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CONSIGLIO PROVINCIALE PAT * DDL SEMPLIFICAZIONE: « APPROVATO CON I VOTI DEI 19 CONSIGLIERI DI MAGGIORANZA RIMASTI IN AULA »

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07.00 - giovedì 6 giugno 2019

Disegno di legge semplificazione approvato con i voti dei soli 19 consiglieri di maggioranza rimasti in Aula dopo che le minoranze avevano abbandonato per protesta i lavori.

Il disegno di legge 18 proposto dalla Giunta Fugatti per la semplificazione e la competitività è stato approvato in Aula poco dopo le 20.00 con i soli voti dei 19 consiglieri di maggioranza rimasti nell’emiciclo. Le minoranze avevano infatti abbandonato mezz’ora prima i lavori in segno di protesta. Subito prima la garante dell’assemblea delle minoranze, Paola Demagri, aveva letto un comunicato stampa concordato con i colleghi (e già inviato) che stigmatizza sia l’emendamento giudicato un “pastrocchio” presentato da Guglielmi (Fassa) che mirava a modificare con una forzatura il regolamento consiliare, sia la decisione unilaterale presa dalla sola maggioranza, complice il presidente Kaswalder, di proseguire i lavori che avrebbero dovuto concludersi alle 18.30.

Nelle dichiarazioni di voto finali, il presidente della Provincia Fugatti, dispiaciuto per l’abbandono dei lavori da parte delle minoranze, ha ricordato che Guglielmi aveva ritirato l’emendamento contestato. E aggiunto che comunque anche la decisione delle minoranze di uscire dall’Aula, nella dialettica politica,“ci può stare”. Da segnalare anche la difesa dell’operato del presidente Kaswalder da parte di Claudio Cia (Agire), secondo il quale le minoranze non avevano votato alla conferenza dei capigruppo sulla prosecuzione dei lavori semplicemente perché erano uscite prima. Apprezzamenti per il ddl sono stati espressi nelle dichiarazioni di voto anche da Dalzocchio, Leonardi e Guglielmi.

Ghezzi denuncia il “vil baratto”.

Al rientro in Aula dopo una riunione dei capigruppo chiesta dalle minoranze per decidere sui lavori che avrebbero dovuto concludersi alle 18.30 e in merito un discusso emendamento proposto da Luca Guglielmi per affidare alla Giunta la possibilità di presentare ogni anno al Consiglio entro il 31 marzo un ddl finalizzato alla semplificazione normativa, l’esponente di Fassa ha annunciato il ritiro “a malincuore” di questa sua proposta di integrazione dell’articolo 17. “Sperando – ha aggiunto – che questo disegno di legge non venga rinviato.”

Paolo Ghezzi (Futura 2018) dopo aver lamentato il “vil baratto” consumatosi nella riunione dei capigruppo, dove si sarebbe concordato il ritiro dell’emendamento Guglielmi in cambio della conclusione in serata dell’esame del ddl, ha contestato la mancata posizione super partes assunta, a suo dire, una volta di più dal presidente Kaswalder. Il quale per Ghezzi ha dimostrato di “continuare a fiancheggiare in modo insopportabile la maggioranza”.

Il presidente Kaswalder ha replicato affermando di essersi semplicemente limitato a rispettare, senza interpretazioni, il regolamento.
Il capogruppo del Pd Tonini ha criticato con forza la mancata osservanza dell’orario: “se si dice che il Consiglio finisce alle 18.30 – ha protestato – i lavori devono terminare a quell’ora. Diversamente viene meno una delle norme basilari dell’attività dell’Aula”. E per valutare il problema con tutte le minoranze ha chiesto e ottenuto un’ulteriore sospensione.

Le minoranze abbandonano l’Aula.

Al rientro in Aula (alle 19.30), Rossi (Patt) ha detto di aver avuto conferma della fondatezza dei dubbi da lui sollevati in merito aver chiesto che venissero fugati poco prima sull’emendamento Guglielmi. “L’emendamento aveva l’obiettivo – e lo avrebbe raggiunto – di modificare un qualcosa che per quest’Aula è sacro: il regolamento consiliare, permettendo di arrivare ogni anno in Consiglio una legge omnibus”. Legge omnibus a favore della quale Rossi ha peraltro ricordato di aver sempre sostenuto. E ha rammentato una modifica del regolamento promossa a suo tempo dal presidente Dorigatti proprio per evitare che ciò avvenisse a colpi di emendamenti. “Questo è un atto grave ed è giusto che ne rimanga traccia – ha proseguito – perché si tratta di un precedente intollerabile. “Così non si fa presidente”, ha concluso rivolto a Kaswalder, perché per raggiungere certi obiettivi esistono delle maggioranze, “e lei ha il dovere di tutelare i regolamenti consiliari, anche per poterli cambiare”.

A questo punto Paola Demagri (Patt), garante minoranze, ha letto un comunicato concordato con tutti i colleghi dell’assemblea dei consiglieri di opposizione, in cui si giudica l’emendamento proposto da Guglielmi un pastrocchio e una furbata. E lo si considera fortemente lesivo del regolamento consiliare. Il presidente Kaswalder – prosegue la nota – ha fatto votare ai soli capigruppo di maggioranza la decisione di proseguire comunque i lavori d’aula oltre l’orario previsto, tradendo il suo ruolo istituzionale super partes. Per questo motivo – conclude il comunicato stampa – i consiglieri di minoranza annunciano che non parteciperanno al proseguimento unilateralmente deciso dei lavori d’aula”.

Il presidente Kaswalder ha ricordato che i capigruppo hanno deciso a maggioranza di proseguire, ma che la decisione avrebbe potuto essere presa solo da lui. A questo punto tutti i consiglieri di minoranza sono usciti dall’Aula.
I lavori sono quindi proseguiti con la sola maggioranza che, potendo garantire comunque il numero legale con la presenza di 19 consiglieri, ha votato all’unanimità tutti gli articoli rimanenti (dal 17 al 32) del ddl, respinto tutti gli emendamenti presentati dalle minoranze e approvato quelli proposti dalla Giunta.

Le dichiarazioni di voto.

Nelle dichiarazioni di voto finali, il presidente della Provincia Fugatti ha ringraziato tutti i consiglieri e i funzionari della Giunta e del Consiglio, che hanno collaborato a questo importante ddl. “Dispiace – ha detto – arrivare al voto finale senza la presenza delle minoranze, perché questo è un ddl condiviso anche dalle categorie economiche. La politica va però capita – ha aggiunto – e ci può anche stare che le minoranze abbandonino i lavori consiliari”. E ha proseguito: “l’emendamento di Guglielmi era lecito anche qualcuno ne ha messo in dubbio il senso. Il consigliere allora lo ha ritirato, ma nonostante questo, nonostante fosse stato tolto di mezzo il motivo del contendere, le minoranze hanno abbandonato i lavori. Non credo proprio – ha concluso – di aver operato alcuna forzatura”.

Claudio Cia (Agire) ha difeso il presidente Kaswalder dall’accusa di aver fatto votare solo dalla maggioranza la decisione di proseguire i lavori del Consiglio oltre l’orario predefinito. La verità a suo avviso è che tutti potevano rimanere nella sala dove erano riuniti i capigruppo, ma ad un certo punto i consiglieri di minoranza sono usciti. Non è quindi vero che il presidente Kaswalder ha impedito che le minoranze votassero. Semplicemente sono uscite prime. Inoltre c’è stato un processo alle intenzioni sull’emendamento di Guglielmi. Il consigliere di Fassa, secondo Cia, ha deciso di ritirarlo per facilitare i lavori. E invece le cose si sono complicate. “Le minoranze devono mettersela via – ha concluso – convincendosi che ora non governano loro. E che se si vuole il bene del Trentino, occorre lavorare insieme. Da parte nostra la disponibilità c’è stata, ma non è bastata. Evidentemente il problema non siamo noi”.

Luca Guglielmi (Fassa) ha sottolineato come si sia voluto strumentalizzare il suo emendamento. “Ribadisco – ha detto – la volontà di portare avanti il contenuto del dispositivo, anche se in altri modi. Questo ddl doveva essere approvato nell’interesse di tutti i trentini, che hanno bisogno di risposte concrete”. E ha concluso spiegando di votare a favore “non per la maggioranza, ma per tutto il Trentino.

Mara Dalzocchio, capogruppo di Lega Salvini Trentino, si è detta dispiaciuta dell’assenza delle minoranze e ha ricordato di aver chiesto loro di partecipare alla conclusione dei lavori. E ha negato che l’emendamento Guglielmi sia stato ritirato per un “vil baratto”, in cambio del voto sul ddl proposto. Ha poi plaudito al provvedimento del presidente Fugatti, che rilancia l’economia trentina, da troppi anni rallentata. Un rilancio che con questo ddl non passa da una politica di contributi che aiutano solo apparentemente l’economia senza permettere una crescita duratura. Si è invece preferito puntare sull’ammodernamento della pubblica amministrazione per favorire il lavoro delle imprese, ostacolato da da una burocrazia che ha rallentato le procedure. Queste misure dimezzano i tempi della burocrazia e soddisfano la domanda di cambiamento espressa dai cittadini nelle urne. “E il nostro – ha concluso – è il governo del cambiamento”.

Giorgio Leonardi (FI) ha apprezzato l’equilibrio dimostrato dal presidente del Consiglio provinciale nei confronti delle minoranze ed espresso piena solidarietà al collega Guglielmi. “Dispiace che non vi siano le minoranze in Aula”, ha aggiunto, perché “qui nessuno ha cercato espedienti”, mentre sono state le opposizioni ad “inceppare ancora una volta la macchina amministrativa”. Del resto per Leonardi, “se la Giunta è arrivata a proporre una legge del genere è perché vi sono stati prima 25 anni di malgoverno”. Il popolo è sovrano e ha scelto una maggioranza, ha concluso. Una maggioranza che ora vuole mantenere la parola data.

Il presidente Kaswalder ha ringraziato tutti i consiglieri di maggioranza e minoranza e il personale che ha contribuito e accompagnato i lavori del Consiglio.
Messo ai voti, il disegno di legge è stato approvato con i 19 voti favorevoli di consiglieri della maggioranza presenti.
Sospeso il punto 2 (esame del ddl di Dallapiccola sugli interventi da adottare dopo la Tempesta Vaia) per assenza del proponente, il presidente Kaswalder ha chiuso i lavori.

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