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CONSIGLIO PAT * PALAZZO TRENTINI – CONVEGNO: KASWALDER, “ DIFESA CIVICA, 40 ANNI AL SERVIZIO DI TUTTI I CITTADINI “

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14.43 - lunedì 24 ottobre 2022

Nel 1982, con la legge provinciale 28, il Trentino si dotava della difesa civica, otto anni dopo la prima esperienza pilota in Italia, quella della Regione Toscana. Il traguardo del 40° è stato celebrato oggi a palazzo Trentini con un intenso convegno, moderato dalla professoressa Anna Simonati e seguito da un parterre particolarmente qualificato e rappresentativo del mondo istituzionale ma anche economico e sociale della nostra provincia.

Il presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, ha introdotto i lavori e ha voluto ringraziare le sei figure che in questi quattro decenni hanno interpretato il ruolo dell’ombudsman, incardinati presso l’assem- blea legislativa ma del tutto autonomi nell’esercizio della propria azione di tutela del cittadino di fronte ai bizantinismi e alle opacità della pubblica amministrazione. Gli enti territoriali trentini si sono via via convenzionati con il Consiglio – ha detto Kaswalder – per estendere ai propri ambiti la difesa civica, ad oggi mancano all’appello 30 Comuni e spero dunque provvedano in tempi brevi, consentendoci così di affermare che tutta la provincia conta su questo essenziale diritto dei suoi cittadini.

E’ stata poi la difensora civica in carica, l’avvocata Gianna Morandi, a tracciare un quadro dei poteri e prerogative dell’istituto, non senza un espresso omaggio alla figura del primo difensore provinciale, quell’Enrico Bolognani che nei suoi due mandati – dal 1985 al 1994 – si distinse per l’alta dedizione riservata soprattutto ai più deboli di fronte all’ente pubblico. Morandi ha anche ricordato Raffaello Sampaolesi, altro difensore civico (2009-2014) purtroppo deceduto nel 2020.

L’avvocata ha ricordato che oggi tra le Regioni italiane solo la Sicilia non ha istituito il difensore civico, mentre Puglia e Calabria hanno la legge ma non l’hanno mai nominato concretamente. In Trentino invece è ormai realtà consolidata e apprezzata questa figura che garantisce una terzietà attiva tra cittadino e P.a., che lavora in perfetta indipendenza e che svolge la sua advocacy utilizzan- do sia poteri concreti d’intervento, sia soprattutto una preziosa attività di moral suasion.

Morandi ha voluto evidenziare i molti e diversificati ambiti operativi del difensore, il suo impegno nella tutela del diritto di accesso agli atti, il suo campo d’azione anche in ambito sanitario per effetto della legge Gelli-Bianco del 2017.

Donata Borgonovo Re, difensora civica dal 2004 al 2009 (ma anche ex consigliera e assessora provinciale), ha passato in rassegna le modifiche normative che con particolare efficacia sono riuscite nei decenni ad adeguare l’impianto della difesa civica alle criticità via via emerse. Si partì in epoca pionieristica – ha spiegato la docente universitaria – quando non esistevano il responsabile del procedimento amministrativo, l’obbligo di motivazione degli atti della P.a., il diritto di accesso agli atti dei cittadini. Anche a valle di queste sacrosante guarentigie, però, è emerso che l’ombudsman di scandinava derivazione rimane un utile Virgilio che guida il cittadino-Dante dentro il potenziale inferno della burocrazia. Non è un caso se anche in Svezia, dove la difesa civica è appunto nata nel lontano 1809, pure la figura esiste e opera tuttora.

Borgonovo Re ha salutato in sala la figlia di Enrico Bolognani ma anche l’ex difensore civico Alberto Olivo (1994-1999). E ha riepilogato alcuni passaggi evolutivi dell’istituzione. Già nel 1984 viene incardinata non più presso la Giunta provinciale, ma ben più opportunamente presso il Consiglio; nel 1988 gli viene riconosciuto un diritto di attivarsi d’ufficio, senza dover attendere l’iniziativa del cittadino; nel 1991 gli viene attribuito an- che un potere d’intervento in ambiti di competenza delle amministrazioni periferiche dello Stato.

E’ seguita la relazione del presidente del Tar di Trento, Fulvio Rocco, che ha tra l’altro ricordato come in Italia – a differenza di quasi tutti i Paesi europei – non si è mai arrivati all’approvazione di una legge istitutiva del difensore civico nazionale. Il magistrato amministrativo ha ragionato poi de iure condendo, ossia sulle possibili e auspicabili innovazioni normative anche a livello di legislazione provinciale.
Ultimo intervento quello di Marino Fardelli, difensore civico in Lazio e presidente del Coordinamento nazionale dei difensori civici regionali e provinciali. La sua percezione è che – mentre la difesa civica italiana sta acquistando autorevolezza a livello europeo – ci sia ancora da colmare un gap di riconoscibilità da parte del comune cittadino. Fardelli ha anche elencato gli aspetti a suo dire necessari per assicurare il futuro della difesa civica in ambito nazionale.

Il convegno si è chiuso dopo una fase di dibattito conclusiva. E’ intervenuta la difensora della provincia di Bolzano Gabriele Morandel, poi Alberto Olivo che ha opinato come l’assenza di veri poteri coercitivi da parte del difensore sia in realtà un di più e non una deminutio di questo garante, ché anzi non sarebbe condivisibile un esercizio da parte sua di poteri ben più adatti all’ambito della magistratura.

In sala c’erano l’assessore regionale Lorenzo Ossanna e i consiglieri provinciali Paola Demagri, Pietro De Godenz e Alex Marini. Quest’ultimo ha preso la parola chiedendosi se la dottoressa Morandi possa anche occuparsi di due temi di dettaglio: la pressione affinché i principi della Commissione di Venezia vengano finalmente pubblicati anche in lingua italia- na; la registrazione di un dominio per il lancio di un sito web autonomo del difensore civico provinciale, più facilmente raggiungibile dagli utenti rispetto alla pagina attuale interna al sito del Consiglio provinciale.

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