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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PROVINCIALE PAT * SCONTRO CONSIGLIERI-SGARBI: « BOCCIATA LA RISOLUZIONE DI MARINI CON 19 NO, 9 SÌ E 7 VOTI DI ASTENSIONE TRA CUI QUELLO DI JOB »

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17.11 - martedì 18 giugno 2019

Sullo scontro consiglieri-Sgarbi presidente del Mart Fugatti chiede di abbassare i toni ma alle minoranze non basta. No alla risoluzione di Marini e altri, respinta con 7 astensioni tra cui anche quella di Job.

Esaurito il question time, il Consiglio provinciale ha respinto con 19 voti contrari, 9 a favore e 7 di astensione, tra i quali anche quello del leghista Ivano Job, che si è discostato dal “no” del proprio gruppo, una risoluzione proposta da Alex Marini (5 stelle) e sottoscritta anche dal collega Degasperi, da Ghezzi e Coppola di Futura nonché da Ferrari e Olivi del Pd, che chiedeva al presidente del Consiglio provinciale di “perseguire in sede giudiziaria tutte le iniziative necessarie per assicurare la tutela della dignità e dell’onorabilità dei consiglieri e delle istituzioni provinciali, con specifico riferimento ai comportamenti, alle minacce di applicazione della pena di morte e agli insulti, ad essi rivolti da parte del deputato Vittorio Sgarbi”. Risoluzione sulla quale Fugatti ha espresso la contrarietà della Giunta.

Il governatore invita a calmarsi e condivide la presa di posizione di Kaswalder.

Motivo? Sulle pesanti dichiarazioni rilasciate alla stampa da Vittorio Sbarbi contro alcuni consiglieri provinciali che avevano contestato la Giunta per averlo nominano alla presidenza del Mart, il governatore ha invitato tutti, Sgarbi e i consiglieri, ad abbassare i toni. Bisognerebbe sempre adottare “le dovute attenzioni”, ha ammonito, prima di rilasciare certe dichiarazioni alla stampa. E ha aggiunto di condividere nel merito la nota diffusa a difesa dei consiglieri presi di mira da Sgarbi dal presidente dell’assemblea legislativa Walter Kaswalder, che aveva richiamato al dialogo. Per Fugatti occorre quindi placare gli animi e ripristinare un clima sereno “Questo vale per tutti – ha aggiunto – anche per il presidente del Mart. Sul tema Marini ha presentato una risoluzione sottoscritta anche dal collega pentastellato Degasperi, Ghezzi e Coppola di Futura, Ferrari (Pd) e Olivi (Pd), per chiedere al presidente del Consiglio provinciale di “perseguire in sede giudiziaria tutte le iniziative necessarie per assicurare la tutela della dignità e dell’onorabilità dei consiglieri e delle istituzioni provinciali, con specifico riferimento ai comportamenti, alle minacce di applicazione della pena di morte e agli insulti, ad essi rivolti da parte del deputato Vittorio Sgarbi”. Risoluzione sulla quale Fugatti ha espresso la contrarietà della Giunta.

Marini ha detto che dal presidente della Giunta si aspettava qualcosa di più e ha poi ricapitolato le motivazioni della querelle, citando le interrogazioni da lui presentate nei mesi scorsi per contestare la nomina di Sgarbi alla presidenza del Mart. Nomina che a suo avviso lede il prestigio del museo. Il consigliere dei 5 stelle ha aggiunto di non voler riportare per rispetto dell’Aula gli insulti a lui rivolti ma ha chiesto a tutti di riflettere perché a suo avviso “non saranno gli ultimi”. “Ora per opportunità politiche lo difendete – ha concluso – ma non sapete il danno di immagine che a causa delle ‘uscite’ di Sgarbi state arrecando alle istituzioni e alla Provincia”.

Sara Ferrari (Pd) ha detto che non le era mai capitato di dover subire attacchi e offese del genere e diffuse pubblicamente a mezzo stampa. “Se questo viene allegramente sdoganato – ha osservato – tutti un domani potremo rimanere vittime degli insulti che il primo che passa potrà rivolgerci”. Anche Ferrari ha ricapitolato la vicenda, ricordando la sua contrarietà a quella che ha definito una “pasticciata” proposta di modifica della Giunta alle regole per rendere possibile la nomina di Sgarbi alla presidenza del Mart. Modifica poi non a caso ritirata dall’esecutivo. La consigliera ha ricordato di termini irrispettosi e volgari utilizzati da Sgarbi nei confronti suoi e di Marini bollati dal deputato come “depensanti”, “incompetenti” e “onanisti con la destra e con la sinistra”: un vero e proprio attacco a due consiglieri nell’esercizio del loro ruolo. Ferrari si è detta dispiaciuta che il presidente Fugatti abbia chiesto solo di calmare gli animi senza ribadire che le affermazioni di Sgarbi erano inaccettabili. “Offendendo noi – ha protestato – Sgarbi ha offeso i trentini. E se ci si limita a tutelarci esprimendo solidarietà e rammarico, io non mi sento più tutelata”.

Paolo Ghezzi (Futura) ha confessato di avere un sogno: quello che si levi a difesa dei consiglieri offesi qualche voce della maggioranza e magari anche di qualche esponente della Giunta. Spero, ha proseguito, che il presidente del Consiglio provinciale non sia lasciato solo dalla sua maggioranza nel condannare questi fatti e queste parole. Ghezzi ha ricordato di non aver mai avuto pregiudizi su Sgarbi. Anzi, di aver colto in questa nomina un’utile operazione di marketing per il Mart. Fino a quando ha letto le aggressioni verbali rivolte ai colleghi. Il linguaggio usato da Sgarbi è a suo avviso molto diseducativo e inaccettabile per una Giunta che si pone il problema del rispetto, dell’educazione, della droga e della morale. Per Ghezzi non si capisce come possano le preoccupazioni morali della maggioranza scomparire di fronte a una persona alla quale viene data licenza di uccidere con le parole solo perché gli si è data la presidenza del Mart. “Temo – ha concluso – che il suddetto sia stato scelto proprio perché si comporta e parla così. Il prezzo da pagare è la disponibilità ad essere offesi solo perché Sgarbi porterà più visitatori al Mart”.

Ugo Rossi (Patt) ha plaudito alla “chiara e netta” presa di posizione del presidente del Consiglio provinciale Kaswalder contro le dichiarazioni sopra le righe di Sgarbi nei confronti dei consiglieri offesi. Il capogruppo del Patt ha anche preso atto che il presidente Fugatti ha condiviso la nota diffusa da Kaswalder. “Questo è un fatto importante”, ha commentato Rossi auspicando di sottoporre al voto unanime del Consiglio questa stessa nota, “che è un ottimo punto fermo per il futuro, qualora qualcun altro insultasse ancora i consiglieri. “Qui dentro – ha concluso Rossi – ci pensano i cittadini del Trentino a giudicarci, non altri”.

Alessia Ambrosi (Lega) riferendosi al dispositivo della risoluzione ha suggerito ai consiglieri interessati di rivolgersi eventualmente alla magistratura, “perché in quest’Aula ai trentini interessano fatti concreti”.

Ferrari ha replicato ad Ambrosi precisando che con il suo ragionamento intendeva chiedere al Consiglio di prevenire la possibilità che qualcuno possa insultare il Consiglio.

Il presidente Kaswalder ha ricordato che a tema vi la risoluzione presentata che, a suo avviso, “è un po’ troppo pesante visto che impegna a perseguire la via giudiziaria”. Ha aggiunto di aver conosciuto Sgarbi, di aver diffuso sul caso la nota citata e di essere pronto a chiedere al deputato un chiarimento per chiudere la vicenda.

Marini ha ribadito la sua volontà di arrivare al voto sulla risoluzione da lui proposta.

Alessio Manica (Pd) ha giudicato “inopportuno” il giudizio espresso da Kaswlader sulla risoluzione. E ha aggiunto che se la responsabilità politica della scelta di Sgarbi è della maggioranza, ben sapendo la sua capacità provocazione e di impatto sulla comunità, con la nomina del deputato la Giunta ha legittimato e sdoganato il suo modo di comunicare. Riconosco la cultura artistica di Sgarbi, ha aggiunto il consigliere, ma non ne condivido lo stile. Si è inoltre costruita una visione messianica esagerata della figura di Sgarbi. Sui danni che arrecherà al Mart sarà il tempo a giudicare. Quanto alla tutela dei consiglieri per Manica non basta esprimere rammarico. Non si tratta di tutelare un consigliere o l’altro ma l’intero Consiglio provinciale. Un po’ come aveva fatto il consiglio regionale che aveva percorso le vie giudiziarie contro gli insulti rivolti all’allora consigliere Moltrer, vincendo la causa. Non è quindi eccessivo che Marini chieda di adire alle vie legali contro Sgarbi. Diversamente, ha concluso, ho la sensazione che da parte dell’Aula vi sia una sudditanza nei confronti di figure del genere. Se il presidente Kaswalder condivide il fatto che le dichiarazioni di Sgarbi abbiano offeso la dignità dei consiglieri non può bocciare la risoluzione.

Ghezzi ha ribadito che la questione è educativa e per questo non si può non condannare la diseducativa arte retorica del neo-presidente del Mart. Qui la questione è di dignità dell’Aula ma evidentemente non si vuole capire. Abbiamo come parlamentari trentini il dovere di riflettere sulle parole e se qualcuno usa le parole come corpi contundenti, questo linguaggio totalmente irrispettoso va respinto.

Luca Guglielmi (Fassa) ha rinfacciato a Ghezzi di non aver dimostrato lui per primo rispetto nei confronti di due colleghe della maggioranza al momento della loro nomina ad assessore dell’attuale Giunta, giudicandole incompetenti.

Mara Dalzocchio, capogruppo della Lega, ha motivato il voto contrario del Carroccio alla risoluzione E quanto all’esempio che secondo i colleghi della minoranza i consiglieri devono dare ai cittadini, ha segnalato anche lei gli attacchi subiti dalle due colleghe assessore perché donne e incompetenti, “senza alcuna argomentazione riferita a fatti concreti”. Giusto quindi invocare rispetto e pari dignità perché lo si faccia sempre e a tutela di tutti.

Rossi ha motivato il voto di astensione del Patt, “perché consegnare alle aule giudiziarie anche con la partecipazione delle istituzioni una vicenda di questo tipo rischierebbe, dal punto di vista legale, di aprire un caso che non si sa dove potrebbe portare”. Rossi ha auspicato che anche i colleghi della maggioranza riconoscano nella presa di posizione del presidente Kaswalder contro le parole di Sgarbi. Perché a suo avviso nulla può e deve impedire di condannare come inaccettabili certe dichiarazioni. Secondo Rossi nel caso in questione dire che Sgarbi ha sbagliato è necessario, “altrimenti non si riesce ad incontrarsi nemmeno sul “minimo sindacale”.

Claudio Cia (Agire) ha detto che l’opposizione non può fare prediche su questo terreno e ci si deve chiedere chi ha appiccato il fuoco della polemica. Non certo Sgarbi.

Marini ha aggiunto che da parte sua non si sono sollevate polemiche ma si è solo esercitato il mandato, ponendo domande rimaste senza risposta. C’è poi differenza tra provocazioni e offese. Inoltre, ha ricordato che le questioni legali sono già avviate e di aver già ricevuto richiesta di mediazione dall’avvocato di Sgarbi. C’è stata, è vero, una nota di rammarico da parte del Presidente Kaswakder, ma il Presidente del Mart ha continuato a lanciare strali a destra e sinistra. Parole inaccettabili, turpi, che da parte di alcuni sono state tollerate e accettate. Quindi, la nota della presidenza è stata derisa. Marini ha aggiunto che il dispositivo rimane com’è perché di mezzo l’onorabilità delle istituzioni, che è stata lesa. I comportamenti di Sgarbi minacciano l’onorabilità delle istituzione. Per questo ha chiesto al Presidente Fugatti di verificare se le dichiarazioni di Sgarbi siano conformi al codice di comportamento dei dipendenti pubblici e di valutare quindi se ci possa essere anche la possibilità di revocare il mandato al Presidente del Mart. Chi vota no, ha chiuso, si assume gravi responsabilità.

Giorgio Leonardi (FI), preannunciando il proprio no alla risoluzione, ha affermato, sempre in dichiarazione di voto, che la presa di posizione del Presidente Kaswalder e quella di Fugatti possono essere sufficienti per chiudere il caso.

Piero De Godenz (UpT), condividendo la scelta di Sgarbi come presidente Mart ma non le sue dichiarazioni, ha ricordato che si sarebbe potuto trasformare l’intervento di Kaswalder in una risoluzione votata da tutti.

Ivano Job della Lega ha dichiarato un voto in dissenso dal proprio gruppo, spiegando di essere vicino a tutti i consiglieri che ricevono attacchi personali, ma se ogni volta che si verifica un attacco personale lo si trasforma in istituzionale c’è qualcosa di sbagliato. Quindi, il suo voto di astensione vuole stimolare maggioranza e minoranza su un’idea condivisa: l’istituzione va difesa sempre o mai. Inoltre, ha aggiunto, queste cose si potrebbero risolvere parlandosi di più e polemizzando di meno.

La risoluzione di Alex Marini 5 Stelle è stata infine bocciata con 19 no, 9 sì e 7 voti di astensione tra cui quello di Ivano Job della Lega.

 

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