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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * QUARTA COMMISSIONE: « LA PROPOSTA DI RIORGANIZZAZIONE DELL’AZIENDA SANITARIA, CON L’ASSESSORE SEGNANA ED I VERTICI APSS »

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13.17 - lunedì 31 gennaio 2022

Si è svolto questa mattina presso la IV Commissione permanente presieduta da Claudio Cia, l’incontro con l’assessora alla salute, Stefania Segnana e con i vertici dell’Azienda in merito alla proposta di regolamento di organizzazione dell’Azienda provinciale per i servizi sanitari.

In apertura di seduta, il Presidente Cia ha premesso che questo tavolo di confronto avviene non a caso a monte del confronto con i diversi attori coinvolti sul territorio, proprio per permettere di avere già un quadro completo delle osservazioni emerse. L’assessora Segnana ha chiarito che subito dopo l’ascolto interno in Azienda sanitaria in piena pandemia Covid, sono partiti gli incontri sul territorio per permettere a tutti di poter condividere questa riorganizzazione.

 

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Omogeneità ed equità, semplificazione e decentramento gli obiettivi della riorganizzazione
Il direttore generale dell’Azienda sanitaria Antonio Ferro ha riassunto la proposta di riorganizzazione ospedaliera con il supporto di una serie di slides, precisando che si è trattato di un lavoro molto pesante, articolato nell’arco di oltre otto mesi. Diverse modifiche sono state inserite nel percorso, recependo anche le osservazioni emerse da una trentina di incontri realizzati tra gennaio ed aprile 2021. La proposta è dunque la migliore integrazione possibile degli spunti offerti, interni ed esterni all’Azienda sanitaria, e tiene conto dei fondi del Pnrr e delle normative vigenti. Gli obiettivi sono omogeneità ed equità dell’offerta, presa in carico complessiva degli utenti, semplificazione, decentramento e prossimità. Strumenti fondamentali saranno le sinergie tra le articolazioni organizzative. Nella riforma sono state eliminate le aree e sono state inserite le strutture dei dipartimenti territoriali transmodali, strutture molto solide che riescono trasversalmente a governare una determinata area su tutto il territorio trentino. Sono stati poi introdotti gli incarichi di percorso e le reti professionali locali, una nuova piattaforma da reinserire nell’organizzazione della medicina di famiglia, uno degli obiettivi fondamentali, che Ferro ha definito il core business della risposta prossimale.

La prevenzione è stata potenziata integrando la standardizzazione e omogenizzazione delle risposte, a partire da una corretta catena di distribuzione di responsabilità. Sul territorio si tratta di sviluppare un’alleanza con i medici di medica generale creando una rete con i rappresentanti dei cittadini, le organizzazioni, le parti sociali, le comunità locali, per migliorare la qualità dell’assistenza, in linea con il Pnrr e la riorganizzazione strutturale. Ci sarà un forte coordinamento della sanità territoriale secondo tre distretti: nord, sud, est e ovest con 6 ambiti territoriali, prevedendo un investimento enorme sia di strutture che di personale. Il più volte citato modello di “servizio ospedaliero policentrico” sarà molto rilevante anche nel contesto della scuola di medicina, dal momento che i centri dovranno essere pronti a mettersi in rete in tal senso. Altra novità, nei dipartimenti vengono annoverate anche le strutture convenzionate e private, che rientreranno nel sistema, sottostando a obiettivi e standard definiti. Le reti professionali locali integrano e organizzano i professionisti sanitari e socio sanitari, dipendenti e convenzionati, al fine di garantire vicinanza, facile accessibilità e continuità assistenziale, in un concetto di rete in cui dovrebbero rientrare anche coloro che fanno sanità privatamente, al fine di completare e favorire l’integrazione multiprofessionale dei processi assistenziali.

L’attrattività e il trattenimento del personale è un tema cruciale per il futuro, vista la situazione drammatica che ci attende in termini di carenza di personale e di concorrenza a livello non solo italiano, ma anche europeo. Da questo punto di vista si stanno studiando delle misure di attrattività muovendosi in due direzioni: con particolare attenzione e cura al clima interno per cercare di mantenere il personale esistente, anche coprendo i posti vacanti e poi attivando programmi di promozione dell’accoglienza per i professionisti, lavorando sulle prospettive professionali, sull’inserimento, sull’elemento salariale, sulla flessibilità e rimarcando e divulgando i numerosi valori aggiunti che ci sono in Trentino.

Quanto all’organigramma, la funzione del direttore sanitario sarà rafforzata, per la parte amministrativa la grossa differenza è un servizio amministrativo per ciascuno dei tre distretti e poi uno per l’ospedale di Trento, uno per quello di Rovereto e uno per il dipartimento di prevenzione, che è stato molto rafforzato. Altro elemento di novità è l’istituzione del servizio igiene, dietetica e nutrizione clinica, visto che l’alimentazione è uno dei fattori di rischio fondamentali per la cronicità e le malattie degenerative.

Gino Gobber direttore delle Unità palliative ha illustrato la parte territoriale, quella più complessa ed innovativa. Questo progetto, ha premesso, nasce da molte sollecitazioni della politica, dalle novità introdotte dal Pnrr, ma anche e sopratutto dalle innumerevoli riflessioni critiche giunte negli anni dall’attività quotidiana degli operatori del territorio e attentamente considerate. I distretti saranno il riferimento per le amministrazioni locali e i servizi, gli stakeholders e i referenti amministrativi di ogni ambito. I direttori di distretto dovranno conoscere molto bene la realtà locale ed essere attrezzati e articolati con forza e robustezza, affiancati da un’unità complessa e un servizio di amministrazione. Il dipartimento di cure primarie sarà la leva che dovrà garantire la presenza delle competenze che appaiono una delle criticità a livello territoriale.Con la scuola di medicina generale si sta svolgendo un gran lavoro, anche con attenzione nel gestire ingressi senza particolari traumi e senza abbandoni. Il dipartimento transmurale “anziani e longevità” terrà insieme le geriatrie di Trento e Rovereto con una proiezione extra ospedaliera e vorrà essere attrattivo rispetto a colleghi che volessero trasferirsi in Trentino. Poi l’unità operativa delle rsa ha voluto dare continuità ad un’esperienza che ha funzionato, creando un raccordo con la parte sanitaria di cura ed assistenza.

Per completare il quadro è intervenuto il direttore del servizio ospedaliero Pier Paolo Benetollo che si è soffermato su alcuni elementi significativi che guidano il processo dell’organizzazione in essere. Il primo è quello della direzione del servizio ospedaliero provinciale da interpretare come insieme delle professioni sanitarie che lo compongono. Si lavora all’idea di una rete di ospedali con competenze sempre più specialistiche ed eterogenee da mettere in rete dell’intero shop. Più in generale questa è la logica anche dell’evoluzione dell’insieme degli ospedali: la rete di ospedali (ospedale policentrico), complementari l’uno con l’altro in sostegno l’uno dell’altro e tutti ugualmente importanti nel complesso della rete. In questo senso si sta lavorando all’individuazione di una serie di attività che possano seguire questo sviluppo. Il secondo aspetto è quello del livello dei dipartimenti, che sostituiscono le aree, ma sono più piccoli ed omogenei. Accanto a questi saranno rafforzate le reti professionali che funzionalmente collegano i professionisti di diversi dipartimenti che cooperano per la presa in carico dei pazienti, coinvolgendo più unità operative. Infine, Benetollo ha sottolineato l’importanza del concetto di transmurale, ovvero il lavorare dentro e fuori dall’ospedale in sinergia e continuità, non solo le organizzazioni, ma anche le professioni.

 

Le domande dei consiglieri
Paolo Zanella, consigliere di Futura ha rilevato gli aspetti positivi della prevenzione (chiedendo se si conoscono le stime di risorse che si intendono trasferire a questo settore) e dei dipartimenti transmurali. Ha invece espresso perplessità sull’organizzazione territoriale dei distretti e degli ambiti: non c’è sufficiente enfasi a suo avviso sull’integrazione socio sanitaria, non è chiara la funzione delle case della salute (cosa si intende mettere dentro quelle strutture?), su come si intendano gestire le unità complesse, come si pensi di organizzare la formazione, dato che non c’è una struttura che la governi, come avvenga il passaggio tra strutture complesse e posizioni organizzative. Infine Zanella ha chiesto quali siano le unità specialistiche peculiari di ciascun ospedale.

Luca Zeni (PD) ha apprezzato l’idea della riorganizzazione, ma dal momento che l’obiettivo politico dichiarato è quello di rafforzare gli ospedali periferici, ha rilevato la contraddizione del concetto di “messa in rete”. L’importante è essere chiari, ha aggiunto: non capisco come il Covid avrebbe cambiato questo principio. Le domande puntuali: quanto cambia in termini di costi nella gestione amministrativa? Si intendono aumentare o comunque variare i primariati? Come si declina la scuola di medicina con la realtà e come saranno coinvolti i privati nei diversi dipartimenti? Infine, non si è visto il riferimento alle case della salute, ha concluso, chiedendo come si inseriscono e con che progettualità nel contesto.

Paola Demagri (Patt) ha definito “poco chiaro l’obiettivo politico di questa riorganizzazione”, chiedendo alla Giunta di esplicitare meglio quale sia la sua strategia. Ha accolto comunque favorevolmente gli intenti della proposta, chiedendo quali saranno le funzioni della direzione medica e se per “governo” si intenda gestione delle risorse. Quanto ai direttori di unità operativa ha chiesto se si pensi di andare a scavalco con gli esistenti ovvero come ci si intenda operativamente attivare per garantire agli ospedali di avere la presenza dei direttori. Quello dei dipartimenti è un modello che è piaciuto a Demagri, che lo ha definito “funzionale ad aggregare più funzioni, un’area che potrà colmare il vuoto di questi anni”. Manca un riferimento ai sistemi informativi e Demagri ne ha chiesto conto, così come ha chiesto chiarimenti sui modelli organizzativi ospedalieri interni e su come si potranno sviluppare. Rispetto alle cure intermedie, ha chiesto se si siano fatte riflessioni di implementazione o miglioramento. Demagri ha poi chiesto se ci sarà maggiore attenzione sulla riorganizzazione delle rsa, sicuramente accelerata dalla pandemia. Le case della salute, infine, dove verranno inserite e che funzioni avranno?

Claudio Cia (Fratelli d’Italia) ha chiesto l’esito degli incontri sul territorio e in particolare l’attenzione riservata a questa riorganizzazione dall’Opi (infermieri). Ad oggi abbiamo difficoltà a reperire medici di medicina generale, ha aggiunto, chiedendo concretamente cosa preveda la proposta per incentivare la permanenza dei professionisti e l’attrattività da fuori provincia, come ad esempio il sostegno nel costo degli ambulatori. Ha chiesto se non si consideri un azzardo impiegare professionisti appena specializzati a fare il medico di medicina generale dove l’esperienza è fondamentale e a che punto siamo con le risorse del Pnrr.

 

La replica

Segnana ha risposto a Cia confermando che sul territorio c’è stata una grande partecipazione e l’apprezzamento diffuso per lo sforzo che si sta facendo per garantire la sanità nelle valli. La problematica maggiormente rilevata e sentita da parte degli amministratori locali è stata quella della carenza di medici di medicina generale.

Giancarlo Ruscitti ha aggiornato i commissari sul Pnrr, dichiarando che la situazione è in stallo. Siamo partiti con una proposta che attribuiva alla Pat 12 case della salute, poi ridotte a 10. Formalmente con Agenas entro la seconda metà del mese di febbraio ci sarà un confronto sulle proposte che si adatteranno ad uno schema generale secondo le linee guida fornite e poi a fine giugno si certificherà l’accordo e ci sarà il via libera ai finanziamenti. All’interno delle case della salute troveranno spazio le attività di spazio argento, le attività delle ostetriche e le attività che il Trentino ha disseminate sul territorio. Siamo in attesa di capire quante risorse ci verranno per la rete informatica e con il ministro Colao si sta ragionando sulla possibilità di inserirci in tale contesto su un progetto a livello nazionale. Quanto al contratto dei medici di medicina generale in corso di modificazione, si sta discutendo e si sta trattando con il ministro per ottenere un margine di autonomia al fine di preservare alcuni aspetti almeno a livello locale.

Antonio Ferro ha detto che sono previste delle assunzioni nel dipartimento di prevenzione e ci si sta preparando anche per far fronte alla situazione delicata che stiamo attraversando. Sui tre distretti, ha detto che l’importante è che siano garantiti gli ambiti e l’organizzazione contenuti nella proposta. Quanto alle strutture complesse, sono previste le funzioni intermedie per dare un assetto complessivo di forza ai professionisti. L’Opi ha espresso un parere sostanzialmente positivo alla riorganizzazione, anche perché ha riconosiuto che si sta investendo molto sulla categoria. La rete ospedaliera non snaturerà le caratteristiche degli ospedali già in atto, piuttosto si porteranno dei miglioramenti. Dove si interverrà principalmente è nella riorganizzazione del territorio, con investimenti nella risposta capillare collegata con il distretto. La scuola di formazione è inserita nel dipartimento risorse umane, in linea con quanto avviene nel resto d’Italia. Sulla parte della medicina di gruppo il contratto è fermo da quindici anni e tutte le vertenze sono state sempre perse dall’Azienda: si è avviato un tavolo aziendale che ha portato ad un accordo molto importante in perfetta relazione con i nuovi sviluppi. Per le cliniche private e per le rsa, la logica dovrà essere quella dell’uniformità del percorso clinico e dei protocolli terapeutici: in questo senso le strutture convenzionate rientreranno nell’organizzazione, secondo il modello dei dipartimenti transmurali. Ci stiamo muovendo per cercare e trovare le figure giuste: al tema dell’incentivazione per i professionisti è legato il piano complessivo che stiamo facendo con l’Ufficio formazione e con la riorganizzazione che tiene conto delle nuove sfide.

Benetollo ha fornito ulteriori precisazioni L’obiettivo è quello di accompagnare le singole realtà secondo una logica di efficienza nell’uso delle risorse e con tecniche che consentano un approccio sempre più mini invasivo, che oggi consentono un recupero molto più pronto della persona. Anche i modelli organizzativi accompagnano questa evoluzione. Sull’assetto della rete ospedaliera, c’è spazio per andare oltre il modello generalista, con punti di riferimento delle diverse tecniche, tecnologie e strumentazioni nei diversi ospedali territoriali. Sui primariati, si tratta di procedere senza stravolgimenti, ma con alcuni aggiustamenti, per esempio per pneumologia si manterranno le due unità operative senza distinzione su base territoriale, ma con indirizzi diversi (una per la patologia cronica e l’altra ad indirizzo interventistico). Quanto all’università l’idea è quella di caratterizzare la scuola di medicina affinché non sia solo “ospedale grande” o “ospedale” e sui dati ci sarà un importante sviluppo di intelligenza artificiale.

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