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CONSIGLIO PAT * PRIMA COMMISSIONE: « 4 A 4 SUL DDL ROSSI PER LA VALUTAZIONE IMPATTO GENERAZIONALE, JOB VOTA CON LA MINORANZA MA DDL RESPINTO PER VOTO DOPPIO DI MASÈ »

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12.14 - lunedì 5 giugno 2023

Prima commissione, 4 a 4 sul ddl Rossi sulla valutazione di impatto generazionale. Job vota con la minoranza, ma il ddl è respinto per il voto doppio della presidente Masè

In Prima commissione, presieduta da Vanessa Masè (La Civica), è stata respinto con 4 no (ma il voto della presidente vale doppio) e 4 sì, compreso quello di Job, il ddl n. 106 di Ugo Rossi che ha l’obiettivo di introdurre, nella legge sulla programmazione, la valutazione di impatto generazionale.

Rossi: dalla Giunta un atteggiamento irrispettoso

Rossi ha lamentato l’assenza di esponenti della Giunta (che non ha espresso il parere sul ddl) e ha ricordato che sarebbe importante dotarsi di strumenti per provare a fare valutazioni sugli effetti delle leggi sulle nuove generazioni Un materia innovativa, che anche a livello statale è ancora regolata da linee guida, e sulla quale l’autonomia potrebbe porsi all’avanguardia. Una norma, ha sottolineato, che interesserebbe certo più dei due, tre giovani che beneficerebbero della legge sulle nomine proposta dalla maggioranza. Comunque, Rossi ha sottolineato il fatto che l’atteggiamento della Giunta è irrispettoso e fa male perché dimostra che le istituzioni sono sottoposte a una grave deriva. Il ddl non è ideologico, ha affermato ancora, ma al contrario molto tecnico e riguarda un tema centrale: quello dell’impatto delle norme su chi verrà dopo di noi. Rossi, infine, ha sottolineato che l’assenza della Giunta è una costante rispetto ai suoi ddl, come nel caso della proposta sul lavoro femminile. Per il consigliere del Misto la Giunta sfugge dai temi non ideologici e ai quali non si può dire di no.

Dalzocchio: c’è il rischio di creare ostacoli

Mara Dalzocchio (Lega), annunciando il suo no, ha affermato che il ddl andrebbe posto in un quadro molto più ampio, perché c’è il rischio che possa andare a condizionare altre scelte.

Zanella: valutare l’impatto delle leggi per spendere meglio i soldi pubblici

Paolo Zanella (Futura), annunciando il suo sì al ddl, ha affermato che ci si trova come al solito di fronte a un problema di metodo: la Giunta dimentica che i consiglieri rappresentano i cittadini e quindi che il confronto è dovuto. Atteggiamenti gravi, al punto che, in questo come in altri casi, non c’è neppure il diritto di conoscere la valutazione della Giunta. Zanella ha lamentato la mancanza di risposte da parte degli assessori. Un fatto inaudito e offensivo nei confronti degli eletti. Nel merito del ddl, Zanella ha affermato che le leggi hanno un impatto sui giovani che deve essere valutato anche per spendere bene i soldi pubblici.

Tonini: la Giunta guida il Trentino a fari spenti

Giorgio Tonini (Pd) ha ricordato le ricerche del prof. Brambilla, di area Lega e ex sottosegretario con Berlusconi, che dimostrano che due terzi del debito pubblico italiano sono il frutto amaro di norme previdenziali irragionevoli. Se non avessimo mandato in pensione i quarantenni, ha aggiunto, oggi avremmo il debito pubblico della Germania. Leggi che sono state fatte, secondo Tonina, nel rispetto dell’articolo 81 della Costituzione, in virtù di meccanismi come l’obbligo di copertura nell’anno solare successivo. Ma queste norme, come dimostra la realtà, hanno impatti sul medio lungo periodo. Non a caso, ha aggiunto, il ministro trentino Beniamino Andreatta impose per le leggi di spesa proiezioni sulle loro ricadute addirittura sull’arco di 50 anni. Quindi, secondo Tonini, la proposta di Rossi è sacrosanta. Ma su questo piazza Dante sembra non sentirci, visto che per tutta la legislatura, ha affermato il consigliere Pd, l’opposizione ha cercato di far capire alla Giunta che non si può guardare solo al mattino dopo. E’ come guidare a fari spenti nella notte, ha detto l’esponente dem, invece i fari andrebbero ben accessi, compresi gli abbaglianti che non a caso si chiamano di profondità. Guidare a fari spenti, ha continuato Tonini, non è consigliabile soprattutto quando si ha la responsabilità di una comunità. Anche il consigliere Pd ha lamentato l’assenza della Giunta. Assenza che è diventata una regola anche perché il governo provinciale non ha progettualità e governa in base all’agenda dettata dai mass media e dalla quotidianità.

Masé: il tema è importante ma va posto in una prospettiva più ampia

Vanessa Masè ha affermato che il tema è importante e il ddl ha dato l’occasione di fare una valutazione complessiva e ma va posto in una prospettiva più ampia.

Le dichiarazioni di voto

Ugo Rossi, in dichiarazione di voto, ha detto che non si tratta di un ddl “manifesto”, ma frutto della sua esperienza di governo. E il fatto che non indichi con precisione tecnica come dovrebbe essere fatta la valutazione di impatto generazionale è svoluto, perché si vuole lasciare spazio alla Giunta. Nonostante ciò, ha affermato, da piazza Dante non è venuta una parola. Un atteggiamento che Rossi ha definito “vergognoso” e “schifoso” (affermazione respinta e condannata da Dalzocchio). La Giunta, per l’ex presidente, avrebbe dovuto chiamare l’Università, vedere cosa si fa nel mondo per poi governare il processo secondo le sue sensibilità. Rossi ha concluso affermando che risulta evidente che per piazza Dante le commissioni sono luoghi senza importanza e i consiglieri neppure degni di una telefonata.
Ivano Job (Misto) ha detto che è imbarazzante l’assenza degli assessori e ha dichiarato il suo sì proprio per dare alla Giunta la possibilità di dichiarare la sua posizione sul ddl. Infine, Job ha sottolineato che in commissione non possono esserci ddl di seria A e di serie B.
Mara Dalzocchio, ribadendo il suo no, ha ricordato che il voto della commissione non è vincolante e ha detto che in aula la Giunta esprimerà le sue valutazioni. Inoltre, ha ricordato che è successo altre volte che si discutessero ddl senza la presenza di un assessore per concomitanti impegni di Giunta. La capogruppo della Lega ha sottolineato che in commissione andrebbero evitati aggettivi forti e ha aggiunto che il ddl Rossi contiene alcune proposte condivisibili, ma si deve fare una valutazione molto più ampia per evitare risvolti negativi. Vanessa Masè, ha ribadito che il tema è interessante, ma andrebbe affrontato all’inizio di legislatura. Quindi, pur sensibile alle questioni poste dal ddl, a causa della tempistica Masè ha annunciato il suo no.

Prima della discussione del ddl Rossi è stato dato parere positivo, con 4 sì e due astensioni, a una delibera che modifica dal punto di vista formale la declamatoria del Dipartimento alla salute in base alla richiesta del ministero, in particolare viene specificata la competenza sul terzo settore.

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