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CONSIGLIO PROVINCIALE PAT * QUINTA COMMISSIONE: « INCONTRO CON L’ASSESSORE BISESTI, FOCUS SU PRESIDENZA TRENTINA GECT ED I PROGETTI EUROPEI DELL’ATENEO DI TRENTO »

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13.18 - martedì 22 marzo 2022

Incontro in V Commissione con l’assessore Bisesti sulla presidenza trentina del Gect i progetti europei dell’ateneo

La Quinta Commissione guidata oggi da Sara Ferrari (Pd), che oggi ha sostituito la presidente Alessia Ambrosi (FdI), ha incontrato stamane l’assessore all’istruzione Mirko Bisesti. Due gli argomenti in discussione: le attività svolte e programmate dal Gect Euregio Tirolo – Alto Adige – Trentino (su questo punto Bisesti ha riferito al posto del presidente Fugatti); e l’impegno dell’Ateneo trentino rispetto alla strategia per le università perseguita dall’Unione europea.

 

Gect, punta sui giovani il programma della presidenza trentina del’Euregio.

Bisesti ha dapprima ricordato quel che già è stato fatto a partire dal 2021, anno che ha segnato l’avvio della presidenza trentina. Innanzitutto durante la crisi pandemica è stata rafforzata la cooperazione interna all’Euregio. A inizio ottobre poi, nel quadro dell’Euregio Connect, le Province di Trento, di Bolzano e il Land Tirolo hanno firmato una convenzione per rafforzare la cooperazione tra i territori nei settori del turismo e dello sport. Oltre ad offrire un rinnovato sito internet dell’Euregio, i tre territori hanno avviato un’indagine sulle condizioni dei lavoratori con 4.500 interviste telefoniche. I risultati, pubblicati a breve – ha preannunciato l’assessore – forniranno indicazioni fondamentali per il futuro dell’Euregio. Un altro studio importante curato da 20 ricercatori è stato completato sulla condizione dei giovani dopo aver coinvolto 6.500 studenti. Anche di questa ricerca uscirà presto il report. Bisesti ha accennato anche ai 70 musei selezionati in tutta l’Euregio per invitare a visitarli nel corso del 2021, anno europeo dedicato a queste strutture. Tra i molti altri temi approfonditi fino ad oggi dal Gect l’assessore ha citato infine il lavoro portato aventi per una strategia comune in merito al traffico transfrontaliero nel corridoio del Brennero, l’armonizzazione delle leggi dei tre territori e l’Euregio Family Pass, che ha permesso di offrire con l’apposita card alcuni servizi utili alle famiglie in tutto il territorio dell’Euregio.
Quanto al programma della presidenza trentina del Gect (slide allegate), Bisesti ha sottolineato la volontà di rafforzare anche la cooperazione culturale fra i tre territori con iniziative che favoriscano la conoscenza reciproca e lo sviluppo dei legami. Ha accennato a una riforma istituzionale che prevede la creazione di “giunte specializzate” formate da tre membri esperti in due settori: sanità e sociali; e protezione civile. La riforma porterà anche al coinvolgimento dei Comuni nell’Euregio in base alle loro competenze. I giovani saranno al centro di un focus durante la presidenza trentina con politiche da realizzare non solo “per” ma anche e soprattutto “con” loro. Altri focus: l’atlante storico digitale; un progetto prevede una composizione musicale per l’Euregio. La valorizzazione del ruolo delle donne. Rispondendo a una domanda di Ferrari, l’assessore ha assicurato che il Gect rispetterà gli impegni affidati all’Euregio dal Dreier Landtag nell’autunno scorso con apposite mozioni. Per questo – ha concluso – fornirà il punto sullo stato di attuazione dei dispositivi.

 

L’Università di Trento è al passo con l’Europa.

Quanto alla strategia europea per le università (vedi documento allegato), Bisesti ha premesso che l’ateneo trentino è fortemente impegnato sul versante internazionale ed europeo per attuare il programma comunitario, anche con il sostegno finanziario della Provincia. Per l’Università di Trento Vanessa Ravagni ha evidenziato i 4 obiettivi europei ai quali l’Ateneo partecipa e da raggiungere entro il 2024. Per il primo, che punta a rafforzare la dimensione europea dell’istruzione superiore e della ricerca, l’Università di Trento è già entrata in un consorzio di 14 atenei europei che già puntano a un nuovo modello di apprendimento in cui gli studenti diventano parte attiva impegnandosi a risolvere alcune sfide (come consumare meno acqua nei loro territori). L’ateneo trentino sta già lavorando anche sul secondo obiettivo europeo che punta a sostenere gli impegni del rispetto delle diversità, dell’inclusione e dei valori democratici. Quanto al terzo obiettivo, legato ai progetti di respiro europeo finanziati dal Pnrr, anche l’Università di Trento lavora per evitare che le attività di ricerca abbiano un impatto negativo sull’ambiente, in modo da favorire la transizione verde. Per la transizione digitale l’ateneo trentino dà molto peso alla didattica orientata in questa direzione. Per il quarto obiettivo europeo – i riconoscimenti dei titoli di studio all’estero – l’università di Trento ha già adottato questa possibilità con i processi di accreditamento nazionali ed europeo. Infine, per quanto riguarda la collaborazione sui progetti di ricerca, il nostro ateneo partecipa a 136 progetti e ha stretto 100 accordi bilaterali con altre sedi in Europa. Risultato: 1.000 studenti dell’università di Trento si muovono all’estero e 60 in area extraeuropeo, mentre 700 studiano in altri Paesi Ue con il programma Erasmus. Cristina Ioriatti, del dipartimento competente della Provincia, ha evidenziato che l’ateneo trentino sta già realizzando molte delle 25 azioni sollecitate dalla Commissione europea, dalla parità di genere al digitale, dalla transizione verde al riconoscimento della Carta dello Studente. L’Università di Trento è attiva su tutti i punti indicati dal pacchetto europeo e progetto dopo progetto si avvicina al raggiungimento di tutti questi obiettivi.

 

Puntare sulle competenze informatiche per aumentare le possibilità di lavoro.

Ferrari ha chiesto quale sia la percentuale di investimento della Provincia a favore dell’Ateneo trentino anche in funzione della messa a terra degli obiettivi europei. Sempre rispetto all’applicazione nell’università di Trento dei progetti europei, ha segnalato il problema della sotto-rappresentanza delle donne nelle discipline Stem (scientifico-tecnologiche: scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) e nei relativi corsi di studio, e ha posto una domanda sulla possibilità di aumentare gli sforzi sul versante della formazione informatica degli studenti per facilitare gli sbocchi lavorativi visto che il mercato va fortemente in questa direzione. Servono insomma corsi di laurea che garantiscono alti livelli di occupabilità. Una collaborazione tra l’Ateneo e la Provincia sarebbe utile anche per l’alfabetizzazione digitale dei cittadini del Trentino.
L’assessore si è impegnato a fornire il dato attuale sul finanziamento della Provincia all’Università, per garantire, d’intesa con il Rettore, investimenti che producano ricadute sul territorio dei progetti dell’ateneo trentino. Una fruttuosa collaborazione per il territorio del Trentino si è ad esempio già concretizzata nel settore della sanità con l’introduzione del corso di laurea in medicina. Bisesti ha accennato anche alle Olimpiadi invernali del 2026 che coinvolgeranno anche il Trentino, annunciando che sta prendendo forma un progetto Provincia-Università finalizzato alla crescita di competenze nei settori della tecnologia e dello sport. Importanti, infine, per l’assessore sono le attività che l’Università sta portando avanti per la sicurezza e l’apprendimento delle competenze degli studenti in campo informatico per metterli nelle condizioni di affrontare i cambiamenti del mercato del lavoro.

 

Borse di studio per le studentesse che scelgono corsi di laurea Stem

Sulle discipline Stem Ravagni ha segnalato borse di studio messe a disposizione dal ministero e alle quali partecipa anche l’Università di Trento, dedicate alle studentesse che si iscrivono ai corsi di laurea fin’ora meno “gettonati” dalle donne. Si tratta poi per l’ateneo di garantire non solo docente ma anche tecnico-amministrativo la possibilità di di conciliare vita familiare, lavoro e opportunità di carriera professionale. L’Ateneo trentino – ha proseguito Ravagni – ha sempre operato in tal senso. Ha poi citato il progetto specifico messo in campo dell’Università di Trento a favore dei rifugiati e delle persone in difficoltà. Tutti i progetti sono accessibili nel sito. Quanto infine al trasferimento di competenze e conoscenze ai cittadini, Ravagni ha evidenziato che l’ateneo trentina è una delle poche realtà in Italia ad aver aperto un dialogo con il territorio fornendo micro-corsi e micro-credenziali a chi ha bisogno di formazione pur non essendo studente.
Prima di chiudere, la V Commissione si è impegnata ad approfondire prossimamente altri due atti europei con gli assessori provinciali competenti, uno in tema di istruzione superiore e l’altro sulla modifica del regolamento del Parlamento europeo sui pesticidi.

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