Quinta commissione, iniziate le audizioni sul ddl sulla libertà educativa
Appuntamento questo pomeriggio con le consultazioni nella Quinta commissione relative al disegno di legge 148 di Cia, Guglielmi, Ambrosi e Rossato sulla libertà educativa e alla petizione popolare numero 20. Presenti ai lavori i rappresentanti di Arcigay, Agedo, Rete Elgbtqi, Genderlens e poi di Associazione genitori scuole cattoliche Agesc, ProVita. Auditi anche il presidente e il vicepresidente della Consulta provinciale genitori e la prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università di Trento.
È arrivato in Quinta commissione disegno di legge 148 di Claudio Cia (Fratelli d’Italia), Luca Guglielmi (Fassa), Alessia Ambrosi e Katia Rossato (Fratelli d’Italia). La Commissione presieduta da Mara Dalzocchio (Lega) ha iniziato questo pomeriggio le consultazioni relative al ddl, che si propone di intervenire sulla legge provinciale sulla scuola del 2006 introducendo il concetto di “libertà di scelta delle famiglie”, e relative anche alla petizione popolare numero 20 presentata da Luca Poli con 5.942 firme e con la richiesta di approvazione di una legge “sulla libertà educativa”.
Le audizioni – prima parte
A dare il via alle audizioni è stata quella del presidente di Arcigay del Trentino Shamar Droghetti, primo a prendere la parola questo pomeriggio, che ha espresso contrarietà all’impianto di legge e si è detto estremamente preoccupato per l’iniziativa di legge che ha descritto come un possibile bavaglio al contrasto all’omotransfobia. Secondo Droghetti il ddl auspica un patto educativo impari a sfavore delle scuole.
A intervenire è stato poi Mario Caproni, presidente di Agedo che si è detto dispiaciuto per un disegno di legge che considera i ragazzi e le ragazze lgbt non degni di essere riconosciuti a scuola nella loro identità sessuale, nel loro orientamento sessuale e nella loro identità di genere. A nome dell’associazione ha espresso un’opposizione alla concezione per cui i figli sono di proprietà dei genitori, rivendicando per la scuola il ruolo di baluardo della democrazia.
Arianna Miriam Fiumefreddo, presidente della Rete Elgbtqi del Trentino Alto Adige ha parlato dell’attività dello sportello di cui la Rete si occupa. Dal 2012 le persone incontrate sono state oltre 180; secondo le parole di Fiumefreddo si è registrato un decadimento dei valori di inclusione. Fino a culminare, ha detto, con il ddl 148 che minerebbe la coesione sociale della comunità scolastica e che non vuole mettere al centro lo studente con i suoi bisogni, ma il genitore con la sua visione ideologica. Fiumefreddo ha chiesto quindi che il testo venga abbandonato.
Per Genderlens è intervenuta la presidente Elisabetta Ferrari esprimendo un parere contrario al disegno di legge: un testo, ha affermato, che mette in pericolo la libertà di insegnamento e l’autonomia scolastica. Ha in questo contesto descritto il ddl come un provvedimento che ascrive a censura ciò che non rientra in una scuola eterocisnormata.
Il dibattito – prima parte
Dopo la prima tranche di audizioni sono intervenuti con domande e richieste di precisazione diversi consiglieri. Luca Guglielmi (Fassa) ha affermato che lo scopo del ddl non è quello di escludere qualcuno, ma quello di tutelare tutti. Il disegno di legge è stato compreso? Ha chiesto il secondo firmatario. Paolo Zanella (Futura 2018) ha invece auspicato un’alleanza tra famiglie e scuola per quanto riguarda il primato educativo. Lucia Coppola (Europa Verde) si è detta, da insegnante, spaventata e ha annunciato una strenua opposizione. Ugo Rossi (Azione) ha chiesto (citando il ddl) ai relatori se, secondo le informazioni in loro possesso, in Trentino vi siano progetti o attività basati sulla prospettiva di genere che promuovano la fluidità di genere o insegnino a dissociare l’identità sessuale dal sesso biologico. No, ha risposto Droghetti, mentre esistono dei percorsi di inclusione alle differenze e insegnanti che chiedono un supporto per ampliare l’alfabetizzazione di base dei temi lgbt e che parlano di uguaglianza ed educazione alle differenze.
Le audizioni – seconda parte
Le audizioni in programma sono proseguite con quella dell’avvocato Alessandro Luis Andrea Fiore del direttivo di ProVita secondo cui il disegno di legge è un importante provvedimento in favore della libertà educativa della famiglia che muove nel senso di una tutela dei ragazzi, specialmente dei minori. Ricerche autorevoli, ha affermato l’avvocato, dimostrano che la disforia di genere si risolve spontaneamente nell’85% dei casi dei bambini se questi non sono sottoposti a transizione sociale. In questo senso ha detto di condividere quanto previsto dal testo del disegno di legge, perché i minori non hanno bisogno di sapere della fluidità di genere. Convocato per la giornata di oggi anche Ruggero Zanetti, presidente provinciale dell’Associazione genitori scuole cattoliche Agesc che invierà alla commissione un intervento per iscritto.
Il dibattito – seconda parte
Dopo la seconda tornata di audizioni, la seconda di domande e risposte. A prendere la parola Lucia Maestri (Pd) che ha detto, rivolta a Alessandro Luis Andrea Fiore, che in Trentino non c’è la propensione a insegnare il gender fluid, che non si può comunque insegnare. Fiore ha ribattuto ricordando che l’intenzione del ddl è quella di garantire una protezione dei minori, di evitare che nelle scuole entrino messaggi che provocano confusione.
Le audizioni e il dibattito – terza parte
Gli interventi dei relatori successivi hanno provocato subito il dibattito in Commissione. Per la Consulta provinciale dei genitori hanno preso la parola il vicepresidente Andrea Lionello e il presidente Maurizio Freschi. Quest’ultimo ha riportato le valutazioni della Consulta che si è riunita il 20 gennaio in merito al ddl 148. Dal confronto, ha ricordato, è emersa una netta contrarietà all’intento di intervenire sulla legge 5 del 2006 per porre dei limiti all’autonomia degli istituti. La Consulta provinciale, pur concordando sulla necessità di una corretta informazione preventiva e al diritto delle famiglie di poter decidere sulla partecipazione dei propri figli (minorenni) alle attività integrative, per tutti i temi sensibili e non solo di genere, ritiene inaccettabile una limitazione dell’autonomia nell’offerta formativa e informativa degli istituti. Freschi ha ricordato che le attività riguardanti temi sensibili sono già oggetto di una specifica informazione preventiva ed espresso la contrarietà della Consulta alla limitazione dell’autonomia prevista all’articolo 18 bis del testo richiedendo la previsione di informativa preventiva per le attività in oggetto e che eventuali assenze non vengano computate ai fini del limite massimo previsto.
Al termine dell’intervento Claudio Cia ha chiesto conto a Freschi della presenza (in maggioranza, secondo una segnalazione che ha citato) di dirigenti e docenti in un contesto, quello del 20 gennaio, riservato ai genitori. Persone, ha detto Freschi, presenti nel loro ruolo di genitori. Cia ha quindi chiesto la messa agli atti di un documento sottoscritto da Antonella Mora dell’istituto Sacro Cuore (presidente del Consiglio dell’istituzione) in cui si dà parere favorevole al ddl, descritto come condivisibile.
Il dibattito si è quindi incentrato sulle comunicazioni alle famiglie. Ugo Rossi ha chiesto alla dirigente Zambotti di richiamare il quadro normativo introdotto nella scorsa legislatura in merito. Una delibera, ha detto la dirigente, ancora in vigore e adottata in corrispondenza con le linee guida del Miur in seguito a un dibattito in Consiglio provinciale. Sempre in merito alle informative Gianluca Cavada (Lega) ha auspicato maggiore chiarezza e leggibilità. Una posizione appoggiata da Cia. Freschi ha detto che purtroppo vi è una difformità di chiarezza delle informative nei diversi istituti.
Ultima audizione del pomeriggio è stata quella di Barbara Poggio, prorettrice alle politiche di equità e diversità dell’Università che ha ricordato come fenomeni di disuguaglianza di genere siano presenti in tutto il Trentino in maniera rilevante, in ambito educativo, lavorativo, politico. Un riflesso, ha affermato, di pratiche sociali e culturali consolidate su cui si cercava di intervenire con un lavoro di sensibilizzazione. La professoressa ha quindi descritto il ddl come un testo che si propone di mettere su un binario speciale questi progetti, definendo un iter che rende difficile se non impossibile proporre questi progetti. Una posizione a cui hanno fatto eco Lucia Coppola e Paolo Zanella.
Il fondo unico provinciale per lo spettacolo
I lavori dei consiglieri della Quinta commissione permanente sono quindi proseguiti con l’esame della proposta di risoluzione sulla comunicazione Com (2022) 548 final della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sul programma di lavoro della Commissione per il 2023 “Un’Unione salda e unita”. Un tema su cui ha relazionato l’assessore Mirko Bisesti e sul quale Maestri e Paola Demagri (Casa Autonomia.eu) si sono dette soddisfatte di aver trovato una buona sintesi nella bozza di risoluzione. Che è stata votata all’unanimità dei presenti.
All’ordine del giorno della seduta della Quinta commissione erano poi l’espressione di due pareri su altrettante proposte di deliberazione della Giunta provinciale, una avente ad oggetto la ripartizione dello stanziamento complessivo del capitolo 351055 per il fondo unico provinciale per lo spettacolo, per gli esercizi finanziari 2023-2024, l’altra la modificazione di alcune disposizioni contenute nella normativa attuativa della legge provinciale 17 del 2015 (Agevolazioni fiscali in materia di promozione di attività culturali del Trentino, di valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio trentino).
Sul fondo per lo spettacolo l’assessore Mirko Bisesti ha ricordato che i soggetti culturali aventi i requisiti per il finanziamento sono 13. Un tema che ha sollevato la preoccupazione di Lucia Coppola che ha sottolineato un taglio del 17% del finanziamento provinciale che ha interessato in particolare il Trento Film Festival, Oriente Occidente e Centrale Fies: la consigliera ha affermato di non capire come mai si vada a colpire solo queste realtà. Lucia Maestri ha chiesto lumi sui criteri di scelta utilizzati per la ripartizione dei contributi, ha descritto il taglio come ingiustificato e annunciato un’interrogazione e una mozione. Bisesti ha ricordato l’impegno preso anche con le realtà interessate di recuperare, come lo scorso anno, tutte le somme in sede di assestamento. Il voto: tre favorevoli (Cavada, Dalzocchio, Moranduzzo) e tre contrari (Coppola, Demagri e Maestri). L’approvazione è stata garantita dal peso doppio del voto della presidente.
Infine la trattazione della delibera relativa alle agevolazioni fiscali in materia di promozione di attività culturali. L’assessore Bisesti ha parlato dell’art bonus che, ha detto, è stato portato al 100% con la volontà di incentivare le donazioni private. Maestri è intervenuta per rivendicare la riforma che, ha sottolineato, porta il suo nome. La votazione sul punto all’ordine del giorno si è conclusa, dopo il rientro ai lavori di Guglielmi che si era allontanato per protesta durante l’intervento della prorettrice Poggio, con sette voti favorevoli.
AGGIORNAMENTO ORE 21.57
Nota integrativa sui lavori della Quinta commissione consiliare.
Una protesta contro le dichiarazioni della prorettrice alla ricerca dell’Università di Trento. La ha messa in atto questo pomeriggio durante i lavori della Quinta commissione il consigliere Luca Guglielmi (Fassa). Quella della prorettrice Barbara Poggio era l’ultima delle audizioni previste all’ordine del giorno in merito al ddl 148. Il consigliere Luca Guglielmi, cofirmatario del disegno di legge in discussione, ha dichiarato e praticato l’abbandono dei lavori in espressa protesta per quanto la stessa Poggio ha avuto modo di dichiarare pubblicamente nei giorni precedenti riguardo al tema dello stesso disegno di legge e quindi sulla libertà educativa e la cultura del gender, attaccando Guglielmi in un modo da quest’ultimo giudicato del tutto inaccettabile.