni, un esponente della Giunta c’è. Non si può non rilevare che in ogni seduta, ha aggiunto, sono mancati gli assessori e rivolgendosi a Job ha affermato che, pur apprezzando la buona volontà, si è fatto carico di un lavoro che non è il suo. Sul tipo di interlocuzioni che sono state avviate, sul tipo di dati disponibili la parola spetterebbe alla Giunta. Anche di fronte alla portata dell’evento, non è possibile, ha detto ancora, che l’assessore Zanotelli non si sia mai presentata di fronte alla commissione. Quindi, ha concluso Rossi, un confronto in commissione col governo provinciale è indispensabile. Anche oggi di fronte alle audizioni, peraltro utilissime, sarebbe stato indispensabile avere la voce dell’esecutivo. Anche per rispetto istituzionale. Invece, l’assessore non si è mai visto. Alessio Manica (Pd) ha sottolineato la posizione di Rossi, ricordando che le commissioni ci sono anche per avere un confronto con la Giunta. L’esponente Pd ha ricordato inoltre che è stato fatto più confronto con la società in questa commissione, che non sulla variazione di bilancio. Poi Manica ha messo l’accento sul Progettone affermando che non c’è, in questo servizio, un materiale umano in grado di affrontare un’emergenza di questo tipo.

 

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Ianeselli ha replicato ricordando che da parte dei lavoratori, grazie all’ora di solidarietà, sarebbero disponibili tre milioni ma c’è un ritardo informativo da parte della Pat. Sul Progettone ha ribadito i dubbi del sindacato sull’utilizzo di questi lavoratori nel recupero. Invece, si potrebbe pensare ad un Progettone 4.0 per interventi di prevenzione delle conseguenze dei cambiamenti climatici.

 

 

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Ivano Job ha chiuso la seduta dicendo che sul recupero di sentieri il Progettone può essere impiegato. Mentre, sulla mancata presenza della Giunta ha detto che si farà interprete delle richieste di Rossi e di Manica.

 

 

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Alex Marini ha ricordato di avere sollevato, in un’interrogazione, le carenze di organico nei Bacini montani. Salvetti ha ricordato che il primo di marzo si affronterà il contratto integrativo e lo svecchiamento del personale di questo servizio perché l’età dei lavoratori, anche in questo settore importantissimo, rimane molto elevata.

 

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Lorenzo Pomini ha ricordato che lo svuotamento della pubblica amministrazione peggiorerà con quota 100, quindi serve una visione strategica anche in relazione alla probabile frequenza dei fenomeni atmosferici come quelli di fine ottobre. La tutela del territorio va tenuta nelle mani del pubblico, ma questo richiede una scelta politica: quella di tenersi in casa delle professionalità, investendo risorse.

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