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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA POMERIGGIO: « VARIANTE AL PUP, SESSIONE DI MARZO CONCLUSA CON LA DISCUSSIONE SUL PROGETTO VALDASTICO »

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21.14 - giovedì 10 marzo 2022

Nel pomeriggio il Consiglio provinciale ha concluso la sessione di marzo discutendo dell’annosa questione del prolungamento in Trentino dell’autostrada della Valdastico, prendendo spunto dal “documento preliminare ai fini dell’adozione della variante al Pup relativa al Corridoio di accesso Est”, che peraltro non menziona neppure questo il collegamento con l’A31. Il testo è stato illustrato dal vicepresidente della Giunta Mario Tonina e dopo la sua relazione gli interventi, tutti di consiglieri di minoranza tranne quello di Devid Moranduzzo, hanno ribadito le ragioni della loro totale contrarietà alla nuova arteria autostradale che l’attuale esecutivo invece vorrebbe con sbocco a sud di Rovereto e giustifica con i benefici che ne trarrebbe il Trentino turistico.

Tonina: la Variante al Pup è in una fase preliminare (e non parla di Valdastico).

L’assessore Tonina ha introdotto il dibattito con una relazione (testo allegato) nella quale ha esordito precisando che nel Pup che era stato approvato con una legge provinciale nel 2008, si affronta anche il tema della mobilità con i corridoi infrastrutturali. Il Pup, insomma, prefigura solo il quadro di riferimento per la valutazione delle esigenze di collegamento e dei limiti territoriali, rinviando – ha sottolineato Tonina – la soluzione infrastrutturale a una successiva fase attuativa. “Soluzione da indicare sulla base della valutazione condotta sull’ipotesi progettuale di massima per assicurare il calibrato inserimento di ogni tracciato nel contesto specifico individuato”. “Il Pup prefigura anche l’adozione della tipologia infrastrutturale coerente con il modello di mobilità e la ricerca del confronto mediante le idonee forme di partecipazione degli interessi coinvolti”. L’assessore ha aggiunto che nell’ambito dei corridoi di accesso, il Corridoio Est è descritto dalla relazione del Piano come quello rivolto verso il Veneto, teso all’interconnessione con il corridoio “Mediterraneo” e identificato “nell’asse della strada statale n. 47 con i relativi potenziali sviluppi e della ferrovia della Valsugana con i corrispondenti interventi di miglioramento”. “L’obiettivo della Provincia – ha proseguito Tonina – ripreso nel Programma di sviluppo provinciale della XVI Legislatura, di “definire le modalità per la gestione delle connessioni con il Nord-Est anche facendo attenzione all’istituzione di aree di tutela per ridurre l’impatto del transito e considerando lo sviluppo economico dei territori attraversati, anche in relazione alla realizzazione dell’arteria della Valdastico”, richiede di integrare lo scenario generale con ulteriori opzioni di collegamento tra le valli dell’Astico e dell’Adige, da valutare rispetto ai complessivi effetti ambientali, sociali ed economici, nella cornice degli atti programmatici sottesi al corridoio.

L’assessore ha tenuto ha sottolineare che il documento preliminare oggi in discussione che la Giunta aveva approvato il 25 giugno scorso con allegata la Valutazione Ambientale Strategica (Vas), pure questa preliminare, si riferisce a una fase dell’iter per arrivare all’adozione della Variante al Pup solamente propedeutica alla redazione del progetto finale.

Quanto al parere atteso e arrivato nei giorni scorsi su questo documento dal Consiglio delle autonomie locali (Cal), Tonina ha spiegato che le proposte formulate riguardano approfondimento impatti ambientali, approfondimento impatti socio-economici, l’analisi economica e sociale allacciamento A31-A22 anche in relazione allo studio recentemente presentato da Trentino Sviluppo, l’Hub di Rovereto. Ma in merito sia a queste osservazioni sia a quelle emerse dal recente dibattito avvenuto in Terza Commissione nonché a quelle presentate con alcune proposte dai Comuni e dalle Comunità (sono arrivate fin’ora quelle dei Comuni di Volano, Lavis, Caldonazzo, Vallarsa, Rovereto, Calliano, Civezzano, Besenello, Nomi, Trento, Castelnuovo, Altopiano della Vigolana, Arco, Isera, Pergine Valsugana, Pomarolo, Mori, Terragnolo, Luserna, Calceranica al Lago, Tenna, Aldeno, Grigno, Carzano e delle Comunità di Vallagarina e Alta Valsugana e Bersntol), l’assessore ha ribadito che la Variante non ha come oggetto la realizzazione di un’opera. Insomma, “diversamente da quel che poteva sembrare dagli interventi ascoltati nell’ultima seduta del Cal, come se i lavori dovessero iniziare tra pochi mesi”, Tonina ha insistito che il senso del documento preliminare è esclusivamente “l’individuazione di un quadrante territoriale, con la previsione di un allargamento del corridoio rispetto all’esistente, quello sud-est, rispetto al quale riconoscere nel Pup le esigenze – attualmente non previste – di connessione che esprime il territorio, comprensivo dei collegamenti da e per l’area del Veneto centrale”. Ecco allora che le osservazioni e le richieste emerse fino ad oggi porteranno a “un ampio approfondimento – ha assicurato – che avverrà nella procedura di Valutazione Ambientale Strategica, la Vas, e in particolare nel documento del Rapporto ambientale. Rapporto Ambientale relativo al Progetto di Variante al Pup che – ha aggiunto – “intendiamo approvare in Giunta nei prossimi mesi” e che sarà predisposto dalla struttura provinciale competente in materia di urbanistica e tutela del paesaggio, “anche con il supporto di un qualificato soggetto esterno per arrivare alla condivisione con il Consiglio provinciale. Siamo consapevoli della delicatezza del tema – ha concluso Tonina – e questo è un motivo in più per dare maggiori garanzie sia da un punto di vista paesaggistico che ambientale e territoriale”.

Quanto all’iter che seguirà a questo documento preliminare, l’assessore ha spiegato che il progetto di Pup sarà adottato dalla Giunta e depositato mettendo a disposizione del pubblico tutti i suoi elementi. Contemporaneamente al deposito la Giunta trasmetterà il progetto di Pup alla Terza Commissione del Consiglio provinciale, al Consiglio delle Autonomie Locali, alla Cup, alle Regioni limitrofe, alla Provincia autonoma di Bolzano e al Ministero competente. Se la Giunta provinciale modificherà il Pup sulla base dei pareri o delle osservazioni pervenute, sarà disposto un secondo deposito e una seconda pubblicazione del progetto di PUP. Infine la Giunta provinciale approverà il ddl di adozione del Pup e lo trasmetterà al Consiglio provinciale per l’esame conclusivo. Solo al termine di questo percorso la Giunta potrà procedere all’adozione del progetto di Pup.

Tutto questo per dire – ha concluso Tonina – che una tematica come questa ha bisogno di tempi congrui per garantire il giusto percorso e soprattutto la giunta partecipazione. Il tema è anche divisivo ma attraverso questo percorso la Giunta vuole dare sia il tempo sia la possibilità di intervenire nei prossimi mesi”.

Lavori sospesi per qualche minuto.

Paola Demagri (Patt) ha segnalato che le minoranze hanno depositato alcune risoluzioni sull’argomento e ha chiesto e ottenuto una sospensione dei lavori per poter condividere i documenti.

Olivi: la Giunta ci ripensi anche tenendo conto della contrarietà di molti Comuni.

Alessandro Olivi (Pd) dopo il rientro in aula ha notato che l’assessore ha sottolineato il carattere di atto preliminare di questo documento, per evidenziare che siamo solo all’inizio della procedura che potrebbe portare al prolungamento in Trentino dell’autostrada della Valdastico con il relativo tracciato. Alla prudenza di Tonina il consigliere ha detto di preferire l’esplicita dichiarazione del presidente Fugatti circa la volontà di realizzare lo sbocco dell’A31 a sud di Rovereto. Olivi ha giudicato “insopportabili le valutazioni di chi considera il no a questa ipotesi di collegamento autostradale il frutto di un approccio ideologico”. Questi no, ha ribattuto, sono frutto di analisi e valutazioni politiche. Certo il problema di rendere migliore il collegamento viabilistico tra Veneto e Trentino esiste, ma l’errore è identificare il corridoio est con il prolungamento nel nostro territorio dell’A31 nel modo prefigurato dalla Giunta. Che la proposta di uno sbocco della Valdastico a Rovereto sud sia un’opera a elevatissimo impatto ambientale – ha proseguito – è segnalato non dalle opposizioni consiliari ma da uno studio della Serenissima, la società che gestisce la A4. Le questioni ambientali, paesaggistiche e i rischi idrogeologici esplicitati dallo studio della Serenissima sono sufficienti a considerare l’ipotesi progettuale della Giunta trentina la peggiore che si possa prendere in considerazione. Un collegamento così ipotizzato è inutile anche rispetto alla connessione sud-nord Europa, per la quale è invece strategica e irrinunciabile l’alta capacità e velocità ferroviaria della linea del Brennero. Secondo Olivi per una visione di futuro la Giunta non può inoltre non considerare il parere acquisito dal Cal un severo monito ad andare avanti con questo disegno infrastrutturale senza se e senza ma. Traspare infatti dai consigli comunali una preoccupazione diffusa tra tutti gli enti locali del Trentino e della Vallagarina in particolare per quanto riguarda l’impatto ambientale, paesaggistico e infrastrutturale. Vero è – ha ammesso – che chi vince le elezioni provinciali e quindi governa il Trentino ha diritto di decidere. Ma – ha ricordato – dopo le elezioni provinciali ci sono state quelle comunali e anche i sindaci eletti hanno espresso un’opzione democratica, con osservazioni critiche argomentate con delibere dai Consigli comunali. Delibere che evidenziano maturità, responsabilità e cura per il proprio territorio. Ancora, per Olivi diversamente da quanto emerso da uno studio commissionato dalla Giunta, il Trentino non trarrebbe alcun vantaggio per il turismo dallo sbocco dell’A31 a Rovereto sud. Non è infatti credibile che il nuovo collegamento autostradale attirerebbe più turisti dal Friuli e dal Veneto. Il consigliere ha ricordato che analizzando i flussi dell’ultimo decennio solo l’1% dei turisti che arrivano in Trentino provengono dal Friuli, mentre l’accesso degli ospiti dal Veneto al Trentino sarebbe ridotto solo di qualche chilometro e di qualche minuto. Olivi si è poi soffermato sul tema Valdastico in rapporto alla città di Rovereto e alla Vallagarina. Dopo aver ricordato le osservazioni critiche trasmesse alla Provincia dal Comune di Rovereto, il consigliere ha evidenziato che con lo sbocco della Valdastico ipotizzato dalla Giunta nel territorio della Città della Quercia che incrocerebbe l’A22, occorrerebbe realizzare un Hub intermodale per la “rottura di carico”. Senonché Olivi ha segnalato che non vi sono spazi per un interporto che nella nostra provincia esiste già a Trento nord. Il consigliere ha esortato la Giunta a prendersi quindi uno spazio adeguato di riflessione per riconsiderare il progetto Valdastico. “Non avete vinto le elezioni perché avete promesso la Valdastico, ma per una serie di ragioni. Quella non è un’opera sulla quale voi avete fatto la differenza, perché c’è oggi in Trentino una sensibilità diffusa, trasversale e comune anche a schieramenti diversi che considera quella soluzione progettuale inutile e dannosa”. Ecco perché secondo Olivi “fermarsi non sconfesserebbe nulla. Discutere con i Comuni e ascoltare le forze economiche e sociali, pensare alle future generazioni sarebbe un segno di responsabilità e maturità”.

Marini: un’opera in controtendenza rispetto alle più recenti politiche di sviluppo.

Alex Marini (Misto-5 stelle) ha sottolineato come la Valdastico in Trentino sarebbe un’opera del tutto anacronistica. Perfino i ministeri che oggi si occupano di infrastrutture hanno cambiato i nomi per indicare la necessità di tener conto dell’impatto ambientale dei progetti e delle opere di collegamento per la mobilità. Si vuole infatti tener conto del problema della sostenibilità ecologica e paesaggistica. Non a caso in Europa i fondi del Recovery Fund sono stati preceduti dal cosiddetto Green Deal, un piano che prevede di ridurre le emissioni e il surriscaldamento del pianeta. Il Pnrr che declina in Italia il Recovery Fund punta a finanziare investimenti che migliorino i trasporti e l’efficienza energetica. La Valdastico va contro il progresso verso il quale guarda questa logica che punta alla riduzione del traffico privato per abbattere le emissioni e l’inquinamento atmosferico e all’efficienza energetica. In quest’ottica la Valdastico invcentiva invece il trasporto su gomma rispetto a quello su rotaia rendendo meno competitivo il trasporto ferroviario in particolare delle merci su lunga percorrenza. Il trend europeo e mondiale mira a potenziare il trasporto pubblico e allo smart working per ridurre lo spostamento dei lavoratori e quindi le emissioni. Di questo, per Marini, bisognerebbe parlare visto che il 25% delle emissioni globali è dovuto alla mobilità e solo l’1% di queste dipende dal trasporto su rotaia. Il consigliere ha ricordato che anche altre sono le grandi opere che la Giunta ha previsto di realizzare. Ma per la costruzione di queste infrastrutture e opere non ci si chiede quali costi potrebbero comportare in termini di energia e ambiente. Manca a suo avviso la consapevolezza di queste valutazioni cruciali per poter ragionare di sviluppo nel medio e lungo periodo.

Degasperi: nella scorsa legislatura molti che oggi si dichiarano totalmente contrari a quest’opera bocciarono la mia mozione anti-Valdastico

Filippo Degaperi (Onda Civica) ha giudicato la relazione talmente vellutata che verrebbe voglia di votare a favore del documento oggetto della sua relazione. Non sembra che vi sia granché di nuovo rispetto a una nota del 2 settembre 2015 firmata dall’allora presidente della Provincia Ugo Rossi. Degasperi ha obiettato che ai Sindaci è stato consegnato uno studio a favore della Valdastico che nell’ultima pagina dichiara di fornire alcuna garanzia di esaustività su questo progetto. Il problema per il consigliere sta soprattutto nella nebbia che si registra sul versante politico della maggioranza da cui è sostenuta la Giunta. Ne è prova il fatto che che a Rovereto Fratelli d’Italia farà le barricate per bloccare il progetto della Valdastico da cui secondo questo partito emergerebbero le “ambizioni malsane del presidente della Provincia”. Degasperi ha ricordato che l’Hub intermodale a Rovereto c’era per il trasferimento nei convogli ferroviari dei carichi pesanti che arrivavano su gomma. Oggi non c’è più ma ce ne sono altri due molto vicini, a Verona e a Trento. La nebbia però, per il consigliere, avvolge anche chi oggi si oppone al progetto. Tanto che la mozione contro il collegamento autostradale della Valdastico proposta da Degasperi nella scorsa legislatura ottenne solo un voto a favore. Se si voleva dire no vi sarebbero state in passato numerose occasioni anche per gli stessi che oggi sono ferocemente schierati contro quest’opera. C’era poi l’allora ministro delle infrastrutture Del Rio che sosteneva che per il governo nazionale il problema Valdastico era chiuso, nel senso che il corridoio si doveva fare che quindi contava nella rapida partenza dei lavori, dichiarando che non sarebbero stati accettati ripensamenti da parte della Provincia di Trento.

Coppola: gli amministratori pubblici non possono permettersi di sottovalutare gli oggettivi danni ambientali che quest’opera causerebbe al territorio.

Lucia Coppola (Misto-Europa Verde) ha esordito dichiarando che oggi è ancor più forte la sua convinzione contraria a questo collegamento autostradale. In linea con la contrarietà emersa dai consigli comunali che rappresentano 315.000 cittadini del territorio provinciale. Entro il 2050 secondo gli accordi sottoscritti dall’Italia con l’Ue si dovrebbero dimezzare le emissioni inquinanti derivanti in gran parte dal trasporto privato. Per contribuire all’auspicata transizione ecologica occorrerebbe quindi puntare decisamente sul trasporto pubblico, sul treno, sugli spostamenti con la bicicletta usando sempre meno i veicoli privati. Alti saranno i rischi di instabilità dei territori attraversati dalla nuova autostrada e considerati molto precari con rischi, già oggi, di frane prodotte anche dalle frequenti esondazioni dei nostri corsi d’acqua. “Qui non si tratta di dividersi in Guelfi e Ghibellini – ha proseguito Coppola – ma di tener oggettivamente conto, come pubblici amministratori della cosa pubblica, del principio di precauzione. Non si può non preoccuparsi quindi della tutela dell’ambiente in zone vocate al turismo di nicchia che necessità di una mobilità contenuta evitando grandi progetti. L’autostrada consumerebbe poi molto terreno in un’area montana ristretta in cui il continuo consumo del suolo arreca danni rilevanti anche al paesaggio. Per la consigliera non sono da sottovalutare le distruzioni dei corridoi faunistici che aumenterebbero i rischi per i veicoli di investire animali per strada. Ancora, molto probabile sarebbe l’intercettazione delle falde acquifere sotto il Pasubio, fondamentali per l’approvviggionamento idrico: a rischio sarebbero la sorgente Spinto e la sorgente Molino. Per non parlare delle cavità carsiche all’interno delle rocce che in caso di perforazione non sarebbero particolarmente sicure. Infine Coppola ha ricordato che l’opera costerebbe 3,345 miliardi di euro. Un altissimo prezzo da pagare per risparmiare 20 minuti di strada per poi intasare come in un imbuto l’Autobrennero. Tutto questo mentre si continua a riempirsi la bocca con termine come transizione ecologica e tutela dell’ambiente.

Rossi: avremmo evitato di perdere 5 anni ripartendo dal progetto di superstrada

Ugo Rossi (Misto-Azione) ha negato che la Variante al Pup il cui iter è stato ora avviato con il documento preliminare non sarebbe altro che il completamento del percorso iniziato nella scorsa legislatura, perché tutto è cambiato con l’ipotesi dello sbocco della Valdastico a Rovereto sud, che ha allungato di molto i tempi. Vero è invece per Rossi quel che l’assessore ha precisato circa il fatto che oggi in Consiglio provinciale non si sta deliberando pro o contro la Valdastico, ma solo votando un documento preliminare alla Variante al Pup che nulla impegna in questa direzione. Il consigliere ha poi replicato a Degasperi ricordando che un’autostrada come questa non è decisa dalla Provincia ma dal ministero. In realtà quest’opera era stata bloccata da un do ut des tra l’allora governo Berlusconi e la società Serenissima che si era impegnata a prolungare la Valdastico fino a Besenello in cambio del rinnovo della concessione necessaria per continuare a gestire l’A4. Rossi ha ricordato inoltre che la tutela dell’autonomia speciale rispetto alla volontà dei governi di costruire un’arteria come questa, consiste nella norma di attuazione che prevede la necessità di un’intesa per la realizzazione di un’autostrada il cui tracciato interessi solo il territorio provinciale e una regione limitrofa. Per rispettare il patto con la Serenissima il governo ha istituito un Tavolo per l’Intesa al quale è stata invitata anche la Provincia di Trento e la Giunta non poteva sottrarsi dal partecipare. Ma – ha precisato Rossi – noi esprimemmo subito un chiaro no a una nuova autostrada fra il Trentino e il Veneto che non avrebbe risolto i problemi del traffico pesante che attraversa la Valsugana con picchi più alti nelle zone dei due laghi. L’esecutivo guidato da Rossi – ha ricordato l’ex presidente della Provincia – propose quindi l’ipotesi di una superstrada alternativa al collegamento autostradale. La Giunta attuale punta invece nuovamente al prolungamento in Trentino dell’autostrada A31 e questo cambiamento di prospettiva ha fatto perdere 5 anni di tempo. “Non si capisce – ha proseguito Rossi – perché oggi Fugatti si sia intestardito su quest’opera motivando la scelta con l’alleggerimento della pressione del traffico sulla Valsugana, quando l’uscita a Rovereto è una follia dal punto di vista trasportistico. E che si tratta di una follia si capisce anche in base allo studio voluto dalla Giunta che toglierebbe dalla Valsugana solo 6.000 mezzi pesanti su 45.000. Tutto questo mentre il progetto della superstrada predisposto dalla Serenissima era pronto e utilizzabile dal 2018. Infine per Rossi ad aumentare il valore del turismo in Trentino non serve un’autostrada perché occorre piuttosto puntare a contenere i flussi eccessivi verso il nostro territorio.

Moranduzzo: della Valdastico in Trentino beneficerebbero il turismo e il lavoro.

Devid Moranduzzo (Lega) ha sottolineato che la Valdastico non costerebbe nulla alla Provincia mentre costituirebbe un grandissimo investimento per il Trentino sotto molti aspetti. Con un aumento di ricchezza per tutta la provincia, perché vi sarebbe un incremento di presenze turistiche di circa il 20% delle cui ricadute trarrebbero vantaggio anche gli altri settori economici e darebbe lavoro a 60.000 persone per circa 7 anni. Una volta completata l’opera crescerebbe anche l’offerta di lavoro nelle aziende trentine. Ancora, la Valdastico contribuirebbe all’interconnessione con l’Europa lungo il corridoio verso il Mediterraneo. Si ridurrebbe inoltre il traffico veicolare lungo la Valsugana soprattutto per quanto riguarda i mezzi pesanti. L’alleggerimento del traffico interesserebbe anche altre strade della provincia con conseguente calo dell’inquinamento prodotto. Moranduzzo ha ricordato infine che l’accesso esatto non è stato ancora individuato, vi sono dei dettagli da definire sono da valutare le osservazioni pervenute dai Comuni anche per quanto riguarda l’analisi dell’impatto paesaggistico-ambientale. Interi paragrafi del documento preliminare riguardano proprio l’ambiente e l’obiettivo di non minare con il nuovo corridoio la sostenibilità dello sviluppo. La soluzione che si vuole assicurare avr valore nel lungo periodo con la tutela delle risorse naturali. Realizzare quindi questo collegamento per Moranduzzo è ragionevole per i molti benefici che porterebbe alla comunità trentina nel suo complesso. Il consigliere ha infine auspicato che la Giunta porti avanti questa ipotesi di collegamento con il Veneto.

Tonini: un’autostrada non risolverebbe ma aggraverebbe i problemi del traffico.

Giorgio Tonini (Pd) ha apprezzato l’approccio prudente del vicepresidente Tonina su questo tema. E ha ringraziato per l’intervento critico anche se non benevolo di Degasperi nei confronti del Pd, intervento che ha però mostrato come il Pd non sia un partito del no ma di governo. “Noi – ha proseguito – siamo in prima linea nella difesa della grande infrastruttura ferroviaria e nel governo dell’impatto di questa grande infrastruttura sulla città di Trento”. Pur sapendo – ha aggiunto – che potremmo pagare un prezzo in termini di consenso immediato. Il primo problema da affrontare per Tonini è quello del contesto politico-istituzionale in cui questa progettazione sul completamento in Trentino dell’A31 va inserita visto che si tratta di un’opera che coinvolge il Veneto, regione con la quale confiniamo. Veneto che – ha proseguito il consigliere – sente e soffre il tema dello sbocco mancante verso nord della Valdastico. Occorre tener conto di questo come pure del problema del traffico a corto raggio, di carattere regionale e del tema della fluidificazione della viabilità. Ma si tratta anche, per Tonini, di considerare esaurito lo spazio del territorio per il potenziamento del traffico autostradale mentre cresce il bisogno di spostare il traffico pesante dalla gomma alla rotaia. Il democristiano Enrico Pancheri – ha ricordato al riguardo – sosteneva che la terza corsia dell’autostrada in trentino è la ferrovia. Questo è per Tonini il solo progetto di potenziamento dei collegamenti infrastrutturali a lungo raggio. Oggi siamo alla vigilia dell’apertura dei cantieri che si renderanno necessari per la costruzione della nuova ferrovia. Vi sono certo i nodi legati all’attraversamento di Trento e di altri centri abitati della nostra provincia. “Si tratta allora di comporre questo mosaico mettendo insieme alcuni assi fondamentali di ragionamento. Il primo è lo spostamento del traffico su treno in particolare per gli spostamenti soprattutto del trasporto pesante verso nord. C’è poi l’esigenza di un collegamento di corto-medio raggio fra il Trentino e il Veneto. La gran parte dei problemi che riguardano il traffico locale e regionale tra i due territori, secondo il consigliere hanno origine più nel Veneto che nel Trentino. Tonini si è dichiarato a favore delle grandi opere, considerate elemento di traino dello sviluppo tecnologico prima ancora che “edilizio”. Il consigliere ha aggiunto che si sarebbe aspettato maggiore chiarezza su quel che intende fare la Giunta per questo corridoio est. Dalla relazione del vicepresidente Tonina emerge infatti una certa ambiguità. La Giunta avrebbe potuto prevedere il potenziamento della viabilità ordinaria per alleggerire il traffico lungo la Valsugana. In un’area di montagna come il Trentino l’autostrada dev’essere l’eccezione e non la regola. In montagna si deve usare la viabilità ordinaria purché naturalmente sia efficiente. Per giustificare invece un’arteria autostradale di questa portata e che comporterebbe una gallerie tra le più lunghe d’Europa, non basta la motivazione dell’alleggerimento del traffico tra Trentino e Veneto e l’incremento dei flussi turistici di cui beneficerebbe la nostra provincia. Ma un’opera di questa dimensione, paragonabile al tratto Bolzano-Bressanone dell’A22, comporterebbe costi sproporzionati rispetto all’obiettivo. La Valdastico diventerebbe una scorciatoia con cui scavalcare Verona. Ma allora non vi sarebbe alcuna coerenza con la grande opera ferroviaria di collegamento del Brennero. Insomma per Tonini se si punta al traffico locale interrregionale per accorciare il viaggio ai turisti della domenica la Valdastico è del tutto sovradimensioanta, oppure si rischia di finirà per portare altro traffico pesante lungo l’asta dell’Adige salvo poi non sapere come questo incremento sarebbe sopportabile per il nostro territorio. Che poi la Valdastico con uscita a Rovereto non basterebbe per alleggerire il traffico lungo la Valsugana lo ha dichiarato nella sua relazione programmatica di inizio legislatura lo stesso presidente della Giunta Fugatti. Il quale aveva spiegato che per questo risultato è necessario realizzare anche 4 corsie lungo tutta la statale 47. Ma – ha obiettato Tonini – se si realizza una superstrada a 4 corsie lungo la Valsugana non ha più senso un bypass autostradale come la Valdastico per evitare Verona.​

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