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CONSIGLIO PAT * SEDUTA CONGIUNTA CONSIGLIO AUTONOMIE LOCALI * KASWALDER, « SEMPLIFICARE LE NORME E SNELLIRE LE PROCEDURE AMMINISTRATIVE »

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17.28 - martedì 14 giugno 2022

La seduta congiunta tra Consiglio provinciale e Consiglio delle autonomie locali si è conclusa con l’approvazione unanime di una risoluzione

I temi dei rapporti finanziari tra Provincia e comuni e della revisione della Legge sulle comunità di valle proposta dalla Giunta, già approvata dalla Prima Commissione ma il esame finale è previsto a fine giugno, ha animato il dibattuto della seduta congiunta di oggi in aula che ha messo a confronto Consiglio provinciale, Consiglio delle autonomie locali (Cal) ed esecutivo. L’incontro – convocato per legge ogni da tutti e tre i soggetti istituzionali ma che non si svolgeva più dal 2014 per verificare l’andamento del sistema delle autonomie locali e in particolare dei rapporti tra comuni, comunità e Provincia – è stato aperto dalle relazioni dei presidenti del Cal Paride Gianmoena, della Prima Commissione Vanessa Masè, e della Giunta Maurizio Fugatti, alle quali sono seguiti gli interventi dei sindaci e di alcuni consiglieri. Al termine è stata approvata all’unanimità una risoluzione proposta dal cal, firmata dai sindaci ma anche sottoscritta dall’assessore agli enti locali Gottardi e da tutti i capigruppo.

 

Kaswalder: semplificare le norme e snellire le procedure amministrative

Il presidente del Consiglio provinciale Walter Kaswalder ha ricordato nel saluto iniziale che “se siamo qui a celebrare questa seduta congiunta è per ribadire e sostanziare una caratteristica che rende forte e coesa la nostra autonomia speciale: il dialogo multilivello e la pari dignità tra le pubbliche istituzioni territoriali, nel segno di una sussidiarietà che garantisce la vicinanza alle necessità dei cittadini da parte di chi governa e amministra, prendendo decisioni che riguardano l’intera comunità. E’ questa – ha proseguito – anche la ratio con cui la legge provinciale 7 del 2005 istituì questa particolare adunanza allargata, pensata appunto per interfacciare l’assemblea legislativa provinciale e l’organismo di rappresentanza dei Comuni trentini. Il nostro sistema funziona bene nella misura in cui le istituzioni votate dai cittadini – nella distinzione dei ruoli e delle competenze, che sono peraltro ben perimetrati e non possono essere confusi – si relazionano tra di loro, condividendo gli obiettivi di fondo, i valori fondanti e l’intento di migliorare concretamente la vita della popolazione. Su questa strada – ha osservato il presidente del Consiglio – occorre semplificare le norme, snellire le procedure amministrative, ridurre la burocrazia. Una mission apparentemente quasi impossibile per l’apparato normativo davvero pesante e farraginoso, ma – ha concluso Kaswalder – questo è un compito che Provincia e Comuni assieme possono adempiere, distinguendo in positivo il Trentino dal resto del Paese”.

 

Gianmoena: potenziamento delle comunità e programmazione pluriennale delle risorse finanziarie (relazione allegata)

Il presidente del Cal Paride Gianmoena ha richiamato alla centralità dei comuni e delle comunità in ogni prospettiva di sviluppo per i nostri territori. E ha aggiunto che le autonomie locali vanno valorizzare meglio che altrove perché siano co-protagoniste di quel modello di governance policentrica, definita dal presidente “l’autonomia delle autonomie dialoganti”.
Gianmonena Più strumenti per consentire ai comuni di gestire efficacemente la propria funzione di presidio sul territorio, valorizzando il ruolo del Consorzio dei Comuni Trentini nella gestione dei servizi di back-office, e sostenendo adeguatamente le gestioni associate delle funzioni che occorre esercitare in una logica di prossimità. Il presidente dopo un’articolata riflessione dedicata soprattutto al tema delle insufficienti risorse di cui oggi i comuni dispongono, ha sintetizzato le tre principali richieste rivolte dal Cal alla Provincia: “più slancio al potenziamento delle Comunità, rafforzandone le potenzialità di strutture a servizio dei comuni, anche attraverso la creazione di centri di competenza specializzata, e coltivandone il ruolo di luoghi della programmazione sovracomunale; più spazio a una programmazione pluriennale delle risorse finanziarie di cui possono disporre i comuni, nei limiti consentiti dal bilancio provinciale, ed un costante aggiornamento dei modelli di riparto delle stesse; e più occasioni di confronto con il Consiglio delle autonomie locali, rispetto alle scelte di sviluppo della Provincia, nell’ottica di favorire un miglior coinvolgimento dei territori.

 

Masè: la riforma delle comunità valorizza il ruolo dei comuni (relazione allegata)

La presidente della Prima Commissione permanente del Consiglio provinciale Vanessa Masè, si è soffermata sul disegno di legge 145 per la riforma delle comunità il cui esame finale è previsto in aula tra 2 settimane, che interviene sulla governance di questi enti limitandone la terzietà rispetto ai comuni da cui sono formate per valorizzare il ruolo di questi ultimi. La presidente ha evidenziato che il nuovo assetto che la riforma intende creare ha anche l’obiettivo di semplificare il quadro istituzionale e assicurare la qualità dei servizi ai cittadini rendendo la comunità massima espressione delle volontà degli interessi del territorio. “Il progetto di riforma dell’assetto istituzionale complessivo e la nuova impronta ai rapporti tra Provincia, Comunità e Comuni – ha proseguito – è un percorso partito già ad inizio legislatura, con una ridefinizione del concetto di “gestioni associate”, per le quali si è tolto l’obbligo e la indicazione precostituita dalla Provincia e permettendo ai comuni o di far da sé, o di associarsi volontariamente con altri, liberamente e a seconda dei servizi che ritengono vantaggioso ottimizzare”. Ciò ha permesso a suo avviso “una più funzionale pianificazione e ottimizzazione delle risorse ed una migliore gestione dei rapporti tra Comuni confinanti. La revisione delle modalità perequative delle risorse di parte corrente, assieme all’incremento dell’ammontare annuo e alla facoltà data ai comuni di poter procedere all’integrazione dei propri organici con nuove assunzioni, sono stati tutti passaggi importanti per ridare centralità dei Comuni”. Masè ha anche voluto ricordare anche Rodolfo Borga, “sindaco e consigliere provinciale appassionato e competente”, citando un intervento con cui durante la seduta congiunta del 2014 aveva presentato una sua proposta di risoluzione per impegnare la Giunta di allora a “porre in essere politiche che, pur nel mutato contesto economico e finanziario che impone una gestione certamente più oculata della spesa pubblica, non prescindano dalla doverosa attenzione per le diverse esigenze che un territorio come quello trentino esprime e che tengano conto che nel governo dei territori periferici il fattore economico non può essere il solo ad ispirare le scelte amministrative”.

Fugatti: più autonomia finanziaria ai comuni e agevolare l’assunzione di personale (relazione allegata)

Fugatti ha evidenziato in apertura che la Giunta è impegnata a valorizzare il governo delle amministrazioni locali. Come? Accrescendo l’autonomia finanziaria e organizzativa dei singoli comuni compresi i più piccoli, proseguendo nella revisione degli strumenti di finanziamento della parte corrente e garantendo maggiore flessibilità nella disciplina delle assunzioni di personale. Queste azioni – ha proseguito – andranno accompagnate dalla integrazione del contratto per il comparto degli enti locali finalizzata anche a rendere più appetibile l’accesso al pubblico impiego (“e oggi – ha ricordato – ve ne sono le condizioni)”. Dopo aver accennato al ddl per la riforma della governance delle Comunità di valle, confermando l’intento di assicurare in tal modo un livello organizzativo sovracomunale nella gestione dei servizi complessi, il presidente ha richiamato l’attenzione sull’obiettivo della connessione dei territori ai principali assi viabilistici e di mobilità come elemento di incremento della competitività del Trentino, migliorando i collegamenti viari nelle valli per rendere più facilmente raggiungibili anche gli insediamenti più periferici e quelli con l’asta dell’Adige.

Fugatti ha accennato anche alla valorizzazione e all’estensione della rete delle piste ciclopedonali, che rappresentano un elemento di crescente attrattività turistica oltre che di utilità per il benessere della popolazione in tutte le valli comprese quelle marginali. Non meno determinante, per il presidente, sarà “completare la connessione alla rete digitale di tutto il territorio trentino, sempre più fattore determinante dello sviluppo e delle potenzialità di lavoro”. Fugatti si soffermato anche sugli interventi a sostegno del welfare territoriale, richiamando all’esigenza di un nuovo sistema che incentivi l’erogazione dei servizi attraverso un maggior coinvolgimento di soggetti privati, prodotti ad esempio dal mondo della cooperazione. Il presidente ha poi segnalato la volontà dell’esecutivo di puntare anche a implementare le sinergie tra mondo imprenditoriale, sistema degli enti locali e Provincia scommettendo sull’innovazione come elemento di attrattività per i territori e per le aziende. Altro tema strategico a cui va prestata particolare attenzione: la produzione dell’energia elettrica. Attualmente sono attivi dei gruppi di lavoro misti Provincia- Comuni che esaminano le criticità e le opportunità delle forme di affidamento sia per le piccole derivazioni idroelettriche che per le grandi concessioni. Fugatti ha concluso riferendosi ai giovani e al futuro: “si è da poco concluso con successo il Festival dell’Economia che – ha osservato – credo abbia dimostrato l’impegno e la volontà di mantenere ai massimi livelli gli standard di scientificità e di dibattito fra tesi. Tuttavia, il sistema pubblico e quello privato affrontano una sfida comune di fondamentale e primaria importanza, costituita dall’esigenza di dotarsi di personale con competenze adeguate al cambiamento e all’innovazione”. A suo avviso si devono innanzitutto rafforzare gli elementi identitari, fondanti il patrimonio culturale e sociale del territorio e dell’autonomia. Secondo il presidente enti locali e Provincia devono continuare ad investire nella formazione professionale come condizione per far fronte alle difficoltà delle imprese nel reperire addetti qualificati. Ancora, per Fugatti è necessario rendere il nostro territorio sempre più attrattivo, anche per professionalità originate da altri territori.

 

GLI INTERVENTI DEI CONSIGLIERI E DEI SINDACI

Rossi: il grave pericolo dei rapporti Stato-comuni che minaccia l’autonomia

Al rientro in aula dopo una sospensione ottenuta dall’assessore agli enti locali Mattia Gottardi per concordare coni capigruppo il testo della proposta di risoluzione presentata dal Cal,
Ugo Rossi (Misto-Azione), ha evidenziato il “grave pericolo” costituito a suo avviso da una progressiva erosione e compressione delle potestà legislative e amministrative delle autonomie, aggravata dalle emergenze degli ultimi anni e dagli interventi riparativi dello Stato. Interventi che in troppi casi hanno messo in difficoltà il particolare rapporto che presidia la finanza locale del Trentino che vede protagonisti comuni e la Provincia, anziché come nelle altre regioni i comuni e lo Stato. In qualche circostanza infatti i nostri comuni sono stati considerati dallo stato come i comuni delle regioni ordinarie. Ciò rende a suo avviso necessario difendere le norme che regolano i rapporti tra Provincia e comuni e presidiano l’autonomia speciale. Recentemente la commissione dei 12 è stata investita dalla richiesta delle due Province di elaborare una norma di attuazione che metta l’autonomia al riparo da questo rischio. Sulla riforma delle comunità Rossi ha apprezzato la scelta del Cal per correggere la proposta legislativa della Giunta sottolineando l’indispensabile sguardo sovracomunale che occorre avere.

 

Marini: il Cal motivi i suoi pareri e renda accessibili al pubblico le proprie riunioni

Alex Marini (Misto-5 Stelle) ha ricordato che una seduta congiunta come questa, che avrebbe dovuto svolgersi ogni anno come previsto da una legge provinciale, non era più convocata dal 2014 nonostante l’importanza rivestita da questo momento di confronto. Ha poi lamentato lo scarso tempo concesso ai consiglieri – 5 minuti – per presentare delle proposte in questa seduta. Altra critica di Marini: la mancanza di un automatismo che metta gli atti amministrativi a disposizione dei consiglieri provinciali che invece per questo devono ogni volta presentare un’istanza di accesso. Ha osservato che da parte del Cal sono arrivati pareri in merito a provvedimenti normativi privi di motivazioni quando queste sono, a suo avviso, necessarie. Ancora, Marini ha chiesto di rendere accessibili pubblicamente le sedute del Consiglio delle autonomie locali mettendone a disposizione anche la registrazione.

 

Coppola: irrinunciabili gli obiettivi della mobilità sostenibile e delle energie rinnovabili

Lucia Coppola (Misto-Europa Verde) ha messo l’accento su alcuni temi trattati nelle relazioni introduttive e che devono vedere una forte collaborazione Provincia-enti locali: la necessità di una mobilità sempre più sostenibile a livello territoriale come pure di un turismo sostenibile per alzare il livello della qualità della vita; le comunità energetiche e le energie rinnovabili che costituiscono le questioni del futuro (Coppola si è augurata che molte aziende aziende accedano al bando finalizzato a sostenere l’utilizzo delle rinnovabili); la salute e i servizi sanitari soprattutto per i soggetti più deboli; i beni comuni materiali e immateriali della cultura e dell’identità di ogni territorio da salvaguardare.

 

Montibeller (Roncegno): per assumere personale servono più risorse di parte corrente

Mirko Montibeller, sindaco di Roncegno Terme, ha richiamato alla necessità di personale a disposizione dei comuni che sia preparato, efficiente e sensibile. Ha ricordato che il numero dei dipendenti delle autonomie locali si è notevolmente ridotto. Decine di cessazioni sono dovute a mobilità verso la Provincia e la Regione. Servirebbe a suo avviso sottoporre la mobilità del personale al parere degli enti locali. Questo anche a fronte dell’aumento esponenziale delle incombenze amministrative e di servizio ai cittadini a carico dei comuni. Per Montibeller il fenomeno è riconducibile alla scarsa appetibilità del posto di lavoro pubblico, meno remunerato rispetto al settore privato. Vi è anche la difficoltà di introdurre meccanismi di incentivazione del personale. Annosa è poi la questione della carenza dei segretari comunali. Vi sono comuni con segretari presenti solo mezza giornata alla settimana. Il sindaco ha concluso sollecitando la Provincia a riflettere sulle risorse di parte correnti da mettere a disposizione degli enti locali perché possano procedere a nuove assunzioni di personale.

 

Oss Emer (Pergine): costi dell’energia insostenibili se non si interverrà con nuove risorse

Roberto Oss Emer, sindaco di Pergine, ha attirato l’attenzione “al di là dei macro-temi” toccati nelle relazioni dei presidenti, sulle conseguenze provocate dai rincari del gas e dell’energia elettrica che incidono pesantemente sulla parte corrente dei bilanci dei comuni. Comuni che si vedono costretti a utilizzare per le spese correnti una parte delle risorse che andrebbero utilizzate per le spese di investimento. Ai comuni è richiesto un grande sacrificio per ridurre la spesa corrente a cui per Oss Emer non sembra corrispondere un analogo sforzo da parte della Provincia. “Immagino – ha commentato – che ciò sia dovuto a scelte politiche”. Scelte che incidono però su servizi primari. “Gli aumenti – ha ricordato – superano il 35% del prezzo dell’illuminazione pubblica e dell’energia necessaria agli edifici comunali. E i costi per asili nido e scuole sono talmente elevati che costringeranno i comuni a scelte drastiche riducendo la qualità e la qualità dei servizi. Questo vale anche per gli impianti sportivi, della cultura e dei servizi sociali essenziali. Si dovranno probabilmente rideterminare al rialzo tariffe e tasse comunali. E i comuni non potranno sostituire il personale che va in pensione”. Secondo il sindaco di Pergine per far fronte a questi problemi il governo nazionale e la Provincia dovranno mettere a disposizione dei comuni le risorse necessarie. I costi spesso raddoppiati, sono insostenibili – ha proseguito Oss Emer – e sono molte le gare d’appalto che vanno deserte perché i prezzi non sono remunerativi e il sistema al massimo ribasso si è rivelato fallimentare. “Meraviglia – ha concluso Oss Emer – che le associazioni artigiani e le altre organizzazioni imprenditoriali interessate non evidenzino questo problema”.

 

Galvan (Borgo): per fronteggiare le sfide serve maggiore collaborazione Provincia-comuni

Enrico Galvan, sindaco di Borgo Valsugana, ha sottolineato che gli investimenti devono generare crescita economica. Per questo a suo avviso occorre rendere l’autonomia uno strumento moltiplicatore delle opportunità offerte dal Pnrr. A suo avviso il filo conduttore nella gestione e nell’utilizzo del Pnrr deve essere lo stretto raccordo tra Provincia ed enti locali. Le sfide del Pnrr sono il lavoro, l’inclusione, le famiglie, la valorizzazione delle risorse, la sanità, l’istruzione e la transizione ecologica. Il ruolo di regia e condivisione di questi obiettivi deve tradursi in un lavoro congiunto che metta operativamente in rete le istituzioni per la realizzazione dei progetti. E certo i comuni non possono far fronte a queste sfide con le risorse di cui oggi dispongono. Occorre comprendere che in gioco è il futuro di tutto il Trentino.

 

Soini (Ala): Giunta e Consiglio trovino entro quest’anno una soluzione al problema-rifiuti

Claudio Soini, sindaco di Ala ha sollevato il problema della gestione dei rifiuti per l’emergenza legata alla chiusura della discarica di Ischia Podetti. Ha ricordato che anche le discariche di Imer e Monclassico stanno per chiudere, rispettivamente a fine giugno e in ottobre. Tutto ciò mentre non si prospettano alternative. Per Soini occorre puntare all’informazione e alla formazione per migliorare la differenziata, creare nuovi centri e sistemi di raccolta come il porta a porta, anche se questo causerà oneri importanti. Bisogna puntare a suo avviso all’obiettivo di una media del 78% di raccolta differenziata entro il 2024. I comuni non hanno finora voluto aumentare le tariffe per lo smaltimento a carico dei cittadini, ma i costi per i municipi aumentano. I due scenari possibili che si delineano all’orizzonte in queste condizioni sono, per il sindaco di Ala, o il trasporto dei rifiuti fuori provincia dal 1° novembre di quest’anno, o la realizzazione di impianti per la chiusura del ciclo di raccolta. Si sa però – ha concluso – che su questo punto non vi sono idee chiare. L’impegno della Giunta e del Consiglio provinciale dev’essere quindi orientato a trovare una soluzione al problema entro la fine di quest’anno.

 

Valduga (Rovereto): per la sanità occorre uscire da una visione opsedalie-centrica
Francesco Valduga, sindaco di Rovereto, ha rappresentato la necessità di un confronto sui temi della sanità. L’emergenza legata al Covid ha evidenziato a suo avviso il bisogno di investire sull’assistenza sanitaria di prossimità e per ovviare alla carenza di personale causata dalla mancata programmazione degli anni scorsi. Per fronteggiare questi problemi secondo Valduga devono impegnarsi anche le autonomie locali, promuovendo un dibattito sulla prevenzione che parta dai territori. Si tratta, secondo il sindaco di Rovereto, di puntare all’uscita da una visione visione ospedale-centrica e di orientarsi sempre più verso una sanità territoriale che dia sollievo ai pronto soccorso. Occorre d’altra parte promuovere un dibattito che permetta di comprendere come per l’assistenza sanitaria non si possa “fare tutto dappertutto”. Quanto alla carenza di operatori della salute, Valduga ha evidenziato che medici e infermieri restano sul territorio o ci vengono quando sanno di poter fare le cose che sanno fare. Per questo sarà a suo parere necessario insistere sull’innovazione, la ricerca, le tecnologie, caratteristiche sulle quali il nostro territorio può distinguersi. Infine il sindaco della Città della Quercia ha accennato al rapporto con il privato. “Si tratta di migliorare innanzitutto il sistema di sanità pubblica, ma senza demonizzare il rapporto con il privato, che deve per questo essere sano e trasparente, legato a tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria, dentro una forma corretta di competizione”.

Betta (Arco): attenzione al possibile ritorno della pandemia e alle dipendenze dei giovani

Alessandro Betta, sindaco di Arco, dopo aver ricordato il cavalier Fabio Zanetti, primo presidente del Cal che ebbe l’intuizione di promuovere un rapporto stretto tra i sindaci e gli amministratori provinciali, ha segnalato il rischio di un ritorno della pandemia in autunno che ci trovi impreparati. Il sindaco di Arco ha messo l’accento anche sulle dipendenze di cui soffrono i giovani e citato il progetto “difese immunitarie” delineato dal suo comune, che non riesce a trovare ancora una condivisione a livello di comunità di valle. Una comunità può dire di essere sulla strada giusta e nell’alveo giusto – ha concluso – quando e se si prende cura degli ultimi.

 

Detomas (Comun General de Fascia): abbiamo più poteri ma nessuna risorsa

Giuseppe Detomas, procurador del Comun General de Fascia, ha ricordato che l’ente da lui rappresentato partecipa per la prima volta a una seduta come questa. Questo è l’unico ente locale in Italia che si aggiunge a quelli previsti dall’articolo 114 della Costituzione. Il Comun General de Fascia è ora un ente locale autonomo dotato anche di autonomia politica, e ha quindi competenze che le altre comunità non hanno ma non le risorse per poter gestire questi poteri. Si tratta allora, ha spiegato Detomas, di sanare quest’incongruenza armonizzando le discipline attraverso una disposizione che coordini il dettato costituzionale e la legge provinciale che già aveva riconosciuto quest’ente. La questione – ha precisato il procurador – non è puramente locale ma centrale dal punto di vista dell’identità istituzionale del Trentino. Il Comun General de Fascia non ha infatti un sistema finanziario proprio e neppure entrate proprie. Per questo ha chiesto di partecipare all’imposta di soggiorno con un gettito interno.

 

Tonini (Pd): fare meglio con meno, rendendo più efficiente il sistema pubblico.

Giorgio Tonini (Pd) ha ripreso le questioni poste dal presidente Gianmoena per il potenziamento del ruolo delle autonomie locali: al Bundestag del Consiglio provinciale va affiancato a suo avviso un Bundesrat dell’autonomia come questo. Tonini ha riconosciuto all’assessore agli enti locali Gottardi il merito di aver accolto la proposta di rivedere in profondità la riforma da lui proposta delle comunità. Del documento con le osservazioni del Cal che il dibattito in Prima Commissione ha cercato di valorizzare, la seconda parte è per Tonini è la più importante. Oggi attraversiamo una fase di crisi da cui usciremo solo se sapremo essere capaci di trasformarci in maniera profonda, con le riforme. Lasciando tutto così com’è, le risorse finanziarie non basteranno mai e i cahiers de doleance esposti dai sindaci resteranno inevasi. Il consigliere ha ricordato che oggi anche le politiche di bilancio più permissive si stanno chiudendo. Questa stagione straordinaria aveva un senso per indurre il Paese, la Repubblica e dentro questo la nostra autonomia speciale ad avviare una stagione di riforme. Senza questo cambiamento profondo il sistema pubblico non può reggere perché costa tra il 45% e il 50% del Pil. Impossibile pensare a un aumento di questa quota, anche se oggi tutti vorrebbero ridurre le tasse a aumentare le spese. Degasperi nel ‘48 disse che l’autonomia vivrà se dimostrerà di essere capace di fare meglio con meno risorse statali. L’efficienza – ha ricordato Tonini – prima che una questione organizzativa è una grande questione etica, culturale e politica ed è il cimento con cui tutti dobbiamo confrontarci, compreso il sistema delle autonomie. Dobbiamo ragionare insieme su come utilizzare e gestire in modo ottimale le risorse che oggi abbiamo sapendo che difficilmente potranno crescere. Per crescere dovrebbe infatti crescere il Pil e il Pil potrà crescere solo rendendo più efficiente il sistema pubblico. Per il consgliere, quindi, l’incontro di oggi ha senso se promuove un grande patto tra le istituzioni del Trentino per una riforma dell’autonomia che parta dal gusto di essere più bravi dello Stato. “L’autonomia è dimostrare che noi possiamo fare meglio con meno. L’identità del Trentino – ha conclsuo Ronini – è simboleggiata dal Duomo, dal monumento a Dante e dalla Torre Civica del Comune di Trento. Non dal castello del Buonconsiglio. Il ruolo dei sindaci è quindi fondamentale, a condizione di essere tutti insieme una classe dirigente capace di trovare soluzioni che guardino avanti”.

 

Ianeselli (Trento): dobbiamo distinguerci ed essere attrattivi per la nostra sostenibilità

Franco Ianeselli, sindaco di Trento, ha messo al centro dell’attenzione il tema del posto che vogliamo avere in Italia e nel mondo. E in questa prospettiva a suo avviso il recente Festival dell’economia è stata una grande occasione di apertura per il posizionamento del nostro territorio. La grande partita è data a suo avviso dalle connessioni, non solo attraverso il nuovo corridoio del Brennero, perché si tratta di assumerci fino in fondo la questione della sostenibilità. Sostenibilità per il turismo a servizio di chi viene qui in vacanza o vuol vivere cercando da noi uno dei territori più sostenibili in Europa. Allora dobbiamo identificarci nell’obiettivo delle sostenibilità da perseguire: sostenibilità ambientale, sostenibilità sociale, sostenibilità formativa, dotandoci – ecco la proposta di Ianeselli – di una scuola di livello internazionale perché questo porta grande beneficio ed è volano di attrazione. Sostenibilità è capire quale posto occupiamo nel mondo. Per Ianeselli la vera autonomia non è quella degli enti ma quella della comunità. L’autonomia non si identifica con Provincia e comuni, ma sta nella capacità e nello spirito di innovazione che emerge da ogni espressione della comunità trentina.

 

Zanella (Futura):

Paolo Zanella (Futura) ha evidenziato il tema dell’immigrazione, trascurato in larghissima misura, ma a suo avviso assolutamente cruciale “perché il Paese sta invecchiando”. Serve quindi un nuovo patto sociale perché lo sviluppo non deve escludere ma portare a un nuovo modello equo e sostenibile per tutti i cittadini. Per Zanella è evidente che il problema non è solo di attrattività di alcune professioni ma anche demografico: infatti non si trovano più lavoratori in tutti i settori, dal turismo all’edilizia. Il consigliere ha ricordato come gli enti locali in passato abbiano contribuito a fare del Trentino uin territorio accogliente e a diffondere una cultura aperta ai nuovi cittadini. Il Trentino deve quindi aprirsi nuovamente anche per poter atuofinanziare il proprio welfare. Zanella ha ricordato che da questo punto di vista proprio le comunità di valle hanno competenze pianificatorie importanti in materia di servizi sociali ma che si potrebbero trovare in difficoltà di fronte all’aumento delle patologie croniche degenerative e ai nuovi bisogni di assistenza. Su questi aspetti la Provincia deve a suo avviso tornare a dialogare con gli enti locali per individuare soluzioni sostenibili e appropriate ragionando con gli amministratori e gli stakeholder competenti per approntare servizi adeguati. Positivo è stato per Zanella il parere fornito dal Cal sulla riforma: le comunità di valle non vanno infatti cancellate ma potenziate sviluppando servizi e funzioni che permettano la sostenibilità dei comuni. Non si tratta solo di una questione di maggiore efficienza ma di rendere possibile una pianificazione di area vasta per riconoscere la funzione delle comunità.

 

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Dallapiccola: la riforma delle comunità nasconde altri obiettivi

Michele Dallapiccola (Patt) ha ricordato la decurtazione delle risorse provinciali destinate ai comuni introdotta quando lui era sindaco di Civezzano. E ha osservato che dietro la riforma delle comunità di valle si potrebbe celare un obiettivo che l’assessore Gottardi, come illusionista, ha interesse a tenere nascosto.

Cavada: bene la valorizzazione dei servizi sanitari nei territori e la facoltà di medicina

Gianluca Cavada (Lega) ha plaudito nel suo intervento alla valorizzazione dei territori per quanto riguarda il ruolo degli ospedali e dei servizi sanitari. E ha ringraziato la Giunta che si è attivata per l’avvio della nuova facoltà di medicina che garantirà la formazione di nuovi medici nei prossimi anni.

Marini: sospendere i lavori per raccogliere le firme a sostegno di una sua risoluzione

Marini è intervenuto nuovamente per chiedere una sospensione dei lavori per poter raccogliere le 15 firme necessarie per presentare un’ulteriore risoluzione da lui proposta. Il presidente Kaswalder gli ha suggerito di sfruttare per questo l’ultima parte del dibattito.

Fugatti: sono emerse molte criticità ma uniti potremo affrontare tutti i problemi

Il presidente Fugatti ha chiuso la discussione generale evidenziando il valore degli interventi
che hanno naturalmente toccato molte criticità. Ma ha aggiunto che i lavori di questa giornata sono stati molto positivi perché hanno evidenziato la volontà di procedere uniti a sostegno dell’autonomia trentina.

 

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La risoluzione proposta dal Cal e sottoscritta da tutti (vedi allegato)

Il presidente Gianmoena ha poi illustrato la proposta di risoluzione del Cal condivisa e firmata oggi da tutti i capigruppo. Il testo riguarda i trasferimenti della Provincia a favore dei comuni secondo il principio di perequazione contenuto nelle norme provinciali e nella Costituzione. L’obiettivo è di dotarsi di un modello che permetta ai comuni di incamerare e utilizzare le risorse stanziate per fronteggiare le conseguenze della tempesta Vaia. Un altro tema riguarda le risorse derivanti dall’utilizzo delle centraline idroelettriche. La risoluzione impegna la Giunta a inserire questi punti nel modello di perequazione attuale. Infine Gianmoena ha sottolineato l’importante tema della triennalità. Con questa risoluzione il Cal chiede che le risorse destinate ai comuni dal bilancio provinciale siano certe nell’arco di almeno un triennio. Solo così si permetterà ai comuni di utilizzare la norma che semplifica le assunzioni, perché le amministrazioni locali disporranno di risorse adeguate a questo scopo. Nella manovra di assestamento del bilancio provinciale – ha evidenziato il presidente del Cal – andrà quindi inserita in tal senso. Il dispositivo impegna quindi la Giunta a un’attenta valutazione del modello di calcolo del fondo perequativo di solidarietà per elaborare soluzioni per considerare le entrate e le spese degli enti locali secondo una giusta dimensione e per rivedere il relativomodello. In secondo luogo l’esecutivo dovrà impegnarsi ad assegnare agli enti locali almeno le risorse di parte corrente con riferimento a un arco di tempo almeno triennale, assicurando un trasferimento minimo, invariato a livello complessivo e quantificato a livello di singolo ente sulla base del nuovo modello di perequazione/solidarietà.

L’assessore Gottardi: questo è un passo per migliorare i rapporti finanziari con i comuni

L’assessore Gottardi ha motivato il parere favorevole della Giunta a questa proposta di risoluzione orientato alla protocollo integrativo di finanza locale, perché introduce uno strumento concreto attraverso la revisione della perequazione, modello è composto da 96 variabili econometriche, riequilibrandone il modello che, figlio degli anni 90, oggi non è più sostenibile. Tutto ciò in funzione di un nuovo modello privo dei difetti della perequazione precedente da cui alcuni comuni erano penalizzati. Quanto al ddl sulle comunità “non c’è trucco e non c’è inganno – ha replicato a Dallapiccola – perché quando la Provincia si rapporta con i comuni gioca sempre a carte scoperte”. E questo – ha precisato – sia perché il protocollo di finanza locale è l’atto più importante per stabilire un patto con i comuni sui rapporti con la Provincia, sia perché, in questo contesto di difficile programmazione serve certezza sulle risorse. La perequazione per Gottardi è un primo segnale per stabilizzare uno strumento di finanziamento ai comuni per almeno un triennio. Peraltro la Giunta ha già aumentato del 10% queste risorse. Sul tema dell’aumento dei costi di gestione dovuto al caro-energia, questo èer l’assessore è un tema che la Giunta affronterà complessivamente in sede di assestamento di bilancio e di protocollo di finanza locale, con una riqualificazione generale della spesa.

Marini: non è stato possibile dare una risposta politica ai problemi evidenziati dai sindaci

Marini ha lamentato che non sia stato dato ai consiglieri il tempo per presentare delle proposte di risoluzione sui temi emersi dagli interventi. A suo avviso quindi questo incontro ha dimostrato ipocrisia istituzionale perché non è stata data alcuna possibilità di fornire una risposta politica ai problemi evidenziati dai sindaci, come ad esempio quello della crisi energetica e dei costi crescenti a carico dei comuni.

Brugnara (Lavis): la Provincia acceleri sul tema del termovalorizzatore

Andrea Brugnara, sindaco di Lavis, ha ribadito la gravità del problema dello smaltimento dei rifiuti e raccomandato alla Provincia di prendere in mano seriamente la questione, accelerando sulla scelta del termovalorizzatore, investendo sui centri di riciclaggio e sulla necessità di fare formazione in merito alla raccolta differenziata, educando i giovani a un maggior senso civico.

Tonina: l’unica alternativa al termovalorizzatore è il conferimento dei rifiuti fuori regione.

L’assessore all’ambiente Mario Tonina è intervenuto per confermare che la Provincia sta lavorando con il Cal per fronteggiare il problema dei rifiuti individuando delle soluzioni. “Ereditiamo un problema del passato – ha ricordato – sulla cui soluzione però oggi non è più possibile derogare”. E ha poi preannunciato che una delibera della Giunta su questo punto arriverà all’inizio di luglio, “dopo un confronto con il Cal per trovare una larga condivisione”. Tonina ha anche ricordato la serie di incontri da lui avuti nei mesi di gennaio e febbraio di quest’anno con gli amministratori in tutto il territorio provinciale su questo tema e di aver trovato in loro la massima disponibilità. Di certo – ha concluso apprezzando gli interventi dei sindaci Soini e Brugnara – oggi occorre arrivare a condividere un percorso per realizzare un impianto nel Trentino che gestisca la quota di rifiuti che comunque rimarrà anche dopo un’adeguata raccolta differenziata capace di raggiungere anche l’85%: l’unica alternativa a quest’impianto resta, per l’assessore, il conferimento dei rifiuti in altre regioni.

Messa ai voti dal presidente Kaswalder, la risoluzione è stata infine approvata all’unanimità.

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