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CONSIGLIO PAT * SANITÀ: « “SÌ” DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MOZIONE DI MANICA (PD) A SOSTEGNO DEL NUOVO OSPEDALE DI CAVALESE, ACCANTO A QUELLO ATTUALE »

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21.07 - giovedì 27 ottobre 2022

Sì di Fratelli d’Italia alla mozione di Manica (Pd) a sostegno del nuovo ospedale di Cavalese accanto a quello attuale. L’ultima sessione di ottobre in aula per il Consiglio provinciale si è conclusa con l’esame di numerose mozioni, approvandone dieci e respingendone due. Alcune mozione impegnano in particolare la Giunta ad attuare interventi nel settore sanitario. Da segnalare il sì di Fratelli d’Italia motivato dal capogruppo Claudio Cia (nella foto) alla mozione proposta da Alessio Manica (Pd) a sostegno del progetto di costruzione del nuovo ospedale di Cavalese accanto alla struttura attuale.

No alla mozione di Manica per il nuovo ospedale di Cavalese accanto all’attuale

I lavori del Consiglio provinciale sono ripartiti nel pomeriggio dalla discussa mozione proposta da Alessio Manica (Pd), respinta con 18 no, 13 sì (anche di Fratelli d’Italia) e due non partecipanti al voto (De Godenz e Ossanna), il cui testo originario è stato interamente modificato dall’autore. Il dispositivo voleva impegnare la Giunta a confermare la realizzazione del progetto del nuovo ospedale in adiacenza a quello esistente e a proseguire in questa direzione, contro il prospettato spostamento del nosocomio a Masi di Cavalese.

Roberto Paccher (Lega) ha osservato che il testo della mozione originariamente proposta da Manica, risalente all’11 maggio, voleva impegnare la Giunta a seguire l’esempio della Provincia di Bolzano promuovendo un accordo con le facoltà di medicina delle università di Padova e Verona per l’assunzione di medici specializzandi. Senonché la Giunta aveva già stipulato una convenzione in tal senso per ottenere medici specializzandi. Il testo è stato quindi sostituito per “mettere una pezza” su questa svista.

Claudio Cia (FdI) ha ricordato che la popolazione era stata ascoltata in merito al progetto dell’ospedale a Masi di Cavalese. Se il problema è il partenariato nulla vieta che questa formula si utilizzi per costruire il nuovo ospedale di Cavalese accanto alla struttura esistente. Il punto nascite a Cavalese era nato da una richiesta emergente dal territorio, mentre la costruzione di un ospedale decentrato rispetto all’attuale non è scaturita dalla comunità. Manca inoltre una visione del futuro della sanità per poter giustificare un’opera che costerà 280 milioni di euro. Cia ha quindi preannunciato il proprio voto convinto a favore della mozione di Manica, perché non è in contrasto con il pensiero del presidente Fugatti, la cui intenzione esplicitamente dichiarata e tutt’ora non superata è di proseguire con la realizzazione del nuovo ospedale di Cavalese nel rispetto del progetto già approvato e finanziato.

Manica ha spiegato che sarebbe condivisibile una finanzia di progetto grazie alla quale l’opera si pagherebbe con l’intervento del privato, ma non è questo il caso. Il consigliere ha suggerito una convocazione straordinaria della IV commissione per discutere il progetto licenziato dal Navip. Il progetto dell’ospedale nuovo accanto all’esistente era già pronto nel 2018. Sono stati sprecati 4 anni. Allora si poteva appaltare l’opera con il 40% di costi in meno. Occorre quindi che la Giunta si assuma la responsabilità politica della sospensione del percorso volto alla costruzione accanto all’attuale ospedale. , Manica ha ricordato infine che al nuovo progetto manca la necessaria individuazione urbanistica. Infatti, occorre che prima l’ente pubblico decida dove realizzare un’opera e con quale modalità, e poi che coinvolga il privato. In questo caso è accaduto l’opposto.

Luca Guglielmi (Fassa) ha confermato la propria contrarietà alla mozione. Innanzitutto per l’emendamento completamente sostitutivo del testo, arrivato solo ieri. La conferenza dei capigruppo aveva inserito all’ordine del giorno degli attuali lavori in aula una mozione diversa da questa, che trattava un altro argomento. Questo dimostra la volontà politica di mettere in difficoltà la Giunta provinciale su un tema delicato che non può subire strumentalizzazioni dal momento che tocca i residenti e i turisti da cui sono frequentati questi territori. Valutare la realizzazione di un progetto alternativo di ospedale rispetto a quello approvato in precedenza non è inusuale né fuori luogo.

Ivano Job (Misto-Coraggio Italia) ha dichiarato di augurarsi che le parole del presidente pronunciate dal presidente Fugatti portino frutto e ha preannunciato per questo il proprio voto contrario alla mozione.

Paolo Zanella (Futura) ha motivato il proprio sì convinto alla mozione perché assolutamente contrario al partenariato pubblico privato. La struttura ha bisogno di un bando pubblico e dev’essere gestita dal pubblico sia perché si tratta di un pubblico servizio sia a maggior garanzia di chi ci lavorerà. Se poi si va nei territori per cercare di capire se la comunità condivide questo nuovo progetto, occorrerà presentare non solo gli argomenti a favore ma anche le criticità legate ai maggiori costi di un nuovo ospedale a Masi. Ha poi sottolineato che Cia voterà a favore della mozione in coerenza con la posizione del presidente. Non si capisce perché il progetto relativo all’ospedale esistente sia stato prima approvato due anni fa e poi stoppato dallo stesso Fugatti.

Cia ha precisato di non essersi espresso contro il partenariato ma di aver proposto l’utilizzo di questa formula per la realizzazione del progetto originario.

 

Sì alla mozione di Zanella per il riconoscimento della vulvodinia e altre malattie

La mozione 520 presentata da Paolo Zanella (Futura), sottoscritta anche dai consiglieri del Patt Demagri e del Pd Zeni e approvata all’unanimità con alcune modifiche concordate con l’assessora Segnana, per il riconoscimento della vulvodinia e di altre patologie “invisibili” che colpiscono prevalentemente le donne, impegna la Giunta a) (punto sostituito con emendamento) a valutare, nell’ambito dell’assistenza aggiuntiva extra-Lea, l’inserimento delle malattie croniche della vulvodinia, della neuropatia del pudendo, dell’endometriosi di primo e secondo stadio e dell’adenomiosi anche alla luce di eventuali nuovi sviluppo a livello nazionale; b) ad avviare un accrescimento delle competenze di tutte le figure sanitarie che possono incontrare persone affette da queste patologie (personale specializzato in medicina generale, ginecologia ed ostetricia, urologia, neurologia, anestesia rianimazione terapia intensiva e del dolore, malattie dell’apparato digerente, psichiatria, fisioterapia del pavimento pelvico e infermieristica); c) a garantire un’adeguata assistenza in relazione alla specificità delle patologie sopra citate e promuovere specifici percorsi rivolti al personale dei consultori pubblici e al personale di medicina generale, al fine di favorire una prima informazione precoce e corretta delle patologie menzionate; d) (punto sostituito con emendamento) a valutare l’istituzione di un registro provinciale finalizzato alla raccolta dati sulle patologie in questione, anche alla luce di eventuali nuovi sviluppo normativi a livello nazionale; e) a istituire dei registri provinciali finalizzati alla raccolta dati sulle suddette patologie; f) a promuovere campagne di informazione e di sensibilizzazione periodiche, sulle problematiche relative a vulvodinia, neuropatia del pudendo, endometriosi e adenomiosi, volte a diffondere una maggiore conoscenza dei sintomi delle suddette patologie, soprattutto nelle scuole, a partire dagli istituti secondari di primo e secondo grado, al fine di ridurre il ritardo diagnostico; g) a sollecitare la Conferenza Stato – Regioni affinché le suddette patologie siano al più presto inserite nei LEA nazionali.

L’assessora Segnana ha segnalato l’interesse politico emerso a livello nazionale e in altre regioni nei confronti di queste malattie invalidanti per la salute femminile. Di vulvodinia soffre una percentuale tra il 12 e il 16% della popolazione femminile. Si prevede l’inserimento di questa patologia in un registro nazionale che sarà costituito e nei Lea. In provincia di Trento la presa in carico di questa e delle altre patologie menzionate è assicurata dall’Apss. Vi sono specialisti che se ne occupano anche con il personale ostetrico. Vi sono anche rari pazienti maschi affetti da queste patologie. Vi sono due-tre pazienti all’anno affetti da vulvodinia che si rivolgono alle cure ospedaliere e vi è un percorso assistenziale apposito. Inoltre l’Apss è in fase di avanzata predisposizione di interventi ad hoc per chi è colpito da queste malattie del pavimento pelvico. Per questo l’assessora ha dichiarato il sì della Giunta a questa mozione.

Paola Demagri (Patt) ha avvertito che con un percorso più strutturato dedicato a queste malattie e in particolare alla neuropatia del pudendo, che colpisce anche gli uomini, se ne favorisce la cura. Spesso i soggetti che ne sono affetti faticano a rivelare il dolore che provoca. Quindi individuare nel registro extra Lea queste patologie e assicurare la presa in carico di questi malati significa andare incontro a chi ne soffre. I pazienti affetti da queste malattie rare e possono essere assistiti e accompagnati in un percorso di cura.

Luca Zeni (Pd), che ha sottoscritto con Zanella e Demagri la mozione, ha sottolineato che le persone affette da queste patologie vivono un disagio e una subiscono una sofferenza invalidante. Bene quindi la volontà di farsi carico di questi casi perché l’assessorato dia impulso all’Apss per fronteggiare sempre meglio questa problematica.

Mara Dalzocchio (Lega) ha ringraziato Zanella per la mozione perché queste patologie sono invalidanti e poco conosciute che colpiscono in prevalenza le donne.

Zanella ha auspicato che non si debba attendere che lo Stato legiferi su questo tema né che si aspetti la commissione Lea per l’assistenza. La Provincia dovrà inserire negli extra Lea queste patologie croniche.

Ugo Rossi (Misto-Azione) ha consigliato l’assessora a non lasciarsi troppo condizionare dai tecnici che probabilmente le suggeriranno di attendere l’iniziativa nazionale. Anche il registro, quando si tratta di pochi casi all’anno, si può predisporre rapidamente per partire subito nella nostra provincia in modo da potersi occupare anche dai casi nascosti.

Sì alla mozione di Moranduzzo sui requisiti per poter entrare nella polizia locale

La mozione 522 presentata da Devid Moranduzzo (Lega) ed approvata con un voto di astensione, impegna la Giunta ad attivarsi con il Consiglio delle Autonomie e le Amministrazioni comunali competenti affinché vengano adeguati i requisiti di “idoneità fisica all’impiego” per l’accesso e avanzamento di carriera nel ruolo della Polizia Locale alla necessità di garantire la massima partecipazione per la selezione di personale idoneo all’espletamento del servizio in piena sicurezza e con i più elevati livelli di professionalità.

Sì alla mozione di Ossanna per garantire il lavoro ai mediatori museali

La mozione 526 presentata da Lorenzo Ossanna (Patt) e approvata all’unanimità, impegna la Giunta a garantire il lavoro dei mediatori museali – operatori culturali specializzati nell’educazione al patrimonio, all’arte e ai linguaggi artistici, conduttori di visite guidate, organizzatori di laboratori didattici e creativi, gestori di incontri di approfondimento per il pubblico del museo composto da bambini di tutte le fasce d’età, gruppi scolastici, adulti e famiglie, persone affette da disabilità fisica e mentale di diversa natura – impegnando la Giunta a valutare, in collaborazione con i musei e le istituzioni culturali interessate, la possibilità di un’internalizzazione della loro funzione per favorire l’investimento sulla professionalità degli operatori culturali e sulla qualità delle funzioni svolte dagli operatori culturali ed educativi; prevede inoltre che, qualora non fosse sostenibile l’internalizzazione, ad individuare, in collaborazione con le forze sindacali, una soluzione contrattuale adeguata a tutelare i loro diritti e la loro professionalità.

L’assessore Bisesti ha ricordato l’intervento per la stabilizzazione degli operatori del Muse e l’internalizzazione delle funzioni, anche se non totale perché alcuni compiti restano esternalizzati per esigenze di flessibilità. Per il Mart si prevede che 5 operatori saranno oggetto di questa stabilizzazione dopo la scadenza del 2024. Vi saranno insomma appalti diversi da quelli utilizzati in passato dato il numero rilevante degli operatori coinvolti. Una migliore qualità del lavoro favorisce anche la qualità dell’offerta museale.

Ossanna ha ringraziato l’assessore per l’impegno assunto allo scopo di risolvere le problematiche di alcuni musei che negli ultimi anni hanno visto crescere molto l’attività e i visitatori.

Sì alla mozione di Rossato per la fontana dedicata Evita Peron a Borgo Valsugana

La mozione 542 presentata da Katia Rossato (FdI), approvata, impegna la Giunta a promuovere, attraverso la collaborazione con l’Amministrazione comunale di Borgo Valsugana e il sostegno di parte del costo totale, il riposizionamento della storica fontana artistica realizzata dal Cav. Casagrande e dedicata alla figura di Evita Perón in un luogo strategico di Borgo Valsugana che ne permetta la valorizzazione.

L’assessore Bisesti ha confermato che l’intenzione della Giunta provinciale e dell’amministrazione comunale di Borgo Valsugana va nella direzione proposta dalla mozione per valorizzare quest’opera.

Roberto Paccher ​(Lega), condividendo la mozione, ha ricordato che la fontana è stata realizzata da un noto artigiano, Casagrande, negli anni ‘50. L’opera è alta 10 metri ed è rimasta per 30 anni alle porte di Borgo a causa di lavori con l’impegno di riposizionarla appena terminati. La volontà della famiglia dell’autore è di riportare la fontana a Borgo.

Alex Marini (Misto-5 Stelle) ha suggerito di sentire anche il parere dei consultori trentini per l’emigrazione in Argentina.

Sì alla mozione di Dalzocchio sull’autonoma gestione del registro del Terzo Settore

La mozione 543 presentata da Mara Dalzocchio (Lega), il cui dispositivo è stato parzialmente sostituito d’intesa con l’assessora Segnana e approvata all’unanimità, impegna la Giunta ad attivarsi affinché la Provincia di Trento, al pari di quella di Bolzano, possa gestire autonomamente i registri delle organizzazioni di volontariato ai sensi dell’articolo 2 del decreto legislativo 267 del 1992 e i registri dedicati agli altri enti del Terzo Settore, ponendo in essere tutto ciò che è necessario a tal fine. In secondo luogo la mozione prevede che la Giunta si attivi per semplificare gli obblighi previsti per la registrazione delle organizzazioni di volontariato, in modo tale che si possano rispettare le finalità introdotte con la riforma del terzo settore e nel contempo vengano ridotti a un livello accettabile e adeguato gli oneri burocratici per le organizzazioni presenti nel territorio provinciale.

L’assessora Segnana ha precisato che un’analoga mozione è stata approvata dalla Provincia autonoma di Bolzano, e ha preannunciato l’impegno della Giunta di attivarsi per la gestione autonoma del registro delle organizzazioni di volontariato.

Vanessa Masè (La Civica) ha sottolineato che il Trentino ha nel volontariato un asse portante di tanti servizi e attività, anche attraverso le associazioni che gestiscono le scuole dell’infanzia equiparate. L’arrivo del registro potrebbe creare alcuni problemi e quindi è importante che la Provincia rivendichi un’autonomia in questo campo, dove ad esempio si distinguono i volontari occasionali e i volontari non occasionali. Anche dal punto di vista assicurativo con il passaggio al registro unico nazionale del Terzo Settore si pone in discussione il rimborso prima previsto per le polizze dei volontari. L’insediamento della nuova Commissione dei 12 potrebbe permettere di affrontare questo tema che riguarda le norme di attuazione.

Luca Zeni (Pd) ha giudicato importante la riforma del Terzo Settore, che contiene molti aspetti positivi anche se è vero che prevede adempimenti rilevanti dal punto di vista soprattutto fiscale. Bene, quindi, la mozione che chiede una semplificazione.

Dalzocchio ha precisato di non voler demonizzare la riforma del Terzo Settore ma di ritenere importante puntare a migliorarne alcuni aspetti.

Sì alla mozione di Degasperi sulla fattibilità della bretella tra via Pezcoller e via al Desert

La mozione 550 presentata da Filippo Degasperi (Onda). emendata d’intesa con l’assessore Tonina, impegna la Giunta 1) a verificare la fattibilità di un collegamento provvisorio che assicuri l’accesso e il recesso in condizioni di sicurezza da via Pezcoller, coinvolgendo nell’istruttoria i residenti e il Comune di Trento; 2) a verificare nella soluzione finale prevista per la sistemazione complessiva della viabilità della zona, eventuali modalità alternative per l’accesso a via Pezcoller, al fine di eliminare i rischi che corrono i mezzi che da via Pezcoller tentato l’entrata in tangenziale, coinvolgendo nell’istruttoria i residenti e il Comune di Trento. eventuali modalità alternative per eliminare i rischi che corrono i mezzi che da via Pezcoller tentano l’entrata in tangenziale coinvolgendo nell’istruttoria i residenti e il Comune di Trento.

Il vicepresidente Tonina ha dichiarato che la mozione può essere accolta con un emendamento alla premessa e al dispositivo per rendere ancor più chiara la previsione contenuta nel testo su questo tema. Riconoscendo l’elevato livello di pericolosità della strada statale 12 in corrispondenza del cavalcavia si è deciso di realizzare una viabilità con un tracciato alternativo più ad est dell’attuale che, nel frattempo, sarà messo in sicurezza. Il nuovo tracciato costituirà un’opera temporanea formata da tre corsie, deu delle quali in direzione nord e l’altra in direzione sud. Quanto all’altra strada per Ravina, sono in corso di studio delle ipotesi progettuali per garantire l’accesso alle abitazioni e alle attività commerciali in modo più sicuro con una viabilità dedicata che partirà dal nuovo svincolo.

Degasperi ha espresso fiducia nelle parole di Tonina anche se non sono stati indicati tempi e scadenze. La speranza è che non si finisca come con il sottopasso a Spini di Gardolo e che si intervenga quindi prima possibile per prevenire incidenti.

No alla mozione di Zeni sul rapporto tra la Giunta e la dirigenza provinciale

Respinta con 17 no, 8 sì e un voto di astensione la mozione 553 presentata da Luca Zeni (Pd), a partire dal caso del dirigente provinciale rimosso illegittimamente dal suo incarico per essersi espresso in modo difforme dalla Giunta in merito alle garanzie di sicurezza previste per il concerto di Vasco Rossi nell’area San Vincenzo di Trento, voleva impegnare l’esecutivo a

a rispettare ed attuare le sentenze immediatamente esecutive che condannano la Provincia in materia di lavoro;

di norma, a accettare quanto previsto dalle sentenze, soprattutto quando particolarmente chiare e lineari come quelle descritte in premessa, rinunciando a promuovere appello, soltanto perché i costi del percorso giudiziale sono a carico dell’ente pubblico e non personalmente a carico dei componenti della giunta provinciale;

a evitare atteggiamenti persecutori contro i dipendenti della pubblica amministrazione che svolgono le loro mansioni senza piegare il diritto a forzature non ragionevoli della politica e, nel caso del dirigente del servizio della polizia amministrativa descritto in premessa, a reintegrarlo nel suo incarico rinunciando.

Zeni ha sollevato due problemi emergenti dalla posizione della Giunta, che a suo avviso si arrampica sugli specchi perché elude nella sostanza la sentenza del giudice sul caso del dirigente della polizia amministrativa della Provincia, sentenza che è chiarissima nell’obbligare al reintegro. Reintegro che dapprima viene eseguito ma subito dopo la Giunta trasferisce il dirigente giustificando la decisione con esigenze di rotazione. Rotazione che però riguarda solo questo dirigente. Il secondo problema per Zeni riguarda la sentenza che ha dichiarato illegittima la selezione di un candidato alla dirigenza dell’avvocatura della Provincia, imponendo di rinnovare la procedura di selezione dei candidati per l’individuazione del dirigente. L’esecutivo ha impugnato la sentenza ma 10 giorni fa è stata condannata anche in appello con l’obbligo di risarcire le spese legali. Ora la Giunta deve attuare la prima sentenza che era immediatamente esecutiva, perché il danno pubblico arrecato è evidente. Il vicepresidente Mario Tonina ha motivato il no della Giunta alla mozione ricordando che non risponde al vero che non siano stati rispettate le sentenze del giudice in merito ai dirigenti. La Giunta si è al contrario posta in linea con i principi richiamati dalla mozione. La sentenza è sì provvisoriamente esecutiva, ma solo nella parte economica non per quanto riguarda la rinnovazione della procedura. Procedura che richiede per ragioni organizzativa e a tutela dell’interessato una sentenza definitiva. Quanto all’ordinanza cautelare che ha disposto la riattribuzione dell’incarico al dirigente della polizia amministrativa, la Giunta ha sollecitamente provveduto all’attribuzione dell’incarico al dirigente alla polizia amministrativa in via retroattiva. Le norme dell’ordinamento sono state rispettate anche per la prevenzione della corruzione, evitando che i dirigenti ricoprano le stesse funzioni per più di 20 anni. Per questo il dirigente in questione, avendo ricoperto l’incarico presso la polizia amministrativa per un periodo superiore ai 28 anni, è stato trasferito ad altro ruolo. Nei casi in cui i provvedimenti giudiziari siano chiari e incontestabili la Giunta non ha alcun interesse all’impugnazione esponendosi al rischio di condanna. Ma questi caratteri di chiarezza e linearità non sono presenti nei provvedimenti in discussione. Nel caso del dirigente del servizio di polizia amministrativa la Giunta non ha adottato alcun provvedimento persecutorio neanche per la successiva preposizione del dirigente ad altro incarico.

Sì alla mozione di Guglielmi per dotare l’ospedale di Cavalese di elicottero ed equipe medica

La mozione 554 presentata da Luca Guglielmi (Fassa), approvata con 18 voti favorevoli e 6 di astensione, impegna la Giunta a dislocare presso l’Ospedale di Cavalese un elicottero ed una equipe medica di emergenza, a titolo inizialmente sperimentale, per i mesi ad alta frequentazione turistica estivi ed invernali, a partire da luglio 2023.

L’assessora Segnana ha ricordato che la mozione è stata analizzata e giudicata condivisibile. Lo spostamento di uno dei due elicotteri di Trento a Cavalese consentirà di ridurre i tempi di intervento per i soccorsi. Si tratta di una soluzione sperimentale da valutare dopo la sua attuazione anche per decidere se adottarla anche in altre zone.

Pietro De Godenz (UpT) ha auspicato che l’esperimento, valido soprattutto per gli incidenti che si verificano nella stagione invernale, quando accadono incidenti con gli sci, sia avviato anche nel Trentino orientale.

Gianluca Cavada (Lega) si è unito al plauso per la mozione che risponde a una necessità per il territorio di riferimento. Un elicottero messo a disposizione nelle stagioni turistiche è importante per salvare vite umane, quando anche pochi minuti possono fare la differenza.

Cia e Job si sono uniti nell’esprimere apprezzamento per la mozione.

Zeni ha posto una questione di sostenibilità della dislocazione decentrata all’ospedale di Cavalese di un elicottero per l’elisoccorso e di un equipe medica per l’emergenza a partire dal luglio del 2023. Non è avendo tutto ovunque che si garantisce un servizio tempestivo ma la possibilità di portare le persone dove è possibile risolvere il problema. L’elicottero per l’elisoccorso è un servizio complesso e costoso. Con un’equipe ad altissima specializzazione. Comporta una professionalità particolare. La Giunta dovrebbe quindi spiegare che analisi ha fatto in termini di incremento di personale medico, tecnico e di piloti provvedendo a una riorganizzazione profonda degli operatori dell’elisoccorso. Diversamente il voto è solo sulla fiducia. La mozione è quindi quantomeno affrettata nella perentorietà dell’indicazione che fornisce.

Guglielmi ha precisato che il dispositivo della mozione prevede che l’iniziativa sia sperimentale e comporti un ampliamento della flotta degli elicotteri di Trentino Emergenza. I dirigenti responsabili dei servizi in questo settore si sono espressi a favore della fattibilità di questa mozione. E ha aggiunto che in caso di emergenza sarà l’equipe medica del servizio di elisoccorso che partirà da Cavalese a decidere dove portare il paziente.

Zeni ha motivato il proprio voto di astensione con la mancanza degli elementi necessari per poter decidere. Per avviare una sperimentazione servirebbe uno studio approfondito sulla sostenibilità riguardante non l’elicottero ma la gestione del personale. Se si presenta una patologia gravissima come l’infarto o l’ictus è indispensabile ridurre i tempi potendo partire dall’ospedale di Cavalese ma se si verificano solo semplici incidenti sugli sci questa rapidità non è necessaria.

Zanella ha osservato che il servizio di elisoccorso serve ed è importante che sia ben gestito raggiungendo velocemente i centri ospedalieri dove le persone possano essere curate. Detto ciò si fatica a capire l’idea di questa sperimentazione perché non si vede su quali dati sia basata dal momento che riguarda traumi dovuti alla pratica dello sci. Per questo ha dichiarato il proprio voto si astensione.

 

Ritirata la mozione di Cia per ospitare in una sede più idonea i corsi di laurea infermieristica dell’Università di Verona a Trento.

La mozione 555 presentata da Claudio Cia (FdI) è stata ritirata perché – ha spiegato il consigliere – è già in corso l’individuazione di una sede più idonea di quella attuale, il Teatro Cuminetti di Trento, per lo svolgimento delle lezioni dei corsi di laurea in infermieristica.

Sì alla mozione di De Godenz a sostegno delle imprese boschive.

La mozione 556 presentata da Pietro De Godenz approvata all’unanimità, il cui dispositivo è stato completamente emendato d’intesa con la Giunta, impegna l’esecutivo a continuare a coinvolgere le imprese forestali iscritte nell’elenco provinciale nelle attività di gestione e manutenzione del territorio, anche attivando nuovi percorsi volti alla formazione e alla sicurezza del lavoro in ambito forestale, continuando ad attivare incontri puntuali e periodici con i soggetti interessati all’emergenza bostrico.

L’assessore Tonina ha riconosciuto l’attualità e l’importanza del tema delle imprese boschive per il Trentino. E ha spiegato che sarà assicurata una concertazione produttiva con le imprese forestali. Quanto alla formazione delle professioni di montagna, la Giunta ricorda che l’agenzia promuove corsi attraverso il servizio provinciale competente in materia di foreste demaniali.

Cavada (Lega) ha dichiarato la sua condivisione per la mozione perché i problemi legati all’emergenza “pandemica” del bosco che ha danneggiato i boschi delle valli di Fiemme e Fassa.

De Godenz ha apprezzato che sia stato compreso il senso di questa mozione soprattutto per garantire alle imprese boschive una formazione adeguata.

Sì alla mozione di Job per il riconoscimento della fibromialgia come malattia invalidante in tutto il territorio nazionale.La mozione 557 presentata da Ivano Job (Misto-Coraggio Italia), approvata all’unanimità, impegna la Giunta a sollecitare il nuovo Governo nazionale circa le soluzioni da adottare per consentire il riconoscimento della Fibromialgia come malattia invalidante sull’intero suolo nazionale, individuando ed adottando le iniziative necessarie finalizzate alla tutela dei fibromialgici rispetto all’accesso a cure idonee e trattamenti, su esempio della nostra Provincia Autonoma.

L’assessora Segnana ha segnalato che la Provincia di Trento è da anni impegnata su questo fronte e costituisce un esempio virtuoso perché ha già un protocollo diagnostico-assistenziale per questa malattia in modo da assicurarne la presa in carico globale. Di conseguenza la mozione è quindi condivisibile.

Zanella, che per lavoro ha assistito molte persone affette da fibromialgia, patologia che interessa prevalentemente le donne, è già riconosciuta come invalidante con la relativa esenzione a livello nazionale. Giusto quindi chiedere al governo questo riconoscimento di questa malattia anche nel resto del Paese.

Sì alla mozione di Masè per istituire dei nuclei per le cure palliative residenziali.

La mozione 558 presentata da Vanessa Masè (La Civica) ed approvata all’unanimità, impegna la Giunta a valutare la possibilità, compatibilmente con l’organizzazione di Apss, di istituire presso le Rsa che ne facciano richiesta e che siano ritenute idonee e rispondenti ai criteri richiesti, dei nuclei denominati Cure palliative Residenziali, dedicati alla terminalità sia per i propri ospiti, ma anche per gli esterni, in una fase iniziale anche in via sperimentale.

L’assessora Segnana, favorevole alla mozione, ha informato che la Provincia ha attualmente una disponibilità di 28-29 posti letto in tre sedi territoriali. Oggi a livello nazionale si prevedono 8-10 posti ogni 10.000 abitanti. Quindi il Trentino ha la possibilità di aumentare il numero di posti per hospice e l’Apss sta predisponendo questi posti aggiuntivi presso le Rsa. C’è quindi un’apertura a prendere in considerazione l’integrazione delle Rsa nelle cure palliative provinciali, cosa già prevista.

Paola Demagri (Patt) ha ribadito la necessità di più posti letto per l’hospice perché anche per questi vi è una lista d’attesa. L’hospice viene utilizzato anche come percorso per i trattamenti delle patologie croniche e non solo per i pazienti oncologici e nel fine vita. Se sia efficace o meno l’inserimento di alcuni posti letto nelle Rsa è per Demagri un’opportunità, sia per il personale della casa di riposo che si occupa di pazienti nel fine vita ma anche per i cittadini in quanto vi sono maggiori possibilità di vicinanza al proprio familiare. Anche la forma sperimentale è quindi opportuna e anche in questo modo il Trentino può dimostrarsi un laboratorio.

Masè ha sottolineato l’importanza di una sperimentazione in questo campo anche per poter promuovere una programmazione futura in risposta ai bisogni emergenti anche anticipando il cambiamento e prestando attenzione ai territori. Si tratta di essere pronti a cogliere questa sfida con personale che sarà messo a disposizione.

Zeni ha osservato che in questo caso il dispositivo subordina l’iniziativa concreta a una valutazione di sistema. Il tema è tra i più delicati perché riguarda il fine vita e coinvolge le famiglie. La rete delle cure palliative è molto complicata soprattutto quando si tratta di cure palliative pediatriche, ma il Trentino lavora bene in questo campo. Quanto all’hospice si tratta di capire quale sia la formula più idonea e se sfruttare anche le case di riposo per una presenza capillare di questi posti letto. Certo la capillarità permette una maggiore vicinanza a casa, ma il servizio di hospice non è una casa di riposo solamente più impegnativa. Il centro “Cima Verde” a Trento è stato studiato per questo rendendo accogliente il luogo che non è solo un supporto fisico e dal punto di vista clinico. Si permette un incontro con professionale dedicato e formato per questo. Si tratta di valutare se inserire questo servizio anche nelle case di riposo tenuto conto dei pro e dei contro. Comunque l’hospice deve garantire un clima e un contesto anche sul piano emotivo che è determinante.


 

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