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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * QUINTA COMMISSIONE: « QUOTIDIANO TRENTINO, STAMANI LE CONSULTAZIONI CON L’EDITORE EBNER ED IL SINDACATO GIORNALISTI FNSI »

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16.04 - giovedì 28 gennaio 2021

Diamo conto di seguito della riunione della quinta Commissione permanente di Alessia Ambrosi, che ha ospitato questa mattina le consultazioni in merito alle recenti vicende che hanno interessato il quotidiano il Trentino.

Ambrosi ha premesso che l’incontro su questo tema è un dovere istituzionale: è nostro compito confrontarci e provare a individuare dei possibili interventi, quando si parla di una vicenda che coinvolge uno strumento storico e strategico per tutto il territorio come il quotidiano Trentino.

Athesia: la situazione era insostenibile, stiamo cercando soluzioni per i giornalisti
Il primo ad intervenire è stato Michl Ebner. Il Ceo del gruppo Athesia ha rinnovato il rammarico del cda della società per una decisione “molto sofferta, non presa a ciel sereno, ma imposta dalla situazione difficilissima del mercato, aggravata dal Covid”. Ha poi descritto la situazione nazionale, dove il fatturato pubblicitario dal 2007, anno di avvio della crisi economica e finanziaria, al 2019, è diminuito del 75% e nello stesso periodo si è registrata una contrazione del 68% della diffusione. Per capirci, nel 2007 la diffusione in Italia era poco meno di 6 milioni, mentre oggi siamo a 2. Il quotidiano Trentino ha registrato una conformità della curva di decremento simile, mentre l’Adige ha prestazioni decisamente migliori.

L’acquisizione da parte di Athesia risale al 2016. Da 6 mesi il gruppo Espresso voleva liberarsene, nessuno si fece avanti e allora lo comprò l’Athesia. Si cominciò subito con iniziative di rilancio, con l’apertura delle sedi di Rovereto e Riva, con l’aumento dell’organico nelle sedi esterne, la modernizzazione di tutta struttura tecnologica, l’investimento sulla grafica e il raddoppio degli inserti a prezzo invariato, l’acquisto del settimanale Bazar inserito nel quotidiano con 4 edizioni all’anno, il nuovo settimanale Monitor con 52 edizioni all’anno e tutta una serie di interventi per migliorare la vendita del giornale, come la veicolazione di prodotti collaterali (libri, cd) per rendere il prodotto più appetibile e interessante. Dopo tutte queste attività la grave perdita è rimasta, oltre 5 milioni di euro dall’acquisizione, con l’azzeramento di tutto il patrimonio netto e la necessità di ricostituzione del capitale sociale da parte degli azionisti.

Il Trentino ha perso 1 milione 643.00 euro nel 2019 e perde 1,6 milioni nel 2020, ne avrebbe perso nella previsione più ottimistica altrettanti nel 2021. Previsione che non tiene conto della variabile Covid. Per capirci si trattava di una perdita di 4.500 euro al giorno per 365 giorni all’anno. Tra il 2016 e il 18 anche l’Adige era in vendita, ma nessuno si faceva avanti per l’acquisto. L’unica proposta è stata nel luglio 2018 quella di Athesia. Molti sostenevano l’idea di fare un giornale unico. Il sottoscritto ha tenuto il giornale in vita, nonostante i notevoli costi. Oggi tanti si mettono dalla parte dei giornalisti, ma dov’erano quando Fraccaro definiva “inaccettabile” l’acquisto dell’Adige da parte di Athesia’? ha chiesto. Questo avrebbe messo in pericolo tutta l’editoria quotidiana in Provincia di Trento.

Il politico Fraccaro non si è mai reso disponibile ad un incontro nonostante 18 richieste scritte. Questo vale anche per latri interventi politici che osteggiavano le azioni di salvataggio dell’Athesia: sarebbe stato più utile sottoscrivere abbonamenti e promuovere il quotidiano perché i giornali vivono con abbonamenti, pubblicità e acquisti in edicola, ha aggiunto. Entrambe le proprietà delle società Seta spa e Sie sono state riportate in Regione, ha continuato Ebner, per dire la vicinanza e la responsabilità dell’editore. E ancora: dopo la fusione, il cda ha visto al suo interno una maggioranza di consiglieri trentini. Con l’inasprimento del Covid, tuttavia, Ebner ha detto che la situazione è precipitata evidenziando una incontenibile emorragia diffusionaria e pubblicitaria, che ha visto venire meno di moltissimi clienti tradizionali. Per anni abbiamo garantito l’occupazione di 41 persone al Trentino e ad oggi 11 amministrativi 3 grafici, 8 commerciali stanno continuando ad operare senza interruzione, mentre per i 19 giornalisti stiamo valutando alcune opzioni. Inutile ricordare che da un anno la redazione era in solidarietà per arginare il pesante calo dei ricavi: quello della chiusura è solo l’epilogo di una situazione ormai insostenibile.

 

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Le domande dei consiglieri

Gianluca Cavada (Lega) ha chiesto se non si crede che la simile linea editoriale di Trentino e Adige possa aver nuociuto al bacino di lettori che difficilmente si avvalgono di fonti simili. Una linea diversa tra Adige e Trentino avrebbe giovato.

Lucia Coppola (Misto) ha chiesto quali potrebbero essere le eventuali opzioni citate da Ebner per i giornalisti, se ci sia con loro un’interlocuzione e se è stata valutata la situazione dei collaboratori che a vario titolo negli anni hanno attivamente e proficuamente contribuito al giornale.

Alessia Ambrosi (Lega) ha chiesto ad Ebner se sia sicuro di aver fatto di tutto per evitare questo doloroso epilogo e se la testata, attiva in versione online sarà salvaguardata e insieme alla stessa gli organici. Quanto al ruolo politico, ha chiesto quale sostegno potrebbe venire dalle autorità locali e dalla politica e se Athesia abbia tentato la vendita della testata e se ci sarebbe la disponibilità alla vendita nel caso dell’interesse di eventuali cordate imprenditoriali.

Sara Ferrari (PD) ha ribadito la domanda sul destino dei lavoratori e ha poi chiesto, nel rispetto del contesto imprenditoriale privato, se Athesia abbia avuto negli ultimi tempi un’interlocuzione con la Giunta provinciale trentina.

Paolo Zanella (Futura) ha osservato che il fulmine a ciel sereno non è stata tanto la crisi, ma la modalità in cui si è proceduto alla chiusura da un giorno all’altro, senza dichiarare intenzioni e valutare opzioni preventivamente.

Alex Marini (5 Stelle) ha rivolto tre domande: se al momento dell’acquisto della testata era stata considerata la possibile situazione di monopolio e il venir meno del valore aggiunto rappresentato dalla concorrenza; quali rapporti siano intervenuti con il governo, con i sottosegretari all’informazione e all’editoria; quale è stato il rapporto con il sottosegretario Fraccaro in qualità di parlamentare e componente dei 5 Stelle e quale confronto avrebbe voluto avere.

Filippo Degasperi (Onda Civica) ha ribadito la domanda di Marini su Fraccaro, ovvero cosa si sarebbe aspettato l’editore rispetto al confronto con il Governo. Infine ha rilevato un’apparente contraddizione, osservando che suona strano aver proseguito in continuità di linea editoriale rilevando un’azienda già allora in forte perdita.

 

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La replica di Ebner

Ebner ha replicato a Cavada, sulla linea editoriale, osservando che l’esperienza di lungo corso nell’editoria, ha permesso di fare delle attente valutazioni sulla sensibilità dei lettori ed “abbiamo fatto una scelta di continuità” ha detto, “che il cambio di linea politica non avrebbe permesso”. Abbiamo confermato il cda, il direttore, i ruoli che i giornalisti avevano all’interno dei giornali ed anche la linea editoriale. La differenziazione della linea politica avrebbe portato alla discontinuità, ha chiarito.

Alle sollecitazioni di Coppola ha risposto che c’è una interlocuzione in corso con i giornalisti, nello stesso pomeriggio di oggi è programmato un incontro in cui saranno valutate le diverse opzioni. Condivido le preoccupazioni sui collaboratori delle valli e dato che il sito Trentino rimane attivo e manteniamo di fatto in vita la testata, dovremo rafforzare quel contesto. Non sarà un rapporto uno ad uno, ma permetterà di mantenere in parte la storia del giornale Trentino ed adeguarsi al contempo alle nuove generazioni e ai nuovi modi di fruire l’informazione.

Alla domanda di Ferrari Ebner ha risposto che ci sarà sicuramente l’occasione di parlare con Fugatti e Spinelli per valutare come la Giunta possa intervenire nell’ambito delle proprie possibilità.

Ad Ambrosi ha risposto che le possibilità di sopravvivenza sono state valutate ampiamente in questi ultimi anni. Quanto alla ricerca degli investitori, non credo che ci siano molte aziende disponibili a spendere oltre 5 milioni di euro per far sopravvivere un giornale e per questo non abbiamo nemmeno tentato di vendere la testata, ha osServato. Cosa può fare la politica? A questa domanda Ebner ha risposto con un raffronto tra Italia, Austria e Germania in termini di spese istituzionali in pubblicità nel periodo Covid: il governo italiano non ha speso un centesimo, l’Austria ha speso 65 milioni, la Germania cifre esorbitanti.

A Zanella Ebner ha replicato dicendo che il Trentino soffriva notevolmente da tempo e questo era noto, l’aspetto più lampante eè stata l’attivazione dei contratti di solidarietà. Poi la situazione è precipitata per il Covid che è stato deleterio, soprattutto nella seconda ondata rendendo la situazione insostenibile. Come possiamo vendere un giornale se i bar sono chiusi, come possiamo chiedere agli inserzionisti di comprare pagine pubblicitarie se non sanno se potranno aprire le loro aziende e se e quando si tornerà ad una vita economica normale? Perdere 4.500 euro al giorno, con la prospettiva dell’attuale mutazione del virus e la situazione dei vaccini era impensabile. Sui 19 giornalisti stiamo lavorando alla ricerca di una soluzione, mentre il resto del personale lo abbiamo assorbito immediatamente. Chiudere un quotidiano è una sofferenza e una sconfitta, ma quando una situazione non è più gestibile un imprenditore deve fare delle scelte perché l’azienda nel suo complesso non è solo il Trentino: questa è stata una forma di rispetto anche per chi lavora in altri rami di azienda.

A Marini Ebner ha replicato di aver preso atto dei rapporti di forza politici e che di conseguenza si è comportato. Quanto al monopolio, ha risposto che l’unificazione delle testate è avvenuta in altre province oltre 10 anni fa. Il tema posto da Fraccaro politicamente ci stava, ma così come è stato posto era solo un pretesto, dal momento che poi si è rifiutato di incontrare l’editore per avere spiegazioni sull’editoria italiana, sull’editoria della Regione e della Provincia. I rapporti con i segretari di Stato Crimi e Martella sono stati corretti, di totale trasparenza e nessuno dei due ha presentato una sua proposta. Per quanto riguarda la prosecuzione in continuità richiamata da Degasperi, Ebner ha detto che l’idea era di migliorare la qualità e la diffusione di un giornale di informazione: un’impresa che non è riuscita, purtroppo.

 

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Il sindacato FNSI: procedura irrituale e in violazione del contratto giornalistico.

La redazione del Trentino: chiediamo il riassorbimento nel gruppo Athesia
Rocco Cerone (segretario sindacato giornalisti FNSI) ha detto che da un momento all’altro è stato cancellato un patrimonio della comunità trentina con 75 anni di storia: un delitto inaccettabile. Venerdì 15 gennaio alle ore 11.00 con procedura irrituale e in violazione del contratto giornalistico venne comunicata la chiusura con effetto immediato del Trentino. Questo è illegale e irrispettoso delle leggi e ci saranno le autorità competenti ad esprimere il loro giudizio. Anche perché il 18 novembre 2020, meno di due mesi prima, l’azienda certificò che non ci sarebbero stati esuberi, con un accordo sottoscritto dai tre giornali e dalla Federazione della stampa: un accordo diventato carta straccia, uno spregio fatto ai colleghi, al sindacato e alla Federazione della stampa. Ma c’è di più. Il giorno 20 gennaio ci sarebbe dovuto essere un incontro formale tra Azienda e sindacato, mentre il giorno prima l’azienda aveva già autonomamente avanzato la richiesta di cassa integrazione a zero ore, senza nemmeno attendere l’interlocuzione con il sindacato. I colleghi hanno fatto diverse proposte all’azienda, compresa un’autoriduzione sensibile dello stipendio, o possibili ricollocazioni in altre testate del gruppo, alle quali è stata data risposta negativa. Credo ci siano delle possibilità, ha concluso, di assorbire una buona parte dei colleghi nel giornale digitale.

Ubaldo Cordellini per Comitato di redazione del Trentino ha sottolineato l’aspetto storico della testata: è stata spenta un voce che rappresenta una buona parte della comunità, ha detto, che raccontava il territorio. Una voce che adesso non c’è più. La comunicazione ci ha scioccati, ha aggiunto, anche perché è avvenuta dalla sera alla mattina, non solo per noi, ma per l’intero territorio trentino. Chiediamo il riassorbimento nel grande gruppo Athesia, che conta oltre 1.000 dipendenti, delle 19 persone che si trovano oggi senza un lavoro. Chiediamo che l’editore ci ripensi e che rifletta sul fatto che l’impresa deve tenere conto anche delle ricadute sulla società. Chiediamo alla politica il sostegno per riaccendere questa voce, ha concluso.

Paolo Morando ha sottolineato le ricadute sociali non solo sui lavoratori, ma sull’intero sistema dell’informazione regionale, sulla democrazia e la libera circolazione delle idee. Ha poi sottolineato e chiarito alcuni aspetti: il sistema usato dall’editore per procedere alla chiusura del giornale è avvenuto in violazione delle elementari regole di civiltà, con un comportamento simile all’eliminazione di un tumore. All’editore non importa nulla di attivare un percorso di ricollocamento, ha aggiunto.

 

Le domande dei consiglieri

Lucia Coppola ha espresso ammirazione per la professionalità ed il lavoro svolto dai giornalisti del Trentino. Dalle parole dell’editore è emerso un quadro secco e definitivo della situazione economica. Io nutro la speranza che in qualche modo si possa uscire da questa situazione non solo per le nostre, ma anche per le vostre vite. L’annuncio di Ebner di voler sottoporre delle proposte per i giornalisti e di avere in programma un incontro non sembra sovrapponibile a quanto da voi riportato.

Sara Ferrari ha chiesto come i giornalisti immaginano che il sistema pubblico possa intervenire, nei limiti delle proprie competenze e possibilità, a sostegno della situazione, sia presso l’editore che nell’immaginare nuovi scenari.

Alessia Ambrosi ha chiesto ai giornalisti se a loro avviso sia stato fatto il possibile per cercare di contestualizzare il giornale ai tempi correnti. Ha inoltre sottolineato la volontà dell’editore, manifestata in Commissione, di tentare delle opzioni per il collocamento dei giornalisti.

Paolo Zanella è intervenuto ad esprimere solidarietà ai giornalisti e ha osservato che l’editore è stato elusivo rispetto alla domanda sul modo in cui è stata messa la parola fine a questa vicenda, senza attivare prima spazi di confronto. Ha espresso la speranza del riassorbimento da Athesia e ha anche espresso preoccupazione sul monopolio.

Alex Marini ha chiesto se ad avviso dei giornalisti ci sono spazi per un intervento legislativo e quali dovrebbero eventualmente essere gli accorgimenti di un eventuale intervento in questo senso.

 

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La replica del Sindacato

Cerone ha replicato che occorre ristabilire la verità dei fatti, riepilogando nuovamente come sono andate le cose e precisando che Ebner avrebbe ricondotto la decisione finale alle pressioni del Movimento 5 Stelle e della Federazione della Stampa sul tema della concentrazione editoriale. L’azienda, ha poi chiarito, non ha presentato nessuna proposta ed Ebner non venderà mai la testata Trentino e alle nostre richieste di ricollocamento dei giornalisti presso il gruppo Athesia, gli altri giornali del gruppo oppure sul web, al risposta è stata picche. Unica apertura riguarda un collega che è già impegnato nel sito web. L’obiettivo aziendale, ha concluso, non è quello di avere altri soci, ma di poter essere monopolista informativo e del mercato pubblicitario.

Cordellini ha aggiunto che la Pat ha tutti gli strumenti per poter sostenere un’azienda editoriale in crisi e ha riportato l’esempio della Regione Lazio che ha attivato un bando per aiuti ad aziende editoriali in difficoltà a causa del Covid. Si potrebbe creare un fondo simile, ha suggerito.

Coppola ha chiesto agli auditi di mantenere i contatti per non fare venire meno la possibilità di un’interlocuzione in merito ad eventuali soluzioni.

Cerone ha dichiarato la totale disponibilità a presentare un piano organico con proposte e ipotesi scritte e con possibilità di intervento da parte della Provincia autonoma di Trento.

Ambrosi ha ringraziato e ha proposto una successiva audizione delle testate del territorio per capire, anche aldilà della vicenda del Trentino, cosa stia avvenendo nel campo dell’informazione.

 

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L’Ordine dei giornalisti: sconcerto per una situazione senza preavviso

Mauro Keller, presidente dell’Ordine dei giornalisti ha espresso lo sconcerto per la situazione venutasi a creare, precisando tuttavia di non avere nessuna competenza in ambito sindacale. Siamo rimasti sorpresi per le modalità in cui è stata messa in atto la chiusura, in maniera improvvisa, senza l’avvio preventivo di una trattativa. Sarebbe auspicabile, ha aggiunto, l’interessamento alla vicenda da parte della Provincia, magari sondando il terreno su interessi da parte di imprenditori ad una possibile cordata e la disponibilità dell’editore al ricollocamento dei giornalisti all’interno del gruppo.

 

Coordinamento Imprenditori: solidarietà ai dipendenti, ma non si può biasimare l’editore

Per l’Associazione artigiani Marco Segatta ha espresso rammarico per la chiusura della testata, pur sottolineando come non sia stato un evento inatteso, se si ragiona in generale sui giornali cartacei e il venire meno dei lettori di questa forma di comunicazione. Nella nostra piccola provincia avevamo ben tre testate e forse questa domanda ce la dovevamo porre quattro anni fa al momento dell’acquisto del Trentino da parte di Ebner. Dispiace, ma la decisione non sarà certo stata presa a cuore leggero, ha aggiunto.

Per Confindustria Fausto Manzana si è associato all’amarezza per la chiusura. Ho una chiara consapevolezza sulla questione economica ma far venire meno una voce deve fare molto riflettere, ha detto: a mio modo di vedere, ha aggiunto, è necessario che ci sia l’impegno da parte di tutti nel comprendere il senso del venir meno di questa voce e una riflessione rispetto all’eventuale impegno per trovare una soluzione.

Roberto Pallanch (Asat) ha espresso le stessa amarezza di chi lo ha preceduto e la solidarietà e il sostegno a chi perde il lavoro, anche se il disegno si poteva già leggere molto tempo fa. Bene la sfida lanciata dall’editore, ha concluso, di una prosecuzione del giornale in forma digitale, nel segno di come si stanno evolvendo le testate internazionali più avanzate. Un editore che tuttavia non si può biasimare per una scelta fatta seguendo una razionalizzazione produttiva e il risparmio dei costi, ha aggiunto, concludendo con una considerazione finale: anche questa vicenda denota un impoverimento dell’autonomia provinciale che avrebbe potuto sostenere un’evoluzione diversa, nel segno del pluralismo e della qualità dell’informazione.

 

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Corecom: il nostro, un ruolo passivo
Marco Sembenotti presidente del Corecom ha espresso dispiacere per la vicenda, pur chiarendo che le strette competenze del Corecom toccano solo marginalmente il sistema informativo per quanto riguarda i quotidiani. In questo caso quindi l’organismo non ha nessun tipo di informazione privilegiata e non può che esprimere grande dispiacere per l’impoverimento del mondo dell’informazione con la perdita di una voce storica ed autorevole come quella del quotidiano Trentino, che mancherà moltissimo all’intera popolazione dato che ben il 96% dei trentini si informa attraverso i mezzi d’informazione locale (dati del 2019). Il timore e insieme l’auspicio è che si trovi una soluzione all’occupazione dei giornalisti, ma anche di collaboratori e fotografi.

Adele Gerardi ha osservato che in base all’art 12 della legge costitutiva del Corecom, l’organismo può formulare pareri e proposte e fornire indicazioni in materie interessanti il settore della comunicazione. Ma c’è di più: la legge provinciale 18/2016 sull’editoria prevede anche agevolazioni alle testate on-line, a patto che venga tutelata l’occupazione, suggerendo così una possibile soluzione per il portale online del Trentino.

 

Le domande dei consiglieri
Ferrari ha ribadito il ruolo di consulenza del Corecom e ha chiesto se ci siano dei dati sulla situazione trentina e sulla fruizione dei mezzi di comunicazione. Inoltre, ha chiesto se il Corecom possa essere strumento di consulenza attivo per la Giunta in questo contesto. Ferrari ha poi suggerito di mantenere il rapporto con il Corecom e avviare altri momenti di confronto al momento della diffusione dei dati sull’informazione.

Marini ha posto il serio problema del monopolio e ha aggiunto che la legge provinciale che prevede aiuti ai portali non affronta il problema dell’informazione.

 

La replica del Corecom
Sembenotti ha chiarito che ogni anno si tiene la Conferenza d’informazione nella quale si mettono a confronto le esigenze dei lavoratori e quelle degli amministratori. Un appuntamento purtroppo poco considerato, soprattutto da parte degli amministratori che hanno quasi totalmente disertato l’appuntamento quest’anno e anche l’anno scorso. Non abbiamo dati sulla carta stampata, ha replicato a Ferrari, che riguarda infatti solo marginalmente il nostro agire quotidiano, se non nei periodi di consultazione elettorale. Sarebbe anche bello, ha aggiunto, poter monitorale l’evolversi del panorama informativo in Provincia, mentre abbiamo dati vecchi e poco significativi.

Quelli, comunque, dicono che nella nostra provincia l’informazione locale è ritenuta preponderante: il 75% segue la tv e i notiziari televisivi, il 20% segue la radio e il 90% i giornali. Posso impegnarmi a trasmettere, appena usciranno, i nuovi dati sul monitoraggio dell’informazione che saranno diffusi dall’Agcom. Infine, ha aggiunto di sentirsi impoverito, come lettore, dalla chiusura del giornale, anche se forse si sarebbe dovuto intervenire qualche anno fa. A Marini ha risposto che la situazione del Trentino AA è abbastanza favorita e i dati che riguardano i contributi concessi nel 2017 ammontano a 900.000 euro, che sono stati dimezzati nel 2018 e 2019 anche a fronte di meno domande.

 

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