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CONSIGLIO PROVINCIALE DI TRENTO * LAVORI AULA: « AL RIENTRO IN AULA IL PRESIDENTE FUGATTI HA SVOLTO IL PROPRIO INTERVENTO DI REPLICA, NUOVA SOSPENSIONE »

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16.54 - giovedì 25 luglio 2019

Consiglio provinciale, nuova sospensione dopo la replica di Fugatti.

Dopo la sospensione, al rientro in aula il presidente Fugatti ha svolto il proprio intervento di replica. A seguire, i lavori sono stati nuovamente sospesi per permettere una riunione delle minoranze e successivamente la valutazione degli ordini del giorno con la Giunta provinciale.

 

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La replica di Fugatti
Al rientro dopo la sospensione il presidente della Giunta Maurizio Fugatti è intervenuto in replica agli interventi dei consiglieri alla manovra di assestamento. Nelle varie argomentazioni, ha osservato, sono state esplicitate tutte le tematiche, partendo dai tre macro temi, natalità e politiche sociali, lavori pubblici e danni del maltempo. Non posso che rilevare con favore che più colleghi, in diversa misura anche di minoranza, riconoscono che questa manovra di assestamento è orientata al sociale. Questo è un buon punto di partenza, ha detto il presidente con soddisfazione, perché la sfida della natalità è una sfida che coinvolge tutti. Certo, si può sempre fare di più, ha aggiunto, ma noi abbiamo ragionato in termini di incentivo al quale abbiamo ritenuto di dare una data di confine, che è quella del gennaio 2020. Al consigliere Tonini, che ha rilevato che il bonus bebè inventato dal centrosinistra non ha dato risultati, dico che non lo sappiamo. È un incentivo per cinque anni dopo i quali tireremo le somme: forse questa misura applicata al Trentino, in un ambito più circoscritto, potrà avere qualche effetto in più. Certo, ha aggiunto, questo non basta. Un’altra politica sociale è quella dell’azzeramento delle rette degli asili nido che va coniugata con altre politiche a sostegno del lavoro femminile e su questo siamo pronti a discutere, ha detto ammiccando alla minoranza che ha presentato delle proposte in tal senso. Invece ampliare il bonus bebè fino ai 18 anni come chiede il Patt è certamente condivisibile, ma difficile dal punto di vista della sostenibilità finanziaria.

Quanto alle scelte sui lavori pubblici e sugli appalti, l’impostazione adottata, ha spiegato Fugatti, affonda nella consapevolezza che di fronte ad un’ipotetica situazione economica di rallentamento il maggior moltiplicatore in termini economici risiede sicuramente nei lavori pubblici. Accanto a questo c’è naturalmente una considerazione strategica sullo sviluppo del territorio che ha bisogno di certe opere, come la tangenziale di Rovereto, quella di Pinzolo, la circonvallazione di Comano, la terza corsia della Valsugana ecc. Le risorse per la tangenziale di Rovereto stanno all’interno dell’accordo con A22, ma la concessione arriverà entro fine anno e noi riteniamo che quell’opera deve essere fatta nell’interesse della comunità. Non serve anticipare risorse, ha aggiunto rispondendo così alle richieste del Patt, se ci dovessero essere ritardi nella concessione a quel punto valuteremo il da farsi. Sulla Valdastico riteniamo che il Trentino non possa dire ancora una volta no: dall’ottobre scorso c’è un nuovo Trentino, quello che dice sì e con partita Valdastico siamo convinti che si debba procedere, a meno che lo studio di fattibilità che verrà fatto dalla concessionaria non dimostri situazioni di criticità dal punto di vista ambientale. Sul tema degli appalti, rispondendo al consigliere Zeni, Fugatti ha detto di essere consapevole che ci sia molto da fare, ma si stratta di un percorso che abbiamo avuto il coraggio di provare a porre e portare avanti.

Quanto al terzo tema, quello dei danni da Vaia, Fugatti ha ricordato ed apprezzato le risorse (240 milioni di euro) messe in campo dal governo arrivate, ha notato, anche grazie alla prontezza delle strutture provinciali nel presentare piani e progetti. Il confronto con Bolzano su questo punto non regge, ha aggiunto, perché l’Alto Adige ha avuto un quarto dei danni registrati sul nostro territorio.

Sul tema dell’unità tra Trento e Bolzano Fugatti ha tranquillizzato il consigliere Rossi, dicendosi convinto dell’importanza di mantenere un rapporto stretto con i vicini sudtirolesi, posto che le due Province fanno ciascuna i loro interessi, nel rispetto delle legittime aspettative di entrambi sulle varie partite in campo.

Sul tema del lavoro c’è una sola riga: a questa obiezione del consigliere Olivi, Fugatti ha replicato che anche le prospettive di sviluppo della nostra realtà economica sono lavoro, anche le politiche di semplificazione, anche le attività di qualificazione dei soggetti della ristorazione, sono lavoro.

Sul tema del rapporto valli-città, che Zeni suggerisce di vedere come un sistema, Fugatti si è detto concorde. Gli stati generali della montagna hanno rappresentato un vero momento partecipativo che ha dimostrato quanto a questa Giunta stia a cuore l’argomento del rapporto valli-città e l’ascolto dei territori.

Sui punti nascita di Cavalese ed Arco, tirati in ballo da Degasperi e Zeni, Fugatti ha osservato che per il primo il risultato c’è già, anche grazie alla deroga chiesta dalla precedente Giunta, e sul secondo si potrà ragionare, in una eventuale modifica dei criteri del Comitato percorso nascite -che chiederemo.

Sulle clausole sociali stiamo lavorando, ha aggiunto, mentre sull’addizionale regionale la decisione verrà presa nella finanziaria 2020 e dunque se ne discuterà in quel momento. La banda larga è importante diceva il collega Olivi e se siamo in ritardo ce ne prendiamo le responsabilità solo per gli ultimi sette mesi: se parliamo di ritardi deve essere fatta un’analisi antecedente al nostro insediamento, ha precisato.

Infine, il tanto dibattuto argomento solidarietà internazionale, ovvero la cancellazione della riserva della quota di bilancio dello 0,25% ad iniziative di cooperazione allo sviluppo, in vigore dal 2005. Fugatti ha detto di rispettare tutte le posizioni -dentro e fuori quest’aula- però, ha aggiunto, siamo coerenti con quanto abbiamo sempre detto e con quello che avevamo annunciato di fare qualora fossimo arrivati al governo. Ciò non significa che toglieremo tutte le risorse, ma sicuramente spenderemo meno soldi, con un aggiustamento dei criteri di efficacia ed efficienza.

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