Ddl Gottardi, no dal sindacato e dagli ambientalisti. L’appello dei contadini: sempre meno terra da coltivare
Ecco la seconda parte delle audizioni che si sono tenute in Terza commissione, presieduta da Vanessa Masè (La Civica) in mattinata. Sulla variante al Pup del corridoio est gli agricoltori hanno sollevato il tema del consumo di suolo che sta penalizzando il settore. Dubbi sulla Valdastico sono espressi dalla Cisl, mentre dalla Uil è arrivato un no deciso. Da parte degli ambientalisti è stato ribadito che il disegno di legge presentato dall’assessore Gottardi è privo di contenuti e serve solo ad aprire la strada alla Valdastico. Cioè a un progetto sbagliato e anacronistico.
Gli agricoltori: troppo consumo di terra
Per il mondo agricolo è intervenuta per prima Mara Baldo vicepresidente della Cia (Confederazione italiana agricoltori), la quale ha ricordato che il Trentino è un territorio a vocazione agricola ma in sofferenza anche perché i terreni sono in progressiva contrazione. Il tema del consumo di suolo quindi è molto sentito dai contadini. Inoltre, ha aggiunto, si è creata una bolla immobiliare sulla terra che pesa sul futuro dei giovani e sullo sviluppo del settore. Con ciò, ha detto Baldo, non si vuole dire un generale no alle infrastrutture, ma va posta una particolare attenzione sul consumo di territorio. Infine, secondo la Cia, il progetto della Valdastico andrebbe sottoposto a una consultazione popolare per avere un quadro preciso di come questa proposta viene percepita.
Paolo Vinante, vicepresidente Coldiretti, ha detto di condividere l’obiettivo di incrementare l’ interconnessione con il Veneto. Quindi sì all’autostrada, ma tenendo presente la questione del consumo di suolo agricolo prevedendo un meccanismo di compensazione. Importante, ha aggiunto Vinante, il coinvolgimento preventivo del mondo agricolo sulle scelte che riguardano le opere infrastrutturali. Quindi, sì in linea di principio alla Valdastico ma, ha sottolineato il vicepresidente Coldiretti, va aperto un confronto con gli agricoltori.
Lucia Coppola (Avs) ha sottolineato l’importanza del tema che riguarda il consumo di suolo, ancor più urgente in un territorio come il nostro. L’approccio della Cia, per la consigliera di Avs, è quindi corretto, mentre ha detto di ritenere complicato pensare a un meccanismo di compensazione territoriale. Il suolo, ha detto infine, una volta consumato non torna più indietro e proprio per questo l’attenzione deve essere massima.
Daniele Biada (FdI) ha condiviso l’idea della compensazione dei territori agricoli sacrificati alle infrastrutture e ha chiesto ai rappresentati dei sindacati agricoli se c’è una valutazione sui possibili vantaggi economici della Valdastico. Mara Baldo ha detto che non è certo facile trovare terreni da compensare in un territorio come il nostro. Già l’agricoltura sta soffrendo per i cambiamenti climatici e la riduzione delle superfici rende ancora più difficile la situazione del settore. Quindi, ha concluso Baldo, per le nuove infrastrutture vanno valutate bene i pro e i contro e comunque andrebbero preferite quelle ferroviarie. Vinante ha anche lui condiviso che l’obiettivo principale dovrebbe essere quello di potenziare il trasporto su ferro rispetto a quello su gomma.
Il no della Uil e i dubbi della Cisl
Il segretario della Cisl Michele Bezzi ha affermato che è vero che ci sono problemi di viabilità in Valsugana ma va evitato il rischio di trasferire con la Valdastico questi nodi su altri territori. In particolare sulla Valle dell’Adige e l’A22, un’arteria già congestionata. Comunque, anche per la Cisl l’accento va posto sempre sulla ferrovia anche per ciò che riguarda il turismo. L’assessore, rispondendo a una domanda del sindacalista, ha detto che la ferrovia Rovereto – Riva è un progetto che sta andando avanti e che potrà essere utile per alleggerire il traffico privato che pesa sull’Alto Garda. Inoltre, ha ricordato che il ddl in discussione ha avuto un percorso di formazione durato tre anni e, ha di nuovo ribadito, non prevede alcun tracciato. Tracciato che dovrà essere presentato dal concessionario e in questo caso verrebbe costituito un comitato Stato, Veneto e Trentino e poi verrebbe fatta una valutazione tecnica.
Un iter lungo, ha affermato, che prevede la partecipazione dei cittadini e delle comunità locali. Walter Alotti, segretario della Uil, ha detto che nel ddl, che ha l’obiettivo innegabile di realizzare la Valdastico, non sono state riportate le valutazioni negative espresse nel percorso partecipativo. Sarebbe importante, invece, realizzare un Piano della mobilità prevedendo scelte importanti sulle ferrovie in particolare per la linea della Valsugana. Il segretario Uil ha sottolineato le difficoltà causate dal cosiddetto over turism (con la Valdastico aumenterebbe il turismo mordi e fuggi); mentre per commercio e artigianato c’è il rischio di aprire le porte alla concorrenza del Veneto che sarebbe difficilmente sostenibile. Dal punto di vista ambientale poi ci sarebbero ricadute negative. Per queste ragioni la Uil dice no al collegamento autostradale.
Dagli ecologisti un secco no al ddl
Per il coordinamento No Valdastico Nord – A 31 Pietro Zanotti, presidente di Ledro Inselberg, ha ricostruito, con dovizia di particolari e ripercorrendo tutti gli studi, quella che ha definito la duplice narrazione sul progetto. Sullo studio di fattibilità si è soffermando osservando che il documento contiene dei dati “farlocchi” come la previsione di un aumento di 80 mila posti di lavoro grazie all’autostrada. Un dato molto sovrastimato, basti pensare che gli occupati in Trentino sono 200 mila. Il secondo livello di narrazione, ha aggiunto, è legato alla variante del Pup in discussione che parla di tutto tranne che dell’autostrada. Quindi, dell’A 31 non si vuole parlare ma è tutto rimandato a una seconda scala che, ha detto, forse servirà a riporre in soffitta il progetto. Zanotti ha poi ricordato il parere negativo dei territori interessati che hanno affermato che non è possibile esprimere pareri su una variante vuota di contenuti.
Eppure, ha detto ancora, la variante si pone degli obiettivi, tra questi quello di assicurare nuovi collegamenti infrastrutturali ma non si specifica quali. In gioco, ha detto ancora, ci sono piani di distruzione dei territori. I tracciati ipotizzati prevedono viadotti e ponti con un grande impatto ambientale, in particolare quello che prevede l’uscita a Rovereto. Il corridoio est sembra sia necessario per alleggerire il traffico su alcuni territori, come la Valsugana. Un’affermazione che non poggia su dati certi. Studiando la situazione invece, ha continuato Zanotti, si scopre che sulla statale 47 a Levico a gennaio transitano 16 mila veicoli (13 mila auto) per arrivare a 19 mila a agosto. Ma in questi numeri ci sono anche le moto e quindi il traffico veicolare è contenuto e si riduce addirittura a 9 mila mezzi ad aprile. In Vallarsa i numeri sono piccoli si arriva ad agosto a tre mila veicoli al giorno, il doppio di gennaio, ma l’analisi mette in evidenza la necessità di un Piano della mobilità sostenibile. Anche per gli Altipiani Cimbri il problema riguarda il traffico stagionale da gestire senza creare altre infrastrutture.
Comunque, se si confronta il corridoio est con quello sud – ovest salta all’occhio la differenza di peso del traffico che tocca nella stagione turistica 29 mila veicoli giorno. Ma, ha aggiunto, verso ovest ci sono più servizi pubblici. Insomma, per l’esponente del No Valdastico, va detto un deciso no all’autostrada e alle nuove strade. Nel Pup invece andrebbe previsto un piano di potenziamento della mobilità sostenibile. Critiche anche sul piano dei possibili vantaggi economici, in basticolare sulla stima di una ricaduta da 5,2 miliardi. Cifra che, ha aggiunto Zanotti, rappresenta la sommatoria dei flussi di cassa previsti.
Il presidente del Wwf. Aaron Iemma, in un intervento di carattere generale, ha affermato che va ripensato il significato di sviluppo economico che oggi si basa sul consumo delle risorse naturali. Una crescita che è sempre stata strettamente legata all’impiego di risorse e di energia che sono in continuo tumultuoso aumento. Quindi, la crescita economica è crescita energetica e le cosiddette economie circolari possono solo rallentare i problemi così come gli aumenti di efficienza energetica causano benefici temporanei. Ci si muove quindi all’interno di limiti precisi determinati dagli equilibri a partire da quello climatico che ormai è saltato anche se durava da 10 mila anni. Quindi, ha detto Iemma, quello che si farà nei prossimi 50 anni inciderà sul mondo per i prossimi 10 mila anni.
Lucia Coppola ha affermato che ci si trova di fronte a una variante al Pup che non contiene nulla, ma che comunque serve a preparare la strada alla Valdastico. Un’opera di grandi dimensioni e impattante, che si pensa di realizzare in un sistema ambientale, come ha dimostrato il presidente Wwf, totalmente alterato e in crisi. Paolo Zanella ha detto che senza mettere in discussione totalmente il livello di sviluppo, va comunque messo sul tavolo delle valutazioni il cambio dei flussi delle merci (in forte calo da est) determinati anche dai cambiamenti geopolitici. Inoltre, si sta investendo a livello Europeo e nazionale su un modello trasportistico che punta sulla rotaia. Nello specifico andrebbe fatto uno studio sul traffico sulla statale della Valsugana che appare influenzato dagli spostamenti interni. Zanella, ha ancora una volta sottolineato che, con una struttura come quella prevista, il gestore della Valdastico dovrà imporre tariffe altissime per sostenersi e quindi, per motivi economici, il traffico continuerebbe a percorre le strade attuali, in particolare la statale della Valsugana.
Gigi Casanova di Italia Nostra ha affermato che gli elementi forniti dagli ambientalisti sono sufficienti per far capire che serve soprattutto un vero Piano sulla viabilità sostenibile. Inoltre, ha ricordato che a 240 giorni dall’avvio della Giunta non è stata ancora convocata la cabina di regia per le aree protette. Un’inefficienza che ha definito grave.