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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * TERZA COMMISSIONE: « AUDIZIONE CON L’AD DI DOLOMITI ENERGIA, MARCO MERLER RASSICURA SULLA SITUAZIONE ECONOMICO FINANZIARIA DEL GRUPPO »

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19.54 - lunedì 28 novembre 2022

Marco Merler, ad di DE Holding, sentito dalla Terza Commissione, rassicura i consiglieri sulla situazione economico finanziaria del gruppo

L’audizione dell’amministratore delegato di Dolomiti Energia Holding (Deh) Marco Merler chiesta da Alessio Manica (Pd) sulla situazione economico-finanziaria della spa, ha impegnato oggi la Terza Commissione presieduta da Ivano Job (Misto-Coraggio Italia). L’organ consiliare ha anche deciso di consultare nella prossima seduta i referenti della petizione popolare che chiede alla Provincia di intervenire per mettere in sicurezza una strada nella zona artigianale di Arco.

 

Nel 2021 il mercato è impazzito nel giro di pochi mesi.

L’amministratore delegato della Holding di DE Marco Merler ha esordito, a proposito della situazione creatasi negli ultimi 12 mesi, evidenziando che da quando esiste il mercato della cosiddetta Borsa Elettrica in Italia, che ha liberalizzato il settore dell’energia elettrica e del gas, i prezzi cambiano di ora in ora modificando l’incontro tra domanda e offerta. Il mercato dal 2004 al luglio 2021 ha sempre avuto alti e bassi con oscillazioni dei prezzi. Il prezzo medio mensile aveva toccato il massimo nell’ottobre del 2008 con 99,1 euro a MWh e in poi in poco più di un anno era quasi dimezzato. Il minimo si è registrato nel maggio del 2020 con 21 euro a MWh. Da lì in poi e fino a giugno del 2021 il prezzo minimo è stato di 84 euro, ma nel dicembre 2021 è cresciuto di quasi 4 volte tanto arrivando a un picco di 281 euro. A questa fase ne è seguita una di discesa e poi nuovamente di impazzimento dei mercati fino a toccare i 543 euro, mentre oggi siamo ritornati ai livelli di inizio anno, a poco più di 200 euro a Mwh. Sono quindi saltati i meccanismi di mercato che avevano garantito un andamento ordinato nell’arco di 20 anni, ha commentato Merler. E lo stesso è avvenuto sul mercato del gas metano da cui nascono i noti problemi di approvvigionamento dell’Unione europea e dovuti alla guerra in Ucraina.

 

La produzione di energia elettrica è calata per l’estrema carenza di precipitazioni.

Il 2022 – ha aggiunto l’ad – è stato oltremodo complesso per una società come DE il cui business coincide con la produzione di energia elettrica, che ha toccato i minimi storici per l’estrema scarsità delle precipitazioni. Perché mentre un pannello fotovoltaico produce su base annua più o meno la stessa quantità di energia, l’idroelettrico subisce oscillazioni anche molto accentuate. Non è cambiata la media, perché i dati degli ultimi 10 anni non sono così diversi dagli ultimi 20-30 anni, ma sono aumentate le oscillazioni. Nel 2014 abbiamo avuto l’anno record positivo mentre il 2020 ha segnato il record negativo che forse sarà battuto dal 2022. Con il calo della produzione sono diminuiti i ricavi. Il costo maggiore dell’idroelettrico è legato ai canoni che rimangono sempre invariati nel tempo. Da ciò derivano oscillazioni dei risultati della spa a seconda delle annate con tanta o poca acqua. Merler ha precisato che i dati da lui forniti sono quelli già resi pubblici per l’obbligo della spa di rispettare la disciplina sulla privacy, e si riferiscono quindi al 2021 e agli anni precedenti. Per quanto riguarda il 2022, l’ad ha spiegato la complessità della situazione con il fatto che in condizioni normali l’aumento dei prezzi avrebbe dovuto compensare l’eccessiva siccità, come è sempre accaduto in passato, negli altri anni caratterizzati dalla scarsità di acqua. Quest’anno non è andata così per due motivi: perché anche DE come tutte le società del settore vendono in anticipo l’energia. L’idroelettrico del gruppo De è pari al 10% di tutta la produzione nazionale del settore, ma quest’anno l’energia venduta a prezzi molto più bassi di oggi, a causa della siccità ha inaspettatamente superato quella prodotta.

 

Nel 2021 i clienti di DE hanno pagato 130 milioni di euro in meno.

A ciò si è aggiunta dal gennaio scorso una normativa che ha introdotto una sorta di price cape che durerà fino al 30 giugno 2023, con la quale si è previsto che per i produttori da fonti rinnovabili con impianti entrati in servizio dopo il 2010, la differenza tra il prezzo di vendita e i 58 euro del prezzo di mercato dev’essere riconosciuta a GSE, per cui il prezzo è stato bloccato a 58 euro. Questo impedisce a DE fino al giugno 2023 di beneficiare di potenziali extra-ricavi legati agli aumenti di prezzo. Cosa che – ha concluso Merler – non può non avere riflessi sull’andamento economico-finanziario del gruppo. Nel decreto entrato in vigore in gennaio era previsto l’obbligo di versare una extra-tassa che ha pesato su DEH per 33 milioni di euro di costi aggiuntivi per la società. DE spa che all’interno del gruppo compra l’energia e il gas sul mercato e lo vende ai clienti finali, non ha avuto risultati positivi né nel 2021 né nel 2022, perché con questi prezzi impazziti non è riuscita a trasferire tutti questi aumenti ai consumatori finali. Per questo – ha spiegato l’ad – nel 2021 i nostri clienti hanno pagato 130 milioni in meno rispetto ai prezzi di mercato.

L’offerta in convenzione più nota di DE, Etik, prevede uno sconto iniziale sul prezzo dell’energia che va dai 15 ai 25 euro all’anno. Sconto che nel calcolo complessivo della bolletta era sostenibile. Ma con i prezzi a 500 euro lo sconto ha raggiunto i 50 euro diventando totalmente insostenibile. E l’articolo 3 del decreto aiuti bis dell’agosto scorso ha bloccato le possibilità di modificare i contratti rendendo ancor più insostenibile la situazione. Nonostante tutto questo – ha rassicurato Merler – per il gruppo la situazione non è drammatica anche se quest’anno non sarà sicuramente ricordato tra i migliori della nostra storia.
Merler ha infine ricordato che il gruppo è formato da DE Holding che presta servizi alle società sottostanti, DE spa che è la società commerciale che compra e vende il gas, da Hydro DE e infine dalle società che gestiscono in regime di monopolio le reti che sono Set distribuzione e Novareti per la distribuzione del gas e la gestione degli acquedotti comunali di Trento e Rovereto.

 

La discussione.

Spiegando i motivi di questa audizione da lui richiesta, Alessio Manica ha ricordaato che DE ha nella Provincia autonoma di Trento il proprio socio di maggioranza con il 60% delle quote. Per questo il Consiglio provinciale non può permettersi di basarsi solo sulle informazioni veicolate sul gruppo dai giornali, compresa la notizia sui 180 milioni di euro di debito della spa. Inoltre DE gestisce la risorse più preziosa del Trentino che è l’acqua. Ecco perché occorreva capire meglio con questa audizione dell’ad la reale situazione economico-finanziaria della società, considerata la crisi internazionali in corso. Manica ha chiesto se le difficoltà economiche di DE permettano alla legge proposta dalla Giunta sulle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche di stare in piedi. E come mai Alperia, società responsabile della gestione dell’energia di proprietà della vicina Provincia di Bolzano, non sia in difficoltà come la trentina DE. Il consigliere ha infine chiesto perché se uno dei problemi di DE è aver fissato da tempo i prezzi dell’energia, non ha potuto beneficiare dell’aumento dei prezzi sul mercato.

Merler ha risposto che sul debito vi è stato vi è stata un aumento importante della posizione finanziaria netta. Prima della crisi il Gruppo DE fatturava circa 1,5 miliardi di euro. Nel 2021 abbiamo chiuso a 1,2 milardi. Di norma l’ammontare dei debiti ha sempre oscillato tra i 400 e i 600 milioni di euro, ma questo – ha precisato – è del tutto normale per una società che deve ricorrere a prestiti per poter acquistare l’energia che non produce. Detto ciò, i 600 milioni di euro sono stati superati a causa dell’aumento del prezzo dell’energia acquistata. L’ultimo bilancio di dicembre ha risentito dell’aumento stagionale dei consumi di gas maggiormente utilizzato nei mesi freddi per il riscaldamento. Merler ha avvertito in particolare che il gas consumato dai clienti in questo mese di novembre sarà pagato da DE a metà dicembre e la società inizierà a fatturarlo ai clienti dal 20 dicembre in poi e incasserà il corrispettivo dai clienti in febbraio. Ora, il gas acquistato da DE in dicembre, prima della crisi, valeva 20-30 milioni di euro. Quest’anno ne potrebbe valore tra i 150 e i 180 milioni di euro. DE deve necessariamente anticipare questa cifra da trasferire poi sulle bollette dei clienti finali. L’aumento dovrebbe però essere transitorio e legato a queste fasi. Il bilancio 2021 – ha aggiunto – chiude con un utile interessante.

Enel ha chiesto un finanziamento da 16 miliardi di euro e Alperia da 1,4 miliardi di euro per finanziare questo fenomeno. Per quanto riguarda il disegno di legge della Giunta sulle concessioni delle grandi centrali idroelettriche della Provincia, Merler non ha dubbi che sia sostenibile perché gli investimenti previsti per migliorare gli impianti si svilupperanno nel corso dei prossimi anni e vi sono le risorse perché possano essere finanziati impegnando i futuri ricavi. Quanto ad Alperia, questa società ha beneficiato delle centrali a gas di cui è proprietaria e per questo ha avuto un ottimo risultato. La società DE che si occupa della vendita si era impegnata a fornire l’energia a 70 euro, stimando ex ante la quantità di produzione stimata e senza poter sapere a priori quanto consumeranno i clienti. Nel 2021 e nella prima parte del 2022 abbiamo patito una sottostima dei consumi post-Covid. Ci siamo trovati con i clienti che hanno consumato di più e questo ha costretto DE ad andare ad acquistare l’energia a un prezzo maggiore dei 70 euro prefissati. IL fatto è – ha concluso Merler – che il prezzo del gas era sempre stato agganciato a quello del gasolio, mentre oggi assistiamo a un disallinamento del tutto inedito. Per questo c’è chi ha spento il cogeneratore di gas metano ed è tornato al gasolio.

 

Job ha poi posto numerose domande a Merler per sapere se la società produttrice di DE è obbligata alla vendita diretta a GSE o potrebbe vendere direttamente alla propria società che si occupa della vendita. Merler ha risposto che questo in parte è possibile. A un’altra domanda del consigliere relativa agli importi liquidati da DE a Fedaia Holding, Merler ha risposto che il dividendo incassato dal socio di Hydro DE è in media di 18 milioni di euro all’anno su un investimento superiore a circa 250 milioni. A proposito del valore dei beni asciutti delle centrali chiesto da Job, Merler ha chiarito che si aggira sui 700 milioni di euro. Sull’ammontare dell’importo accantonato e destinato a riserva del gruppo DE Merler ha risposto che nel bilancio 2021 il patrimonio netto del gruppo è di 787 milioni di euro a fronte di un capitale sociale di 411, quindi le riserve sono pari a 376 milioni. Ancora, l’ad ha risposto a una domanda sui clienti di DE precisando che solo in Italia, come pure gli investimenti. Job ha anche chiesto se è possibile fissare un limite al prezzo massimo dell’energia elettrica, una sorta di tetto e se una quota della corrente prodotta possa servire da riserva per i clienti del Trentino. Merler ha risposto che una parte di questa domanda non è di sua competenza perché ha un contenuto politico nel quale come ad della società non può entrare. Tuttavia ha spiegato di non poter neppure svendere il prodotto per non depauperare il patrimonio della spa. Vi sono però dei vincoli, perché tutti gli anni De è obbligata a riservare alla Provincia una quota importante di energia. C’è poi un tema di mercato sui prezzi. Il punto per Merler è che occorre cambio di mentalità a questo livello. Sta infatti nascendo un mercato a prezzi fissi, ma occorre allora un patto serio la cui stipula è oggi impedita dalla norma, per cui ad esempio per i prossimi 5 anni si fissa un prezzo ragionevole e lo si mantiene nel tempo ma in entrambe le direzioni, sia quando i prezzi salgono sia quando si abbassano. Per 5 anni si fissa un prezzo ragionevole per non subire l’altalena dei prezzi, sì, ma oggi De non può farlo perché non ha un orizzonte di concessione sufficientemente lungo, di almeno 5 anni in quanto la scadenza delle concessioni è a fine 2024.

 

Paolo Zanella (Futura), partendo dall’osservazione che le centrali idroelettriche attingono a una forte rinnovabile solo fino a un certo punto, ha chiesto se DE intende differenziare le fonti puntando anche sul fotovoltaico. Zanella ha posto inoltre domande sul rapporto tra DE e le comunità energetiche e sui dividendi, per sapere quali siano le previsioni per il 2022 e il 2023. Infine sul mercato di maggiore tutela ha chiesto se, in assenza di proroghe previste nella finanziaria, vi sarà un passaggio dei clienti al mercato libero. Merler ha risposto di si all’esigenza di diversificare le fonti, obiettivo a cui DE sta lavorando ma nell’ottica di subire meno la variabilità legata alla risorsa idrica. Le analisi e le consultazioni degli esperti su questo tema non parlano di un trend chiaro, il che significa che non è detto che nei prossimi 15-30 rimarremo senza acqua per le centrali. Il vantaggio di avere alle spalle dei ghiacciai è di garantirsi con questo polmone un andamento più stabile della risorsa idrica rispetto all’incertezza delle precipitazioni. Inoltre oggi l’idroelettrico è ancora di gran lunga la fonte maggiore di produzione di energia, perché rimane l’ultima delle fonti rinnovabili programmabili. E sarà proprio questo a tenere in piedi il sistema. Ecco perché per DE gli impianti vanno potenziati, magari concentrando la produzione in meno ore rispetto ad oggi. Ma non con una sostituzione. Sulle Comunità energetiche Merler ha risposto che DE può dare una mano sul lato tecnico e della gestione dei flussi di energia per massimizzare i risultati di questi enti sollevandoli da adempimenti operativi. Quanto infine ai dividenti, nel 2022 l’importo era stato in linea con gli anni precedenti mentre nel 2023 non saranno probabilmente così brillanti e sarà l’assemblea dei soci a decidere come distribuirli. Infine Merler ha confermato che la parte riguardante le partite Iva e i condomini che sono ancora in regime di maggiore tutela, passeranno dal primo aprile sul mercato delle tutele graduali, come fase transitoria in cui sceglieranno il fornitore. E la speranza è che scelgano DE.

 

 

Alex Marini (Misto-5 Stelle) ha posto infine una serie di domande a Merler. Alla prima relativa all’ammontare dell’energia ceduta gratuitamente da DE alla Provincia per il funzionamento di scuole, ospedali, musei, la risposta è stata che la quota è ogni anno di 140 milioni di MWh che rappresentano il 23% del fabbisogno e che quello complessivo è di 3.300-3.400. A una seconda domanda relativa alla possibilità che DE proponga ai clienti anche un servizio di efficientamento perché nei prossimi anni gli edifici pubblici consumino meno, Merler ha risposto che di questo si sta ragionando, aggiungendo però che vi sono dei vincoli perché alcuni asset non sono disponibili e su questo terreno si entra in competizione con altri soggetti. DE sta comunque studiano un progetto di project financing. A un’altra domanda di Marini sulla possibilità dell’utente di avere accesso ai dati per poterli comparare con altri operatori sulla base della serie storica di DE, Merler ha risposto che la società sta già mettendo a disposizione questi dati storici agli utenti che si registrano nel sito. Inoltre ha segnalato che sta per arrivare la fase change 2, perché i contatori di prima generazione sono quasi a fine vita tecnica e nel 2023 saranno sostituiti dai nuovi, i cosiddetti 2G, capaci di misurare ogni quarto d’ora l’energia erogata dal fornitore. Il dato si potrà mettere a disposizione anche del cliente finale perché sia possibile verificare i consumi in tempo reale.

Sempre a Marini sull’impegno di DE e Alperia per la mobilità elettrica, Merler ha risposto che sono state installate 600 colonnine ma oggi pare che servano di più dei punti di ricarica rapida. Ad oggi le colonnine non sono sature e la domanda è inferiore all’offerta. La società dedicata ha quindi chiuso in perdita il 2021. A un’altra domanda di Marini sui sistemi di gestione dell’energia intelligenti per le grandi imprese, Merler ha risposto che DE sta muovendosi anche in questa direzione con la società EPQ di cui ha acquistato una quota per rafforzare le proprie competenze in questo settore e permettere al consumatore di partecipare al cosiddetto bilanciamento della rete.

Job ha chiesto se sulla produzione di DE se sia previsto un utile. Merler ha risposto che la speranza è questa.

Zanella ha chiesto se i dividendi distribuiti nel 2023 ai Comuni siano quelli del 2021 per i soci, Merler ha risposto di sì e che si tratta comunque di piccole percentuali, il 5,83% per Trento e il 4,5% a Rovereto.

 

 

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Foto: agenzia Opinione

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