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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * QUINTA COMMISSIONE: « OK A EMENDAMENTI RIFORMA LEGGE PAT A SOSTEGNO DELLE ATTIVITÀ CULTURALI – SPETTACOLO – BIBLIOTECHE – ETNOMUSEI E PICCOLI MUSEI TERRITORIALI »

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18.22 - giovedì 26 maggio 2022

Giudizi per lo più positivi dalle audizioni della V Commissione sui ddl del Pd e della Giunta e sui relativi emendamenti per la riforma della legge provinciale a sostegno delle attività culturali, dello spettacolo, delle biblioteche, degli etnomusei e dei piccoli musei territoriali

Sono emersi giudizi per lo più positivi dalla seconda e ultima tornata delle audizioni che la Quinta Commissione ha dedicato ai due disegni di legge che modificano la normativa provinciale sulle attività culturali. Si tratta del ddl 56 di Zeni del Pd a sostegno degli operatori del mondo dello spettacolo che erano stati penalizzati dallo stop imposto con la pandemia, modificato da alcuni emendamenti (allegati) presentati dalla collega Sara Ferrari, e del ddl 138 dell’assessore Bisesti, che sposta il focus degli interventi dai requisiti degli attori protagonisti del settore alla qualità dei progetti per valorizzare anche l’iniziativa dei privati, ritoccando anche la disciplina provinciale del 2015 sulle agevolazioni fiscali in materia di promozione di attività culturali. L’organo consiliare, guidato oggi da Sara Ferrari (Pd) in sostituzione della presidente Ambrosi, ha anche ascoltato l’assessore alla cultura Bisesti sulle attività con cui l’Ateneo trentino soddisfa la raccomandazione dell’Unione europea per quanto riguarda i rapporti con le università di altri paesi comunitari e con il mondo della scuola. La Commissione ha infine deciso di ascoltare il primo firmatario della petizione popolare che chiede una legge a tutela della libertà educativa nella scuola trentina.

 

Il Centro Servizi Culturali S. Chiara: no all’istituzione di Trentino Spettacolo.

Per il Centro servizi culturali S.Chiara, il direttore Massimo Ongaro, affiancato da Rachele Orlando, ha espresso un parere favorevole al ddl della Giunta e anche al provvedimento del Pd perché i soggetti dello spettacolo hanno ancora bisogno di sostegno perché la situazione non è ancora tornata alla normalità. Sugli emendamenti proposti dal Pd si è soffermato su quello all’articolo 5 bis per l’istituzione di Trentino dello Spettacolo. Orlando ha ricordato che esiste già un ente che si occupa dello spettacolo che è il Centro servizi culturali S. Chiara e non ha quindi senso istituirne un altro. Ha poi evidenziato che il coordinamento teatrale è da tempo in crisi che da solo non è in grado di risolvere. Per questo l’idea di trasferire le funzioni del coordinamento teatrale nel Centro servizi S. Chiara potrebbe aiutare a uscire da questa crisi. Questo trasferimento potrebbe avvenire molto facilmente anche per il personale. Si scioglierebbe l’attuale struttura di governo del coordinamento facendo venire meno la rappresentanza dei comuni. Si potrebbe ripristinare a questo scopo nel Centro servizi S. Chiara il comitato di indirizzo, originariamente previsto ma cancellato.

Il comitato di indirizzo potrebbe immediatamente ripristinare una rappresentatività dei comuni nel Centro S. Chiara. Un’altra soluzione potrebbe consistere nella ristrutturazione del coordinamento, ma questo implicherebbe una robusta iniezione di risorse economiche e una radicale ristrutturazione organizzativa. E il coordinamento in questo momento non ne sarebbe capace. L’emendamento, per Orando, propone una soluzione non percorribile.

Per Trentino school of management (Tsm) la direttrice Paola Borz ha ricordato che questa società si occupa di formazione nel mondo della cultura. Borz ha espresso un parere positivo sui due ddl che confermano il ruolo di Tsm. E ha particolarmente apprezzato l’inserimento del mondo dei cinema e degli audio nel fondo provinciale per lo spettacolo.

 

I licei musicali non sono stati dimenticati.

Per il Conservatorio di musica Francesco Antonio Bonporti, il direttore Massimiliano Rizzoli ha detto di non aver nulla da eccepire sui due ddl. Il Conservatorio è al tempo stesso un ente di formazione e un ente di produzione che deriva dalla didattica. Rizzoli ha chiesto un chiarimento sugli emendamenti. Sul 4bis che prevede l’adesione del sistema bibliotecario trentino al sistema bibliotecario nazionale ha chiesto come avverrebbe questa adesione. Sul 5bis riguardante la gestione diretta degli spettacoli al chiuso e  all’aperto, ha chiesto se sono stati dimenticati i licei musicali o se si vuole seguire in particolare il settore della danza.

Sara Ferrari ha precisato che la mancanza del riferimento al liceo coreutico è solo una dimenticanza. Quanto al sistema bibliotecario trentino l’emendamento risponde solo a un’esigenza di inserimento ufficiale nel sistema bibliotecario nazionale. Si tratta quindi di una semplice richiesta di riconoscimento.

 

L’Università: complicato inserire il nostro sistema bibliotecario in quello nazionale

Per Università di Trento, il direttore del dipartimento di lettere e filosofia Marco Gozzi sul ddl 138 della Giunta ha giudicato opportuno prevedere il sostegno alla formazione degli operatori culturali e delle guide turistiche che coinvolge l’ateneo e interessa soprattutto il dipartimento di lettere. Le forme si potranno studiare ma è importante la previsione di borse di studio e l’organizzazione del tirocinio nel panorama dell’offerta culturale e museale della Provincia. Anche questo è condivisibile. Giudizio positivo anche al consiglio museale trentino per il coordinamento delle strutture del settore anche in funzione dei tirocini dei neolaureati. Quanto al ddl 56 anche Gozzi ha considerato molto impegnativo prevedere l’adesione del sistema bibliotecario trentino a quello nazionale, perché il sistema trentino è partito prima. Attualmente la banca dati del sistema bibliotecario nazionale non permette di trovare i libri del sistema bibliotecario trentino. I due sistemi non dialogano e quindi serve un grande investimento anche dal punto di vista tecnico e della formazione dei bibliotecari. Si tratterebbe di una svolta epocale molto significativa per aprire la realtà trentina di dialogare non solo con il sistema bibliotecario nazionale ma con tutto il mondo. Ma per questo occorrono risorse e un notevole impegno su vari fronti. Se si aderisce occorre anche istruire i bibliotecari e l’università di Trento può offrire per la formazione la propria competenza e contribuire a questa trasformazione.

Sara Ferrari ha condiviso che questa prospettiva di adesione nasconde un forte impegno per avviare un percorso complesso. Si tratta però di compiere il primo passo verso il coinvolgimento della banca dati del circuito bibliotecario nazionale al di fuori del quale quello trentino non può rimanere, pena l’isolamento. Sulla questione del S. Chiara e del coordinamento teatrale, Ferrari ha detto di aver preso nota della proposta delle due strade possibili delineate da Ongaro. Zeni, al quale la consigliera riferirà, ha solo voluto ipotizzare una soluzione possibile anche se è sempre difficile per un ente accettare la confluenza in un altro.

 

Coordinamento bibliotecario: mantenere il sostegno alle strutture private.

Per il Coordinamento bibliotecari del Trentino, Vittorio Carrara che è anche responsabile della Buc di Trento ora aperta anche agli studenti non universitari trentini, ha manifestato l’opportunità dell’ingresso del sistema bibliotecario territoriale del Trentino nel sistema bibliotecario nazionale vista l’adesione già in essere con il sistema bibliotecario internazionale. Avremmo un’esposizione nazionale e molta più visibilità come territorio e non solo come biblioteche e per il prestito interbibliotecario gestito oggi dall’università. Vi sono libri e documenti che escono dal Trentino e arrivano in Trentino e questo servizio è gestito al 90% dall’ateneo. Oggi come università questo servizio è stato messo a disposizione anche delle biblioteche decentrate delle valli. L’inserimento nel sbn permetterebbe di evitare ai lettori di spostarsi dal proprio paese per avere in prestito un libro. A proposito di un articolo del ddl della Giunta sulle biblioteche private, Carrara ha ricordato le cinque biblioteche private del Trentino dotate di grande tradizione e importanza nel sistema trentino che beneficiano di contributi della Provincia in virtù di una convenzione rinnovata triennalmente. Carrara ha riferito che la direttrice della biblioteca diocesana di Trento tiene a far presente la necessità di mantenere questo tipo di sostegno pubblico.

 

L’assessore Bisesti ha rassicurato Carrara in merito al supporto che la Provincia intende continuare a garantire alle biblioteche private.

Ferrari ha chiesto se l’emendamento allarga lo spettro delle biblioteche private che potranno essere riconosciute e sostenute dalla Provincia e se si prevedono quindi risorse aggiuntive

Il dirigente Roberto Ceccato ha precisato che lo sforzo del ddl è di inserire tutte le strutture bibliotecarie esistenti nel sistema bibliotecario concepito come non chiuso. Inq questa direzione saranno previste risorse adeguate.

 

Associazione italiana biblioteche: si rafforzi il personale dell’ufficio centrale.

Per la sezione regionale dell’Associazione italiana biblioteche (Aib), il presidente del comitato esecutivo Sergio Trevisan ha sottolineato come il sistema bibliotecario trentino offra servizi molto utili e ben decentrati. E ha il vantaggio di unire le biblioteche di pubbliche lettura periferiche con biblioteche specializzate in vari settori. Gestisce inoltre un catalogo centralizzato unico per tutte le biblioteche anche con audiovisivi, riviste e materiali elettronici per permettere di usufruire di servizi utili e apprezzati anche nelle aree più periferiche grazie alle nuove tecnologie. Giusto prevedere con il ddl un’integrazione con altre biblioteche nel resto d’Italia facilitando gli utenti che disporrebbero di un unico catalogo nazionale, facendo dialogare l’ottimo catalogo bibliografico trentino con i cataloghi di molti altri sistemi bibliotecari. In tal modo si agevolerebbe anche lo scambio di documenti con le regioni a noi più vicine, compreso l’Alto Adige che pure potrebbe entrare nel sbn (sistema bibliotecario nazionale). Per migliorare il sistema bibliotecario trentino sarebbe utile rafforzare l’ufficio centrale con altro personale perché offre un servizio fondamentale. Del catalogo si servono anche i turisti per informarsi sulla realtà trentina. Anche per loro sarebbe utile rafforzare il sistema bibliotecario trentino.

 

Museo della civiltà solandra: fondamentale il riconoscimento dei piccoli musei.

Per il Museo della civiltà solandra di Malè il presidente del comitato di gestione Salvatore Ferrari ha giudicato del tutto inadeguata la legge sulle attività culturali del 2007. Sui due ddl ha osservato che si propongono non di riscrivere ma di migliorare la normativa vigente. Sui piccoli musei e siti etnografici dislocali in molte parti del territorio provinciale costituiscono quasi il 50% delle realtà del sistema museale trentin, Ferrari ha evidenziato che queste realtà per la Provincia sono dei fantasmi dal punto di vista dell’attività e finanziario. C’è quindi un vuoto normativo che impedisce il riconoscimento di queste piccole realtà museali che costituiscono un presidio fondamentale nelle valli e anche per il turismo con possibili ricadute occupazionali nel settore giovanile e di natura economica. Ferrari ha chiesto se la Provincia dispone di un elenco completo dei musei del Trentino, che non sono solo quelli finanziati dall’ente pubblico. In secondo luogo ha chiesto per ragioni di trasparenza e conoscenza, se è possibile mettere a disposizione l’elenco dei musei finanziati dalla Provincia negli ultimi 5 anni con i relativi contributi erogati a ciascuno. Ancora, Ferrari ha chiesto quali siano i musei qualificati dalla Provincia come musei a carattere provinciale secondo quanto previsto dall’articolo 16 della legge provinciale. Infine ha chiesto di quali risorse umane e finanziarie dispone l’unità di missione semplici “rete etnografica dei piccoli musei” per sostenere queste realtà. Quanto ai due provvedimenti, il ddl 56 è condivisibile in quanto assicura finalmente ai piccoli musei etnografici del territorio un riconoscimento. Sul ddl proposto dall’assessore Bisesti, Ferrari ha chiesto chiarimenti sui finanziamenti alle biblioteche private di rilievo provinciale. Si dice che la Provincia riconosce biblioteche private significative per il patrimonio che custodiscono, ma non si chiarisce in cosa consista la “rilevanza provinciale” di queste strutture. Infine sull’istituzione del consiglio museale trentino, per Ferrari il problema è che l’articolato si occupa appunto solo di musei di rilevanza provinciale mentre le realtà dei piccoli musei del territorio trentino non sarebbero rappresentate in questo organismo.

 

L’assessore Bisesti ha rassicurato circa la volontà della Giunta di rafforzare il sostegno alle biblioteche private anche se aprendo le porte del sistema ad altri soggetti.

Ecomusei del Trentino, diversi dai musei etnografici ma con obiettivi comuni

Per l’Ecomuseo Argentario e degli Ecomusei del Trentino il presidente e rappresentante Giuseppe Gorfer ha chiarito, rispondendo a una domanda di Ferrari, la differenza tra ecomusei e musei etnografici. Mentre i piccoli musei rispecchiano l’etnografia di una zona, non tutti gli ecomusei rappresentano l’etnografia ma si occupano anche di altro. Oltretutto si tratta di musei territoriali aperti e non di strutture chiuse. Gli ecomusei – ha però aggiunto Gorfer – sono cugini dei piccoli musei perché il seme e la passione che stanno alla base di queste realtà sono le stesse. Si punta cioè in entrambi i casi a coltivare una cultura popolare in grado di raggiungere tutti e di essere anche una stampella del turismo. “Se esistiamo da 20 anni vuol dire che serviamo”. Con i piccoli musei vorremmo unire le strade, ha concluso Gorfer.

 

Museo del mulino di Rabbi: è tempo di valorizzare le piccole realtà come questa

Per il Museo del mulino ad acqua di Rabbi – Molino Ruatti, il vicepresidente Veronica Cicolini ha detto di rappresentare il mondo dei piccoli musei e siti etnografici del Trento e ha espresso apprezzamento per il riconoscimento normativo da parte della Provincia proposto da uno degli emendamenti auspicando che il Consiglio provinciale accolga questa norma. Ha affermato che “è tempo di mettere a valore queste realtà” con un riconoscimento legislativo che sostenga questo presidio culturale portatore di grande importanza anche dal punto di vista economico di questi territori sia in termini di persone impiegate sia di servizi offerti che mettono in contatto l’ospite con il territorio. I musei non hanno valore politico ma un arricchimento della speciale autonomia costituita anche da questa biodiversità.

 

I piccoli musei hanno un impatto economico e turistico importante per i territori

Sara Ferrari ha chiesto se i piccoli musei e i musei etnografici hanno mai potuto misurare c on qualche indicatore o modello l’impatto economico dell’attività culturale forse pi agevole da stimare nei centri minori e di valle del Trentino.

Salvatore Ferrari ha risposto che è stato avviato un ragionamento con le Apt degli ambiti della val di Sole di Pejo e Rabbi ma non sono stati utilizzati metodi matematici. Da questo punto di vista l’Umse potrebbe servire ad effettuare una valutazione d’impatto economico.

Giuseppe Gorfer ha ricordato le diverse migliaia di visitatori dei piccoli musei generano un ritorno economico e danno occupazione sia al personale interno sia alle guide. Anche i piccoli musei sono rotelle che fan girare l’economia e danno lavoro. Il volontariato non basta per effettuare alcune azioni rivolte al mercato. Servirebbe un supporto logistico lavorando in sinergia con obiettivi comuni.

Cicolini ha sottolineato che questi musei etnografici sono un biglietto da visita e una porta di accesso al territorio come nel caso del museo del mulino Ruatti, gestito da un gruppo di giovani laureati con i quali sono stati definiti dei contratti che hanno permesso a queste persone di lavorare rimanendo sul territorio con le loro famiglie. I numeri sono significativi dal punto di vista della qualità delle professioni offerte da queste piccole realtà museali del territorio. Inoltre il passaggio dell’ospite (3.000 all’anno) nel museo etnografico crea per il turismo un legame più profondo con il territorio. “Il nostro è un comparto importante anche per l’economia”, ha concluso Cicolini.

 

Le organizzazioni sindacali: puntare alla stabilizzazione dei lavoratori dei musei

Per la Uil la segretaria confederale Marcella Tomasi ha proposto alcune osservazioni  sugli emendamenti. Il primo sui musei etnografici che per Tomasi debbono avere la loro autonomia pur in collaborazione con le altre strutture. Particolare attenzione va posta anche al personale dei musei che è giusto mettere in rete. Sui direttori dei musei il fatto che queste figure abbiano delle competenze è fondamentale per il buon funzionamento del museo. Sui concorsi per la stabilizzazione dei lavoratori Marcella Tomasi ha segnalato che stanno procedendo soprattutto per il Muse, mentre sono ancora in corso valutazioni sulle dotazioni organiche e sul fabbisogno di personale nel Mart e nel Museo degli usi e costumi della gente trentina di S. Michele. Bisognerebbe quindi implementare questo percorso di stabilizzazione del personale nel sistema museale trentino. Per questo Tomasi ritiene necessario un confronto costante con l’assessorato.

 

Per la Cgil il segretario generale Andrea Grosselli sul ddl 56 del Pd, ha suggerito di investire più risorse pubbliche e di puntare ad attrarre anche risorse private in quest’ambito in modo strutturale e non più legato all’emergenza. Servirebbe per questo secondo Grosselli una ricognizione del comparto da realizzare con gli operatori della cultura e dello spettacolo per favorirne la produttività. Sul tema della valutazione d’impatto economico, per la Cgil si dovrebbe estendere alle attività culturali e dello spettacolo del territorio per cogliere la capacità di produrre ricadute positive e di generare nuovi eventi. Se si valutasse l’apporto economico di queste attività potrebbero emergere delle sorprese. I ddl dovrebbero avere più coraggio in questa direzione. Infine per quanto riguarda il personale dei musei e degli enti culturali, Grosselli ha segnalato che oggi pochi sono i dipendenti e molti i collaboratori precari. Per questo la Provincia dovrebbe puntare alla stabilizzazione dei lavoratori con operazioni di internalizzazione di queste professionalità.

Rispondendo a una domanda di Sara Ferrari, l’assessore Bisesti a proposito dei lavoratori ha ricordato di aver concordato con il Muse l’offerta di una serie di concorsi finalizzati alla stabilizzazione del personale con contratti certi e dignitosi. Resteranno, certo, alcune esternalizzazioni perché il Muse ha bisogno di flessibilità nell’impiego di personale in certi periodi dell’anno.

 

Il dirigente Ceccato ha assicurato che il servizio personale dell’assessorato produrrà uno stato dell’arte sulla situazione dei lavoratori.

 

 

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L’Università di Trento già lavora per “costruire ponti” con altri atenei europei. E sarà attivato un tavolo di collaborazione con il mondo della scuola

Sulla proposta di raccomandazione COM (2022) 17 final, del 18 gennaio 2022, del Consiglio europeo dal titolo “Costruire ponti per un’efficace collaborazione a livello europeo nel campo dell’istruzione superiore”, l’assessore Bisesti ha ricordato come nel piano strategico dell’Università di Trento 2022-2027 siano già stati recepiti gli obiettivi indicati dal documento europeo che l’ateneo persegue attivamente nell’ottica dell’internazionalizzazione e della collaborazione con altre università. Il dirigente Ceccato ha aggiunto che l’Università si attiverà anche con un tavolo di confronto per la collaborazione con il mondo della scuola e in particolare l’Iprase sul terreno della formazione.

 

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Petizione per la libertà educativa: sarà sentito il primo firmatario.

Per l’esame della petizione popolare 20 depositata in Consiglio provinciale per chiedere l’approvazione di una legge trentina sulla libertà educativa, la Commissione ha deciso di consultare il primo firmatario in una delle prossime sedute.

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