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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * TERZA COMMISSIONE: « SÌ AL DDL SUI COMMISSARI PER GLI APPALTI DELLE OPERE STRATEGICHE » (ALLEGATI PDF)

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18.38 - martedì 10 novembre 2020

Terza commissione, sì al ddl che introduce i commissari per gli appalti delle opere strategiche. La Terza commissione, presieduta da Ivano Job (Lega), ha approvato oggi pomeriggio, con 4 sì, quelli di Cavada, Paoli, Rossato, Job della Lega e tre astenuti Ossanna del Patt, Lucia Coppola Futura e Manica del Pd, il ddl n. 72 del presidente Fugatti.

Il vicepresidente Tonina in commissione ha presentato il disegno di legge, che è stato approvato dalla Giunta il 30 ottobre e arriverà in Consiglio con procedura d’urgenza. Tre gli articoli che compongono la proposta normativa sugli appalti: il primo introduce norme sullo snellimento nei contratti di appalto; il secondo il sistema dell’affidamento sotto soglia europea e il terzo, quello di maggiore impatto, introduce i commissari straordinari per gli appalti che hanno una rilevanza socio economica e di grande complessità tecnica. L’obiettivo, ha detto Tonina, è quello di garantire un modo per riuscire a concretizzare iniziative che se seguite da persone competenti come i commissari possono portare a rapidi risultati. Il dottor Leonardo Caronna, dirigente dell’Agenzia per gli appalti, ha aggiunto che, oltre alla norma che dà la possibilità alla Pat di nominare commissari per progetti strategici, il ddl prevede ulteriori modifiche alla legge 2 del 2020, la prima norma d’emergenza Covid. Tra queste l’estensione dei settore per i responsabili con poteri derogatori e l’ampliamento dei settori per l’urgenza all’edilizia giudiziaria, penitenziaria, per la ricerca scientifica, la messa a norma degli edifici pubblici anche per recuperare il patrimonio storico artistico. Oggi la norma prevede di utilizzare, sotto e sopra la soglia europea, i criteri per l’offerta economicamente più vantaggiose, il ddl invece dà la possibilità agli appaltatori di scegliere i criteri in base alle esigenze specifiche dell’appalto. Su alcuni aspetti, ha continuati il tecnico, per evitare ricorsi alla Consulta, in particolare quelli incidentali sulle singole gare con le impugnazioni al Tar, sono stati smussati gli angoli con un confronto col Governo. Ad esempio sul rispetto dei criteri ambientali, criteri che la Pat ha sempre, peraltro, rispettato e i principi di non discriminazione me concorrenza. Roma ha chiesto alla Pat che venga dato avviso pubblico della gara per il principio di trasparenza.

 

Il dibattito.

Alessio Manica (Pd) ha affermato che l’articolo più delicato è quello dei commissari che arriva in commissione diverso rispetto alla stesura originaria. E ha chiesto perché sia venuto meno il passaggio della delibera che individua gli appalti da commissariare nella commissioni provinciale competente e la mancanza di un termine, contrariamente alla norma nazionale che stabilisce il limite di 180 giorni dalla pubblicazione, per l’individuazione di queste opere da parte della Giunta. Due osservazioni che sono state accolte dal vicepresidente Tonina e che sono state introdotte con un emendamento presentato nel corso della seduta dal consigliere Pd.
Alex Marini (Gruppo Misto) ha chiesto chiarimenti su come questa norma si incastra con quella nazionale, la quale sembra dettare modalità più chiare sull’ applicazione della deroga alla legge sugli appalti. Il dottor Caronna ha affermato che l’articolo due del ddl dà la possibilità, attraverso un’intesa, di un intervento statale e Pat per realizzare opere strategiche, ma ha ricordato che le deroghe alle leggi sugli appalti sono comunque calmierate dalla necessità di rispettare i principi previsti dalle direttive europee. Quindi, i commissari nominati dallo Stato o dalla Pat hanno dei vincoli precisi: non si tratta di, insomma, di “superuomini” che posso fare tutto ciò che vogliono. La norma assegna alla Giunta il potere di definire i criteri dei commissariamenti degli appalti, ma le opere devono avere un forte impatto economico sociale o una grande complessità tecnica.

 

L’emendamento Manica.

Manica ha spiegato il suo emendamento, firmato anche da Tonina e approvato dalla commissione, all’articolo 3 del ddl che recupera quelle che ha definito due mancanze della prima versione del ddl: come detto, il passaggio in commissione della delibera di Giunta che determinerà le opere per il Commissario e il termine dei 180 giorni.

 

Gli emendamenti della Giunta.

Il vicepresidente Tonina, a sua volta, ha spiegato i quattro emendamenti di Giunta che in parte accolgono osservazioni emerse nelle audizioni. Il primo si propone di estendere il Metodo elettronico semplificato (Mes) agli appalti fino alla soglia europea. Si è data la possibilità all’amministrazione di applicare il prezzo più basso, che prende in considerazione la media delle offerte, e non significa il massimo ribasso. Il Mes, ha spiegato Tonina, serve a mettere a confronto le offerte e individua gli elementi di anomalia che spesso sono sulla manodopera. Quindi col prezzo più basso e Mes si offrono più garanzie per arrivare celermente agli appalti. il secondo riguarda a modifica del numero minimo da invitare per importi sotto soglia Ue, come chiesto dagli artigiani. Il terzo riguarda l’adeguamento dell’ordinamento Pat a quello statale per la partecipazione alle gare di consorzi artigiani e delle cooperative. L’ultimo emendamento riguarda la modifica della legge Pat 13 maggio 2020 sull’emergenza Covid in materia di supervisori delle opere di interesse pubblico. Tutto il ddl, ha aggiunto il vicepresidente, è finalizzato per concludere il prima possibile le opere in un momento di emergenza come questo.

 

Le dichiarazioni di voto.

In dichiarazione di voto Manica ha annunciato l’astensione per mantenere, ha detto, un margine di intervento sulla norma da qui all’aula. Il consigliere del Pd mantiene dubbi sulla figura del commissario anche perché ci sono perplessità sul fatto che l’articolo tenga di fronte a un ricorso del Governo. La norma nazionale, ha aggiunto, nasce per un livello molto alto di opere che in Trentino solo il Not potrebbe avere. Bene, invece, l’introduzione, con l’ emendamento Manica – Tonina, di un tempo determinato per l’individuazione delle opere strategiche. Se questa norma, ha concluso, serve a sbloccare qualche opera va bene, ma si spera che non diventi uno strumento per tutti gli appalti pubblici. Lorenzo Ossanna, annunciando l’astensione, ha detto di condividere la necessità di introdurre modifiche alla legge con l’intento di velocizzare gli appalti nel solco della necessità di dare un segnale positivo alle aziende. La figura del commissario dev’essere valutata bene e c’è bisogno, per il consigliere Patt, di una maggiore riflessione sulle funzioni di questa figura. Ossanna, infine, ha condivido la volontà della Giunta di andare avanti su questo tema con una legge provinciale.
Tonina ha concluso che, seppur ritardando di qualche settimana, il ddl uscito dalla Terza commissione è diventato più completo e approfondito e, per quanto riguarda la sua tenuta giuridica, c’è un impegno del ministero dei trasporti di evitare il ricorso. Ulteriori approfondimenti potranno essere fatti anche al tavolo degli appalti nei giorni prossimi. Il vicepresidente, infine, ha auspicato che in aula possano esserci anche i voti della minoranza.
Denis Paoli e Gianluca Cavada (Lega) hanno sottolineato l’impegno della Giunta per favorire le aziende trentina velocizzando gli appalti pubblici anche con l’introduzione dei commissari.

 

Le audizioni. Via libera da Ance, coordinamento imprenditori e professionisti.

Giulio Misconel, presidente dell’Ance ha detto che in questo momento c’è bisogno di lavoro e che partano gli appalti e se queste norme facilitano la velocità va bene. Sui commissari straordinari per le opere Pat c’è il parere favorevole, soprattutto se questi facilitano dialogo tra appaltatori e appaltanti che attraversa un momento difficile anche a causa delle norme anti corruzione che spingono i funzionari ad agire con estrema prudenza. Il presidente Ance ha auspicato che l’uso dei commissari si limiti ai grandi interventi.
Marzia Arbasini, a nome del coordinamento imprenditori, ha espresso parere positivo sul ddl ma si è riservata di valutare gli emendamenti della Giunta al tavolo appalti. Sugli articoli per gli appalti sotto soglia europea ha sottolineato la criticità del rispetto dei criteri ambientali minimi, che finiscono per scaricare sulle imprese i maggiori costi di una normativa difficile. Quindi, la richiesta del coordinamento è di cancellare dalla norma questo riferimento. Sui commissari la richiesta del coordinamento è quella del rispetto della pubblicità delle gare. Rispondendo a Lorenzo Ossanna (Patt) ha affermato che a livello nazionale sono stati stabiliti dai commissari tempi troppo ristretti per presentare le offerte economicamente più vantaggiose.
Aldi Cekrezi, direttore Confesercenti ha chiesto che queste norme favoriscano la ripresa.
Federico Giuliani e Diego Brolio, per il comitato interprofessionale, hanno espresso un parere favorevole al ddl perché, in sostanza, va nella direzione della semplificazione e della trasparenza.

 

Il sindacato: negli appalti si dimentica troppo spesso il lavoro.

Per il sindacato Maurizio Zabbeni della Cgil, ha detto che preoccupano i poteri dei commissari nominati dalla Giunta. C’è già nel ddl una maggiore discrezionalità delle stazioni appaltanti e in più si va verso la consegna di poteri eccezionali a questi commissari che in Italia hanno spesso dato prova di scarsa trasparenza. Zabbeni ha poi ricordato la necessità dei controlli, in particolarmente sulle retribuzioni. Se vogliamo dare un appalto, ha detto ancora, in un giorno va bene, ma il giorno dopo dev’esserci che controlla come si lavora in quel cantiere. Negli ultimi anni invece si sono ridotti i controlli. Zabbeni ha aggiunto poi che va verificato al tavolo appalti se si abbandona definitivamente l’offerta economicamente più vantaggiosa, che ha messo in evidenza problemi, e si torna di fatto al massimo ribasso. In sintesi per il sindacalista Cgil ci si trova di fronte ad una deregolamentazione. Bene la semplificazione ma si devono effettuare i controlli sul rispetto della sicurezza e dei contratti di lavoro. Una valutazione condivisa anche da Stefano Picchetti della Uil il quale ha ricordato le difficoltà degli appalti dei servizi, dove la discriminante è il lavoro dei dipendenti. Inoltre, ha affermato che il ricorso ai commissari può andare bene, ma non a scapito della garanzia dei lavoratori. In sintesi per il sindacato c’è una sorta di mitizzazione della deregolamentazione e, per il ddl, va posta attenzione sul fatto che grandi appalti vengano gestiti da una persona sola. I sindacalisti, infine, hanno lamentato il fatto di non aver potuto vedere gli emendamenti della Giunta.
Alessio Manica ha ricordato che troppo poco ci si occupa delle condizioni di lavoro che seguono l’aggiudicazione degli appalti. Per questo, nel bilancio, si dovrebbe prevede qualche assunzione per potenziare i controlli nei cantieri per garantire quanto stabilito nei contratti d’appalto. Infine, il consigliere Pd ha ribadito che l’estrema contrazione dei tempi di discussione in commissione è deleteria. Posizione condivisa dallo stesso presidente della Terza commissione, il quale, nel merito delle affermazioni del sindacalista Cgil, ha detto di non capire perché si dovrebbe aumentare i controlli su cantieri pubblici.
Marini ha detto che l’emergenza sembra la scusa buona per togliere di mezzo le verifiche sui salari dei lavoratori, richieste anche da un ordine del giorno votato in Consiglio un anno fa che prevedeva la redazione di un regolamento su questa materia. Zabbeni ha risposto che questo regolamento si dovrebbe varare nei primi mesi del prossimo anno. Ma è emerso che Servizio lavoro ispettivo e Uopsal da anni soffrono una contrazione delle risorse umane. Non c’è, ha detto ancora, in Trentino un far west ma molte situazioni sfuggono. Infine, ha ricordato che il sindacato ha chiesto la costituzione di una stazione appaltante unica, anche per la qualità dei bandi d’appalto che non tutti i comuni possono garantire.

Tonina ha ricordato che il regolamento è pronto, ma si è ritenuto che i controlli avvengano a livello provinciale e non comunale dove si presenterebbero eccessive difficoltà organizzative. Siamo gli unici, ha ricordato il vicepresidente, ad avere la verifica retributiva e, anche sul piano della tutela del lavoro, ha sottolineato che c’è ancora tempo, da qui al 24 quando arriverà in aula, per ulteriori correttivi al ddl affinché vada nella giusta direzione. Infine, l’assessore ha auspicato un maggior dialogo e collaborazione con il nuovo Cal su questi temi sui quali si deve trovare la massima sinergia. Marini ha chiesto all’assessore quale potrebbe essere il ruolo delle Comunità di valle come stazioni appaltanti per i comuni,. Tonina ha detto di non poter esprimersi più di tanto su un tema che non è di sua competenza.

 

No alla richiesta di parere dell’Anac chiesta da Marini.

Infine, la commissione ha respinto la richiesta di un parere scritto dell’ Anac sul ddl, con un astenuto Lorenzo Ossanna; il no di Cavada, Paoli, Rossato e Job e il sì di Manica e Lucia Coppola di Futura.

 

 

 

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