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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * QUARTA COMMISSIONE: « 4 PARERI FAVOREVOLI SU DELIBERE ASSEGNI UNICO PROVINCIALE E NATALITÀ, IN DUE CASI CON IL VOTO CONTRARIO DELLE MINORANZE »

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19.02 - martedì 3 maggio 2022

Quattro pareri favorevoli espressi dalla IV Commissione sulle delibere della Giunta riguardanti l’assegno unico provinciale e l’assegno di natalità, in due casi con il voto contrario delle minoranze.

Sono quattro i pareri favorevoli che la IV Commissione presieduta da Claudio Cia ha espresso oggi su altrettante delibere proposte dalla Giunta provinciale. Le prime tre delibere disciplinano aspetti attuativi diversi dell’Assegno unico provinciale (Aup), mentre la quarta riguarda i nuclei beneficiari dell’assegno di natalità. Zanella, Ferrari e Demagri hanno motivato il loro voto contrario al parere favorevole in due casi: alla delibera sull’Aup integrato dal bonus energia che a loro avviso esclude 9.000 famiglie e non utilizza entro giugno, come potrebbe, i 25 milioni di euro stanziati dalla Giunta, e alla limitazione dell’assegno di natalità ai nuclei con figli di 2 e 3 anni e non anche a quelli con bambini più piccoli che beneficeranno del solo sostegno statale.

 

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Sì all’integrazione delle quote B1 e B3 dell’Aup con il “bonus dad”.

Nel presentare la prima delibera, che ha ottenuto il parere favorevole unanime della Commissione, l’assessore allo sviluppo economico, ricerca e lavoro Achille Spinelli ha spiegato che la Giunta interviene con l’erogazione del cosiddetto “bonus dad” (didattica a distanza), a ristoro delle famiglie penalizzate nel periodo della sospensione dell’attività didattica in presenza dovuto alle restrizioni introdotte a causa della pandemia. Per questo la misura interviene da un lato sulla quota B1 dell’Aup andando incontro alle famiglie con figli fino a 14 anni, dall’altro sulla quota B3 dell’Aup a sostegno dei nuclei con un figlio disabile con non più di 21 anni. Sulla quota B1 la misura integrativa ammonta a 120 euro una tantum, mentre la maggiorazione della quota B3 è di 300 euro erogati sempre in un’unica soluzione. Gianfranco Zoppi, dirigente dell’Agenzia provinciale per l’assistenza e la previdenza integrativa (Apapi), ha ricordato che i nuclei familiari destinatari dell’integrazione della quota B1 dell’Aup sono 11.000 mentre quelli che beneficeranno della maggiorazione della quota B3 dell’Aup sono circa un migliaio. E ha concluso avvertendo che la delibera sarà adottata dalla Giunta venerdì prossimo per poter erogare il bonus dad entro maggio.
Rispondendo a Paola Demagri (Patt) Zoppi ha chiarito che le famiglie interessate non dovranno presentare nessuna domanda alla Provincia perché saranno rielaborate le richieste già pervenute per l’aup nel 2020. Per soddisfare una richiesta di chiarimento di Paolo Zanella (Futura), Zoppi ha precisato che il provvedimento si basa sulla legge finanziaria provinciale approvata nel dicembre 2021 e questo spiega la valenza retroattiva della misura per il 2020.

 

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Con il bonus energia un ristoro alle famiglie più colpite dal caro-bollette.

La seconda delibera ha ottenuto il parere favorevole della Commissione con 3 voti a favore espressi dalla maggioranza e tre contrari dei componenti di minoranza (oltre a Zanella e Demagri anche Sara Ferrari del Pd). L’assessore ha segnalato che questo provvedimento consiste nel “bonus energia” diretto a circa 33.000 famiglie già destinatarie di aiuti gestiti dall’Apapi per altri tipi di quote. Rispondendo alle riserve espresse dalle tre maggiori sigle sindacali preoccupate dal rischio di che un gran numero di famiglie percettrici dell’Aup restino escluse da questa intervento, Spinelli ha spiegato che non è così.

Il ristoro in questione è infatti concesso ai nuclei familiari in possesso di un indicatore Icef inferiore a 0,40 e degli altri requisiti previsti dall’articolo 28 della legge provinciale del 2019 sull’Aup e dal regolamento per beneficiare della quota A). L’importo del ristoro varia tra euro 400,00 ed euro 3200,00 in relazione all’indicatore Icef. L’erogazione, ha preannunciato l’assessore, avverrà entro maggio sulla base dei dati contenuti nella domanda, senza necessità di acquisire ulteriori informazioni.

Non sarà così per coloro che hanno invece diritto alla quota A) dell’Aup, che dovranno integrare la domanda in corso per dimostrare di non aver diritto a queste compensazioni integrative. Il ristoro è concesso anche ai nuclei familiari che, non avendo presentato la domanda di Aup, sono in possesso di determinati requisiti patrimoniali e reddituali fermo restando la mancanza dei requisiti per beneficiare delle compensazioni integrative temporanee stabilite da Arera per l’anno 2022. In questo caso i nuclei familiari interessati dovranno presentare entro il 30 un’apposita domanda. L’importo del ristoro varia tra 250 e o 200 euro in relazione al reddito complessivo familiare entro un limite variabile a seconda del numero dei componenti del nucleo familiare. A beneficiare di questa misura – ha concluso l’assessore – saranno tra le 15.000 e le 20.000 famiglie trentine. Le domande online accolte verranno inserite in una graduatoria sulla base della quale la Giunta verificherà se le risorse – 25 milioni di euro – messe a disposizione per questo intervento sono sufficienti.

 

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Zanella e Ferrari contro l’esclusione di 9.000 famiglie.

Zanella ha espresso da un lato perplessità sulla possibilità di inserire in tempo utile i dati per poter beneficiare della misura entro maggio, dall’altro sulla scelta della Giunta di fissare limiti che impediranno di spendere i 25 milioni di euro disponibili
Ferrari ha osservato che con questo provvedimento non tutti i 33.000 nuclei che avrebbero bisogno di questo bonus energia ne potranno beneficiare perché 9.000 famiglie del Trentino, oggettivamente non benestanti, sono state escluse a causa dei diversi requisiti previsti dalla delibera proposta dalla Giunta.

Zoppi ha risposto che volendo dare con questo ristoro un sostegno al reddito, l’intervento è stato agganciato alla quota A dell’Aup. Quindi l’indicatore Icef è l’Icef A e non l’Icef B. E l’Icef A non prevede tutte le deduzioni di oneri fiscali previste dall’Icef B. Non è detto che il mancato utilizzo tra maggio e giugno dei 25 milioni di euro messi a disposizione dalla Provincia poi non verranno più spesi. I risultati di questa misura si vedranno solo dopo che sarà applicata. L’assessore ha aggiunto che non è possibile prevedere prima quanti nuclei familiari beneficeranno di quest’erogazione. La Giunta ha voluto obbedire a un principio di equità. Rispondendo a Zanella ha osservato che non è possibile sapere quanti nuclei potranno beneficiare del bonus energia presentando la domanda entro maggio, ma le risorse avanzate permetteranno di andare incontro ai nuclei che non beneficiano dell’Aup. Il caro-energia oggi sta colpendo tutti ma soprattutto chi non ha disponibilità economiche sufficienti. Rispondendo a Ferrari il dirigente dell’Apapi Zoppi ha informato che entro giugno il bonus andrà alle famiglie che avranno presentato la domanda sull’apposita piattaforma. Spinelli ha comunque garantito che la Giunta valuterà un eventuale rifinanziamento della misura se i 25 milioni di euro messi a disposizione si esauriranno subito.

Secondo Zanella è iniquo escludere con questa delibera 9.000 famiglie dalla platea dei beneficiari del bonus. E ha suggerito alla Giunta di approfittare di questa modifica del regolamento dell’Aup per rimuovere il requisito dei 10 anni di residenza introdotto dalla Provincia per aver diritto al sussidio ma bocciato con una sentenza del Tribunale di Rovereto. Zoppi ha precisato che la sentenza non ha bocciato il requisito dei 10 anni per sulla quota A dell’Aup bensì sulla quota C. E Spinelli ha spiegato che la Giunta
è disposta a tornare su questo provvedimento e adeguarne con flessibilità le precisioni alla luce dell’andamento del costo dell’energia nei prossimi mesi. Cia ha condiviso quest’ultima annotazione dell’assessore.

 

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Sì alle modifiche dei tempi per chi presenta in ritardo la domanda dell’Aup.

Quanto alla terza delibera, Zoppi ha spiegato che riguarda il nuovo assegno unico che decorre da luglio. Con questo provvedimento la disciplina dell’Aup subisce solo modifiche tecniche, innanzitutto per quanto riguarda la decorrenza della quota A nel caso in cui qualcuno presenti in ritardo la domanda. Se si presenta in ritardo la domanda di assegno unico per le quote B l’aiuto viene riconosciuto retroattivamente. Per la quota A non è invece prevista retroattività perché vi è l’obbligo per il nucleo interessato di attivarsi per il lavoro. Per la raccolta delle domande la delibera fissa la scadenza al 31 luglio, ma il Consiglio delle autonomie locali ha chiesto alla Giunta uno slittamento al 31 agosto o al 30 settembre, solo per quest’anno, per poter beneficiare dell’effetto retroattivo. La Commissione ha quindi proposto all’unanimità di accogliere la richiesta di uno slittamento della scadenza entro la quale presentare le domande dal 31 luglio al 30 settembre. Il parere favorevole alle delibera è stato approvato con 4 voti a favore della maggioranza e di Demagri e i due voti di astensione di Zanella e Ferrari.

 

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L’assegno di natalità della Provincia andrà ai nuclei con figli di 2 e 3 anni. Contrari Ferrari, Zanella e Demagri che chiedono il sostegno anche per i bambini più piccoli.

Infine Luciano Malfer, dirigente dell’agenzia della famiglia, ha spiegato che con questa quarta delibera la Provincia intende raccordare il contributo previsto dalla legge provinciale del 2011 sulla promozione del benessere familiare e della natalità – che prevede un sostegno economico ai nuclei per la nascita del primo figlio nel periodo fra il 1° gennaio 2020 e il 31 dicembre 2024 per la durata massima di 36 mesi a decorrere da quello successivo alla nascita – con l’assegno di natalità previsto dalla legge statale 160 del 2019 che riconosce un assegno di natalità alla nascita di ciascun figlio fino al compimento di un anno di età. Per evitare il cumulo delle due agevolazioni, la Provincia ha stabilit che per i figli nati negli anni 2020 e 2021 che beneficiano dell’assegno di natalità in Trentino il contributo non sia concesso per i primi 12 mesi di vita ma dal 13° al 36° mese di vita. Inoltre con il decreto legislativo 230 del 2021 e a decorrere dal 1° marzo 2022, lo Stato ha istituito l’assegno unico e universale per i figli a carico fino all’età di 21 anni, includendolo nell’assegno unico e universale. Di conseguenza con questa delibera dispone che anche per i figli nati negli anni dal 2022 al 2024 l’assegno di natalità provinciale sia da corrispondere per il secondo e il terzo anno di vita in quanto per i primi 12 mesi di vita dei figli nati a decorrere dal 1° gennaio 2022 l’assegno per la nascita è incluso nell’assegno unico e universale erogato dallo Stato.

Sara Ferrari ha obiettato che sarebbe giusto riconoscere l’assegno provinciale non solo alle famiglie trentine con un figlio di 2 o 3 anni ma anche ai nuclei bambini più piccoli, tenuto conto che la Provincia ha risparmiato 3 milioni di euro all’anno a favore di circa 3.000 famiglie visto che per il sostegno dei nuclei con figli fino a un anno si occupava lo Stato.

Paolo Zanella (Futura) ha condiviso la richiesta della collega e ha ribadito la richiesta all’esecutivo di mettere mano al regolamento sull’Aup eliminando il vincolo dei 10 anni di residenza a fronte della sentenza del tribunale di Rovereto.
Alla precisazione di Malfer che ha ricordato come questa norma non sia nel regolamento oggetto della delibera di oggi ma dalla legge provinciale, Zanella ha replicato che esiste un precedente di questo tipo e quindi la Giunta potrebbe intervenire analogamente anche in questo caso.

Il presidente Cia ha suggerito di trasmettere alla Giunta il parere favorevole accompagnato da un’osservazione che recepisca la richiesta di Ferrari e Zanella mentre Demagri ha proposto di rinviare il parere della Commissione richiesto entro il 27 maggio, per poter modificare la delibera. Dalzocchio ha chiesto di capire per quale ragione se, come è stato spiegato, questa è una misura di equità, per le minoranze la delibera andrebbe modificata. Dal canto suo l’assessore Spinelli non ha escluso la possibilità che la Giunta possa valutare la richiesta visto che non contrasta con il programma di legislatura orientato a potenziare gli interventi per promuovere la natalità.
Alla fine del dibattito il parere favorevole della Commissione è passato con i tre sì della maggioranza e i tre voti contrari di Zanella, Ferrari e Demagri..

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