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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA: « SÌ UNANIME AL DDL DI COPPOLA E DELL’EX CONSIGLIERE GHEZZI PER RAFFORZARE LA TUTELA DELLE DONNE VITTIME DI VIOLENZE, VERRÀ INTRODOTTO L’ASSEGNO DI AUTODETERMINAZIONE »

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17.48 - mercoledì 3 febbraio 2021

Sì unanime, dopo l’accordo raggiunto con l’assessora Segnana, al ddl di Coppola e dell’ex consigliere Ghezzi che rafforza la tutela delle donne vittime di violenze con l’introduzione dell’assegno di autodeterminazione.

Nel pomeriggio il Consiglio provinciale ha approvato all’unanimità con 31 voti il disegno di legge 48 proposto da Lucia Coppola (Misto-Europa Verde) insieme all’ex esponente di Futura Paolo Ghezzi, sostenuto ora da Paolo Zanella (Futura), che modifica la legge provinciale 6 del 2010 sulla prevenzione della violenza di genere e la tutela delle donne che ne sono vittima, introducendo un assegno di autodeterminazione a loro sostegno. Prima del sì al ddl sono stati discussi alcuni ordini del giorno collegati.

 

Zanella: soluzioni abitative per le donne che hanno subito violenza. Approvato.

Approvato all’unanimità l’odg 1 proposto da Zanella impegna la Giunta a pubblicizzare attraverso apposito materiale informativo da distribuire nei Centri antiviolenza, presso i servizi sociali, la Cpo e gli altri soggetti che sul territorio si occupano di violenza di genere, le tre possibilità (locazione temporanea a canone sostenibile di tre anni più proroga ai soggetti in possesso di Icef, locazione a canone concordato per un anno e mezzo a nuclei familiari particolarmente bisognosi sprovvisti dei requisiti di accesso all’edilizia abitativa pubblica, contributo integrativo al canone di mercato concesso a prescindere dalle graduatorie e dalla domanda di accesso a contributo) di accesso urgente e agevolato a soluzioni abitative per le donne che hanno subito violenza, che non riescano diversamente a lasciare l’abitazione condivisa con la persona maltrattante.

Coppola: sostegno ai progetti per contrastare la violenza contro le donne. Respinto.
L’odg di Lucia Coppola (Misto – Europa Verde), respinto con 18 no e 10 sì, voleva impegnare la Giunta a verificare la possibilità di prevedere dei bonus economici premianti a favore di quelle realtà sociali che avviano con successo progetti per contrastare il fenomeno della violenza contro le donne, supportando i percorsi di coloro che intendono uscire dalle relazioni violente allo scopo del re-inserimento sociale e lavorativo, bonus con cui tali realtà potranno implementare e avviare nuovi progetti. L’assessora ha motivato il no della Giunta con l’esistenza di una apposita disciplina provinciale che già prevede un sostegno di questo tipo.

Marini: sensibilizzare i cittadini e gli studenti con campagne di comunicazione. Approvato.
Approvato all’unanimità l’odg di Marini, rielaborato nel dispositivo d’intesa con l’assessora Segnana, che impegna la Giunta a valutare la possibilità di realizzare campagne di comunicazione e di sensibilizzazione in merito al problema del femminicidio e alla cultura non discriminatoria basata sul rispetto tra uomini e donne, e di promuovere con confronto con la Cpo, l’ordine degli psicologi e le istituzioni scolastiche per valutare la possibilità di progettazione di moduli di educazione emotiva in ambito scolastico.

Degasperi: riattivare sostegno ai percorsi di recupero di soggetti autori di violenze. Respinto.
L’odg dell’esponente di Onda Civica, respinto con 16 no e 13 sì perché – ha spiegato l’assessora Segnana – l’esecutivo sta già lavorando per definire un progetto condiviso su questo obiettivo compatibilmente con la normativa nazionale in materia – voleva impegnare la Giunta a verificare l’effetto della scelta di interrompere il sostegno diretto della Pat ai percorsi di recupero dei soggetti autori di violenza, riportando gli esiti della verifica alla commissione consiliare competente, e di verificare l’opportunità di riattivare il sostegno diretto della Pat a questi percorsi prevedendo la successiva rivalsa del soggetto partecipante, riportando l’esito delle valutazioni alla commissione consiliare. Degasperi ha lamentato il fatto che la Giunta non condivida un odg che propone un obiettivo al quale sta lavorando. Dalzocchio (Lega) ha condiviso l’utilità di percorsi come questi che permettono in alcuni casi il recupero di queste persone. Ma questo progetto è stato stoppato dalla Procura perché era prevista la comunicazione dell’esito entro tre mesi. Un tempo troppo stretto per giudicare secondo l’autorità giudiziaria. Ferrari (Pd) ha difeso i risultati dell’esperienza dei percorsi di recupero realizzati in passato, fermata – ha ricordato – non per la finalità, che consiste nell’evitare le recidive, ma solo per motivi tecnici. E ha auspicato che, come ha preannunciato Segnana, questi percorsi di prevenzione vengano ripristinati.

Ferrari e altri consiglieri di minoranza: convocare al più presto il Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza. Approvato.
L’odg 7, approvato all’unanimità, presentato da Sara Ferrari insieme ai consiglieri del gruppo da lei guidato (Pd) e ad altri 6 esponenti di minoranza (Marini, Zanella, Dallapiccola, Demagri, Degasperi e Rossi), impegna la Giunta a convocare quanto prima il Comitato per la tutela delle donne vittime di violenza previsto da una legge provinciale del 2010 mai convocato dal 2018 in poi. Ferrari ha apprezzato, ricordando che il Comitato coinvolge tutti i soggetti impegnati nell’attività di prevenzione della violenza.

Ferrari e altri consiglieri di minoranza: educazione antiviolenza nelle scuole. Approvato.
L’odg 8 sottoscritto dagli stessi consiglieri firmatari del 7, approvato con 2 contrari, 2 astenuti e un non partecipa al voto, impegna la Giunta,a promuovere ed offrire, a carico della Provincia, percorsi di educazione antiviolenza nelle scuole di ogni ordine e grado del Trentino. L’assessora ha condiviso l’odg con un emendamento concordato con Ferrari segnalando anche la formazione rivolta agli insegnanti perché sappiano cogliere negli alunni i sintomi di una violenza subita dai genitori. Ferrari ha apprezzato la volontà di riprendere queste iniziative interrotte lo scorso anno solo a causa della pandemia e sottolineato l’importanza di rivolgersi attraverso la scuola anche agli insegnanti e alle famiglie. Cia (Fratelli d’Italia) ha annunciato la sua scelta di non partecipare al voto di questo odg, perché a suo avviso già le scuole sono impegnate in questi interventi e non si capisce quindi perché si voglia insistere con una fissazione su questo tema, quasi a voler “marcare il territorio”. Inoltre c’è a su avviso il rischio di sovraccaricare di compiti le scuole. Zanella (Futura) ha criticato l’identificazione di questo impegno per le pari opportunità con una “fissazione”. La violenza di genere è frutto di un processo di reificazione delle donne, contro la quale occorre lavorare sulla cultura nelle scuole. Coppola (Misto) ha rivendicato il diritto dei consiglieri di occuparsi di una tematica trasversale e non ideologica come questa. Inoltre occorre a suo avviso non allentare la tensione su questo argomento perché gli alunni sono continuamente influenzati da una cultura discriminatoria e che avalla la violenza di genere.

 

Accordo raggiunto sugli emendamenti.

Si è poi passati all’esame dei tre articoli del provvedimento, approvati dopo il ritiro di alcuni emendamenti di Zanella e altre modifiche dell’assessora. Zanella ha spiegato di aver concordato con l’assessora l’emendamento principale, firmato da Segnana ma che recepisce la sua più importante richiesta, che subordina l’accesso dell’assegno di autodeterminazione non alla denuncia ma alla presa in carico della donna vittima di violenza da parte dei servizi sociali territoriali, tenendo conto anche dei percorsi intrapresi presso i servizi antiviolenza accreditati.

 

Le dichiarazioni di voto conclusive.

Paolo Zanella si è detto orgoglioso di portare a casa questo provvedimento sull’uguaglianza, della lotta alle discriminazioni e del contrasto alla violenza. Per questo ha ringraziato le colleghe intervenute e Marini, ma anche l’assessora alla luce della collaborazione che ha permesso di ottenere un risultato ottimale. Questo è un passo in più per dotarci di strumenti a sostegno delle donne vittime di violenza e che non hanno un reddito sufficiente per condurre un’esistenza autonoma e autodeterminata. Si tratta di lavorare non più solo a valle della violenza di genere ma con strumenti preventivi culturali, attraverso l’educazione dei bambini e della cittadinanza e per abbattere il divario tra uomini e donne.

 

Lucia Coppola ha dichiarato la propria soddisfazione e ringraziato l’assessora per la sensibilità dimostrata su questo tema. “Questo – ha aggiunto – è stato un buon modo di procedere per cercare un accordo”.

Il capogruppo del Patt Ugo Rossi ha espresso soddisfazione per un ddl che ha due funzioni: introdurre in modo concreto strumenti in più rispetto a quel che la Provincia già fa sul tema; e ricordare che non si può dare per scontato come spesso accade un approccio culturale al problema, perché in realtà non è affatto scontato che un approccio sbagliato concorra a generare la violenza contro le donne. Basta ricordare che più di metà delle donne uccise (oltre il 54%) sono vittime del loro partner.

La capogruppo del Pd Ferrari ha messo l’accento sulla possibilità di occuparsi con questo ddl delle donne che si possono salvare attivando un percorso di liberazione dalla violenza. Nel 2019 vi sono stati 257 accessi di accessi di donne che segnalano di aver violenza domestica nei pronti soccorsi del Trentino e 793 reati segnalati che afferiscono a questo fenomeno, e 52 denunce al mese. Ma ancora l’emerso è una percentuale bassissima rispetto a una realtà sommersa che ancora non si conosce a sufficienza. I 793 casi andrebbero moltiplicati per 10. Centinaia sono i casi di violenza fisica, ma questa non è l’unica forma di violenza, viste le 442 donne prese in carico nel 2019 dai servizi antiviolenza oltre a 624 minori. Se fino ad oggi la legge offriva a queste donne servizi residenziali e semiresidenziali e psicologici, con questo provvedimento si fa un passo avanti dando anche garanzia di assistenza economica e materiale a queste persone perché il percorso di uscita dalla violenza permetta loro di ricominciare una vita migliore.

L’assessora Segnana ha sottolineato l’aiuto che questo ddl assicura alle donne vittime di violenza perché si possano autogestire avendo anche la sicurezza economica necessaria per compiere questo passo. Segnana ha ringraziato la Giunta per il sostegno economico concesso a questo ddl visto che le risorse disponibili in questo periodo sono limitate. Le donne che subiscono violenza e maltrattamenti hanno spesso figli ed è giusto quindi mettere in sicurezza il loro nucleo familiare.

La capogruppo della Lega Mara Dalzocchio ha ricordato che i dati dal 2003 ad oggi mostrano un sensibile calo dei femminicidi in Italia, segno che la prevenzione funziona. Oggi l’Italia è il terzo paese con meno femminicidi, superata solo dall’Irlanda e dalla Croazia. Prevenzione e cultura sono quindi alla base degli interventi da mettere in campo per il contenimento di questo fenomeno. Per Dalzocchio bisognerebbe però parlare anche della violenza contro gli uomini all’interno delle coppie. Il fenomeno è in crescita ovunque ed è quindi il caso di iniziare a parlarne. Si tratta di violenza psicologica che gli uomini subiscono nel rapporto di coppia. Quando si tratta di violenza il ragionamento va quindi allargato per supportare sia un genere che l’altro.

Claudio Cia (Fratelli d’Italia) ha condiviso il ragionamento di Dalzocchio perché anche a suo avviso non si può enfatizzare una sola violenza di genere. Il problema è che occorre rispettare la libertà e la dignità delle persone all’interno delle relazioni familiari e di coppia. Dai conflitti fonte di dolore entrambi i generi escono sconfitti. Sbagliato, quindi, accendere i riflettori mediatici solo sulla parte più debole, rappresentata dalla donna, quando questi conflitti relazionali esplodono. Quando si parla di violenza di genere non si può non considerare la violenza che non traspare dalle cronache perché non muore nessuno, ma che genera negli uomini una violenza che li spinge a togliersi la vita. Non troveremo mai questi casi rubricati come violenza di genere, perché vengono classificati come suicidi indotti dall’esasperazione psicologica e dalla perdita del lavoro. Non bisogna mai dimenticare, parlando di violenza di genere, che i generi sono due.

Alex Marini (Misto-M5S) ha ricordato il problema del divario salariale e previdenziale che penalizza le donne rispetto agli uomini, che era oggetto di un suo ordine del giorno che per motivi tecnici non è stato ammesso alla discussione.

 

 

 

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