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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * PRIMA COMMISSIONE: « DISCUSSIONE MANOVRA ASSESTAMENTO CON INTERVENTI DI ROSSI – TONINI – ZANELLA- MARINI ANCHE SUL RENDICONTO E DEFP / EMENDAMENTI GIUNTA »

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19.48 - mercoledì 13 luglio 2022

Iniziata in Prima Commissione la discussione generale sulla manovra di assestamento con interventi di Rossi, Tonini, Zanella e Marini anche sul rendiconto e il Defp. L’assessore Spinelli ha presentato gli emendamenti della Giunta.

Concluse lunedì le audizioni iniziate la scorsa settimana, oggi pomeriggio la Prima Commissione presieduta da Vanessa Masè è passata alla discussione generale della manovra di assestamento del bilancio provinciale proposto dalla Giunta. Gli interventi di Rossi, Tonini, Zanella e Marini hanno criticato le principali lacune – e in particolare la mancanza di soluzioni strutturali ai problemi – a loro avviso emergenti dai tre documenti della manovra: i disegni di legge 156 e 157 sul Rendiconto generale del 2021 e l’assestamento del bilancio di previsione per gli esercizi 2022-2024, nonché il Documento di economia e finanza provinciale (Defp) per il triennio 20023-2035.

 

Gli emendamenti della Giunta.

L’assessore allo sviluppo economico Achille Spinelli ha illustrato gli emendamenti proposti dalla Giunta e firmati dal vicepresidente Tonina (in allegato, il testo e gli emendamenti distribuiti) al ddl 157. Il primo riguarda l’articolo 4 sugli enti locali per permettere ai comuni l’assunzione di personale di polizia locale e altro personale a tempo determinato o di attribuire incarichi di collaborazione e consulenza per la realizzazione di progetti finanziari dalle risorse del Pnrr. Un emendamento all’articolo 9 consente all’azienda sanitaria senza alcun onere aggiuntivo a carico del sistema, di bandire concorsi e provvedere direttamente al reclutamento dei propri dirigenti amministrativi, professionali e tecnici con “circa 3 procedure all’anno” per un costo medio stimato in 5.000 euro ciascuna.

Sempre all’articolo 9 un altro emendamento prevede che la Provincia formuli direttive all’Apran volte all’elaborazione di una tabella di corrispondenza ai fini della prevista revisione degli inquadramenti del personale, rientranti nelle progressioni economiche. Le eventuali maggiori spese – si stima che la revisione possa interessare circa 560 unità di personale per un costo complessivo di circa 1,2 milioni di euro annui lordi. Un emendamento all’articolo 9 sui rifugi prevede che la Provincia conceda contributi anche per la realizzazione di nuovi rifugi alpini mediante trasformazione, con eventuale ampliamento, di immobili esistenti.

Si stima che per il 2022 la misure possa interessare due strutture per un contributo medio cadauna di 750mila euro. Le concessioni dei contributi interverranno sulla base di criteri definiti alla Giunta che disciplineranno anche le modalità per contenere l’entità del sostegno nei limiti della spesa autorizzata. La spesa complessiva, stimata in 1,5 milioni di euro per il 2022, trova copertura nella missione 7 (turismo), programma 1 (sviluppo e valorizzazione del turismo), titolo 2 (spese in conto capitale). Infine Spinelli ha annunciato lo stanziamento aggiuntivo di 1 milione e 800 mila euro alle risorse per l’erogazione dell’assegno unico alle famiglie.

 

Emendamento Ossanna: destinare magazzini agricoli a foresterie per stagionali.

Lorenzo Ossanna (Patt) ha presentato un suo emendamento all’articolo 34 che recepisce un ddl votato già all’unanimità dalla Terza Commissione che il consigliere ha chiesto di inserire in questa manovra perché possa trovare attuazione in tempi brevi, allo scopo di permettere di utilizzare i magazzini agricoli come foresterie per i lavoratori stagionali.

Rossi: non possiamo permetterci di non riuscire a spendere le risorse che abbiamo

Ugo Rossi (Misto-Azione), ha dapprima chiesto e ottenuto alcuni chiarimenti sul Rendiconto riferiti alla derivazione dei residui attivi e passivi e dell’avanzo di amministrazione. E ha evidenziato come la Provincia non riesca a scaricare a terra le risorse di cui dispone nonostante goda di autonomia speciale. E ha segnalato per questo alcune cifre relative ai pagamenti che nel 2018 ammontavano a 5 milioni e 100mila euro, nel 2019 sono scesi di 100 milioni per poi risalire nel 2020 a 4,8 milioni e quest’anno a 4,9 milioni di euro. “Certo vi sono stati accadimenti eccezionali ma questi dati – ha notato – non sembrano rispondere a una pur molto perseguita semplificazione delle procedure. Nel 2018 la Provincia aveva 1 miliardo e 782 di disponibilità di cassa, mentre oggi vi sono 3 miliardi e 215mila euro.

Ma in un epoca in cui sono stati fatti almeno 6-7 interventi legislativi per la semplificazione delle procedure e vi è stata una maggiore copertura delle minori entrate da parte dello Stato, stupisce che la finanzia pubblica restituisca questi numeri. Si tratta allora di capire come l’autonomia speciale possa essere incisiva rispetto alle risorse di cui dispone. “Perché – ha avvertito – non è certo un bene che lo Stato fotografi una situazione di grande autonomia di risorse da parte della Provincia. Una riflessione, quindi, s’impone”. Ancora, Rossi ha sollevato il problema della capacità di scaricare a terra ciò che viene stanziato. “Il rapporto tende a peggiorare nel tempo. Vero che in Italia è difficile realizzare opere pubbliche ma la risposta non può essere quella di continuare a stanziare risorse a questo scopo quando non sono state neppure avviate quelle degli anni precedenti”.

Come nei casi, citato da Rossi, della circonvallazione di Cles e dello svincolo di Campotrentino. Il problema è che una simile criticità vanifica la discussione sugli investimenti perché poi questi non si scaricano a terra. Secondo il consigliere è comprensibile la scelta della Giunta di riservarsi la dotazione finanziaria dei 100 milioni di euro per le probabili emergenze che si presenteranno, ma a distanza di tre mesi dall’evidenziarsi delle difficoltà attuali sarebbe stato meglio avere idee più chiare sull’utilizzo di queste risorse, indicando con precisione. I 349 milioni di avanzo di amministrazione dimostrano che il problema della capacità di spesa esiste da tempo. E che non possiamo più permetterci avanzi così alti a fronte di una situazione già difficile.

Queste risorse vanno utilizzate in chiave innovativa e velocemente per mettere in moto i processi. Su quali fronti? Ad esempio, per Rossi, la promozione del lavoro femminile e soluzioni per acquisire forza lavoro nel turismo. Vero che anche in Trentino c’è un calo demografico, “ma se portassimo qui Trentino una persona un po’ già formata e che puntiamo ad includere, questo farebbe un favore anche alla nostra comunità. Sembra però che l’autonomia speciale rifiuti questi ragionamenti mentre dovrebbe fare di più utilizzando le norme di cui dispone. Invece “non c’è una lira su questo tema che è l’emergenza del futuro del Trentino”.

Sui servizi alla persona e in particolare alla salute Rossi ha lamentato l’incapacità di immaginare forme innovative di reclutamento del personale sanitario e assistenziale oggi carente. Servirebbe per questo un intervento straordinario per dotarci di un diverso sistema di reclutamento delle persone. A queste emergenze l’autonomia speciale dovrebbe tentare di rispondere proprio laddove lo Stato trascura questi problemi che interessano lavoro e sanità. Rossi ha concluso chiedendo alla Giunta se sulla base di questi due filoni d’intervento non ritenga utile provare a cogliere questi stimoli per provare a costruire un ordine del giorno sulle emergenze più importanti da affrontare.

 

Savoi: residui e avanzi non sono responsabilità di chi governa ma della burocrazia

Alessandro Savoi (Lega) sul rendiconto ha osservato che non dipende da chi governa se le risorse stanziate dalla Giunta per realizzare un’opera pubblica non si traducano poi in quell’intervento. E neppure che, di conseguenza, i residui aumentino negli anni successivi. Anche dell’esistenza di un fondo cassa così elevato non si può incolpare l’esecutivo provinciale ma la burocrazia. Il problema non è di chi amministra ma di un sistema che rallenta di anni gli interventi e la realizzazione delle opere. Gli avanzi di amministrazione derivano da risorse già impegnate in passato per opere che non sono ancora state realizzate nonostante gli appalti. “La Provincia – ha concluso – sarebbe ben lieta di liquidare l’impresa appaltatrice.

 

Tonini: manca un programma di riforme. Il rischio è la dispersione delle risorse

Giorgio Tonini (Pd) ha indicato nel rendiconto il punto fondamentale dell’assestamento perché mostra tutte e tre le dimensioni del tempo da valutare: il passato per capire com’è andato l’anno precedente; cosa possiamo fare nell’immediato da qui al 31 dicembre prossimo per spendere lo stock di risorse derivanti dal 2021 individuando le urgenze da qui a fine anno; e il Defp che ci proietta nel futuro fino al 2025. La discussione sarebbe quindi sprecata se si riferisse solo a cosa fare da qui a fine anno. Per Tonini abbiamo un problema serio che viene dal passato e non certo solo da questa legislatura e che riguarda il funzionamento della pubblica amministrazione. C’è un gap tra ciò che si programma di spendere e ciò che si riesce a spendere effettivamente. Il dato finale di ciò che riusciamo a mettere a terra è la metà di quello che impegniamo.

La macchina della Provincia ha quindi seri problemi di rendimento. Tonini ha sottolineato che tutti sono responsabili di questo problema per l’insufficienza di quel che è stato fatto dalle Giunte fino ad oggi. Non si tratta di rimpallarsi le responsabilità ma di riconoscere che questo è un problema più grande di noi e che quindi occorre lavorare insieme in Consiglio su questo. “Senonché – ha lamentato – alla richiesta di affrontare insieme questo problema ci è stato sempre risposto di no. Di no sui problemi della sanità di fronte ai troppi morti in Trentino per Covid. Di no sul tema delle cose da fare per l’economia”.

Tonini ha ricordato che dall’inizio della legislatura ha esortato invano la Giunta a mettere in campo delle riforme “senza le quali le risorse non servono a nulla, perché pur disponendo di dotazioni – ha usato questa metafora – ci troviamo ad aumentare la pressione dell’acqua all’interno di tubature che perdono. Se la macchina non funziona al meglio poi te la ritrovi addosso. Questo ci dice il rendiconto: in un sistema che mediamente è ben amministrato e in una terra che si reputa di buona amministrazione, solida e che funziona, vi sono delle criticità perché una macchina amministrativa oggi funziona solo se viene aggiornata continuamente”.

Tonini ha ricordato che la Corte dei conti assegna una funzione ausiliaria alle assemblee legislative, ma il Consiglio provinciale non è attrezzato per avere una propria autonomia di giudizio sulle manovre di bilancio e questo è un limite pesantissimo per un’assemblea legislativa. Il procuratore della Corte dei conti – ha proseguito – ci mette oggi di fronte al rilevante aumento del contenzioso tra la Provincia e governo e tra la Provincia e gruppi della società civile. E al fatto che in gran parte dei casi la Provincia ha perso di fronte alla Corte costituzionale come per le chiusure domenicali, l’Itas e la norma sull’idroelettrico. Questo trend ha un costo immediato perché il contenzioso comporta distrazione di risorse, intelligenze e tempo. E logora la reputazione del Trentino la cui Provincia è ancora considerata un’amministrazione di eccellenza.

Al contenzioso costituzionale si è aggiunto il contenzioso in sede giudiziaria sul tema dell’esclusione dai bandi Itea e poi dal bonus bebè delle persone con meno di 10 anni di residenza nel nostro territorio. C’è poi la questione delle partecipate, degli enti funzionali della Provincia che ha attirato l’attenzione della Corte dei conti con la richiesta di una revisione da parte della Giunta. Sarebbe interessante sapere su questo punto qual è la posizione della Provincia. C’è anche il tema controverso delle valutazioni delle azioni del Catullo e quello della nostra politica sul Mediocredito, nel quale la maggiore presenza pubblica ha penalizzato la cooperazione trentina rispetto alle Reiffaisen Kasse altoatesine. Anche alla sanità e in particolare al Not la Corte dei conti dedica un passaggio molto severo alla Provincia. Tonini ha messo inoltre l’accento anche sulla grave mancanza del corredo di relazioni tecniche ai bilanci e all’approvazione delle disposizioni di legge, che in base all’articolo 81 della Costituzione dovrebbe essere la normalità per garantire il buon funzionamento di un’assemblea legislativa come la nostra.

Sull’assestamento il consigliere ha posto alcuni interrogativi riguardanti innanzitutto il fondo di 100 milioni di euro accantonato per fronteggiare le emergenze. A suo avviso è apprezzabile questa misura prudenziale nell’uso delle risorse e contro la spesa facile, ma non bisogna dimenticare che se queste risorse devono avere un impatto sull’economia in un contesto già ora critico, occorre riuscire a spenderle entro fine anno. Altrimenti ci arriveremo solo nell’assestamento dell’anno prossimo. Allora la domanda è se non sia possibile impiegare subito queste risorsr, entro il Natale di quest’anno, perché abbiano un impatto immediato sull’economia.

Questa domanda è più che lecita per Tonini visti precedenti tutt’altro che rassicuranti: “Siamo in grado – ha chiesto all’assessore Spinelli – di spendere 100 milioni di euro entro la fine dell’anno?” Il secondo interrogativo riguarda il fisco: è un bene che la misura sull’addizionale Irpef ridotta l’anno scorso venga elevata con l’assestamento a 25.000 euro. Gli stessi artigiani nelle audizioni hanno però proposto di arrivare a 28.000 euro. Per Tonini si potrebbe prevedere una gradualità, prevedendo solo una riduzione dell’aliquota tra i 15.000 e i 25.000 euro e l’esenzione totale tra i 25 e i 28.000 euro perché ne benefici una platea più ampia con una migliore modulazione. Bene per il consigliere anche il rinnovo contrattuale del pubblico impiego per il triennio 2018-2021, ma a suo avviso sarebbe stato saggio proporre uno scambio tra contrattazione e produttività. In sostanza il rinnovo del contratto del pubblico impiego si sarebbe potuto concedere a fronte di un impegno dei dipendenti per garantire una maggiore produttività del lavoro. “Invece – ha osservato – i soldi sono stati concessi in ritardo ma in cambio di nulla.

Oggi abbiamo un’ondata di pensionamenti e quindi si creano dei vuoti, c’è stato e c’è il covid che ci ha insegnato delle cose e abbiamo un contratto da rifare. Si poteva provare a legare insieme questi tre problemi le trasformarli in un’opportunità. La Provincia avrebbe potuto proporre al ministro Brunetta l’avvio in Trentino di una sperimentazione innovativa in cambio dell’aumento della produttività dei dipendenti pubblici”. Altro tema assente per Tonini in questa manovra è la questione ambientale. Si trattava di dare un segnale che stiamo capendo che di fronte al cambiamento climatico reso ancor più evidente dalla tragedia della Marmolada, affrontando ad esempio la questione degli acquedotti che perdono e promuovendo la ricerca sui ghiacciai per curare la montagna malata. Infine Tonini ha accennato al tema della produttività sul Defp. Per il consigliere siamo alle solite: in questo strumento c’è un utile parte previsionale ma manca completamente la parte programmatica, vale a dire il “cosa fa la Provincia per migliorare in modo strutturale il tasso di crescita potenziale della nostra economia”. Questo dovrebbe essere il tema cruciale del Defp: cosa fa la Provincia da qui al 2025 perché il Trentino aumenti in modo più strutturale la crescita potenziale dell’economia? Non si spiega come si pensa di modernizzare la pubblica amministrazione, l’industria, il turismo, ecc. E senza questo il rischio è che non resterà che fare debito”.

 

Zanella: l’assestamento non affronta le questioni cruciali del Trentino

Paolo Zanella (Futura) su rendiconto ha ribadito il problema della ricaduta a terra degli investimenti. Anche per l’accesso alla casa solo pochissime delle risorse previste per l’edilizia abitativa riesce a cadere a terra. Lo stesso vale Anche per gli stanziamenti in conto capitale sulle opere pubbliche: la ricaduta a terra è appena del 17%. Serve quindi un ragionamento complessivo su cosa va modificato per far sì che questi investimenti arrivino a terra. Secondo il consigliere la pandemia ha fatto emergere la necessità di riorganizzare i servizi sanitari e di investire sulla formazione del personale in questo settore. La guerra ha spinto l’aumento dei prezzi dell’energia e dei carburanti mettendo in luce la fragilità del sistema Paese che mostra problemi strutturali importanti che ha causato la perdita del potere d’acquisto. Se poi la Bce aumenterà i tassi di interesse per contenere l’inflazione il rischio è un’ulteriore depressione della domanda. L’inflazione mette poi in luce le disuguaglianze, aumentate di molto negli ultimi anni in Italia. La povertà assoluta riguarda quasi il 10% della popolazione che non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena. Una persona su tre guadagna meno di 1.000 euro al mese e in Trentino gli stipendi medi sono più bassi che nel resto d’Italia. E i lavori precari sono percentualmente più numerosi che in Alto Adige e in altri territori. A tutto ciò si aggiunge la crisi ambientale che non si può più considerare lontana da noi come abbiamo visto con Vaia e ora con la tragedia della Marmolada. Non possiamo più agire con palliativi rispetto a questa crisi.

Vanno messi in campo azioni concrete ma – ha protestato Zanella – di questo nella manovra di assestamento non c’è traccia. Mai quanto oggi la transizione ecologica è qualcosa di socialmente e anche economicamente desiderabile per creare occupazione. Si tratta di investire in questa direzione creando soluzioni nuove e dandosi una visione. Altro grande tema da affrontare per Zanella: la questione demografica, sia in rapporto alle pensioni che mancando il lavoro non pagherà più nessuno, ma anche ai problemi di assistenza che aumentano mentre le professioni di cura e sanitarie mancano sempre più. Si tratta di favorire la natalità il più possibile per tutte le persone che vogliono avere figli. Perché i migranti non bastano a compensare il calo demografico. “Invece che accantonare 100 milioni per emergenze che non si riusciranno a spendere entro quest’anno e solo per fare propaganda, occorrerebbe spiegare su cosa si vuole agire”, ha osservato il consigliere. A suo avviso la Provincia dovrebbe mettere mano, dopo il pubblico impiego, anche alla contrattazione degli altri settori di lavoro. Zanella chiede che i contributi pubblici alle imprese siano subordinati al rispetto dei contratti collettivi dei lavoratori. E di vincolarli a iniziative imprenditoriali di ricerca e sviluppo, al miglioramento delle condizioni di lavoro e all’assunzione di donne e giovani. Questo sarebbe un intervento strutturale che la Provincia potrebbe mettere in campo, come l’applicazione di misure di sostenibilità ambientale. Altra grossa questione sul lavoro è per Zanella la crescente difficoltà di trovare figure professionali. Mancano lavoratori non solo nel turismo ma anche in altri comparti. Diventare territorio attrattivo e accogliente anche per i migranti vuol dire inserire e formare queste persone. Ma anche qui per Zanella l’assestamento non prevede interventi. Sul taglio dell’addizionale sull’Irpef, secondo il consigliere l’esenzione andrebbe data fino ai 28.000 euro di reddito. Con 10 milioni di euro la Provincia potrebbe andare incontro ai bisogni di sostegno di altre 30.000 persone.

Quanto all’assegno unico provinciale, con un’inflazione che ha raggiunto l’8% le quote sono insufficienti e andrebbero quindi adeguate. Per fronteggiare le disuguaglianze occorrerebbe anche occuparsi anche dei costi proibitivi di case e affitti in rapporto ai redditi. Il problema è drammatico anche per i lavoratori del turismo che non trovano alloggi nelle località dove devono andare a lavorare. Servirebbe per Zanella un osservatorio sulle politiche abitative per capire dove intervenire e mettere mano alla legge sull’edilizia abitativa in modo da facilitare l’accesso alla casa. Altro tema enorme per il consigliere è quello della sanità e del sociale, emerso in particolare con la pandemia. Zanella ha ricordato di aver proposto degli Stati generali della sanità per fronteggiare le difficoltà del sistema provinciale e soprattutto quelle derivanti dalla carenza di personale. Si tratta a suo avviso di investire sulla formazione di infermieri e oss con percorsi triennali. Mancano 250 infermieri e altri 250 per le cure territoriali. Queste figure andranno ricercate con investimenti in formazione e con modelli organizzativi che sgravino il personale sanitario dalle incombenze burocratiche, puntando anche sull’informativa. Sul sociale il personale delle cooperative è il più penalizzato perché non beneficia del rinnovo contrattuale e rischia di abbandonare il lavoro. E questo potrebbe voler dire che i servizi sociali non saranno più garantiti.

Anche qui, dunque, servono più risorse per trattenere i dipendenti. Ultima questione sollevata da Zanella: l’ambiente. Su questo punto l’Appa dovrebbe stendere entro il 2023 le strategie di adattamento del nostro territorio ai cambiamenti climatici, ma la scadenza è troppo lontana rispetto alla rapidità dei cambiamenti climatici in atto. Andrebbero perciò potenziate le risorse umane per accelerare la stesura del piano. Vi sono regioni che hanno investito decine di milioni di euro per l’avvio delle comunità energetiche, mentre la Provincia in questo assestamento non se ne occupa. Certo non può essere solo il pubblico ad interessarsene ma non c’è dubbio che un investimento come questo porterebbe un aumento dell’occupazione. Occorre pensare già oggi con l’Agenzia del lavoro a come riqualificare gli addetti del settore edilizio sul terreno delle installazioni di impianti per la sostenibilità energetica. Sull’articolo 18 del ddl sull’assestamento Zanella ha auspicato che la norma non nasconda una trappola diventando il pretesto per un emendamento con cui la Giunta tenterà di procrastinare la scadenza di agosto prevista dalla legge per il distanziamento oltre i 300 metri delle sale da gioco dai luoghi sensibili.

 

Marini: servono misure urgenti per adattare il Trentino al cambiamento climatico

Alex Marini (Misto-5 Stelle) è partito dal problema dei cambiamenti climatici. A suo avviso per i prossimi anni dovremo aspettarci fenomeni ancor più critici e devastanti rispetto a quelli recentemente accaduti. Anche perché la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera è pari a quella di 4 milioni di anni fa, quando i mari erano molto più alti e buona parte della penisola era coperta dal Mediterraneo. Inoltre in pochi anni la popolazione mondiale raggiungerà gli 8 miliardi di persone. Questi due dati dovrebbero indurre a ragionare in termini diversi nella programmazione politica, perché tra pochi anni sarà diversa l’aria che respiriamo, sarà diversa l’acqua che beviamo, saranno diversi i paesaggi che vediamo e saranno diverse le stagioni (la primavera non esiste più).

Il Trentino dovrebbe quindi mettere in campo una strategia e delle misure per adattare il nostro sistema ai mutamenti climatici che risultano ormai inesorabili. Sul rendiconto Marini ha condiviso le osservazioni proposte da Rossi sulla ridotta capacità di spesa e all’aumentata disponibilità di cassa. Le domande, per il consigliere, allora sono se siamo consapevoli delle capacità della Provincia di svolgere l’azione amministrativa in modo efficiente ed efficace. E se abbiamo gli strumenti per misurare quest’azione. A queste domande va trovata una risposta perché non basta dirci che abbiamo 577 milioni da spendere e che in gran parte avremmo dovuto già spendere senza riuscirci. Quanto alle maggiori entrate per Marini si potrebbero preventivare queste risorse. Il problema riguarda quindi il controllo di gestione e la capacità di intervenire per adottare azioni correttive e rimuovere gli ostacoli derivanti dalla burocrazia, dalla preparazione del personale, dall’organizzazione, e individuare anche le cause esogene che hanno portato agli avanzi di amministrazione.

Per tutto questo la Provincia ha bisogno di strumenti e di un controllo di gestione che funzioni. I consiglieri provinciali per Marini dovrebbero poter accedere a questi strumenti e al controllo di gestione. Ma oggi – ha lamentato – non lo possono fare. Questi strumenti permetterebbero il controllo e l’indirizzo delle politiche della Provincia. Sull’assestamento di bilancio, l’accantonamento dei 100 milioni di euro per fronteggiare le emergenze, secondo Marini è utile per premunirsi ma queste risorse dovrebbero servire ad intervenire con misure strutturali, ad esempio puntando a un piano straordinario per la riqualificazione energetica degli edifici pubblici della Provincia e scolastici, ecc. Il problema è che manca un piano per agire in questa direzione rendendo meno dipendente il sistema dalle fonti fossili. Il governo spagnolo ha appena annunciato che per tre mesi sarà concesso l’utilizzo gratuito dei mezzi di trasporto pubblico. Alla Provincia invece manca ancora il piano provinciale della mobilità. Fondamentale per Marini è puntare a ridurre i consumi di energia anche da parte delle imprese. Sul Defp il consigliere ha apprezzato i riferimenti innovativi al Pnrr e alla Spros (la strategia provinciale per lo sviluppo sostenibile), ma ha osservato che bisognerà dotarsi degli strumenti per valutare la produzione legislativa in questa direzione. Si tratta di programmare una riforma sistematica dell’impianto normativo puntando alla valutazione dei disegno di legge di riforma prima che vengano approvati.

I lavori proseguiranno domani alle 9.30.

 

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