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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA POMERIGGIO: « OK ALLE RISOLUZIONI (TRANNE UNA DI DEGASPERI SUL COLLEGAMENTO FUNIVIARIO VALSUGANA-ALTIPIANI CIMBRI) – PER EMERGENZA COVID – PNRR – PIANO ENERGETICO »

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19.15 - martedì 25 maggio 2021

Approvate tutte le risoluzioni presentate – tranne una di Degasperi sul collegamento funiviario Valsugana-Altipiani Cimbri – collegate alle comunicazioni sulla gestione dell’emergenza Covid, sul PNRR e sul Piano energetico-ambientale 2021-2030. Criticata la relazione di Spinelli, giudicata deludente perché troppo laconica, sui 32 progetti presentati dalla Provincia per utilizzare le risorse del Recovery Fund

La seduta del Consiglio provinciale dedicata alle comunicazioni della Giunta sulla gestione dell’emergenza Covid-19, sul PNRR e sul prossimo Piano energetico-ambientale 2021-2030, si è è chiusa alle 18.30 con l’approvazione di tutte le proposte di risoluzione presentate tranne una di Degasperi (Onda Civica). Le minoranze si sono dichiarate molto deluse dalla relazione giudicata troppo laconica e priva di priorità dell’assessore Spinelli in merito ai 32 progetti presentati nell’ottobre scorso dalla Provincia al governo (progetti resi noti solo attraverso un quotidiano locale) per il futuro utilizzo delle risorse che la Provincia potrebbe ottenere grazie alla distribuzione ai territori dei fondi europei che l’Italia riceverà dall’Ue con il PNRR.

 

La solidarietà dei consiglieri al presidente Fugatti.

Alla ripresa dei lavori nel pomeriggio la capogruppo della Lega Mara Dalzocchio ha espresso solidarietà al presidente della Giunta Fugatti per le minacce da lui subite (a causa della gestione dell’orso in Trentino, ndr). Per la prima volta – ha ricordato – a un presidente della Provicnai è stata assegnata una scorta in seguito alle spregevoli manifestazioni di odio a lui rivolte. Sappiamo quant’è difficile convivere con una scorta armata che limita la libertà quotidiana della persona e della sua famiglia. Sappiamo anche che il presidente dell’esecutivo esercita una responsabile difficile e rispetto alle sue idee vi possono essere anche posizioni contrarie, ma questo non autorizza ad indirizzare verso gli avversari minacce fisiche, “Non vorrei che questo tema fosse sottovalutato o passasse sotto silenzio”, ha concluso Dalzocchio, “perché anzi su questo episodio occorre riflettere tutti”.

Anche Giorgio Leonardi di Forza Italia ha espresso fiducia e solidarietà al presidente Fugatti “che lavora dalla mattina alla sera. Fa pensare, secondo Leonardi, il fatto che vi siano persone che per difendere gli animali sono peggio di altri animali. Secondo il consigliere dovrebbe far parte della coscienza di ciascuno di noi la volontà di isolare queste manifestazioni di intolleranza.

Per il Patt è stato Michele Dallapiccola a rivolgere parole di solidarietà al presidente anche se – ha osservato – in questa situazione triste c’è “un raggio di luce” dovuto al fatto “che anche per la Lega c’è speranza”. Si è infatti esplicitato un odio sui social, ma si cerca di esprimere solidarietà a chi esprime questi insulti su questi media e questo segnala un sentimento diffuso di condanna verso questi stati d’animo”. Qualche anno fa – ha ricordato – erano emersi alcuni comportamenti da incoscienti da parte di esponenti leghisti tra cui lo stesso presidente. Da questa parte politica erano emersi inviti a sparare e del turpiloquio. Questo è quindi un momento evolutivo importante per la Lega che allora, come oggi gli animalisti, esortava all’odio. “Prendersi qualche insulto fa parte dell’essere pubblici amministratori e anche noi quand’eravamo al governo eravamo bersaglio di questi attacchi”, ha concluso il consigliere del Patt.

Vanessa Masè ha osservato che vi è stato qualche tentativo di banalizzare l’assegnazione della scorta al presidente della Provincia mentre i timori che sono emersi sono reali. C’è invece chi dice che così si vuole criminalizzare il dissenso e questo è ulteriormente grave perché la decisione di assegnare la scorta a Fugatti è stata ponderata ed è motivata. Un conto quindi – per Masè – è pensarla in modo diverso e un altro è arrivare a minacciare anche la famiglia del presidente. Solidarietà, quindi, anche da parte del gruppo La Civica.

Alex Marini (Misto) si è unito alle espressioni di solidarietà verso il presidente: “capisco e comprendo cosa significa ricevere insulti gratuiti perché anch’io ne ho ricevuti, e ancor meno sono piacevoli le minacce rivolte alla propria famiglia. Se ci si vede assegnare una scorta significa che qualcosa non funziona nella democrazia”.
“Vicinanza al presidente e alla sua famiglia” anche da parte di Pietro De Godenz (UpT). Il presidente – ha ricordato – rappresenta tutti noi. Non si dà in questo modo un’immagine pulita e bella del Trentino. I preconcetti e le posizioni critiche non possono arrivare a minare la democrazia.

Sara Ferrari (Pd) si è associata con il proprio gruppo all’auspicio che l’attività politica e istituzionale di ciascuno non sia mai messa in discussione da atti che possono minacciare l’incolumità personale e familiare.

Lucia Coppola (Misto) ha condannato gli atteggiamenti minacciosi e intimidatori rivolti al presidente. Se l’autorità competente ha deciso di assegnare una scorta al presidente, evidentemente ce n’è motivo. L’auspicio è che episodi di questo genere non abbiano mai a ripetersi, perché un conto è dire ciò che si pensa, un altro è minacciare e intimidire soprattutto se si va a toccare anche la sfera personale. Questo è inaccettabile. Coppola ha ricordato di aver subito odiose manifestazioni di intolleranza con cui è stata messa alla berlina e additata al pubblico ludibrio.

Paolo Zanella (Futura) ha ritenuto doveroso e non scontato far giungere anche la sua solidarietà al presidente della Provincia che qualcuno è arrivato a minacciare di morte insieme ai suoi familiari. La speranza è che la necessità di questa scortha duri il meno possibile e ha ricordato il dissenso democratico che si è dissociato da questi metodi antidemocratici.

Ugo Rossi (Azione) ha detto di voler uscire dal coro perché la solidarietà non è scontata. Questo perché ha ricordato di non averla ricevuta questa solidarietà quanto si è trovato nelle stesse condizioni, se non in condizioni peggiori. “Ho ricevuto non sollo minacce private ma anche pubbliche con striscioni e sacchi con cubetti di porfido sotto casa e qualche azione di monitoraggio delle forze dell’ordine davanti a casa mia. Io non ne ho mai fatto pubblicità ma non ricordo un’espressione così corale di solidarietà. Forse perché il presidente Fugatti è più simpatico di me”. “Se in Italia e in Trentino – ha proseguito – per ottenere la solidarietà bisogna che qualcuno assegni la scorta allora vuol dire che c’è qualcosa che non va. Dobbiamo uscire da questa logica per cui è solo la questione mediatica motivata dalla scorta perché si esprima solidairetà”. Allora – ha osservato – la solidarietà assume altri significati”. Rossi ha poi augurato a Fugatti di poter lavorare ugualmente e di gestire un tema così delicato come quello dei grandi carnivori senza farsi condizionare.

Filippo Degasperi (Onda Civica) ha notato che occorre riconoscere che in Trentino il dissenso è sempre rimasto circoscritto all’interno di confini ben precisi mai esondati nelle minacce. In secondo luogo si accendono i riflettori su un ambito che in Trentino si pensava assente perché vi sono cittadini che su questa questione si sono visti recapitare addirittura i proiettili a casa. Bene quindi che si accendano i riflettori su queta vicenda anche a tutela degli altri trentini che sono rimasti coinvolti in vicende come queste.

 

Sì alle ultime due risoluzioni collegate alla comunicazione di questa mattina sul Covid.

Accolta la proposta di risoluzione 99 di Luca Zeni (Pd): ristabilire nelle scuole il criterio di due studenti positivi per mettere in quarantena una classe.
Il dispositivo della risoluzione che è stata approvata all’unanimità, impegna la Giunta a ristabilire prima possibile il criterio di due studenti positivi per quarantenare una classe, permettendo ad un maggior numero di studenti di concludere l’anno scolastico in presenza. L’assessora Segnana ha espresso parere positivo anche perché dall’Apss è emersa l’indicazione di andare nella direzione indicata da Zeni. Soddisfatto il consigliere per il ritorno a quella scelta senza pericoli di contagio che pare non sussistano più nelle aule. Zeni ha auspicato che si cerchi di garantire subito l’attuazione di questa risoluzione in modo che gli studenti possano stare in classe in quest’ultima fase dell’anno scolastico.

Accolta la proposta di risoluzione 98 di Katia Rossato (FdI): possibilità di presenza a fianco della donna durante ecografie, visite, travaglio e parto.
Il dispositivo della risoluzione, emendata e approvata all’unanimità, impegna la Giunta a rivedere il protocollo Covid applicato alle gestanti durante le visite ecografiche, il travaglio, in sala parto e in reparto, permettendo ai padri o all’accompagnatore scelto dalla gestante di assistere alla parte fondamentale di una gravidanza e di poter dare conforto alle loro compagne in gestazione, applicando le misure preventive necessarie a garanza di tutti. Nell’esprimere il parere favorevole della Giunta l’assessora Segnana ha ricordato che queste disposizioni sono già previste dall’Azienda sanitaria. Demagri ha espresso apprezzamento per il sì alla risoluzione perché la presenza di entrambi i genitori al momento del travaglio del parto è molto importante. L’auspicio è che si acceleri verso il ripristino di questa pratica per permettere la presenza del padre in tutti i momenti della giornata e non solo per il parto. Rossato si è detta soddisfatta ricordando di essere stata contattata da alcune donne in gravidanza che chiedevano questa possibilità. Marini ha ricordato le emozioni più belle da lui vissute da padre proprio durante il percorso delle gravidanze di sua moglie e non solo al momento in cui i figli vengono al mondo.

Seconda comunicazione della Giunta. I progetti della Provincia per l’utilizzo delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

A seguire l’assessore Achille Spinelli ha svolto la comunicazione della Giunta richiesta da Paolo Zanella (Futura) insieme ad altri 10 esponenti dell’opposizione, sul Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). In particolare la richiesta di comunicazione sollecita aggiornamenti rispetto alle interlocuzioni avute dalla Giunta provinciale con il Governo e gli esiti ai quali hanno portato in termini di progetti per il nostro territorio inseriti nel PNRR. Dopo i 32 progetti inviati dalla Giunta al Governo senza informare il Consiglio provinciale, non si è mai aperto il confronto in merito al Recovery fund e il Consiglio non è mai stato informato.

L’assessore Spinelli ha ricordato che il governo ha inviato all’Ue il PNRR cui è subordinata la concessione delle risorse europee all’Italia. Il governo costituirà task force locali che possono migliorare la gestione dei progetti locali finanziati dal PNRR. L’Italia ha anche deciso di costituire un apposito fondo di bilancio di 31 miliardi di euro per azioni che integrano e completano il Piano. Finora è mancato il coinvolgimento delle regioni sui due Piani. Queste hanno quindi sollecitato di essere rese partecipe 61 miliardi entro il 2023 e il 100% entro il 2026. Anche la Provincia di Trento è in attesa di conoscere le modalità di intervento dal momento che le regioni non hanno ottenuto alcun tipo di informazione dal governo in merito ai progetti presentati nell’ottobre del 2020. Spinelli ha aggiunto che con questa relazione la Giunta ritiene di aver risposto anche a due interrogazioni scritte presentate in materia e di aver attuato un ordine del giorno sull’argomento approvato in Aula.

Alessio Manica (Pd) ha espresso un po’ do sbigottimento per la laconicità della relazione di Spinelli. Onestamente ci si aspettava qualcosa di più rispetto alla doglianza per non aver ricevuto risposta dal governo sui progetti presentati dalla Provincia. Ad esempio l’assessore avrebbe potuto spiegare l’impianto dei 32 progetti inviati a Roma, per capire quali sono le direttrici sui quali la Giunta aveva impiantato questi documenti inviati frettolosamente a Roma. Questa comunicazione anestetizza la discussione. Salvo smentite per la Giunta quella elnzuolata di 32 idee rimane il pacchetto di investimenti che non danno però un’indicazione chiara del modello di investimenti che si vogliono fare. Ad oggi si sa qualcosa solo sulla circonvallazione di Trento e un numero imprecisato di rotonde.

Paolo Zanella (Futura), anche lui, si è detto abbastanza sbigottito perché del Recovery Fund intervenne in Parlamento il presidente Draghi e non un ministro. Analogamente per Zanella ci si aspettava l’intervento del presidente Fugatti sui 32 progetti presentati a Roma. Finalmente con quest’informativa si è riusciti ad avere un’interlocuzione e la Giunta risponde che attende un confronto con il governo per sapere quali progetti verranno accolti e quali no. Il punto è cosa pensa la Giunta del PNRR, quali sono le linee strategiche all’interno di questo piano per il territorio del Trentino. Rispetto al PNRR del Conte 2 il testo del governo Draghi prevede le riforme chieste dall’Europa per ottenere le risorse del Recovery Fund. Sul turismo cosa vogliamo dire come Trentino? E sul tema digitalizzazione e competitività cosa dice la Giunta? Si parla di un fondo di sviluppo dell’agricoltura trentina: ma cosa vuol dire? Rivoluzione verde e transizione ecologica: cosa c’entrano le funivie a scopo turistico inserite nei progetti della Provincia? Già la visione della Provincia è timida rispetto al modello poco coraggioso inserito dal governo in questo piano. Istruzione e ricerca: 108 milioni, pari al 5% rispetto ai 2 miliardi attesi della Provincia. Equità sociale e territoriale: si parla di sviluppo locale e partecipato nelle aree rurali montane. Ma qual è il progetto che c’è dietro. Salute: 308 milioni messi sul Not e sulle Rsa mentre il PNRR dice che si va verso la prevenzione sul territorio ma di questo tra i progetti della Provincia non vi è traccia. Serve quindi per Zanella un cambiaemnto radicale del paradigma che vada non più verso il consumo.

Alex Marini (Misto) ha osservato che nel suo intervento l’assessore non ha fornito alcun elemento utile per discutere oggi in aula. Il consigliere ha giudicato preoccupante il fatto di non aver ancora idee sugli scenari prospettati della Provincia dopo che dall’autunno scorso sono passati una decine di mesi. Le uniche informazioni i consiglieri le hanno acquisite da un quotidiano locale. Vero che alcune consigli regionali non sono stati coinvolti dalle rispettive giunte, ma altre hanno avviato un percorso comune. Per perfezionare i progetti della Provincia bastava prendere spunto dal PNRR del governo nazionale e arricchire le proposte con un ragionamento logico. Invece così si cammina al buio senza priorità né metodo da seguire. E tutto ciò quando le opportunità di utilizzo di questi fondi europei sono “storiche” a fronte di una costante diminuzione delle risorse pubbliche della Provincia. Ad esempi si poteva puntare ai grandi obiettivi della transizione ecologica, della rivoluzione digitale, del cambiamento del modello di lavoro incentivando quello da casa per migliorare la produttività e ridurre l’impatto ambientale. Non si ha la più pallida idea di cosa si voglia fare come Provincia con questi fondi. Se lo Stato ha dimostrato in questi mesi di essere consapevole dell’importanza di questa occasione, pare che la Provincia non lo sia affatto.

Filippo Degasperi (Onda Civica) ha osservato che l’assessore Spinelli abbia adottato la strategia di essere conciso per non offrire sponde al dibattito. Tuutavia si è lamentato per il mancato coinvolgimento delle Regioni e delle Province autonome sia sui progetti di riforma sia sulla governance nazionale. Eppure – ha ironizzato Degasperi – il Festival dell’economia di quest’anno si intitola “Il ritorno dello Stato” e celebra una nuova relazione tra i livelli istituzionali del nostro Paese. Secondo spunto offerto da Spinelli: la mancanza di informazioni da parte dello Stato. Ma a prescindere da queste, se per la Provincia vi sono opere e azioni strategiche per il nostro territorio, non si può aspettare Roma come il Messia: occorrerebbe muoversi comunque. Invece si resta fermi in attesa di qualche incipit da parte di Roma.

L’approccio dovrebbe essere diverso per Degasperi, perché vi sono riforme molto pericolose per il Trentino. Come ad esempio nel caso della maggiore concorrenza sulle municipalizzate mettendo a gara i servizi come chiesto da Bruxelles. Stessa prospettiva per i servizi pubblici come i trasporti. Se passano riforme come queste le nostre società di servizi finiscono male. Se poi Bruxelles impone la revisione dei valori catastali, giocoforza se passa questa riforma in Italia anche da noi l’imposizione fiscale sulle case non potrà che aumentare. Inoltre una volta che il PNRR sarà approvato, la maggioranza sarà vincolata. I paletti saranno fissati dall’Ue e da quelli non si esce.

Forse – ha insistito Degasperi – da parte del sistema delle autonomie avrebbe dovuto esserci una presa di posizione un po’ più forte. In questa situazione il governo è andato avanti da solo dimenticandosi dei cittadini, delle Regioni e delle Province autonome. Tornando ai progetti presentati dalla Provincia per il Recovery Fund, non c’è quasi traccia del tema della salute (cui va l’8% dei fondi) mentre la rivoluzione verde impiega il 70% delle risorse, soprattutto per i treni diesel che non solo certo green. Su alcuni punti la Provincia avrebbe dovuto essere più avanti: come per la sanità territoriale. Si parla anche di “ospedali di comunità” dopo il taglio dei posti letto su ordine di Bruxelles che ora ordina di riaprirli. Manca infine il problema principale per la sanità: non ci sono medici. Si può pensare a qualunque riforma della sanità ma senza medici si costruiscono solo castelli vuoti.

Ugo Rossi (Misto) ha criticato la lamentela della Giunta sul mancato coinvolgimento del governo. Ma come si è arrivati a definire i 2,2 miliardi di euro che dovrebbero spettare al Trentino? Perché si è calcolato l’1% delle risorse del Recovery. Questo è il valore del Trentino per Roma. Ma il il PNRR non è strutturato sulla base di un riparto sulle regioni dei 222 miliardi di euro che dovrebbero andare all’Italia. Il presidente degli industriali Manzana invitò la Provincia a cercare di intercettare dentro il PNRR quel che di interessante poteva esserci per il Trentino. I 32 progetti della Provincia sono frutto di una semplice moltiplicazione. Cosa fare dei 2,2 miliardi di euro a disposizione? La Giunta ha deciso per un elenco di interventi che accontenti tutti. Vi sono albergatori, artigiani e agricoltori convinti che i finanziamenti del Recovery Fund risolveranno tutti i loro problemi. Tutto è prioritario e nulla è prioritario nei 32 progetti della Pat. E non c’è nulla su cui essere coinvolti da Roma. In ogni caso per Rossi i 32 progetti andavano mandati a Roma dalla Provincia perché non si sa mai, anche se poi a Trento arriveranno molte meno risorse.

La replica dell’assessore Spinelli: i 32 progetti sono fattibili e coerenti con il PNRR.

Nella sua replica l’assessore ha ricordato che la Giunta ha voluto puntare su questi 32 progetti perché occorreva presentare in tempo utile proposte effettivamente realizzabili. “Tutti i progetti – ha precisato – sono in linea con i filoni indicati dal PNRR del governo”. “E – ha aggiunto – sono costituiti non solo da un titolo ma da fascicoli che entrano nel dettaglio degli interventi”.

 

LE PROPOSTE DI RISOLUZIONE COLLEGATE ALLA COMUNICAZIONE SUL PNRR.

Cinque le proposte di risoluzione presentate: da Zanella sulla parità di genere, da Degasperi sul collegamento funiviario Valsugana-Altipiani Cimbri, da Marini sulla promozione della cultura della pace e di nuovo da Marini sull’alfabetizzazione e i diritti digitali.

Accolta la proposta di risoluzione 79 di Paolo Zanella (Futura): Parità di genere come leva di equità e sviluppo economico.
Il dispositivo della risoluzione, approvata all’unanimità, impegna la Giunta su 7 punti: 1. a valutare, monitorare e intervenire affinché i fondi del Recovery Fund (RF) siano distribuiti paritariamente sulle azioni che si rivolgono alla vita quotidiana di uomini e donne con particolare attenzione alla questione dell’occupazione femminile; 2. a utilizzare le risorse del RF anche per favorire la formazione e l’occupazione femminile, contrastare il divario retributivo di genere, potenziare la rete dei servizi alle persone (conciliazione a partire dai nidi gratuiti), promuovere forme innovative di smart working e lavoro agile, affinché non diventino ostative ai percorsi di carriera e miglioramento professionale delle donne nei contesti lavorativi di riferimento; 3. ad assumere il bilancio di genere come strumento di pianificazione e misurazione dell’impatto di genere nelle politiche di programmazione di tutti i livelli istituzionali e come strumento di monitoraggio dell’efficacia delle azioni; 4. a esplicitare il tema della qualità del lavoro, l’obiettivo della tenuta dell’occupazione femminile e del contrasto delle discriminazioni di genere, acuite dalla crisi Covid-19, in tutti gli atti di indirizzo sul tema; 5. a rafforzare l’empowerment economico e sociale delle donne, sostenendo la formazione delle bambine e delle ragazze verso un libero accesso a carriere qualificate che prevedano percorsi di studio in ambito scientifico; 6. a introdurre ogni possibile atto, o a rafforzare laddove già avviate, azioni per il potenziamento delle infrastrutture sociali destinate alla conciliazione, al fine di migliorare l’occupazione femminile e azioni per favorire l’autonomia e l’inserimento delle donne con differenti abilità; 7. a incentivare azioni di contrasto alla povertà economica ed educativa attraverso progetti di reinserimento lavorativo per le donne in estremo disagio sociale e di contrasto dell’abbandono scolastico.

Sara Ferrari (Pd) ha chiesto se sia necessario presentare una domanda di accesso agli atti per poter visionare i 32 progetti presentati a Roma dalla Giunta provinciale. Quanto alla risoluzione di Zanella, ha ricordato che l’obiettivo di utilizzare il bilancio di genere è già all’interno della legge provinciale sulle pari opportunità da ben 8 anni.

Lucia Coppola (Misto) ha ricordato il calo inquietante dell’occupazione femminile registrata dal 2019 conseguente alla crisi determinata dall’emergenza sanitaria. Ne deriva una mancata produzione di ricchezza per il Paese. Per questo servono investimenti anche a livello provinciale e riforme che affrontino alla radice i problemi per generare valore economico, sociale e culturale. Un tema cruciale nei mesi della pandemia è stato quello della cura delle persone attraverso i servizi, investendo sui quali si può favorire l’ingresso e la permanenza delle donne nel mercato del lavoro. Fondamentale, infine, per Coppola, è investire sulla scuola. La consigliera ha lamentato una forte sensazione di estraneità del Consiglio rispetto a a quel che la Giunta ha deciso senza alcun rispettoso coinvolgimento.

Alex Marini (Misto) ha ricordato che aiutare la donna equivale ad aiutare le famiglie. Ma il punto è che l’Italia è fanalino di coda in Europa per livelli occupazionali. Grave è quindi non coinvolgere le donne nei ruoli dirigenziali, dove grandissimo è il divario rispetto agli uomini. Anche le pensioni delle donne sono sensibilmente inferiori a quelle riconosciute agli uomini. Il problema non è solo sociale ma anche economico e i fondi messi a disposizione dal PNRR possono favorire l’uscita da questa situazione. Servirebbe secondo Marini anche un fondo per il lavoro e l’imprenditoria femminile a livello provinciale per perseguire realmente l’obiettivo dell’equità di genere.

Respinta la proposta di risoluzione 89 di Filippo Degasperi (Onda Civica): per uno studio di fattibilità della funivia Valsugana-Altipiani Cimbri e l’introduzione di treni a batteria sulla linea ferroviaria della Valsugana.
Il dispositivo della risoluzione, respinta con 16 no e un voto di astensione, impegna la Giunta su 5 punti: 1. a predisporre entro sei mesi lo studio di fattibilità per l’ipotesi di collegamento funiviario Valsugana-Altipiani Cembri; 2. a istituire un tavolo di confronto con i Comuni e le Comunità interessate all’iniziativa, riportando con cadenza semestrale gli aggiornamenti alla competente commissione consiliare; 3. a costituire tempestivamente un tavolo di lavoro con l’Università di Trento per approfondire l’ipotesi di utilizzo dei treni a batteria lungo la linea della Valsugana; 4. a riportare l’esito del confronto alla competente commissione consiliare entro 3 mesi; 5. a verificare con il relativo presidente l’opportunità di una trasferta della competente commissione consiliare presso il tratto di ferrovia funzionante con treno a batteria. Degasperi ha osservato a proposito della bocciatura della risoluzione che “questa è la Giunta del no”, che copia i progetti degli altri (quella di Degasperi sui treni a batteria per la ferrovia della Valsugana) e li inserisce nel Recovery. Perché – ha ricordato – nell’elenco dei 32 progetti inviati a Roma dalla Provincia c’è anche il collegamento funiviario tra la Valsugana e gli Altipiani Cimbri.

Accolta la proposta di risoluzione 90 di Alex Marini (Misto): utilizzare i fondi del PNRR per promuovere la tutela della pace e dei diritti umani.
Il dispositivo della risoluzione, approvata all’unanimità, impegna la Giunta su 2 punti: 1. a trasmettere al Governo nazionale e alla Commissione europea l’appello lanciato dal Forum per la pace e i diritti umani del Trentino (la cui legge istitutiva compie 30 anni) in ordine alle modalità di impiego dei fondi del PNRR al fine di promuovere la tutela della pace, della giustizia, dei diritti umani, della democrazia, del benessere collettivo, compreso quello delle generazioni future; 2. ad intervenire nelle sedi istituzionali statali e dell’UE affinché il PNRR assicuri l’investimento dei fondi in processi di sviluppo civile e non sulle armi, coerentemente con i principi costituzionali e con quanto stabilito dall’art. 1 della lp 11 del 1991 sul Forum per la pace.

Accolta la proposta di risoluzione 91 di Alex Marini (Misto): per alfabetizzazione digitale dei cittadini anche valorizzando il difensore civico digitale.
Il dispositivo della risoluzione – approvata all’unanimità – impegna la Giunta su 2 punti: 1. affinché intraprenda attraverso l’Unità di missione strategica semplificazione e digitalizzazione, le iniziative di competenza in modo da favorire una maggiore alfabetizzazione digitale dei cittadini del Trentino e da renderli edotti dei propri diritti e doveri digitali, nonché dell’esistenza della figura del Difensore civico digitale e delle modalità di avvalersene; 2. affinché la stessa Unità strategica valuti la definizione di un protocollo d’intesa con il difensore civico della Provincia e con il Difensore civico digitale nazionale, volto ad individuare gli strumenti per assicurare la tutela dei diritti digitali, inclusi i diritti di internet richiamati dall’art. 1 bis della lp 16 del 2012. Marini ha ricordato che solo il 22% ha competenze digitali sufficienti e solo il 70% utilizza abitualmente internet. L’Italia è fanalino di coda in Europa anche per l’acquisto di prodotti locali online. E il gap non riguarda solo i cittadini ma anche le imprese.

 

Accolta la proposta di risoluzione 100 di Vanessa Masè.
Il dispositivo della risoluzione – approvata all’unanimità – impegna la Giunta su 2 punti: 1. ad approfondire in maniera specifica il tema dell’incremento dei prezzi dei materiali da costruzione nelle commesse pubbliche in seno al Tavolo degli appalti, che è l’osservatorio deputato al settore nella nostra provincia; 2. a rappresentare gli esiti dell’analisi di cui al punto 1 a livello di Conferenza Stato-Regioni e Province autonome per effettuare una comparazione.

 

 

Terza comunicazione. Le osservazioni sul Piano energetico-ambientale della Provincia 2021-2030.

L’assessore Mario Tonina ha relazionato in merito al documento preliminare del piano energetico-ambientale provinciale 2021-2039, come chiesto dal pentastellato Alex Marini (Misto) e da altri 12 consiglieri. Nella richiesta i consiglieri ricordano che i cittadini hanno potuto presentare entro un mese dalla pubblicazione del documento sul B.U.R., quindi non oltre l’11 aprile scorso, eventuali osservazioni sul documento, da inviare all’Agenzia provinciale per le risorse idriche e l’energia. Gli esponenti dell’opposizione sollecitano l’illustrazione, da parte dell’esecutivo, delle osservazioni raccolte.

L’assessore Tonina: il Peap se condiviso permetterà di proseguire il percorso virtuoso già compiuto sui temi dell’energia sostenibile e dell’attenzione all’ambiente.

L’assessore Mario Tonina ha ricordato che dell’argomento si è discusso in Terza Commissione e in seno al Consiglio delle autonomie locali​. Il tema è sicuramente strategico dal momento che il documento preliminare del Peap (piano energetico-ambientale provinciale 2021-2030) ha permesso la partecipazione di chi voleva portare un contributo alle linee generali necessarie al raggiungimento della decarbonizzazione del territorio provinciale e le modalità concrete per arrivare a questo obiettivo. L’adozione preliminare della Giunta è avvenuta con delibera. Il Peap si pone l’obiettivo di ridurre entro il 2030 le emissioni di gas del 55% rispetto al 1990. E punta alla distribuzione del gas metano, alla mobilità sostenibile e alla conseguente infrastrutturazione demandata al piano della mobilità. Oggi – ha proseguito Tonina – siamo a metà strada perché il Trentino ha già ridotto del 20% le emissioni rispetto al 1990. Raggiungere l’obiettivo del 55% entro il 2030 è impegnativo ma è possibile attraverso un coinvolgimento trasversale. Il Peap tiene conto del cambiamento climatico previsto da qui al 2030 e indica la necessità di perseguire 12 linee strategiche declinate in 81 azioni: riqualificazione edifici civili e incremento dell’autoconsumo per migliorare la classe energetica; industria: efficientare gli immobili; favorire la mobilità sostenibile; efficientare i mezzi anche diffondendo la mobilità elettrica; incrementare e differenziare le fonti di energia rinnovabili; incrementare le comunità energetiche per la generazione distribuita di energie da fonti rinnovabili valorizzando risorse e competenze locali; distribuire gas naturale nei Comuni non metanizzati del Trentino occidentale dopo che in passato questo processo non era stato più perseguito; l’idrogeno verde: promuovere progetti di ricerca e innovazione favorendo investimenti privati. Un lavoro su questo punto andrà promosso con FBK – ha aggiunto l’assessore. Energia idroelettrica: mantenere l’invarianza della produzione. La pianificazione urbana e territoriale e la mitigazione del cambiamento climatico (9). La sinergia con il sistema della ricerca e dello sviluppo. Rafforzare il rapporto pubblico-privato mobilitando investimento su nuovi impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Ultimo punto dei 12 progetti strategici contenuti nel Peap: la formazione, educazione e informazione a partire dalle scuole. In vista dell’approvazione definitiva del Peap sono pervenuti i pareri favorevoli del Cal e della III Commissione del Consiglio provinciale riunitosi sull’argomento due volte. L’agenzia per le risorse idriche e l’energia ha organizzato sul documento una raccolta di osservazioni e il Peap definitivo che la Giunta approverà entro fine giugno mostrerà l’acquisizione dei contributi ritenuti validi. Sono emerse anche osservazioni in III Commissione dai consiglieri Coppola e Manica. Una sintesi delle osservazioni presentate è stata elaborata dagli uffici dell’assessorato. Tonina ha concluso sottolineando l’importanza di questo Piano che indica la via da percorrere nei prossimi anni: “se tutti si sentiranno coinvolti per perseguire i 12 punti strategici del documento, si potrà proseguire l’importante percorso compiuto finora dal Trentino raggiungendo altri obiettivi sui quali si registra oggi un crescente interesse e una forte sensibilità soprattutto nei ragazzi”.

Alessio Manica (Pd) ha apprezzato la discussione del documento in Commissione e in Aula. Questo è un bel documento – ha osservato – che fa tesoro delle conoscenze accumulate dalla Provincia sull’argomento mettendo a fattore comune tutte le risorse a disposizione. I 12 obiettivi strategici sono importanti. Il consigliere ha poi avanzato alcune osservazioni, la prima sulla mobilità. Mobilità sostenibile che è una delle grandi sfide del futuro non solo per l’inquinamento ma anche per la qualità del vivere. E ha chiesto di far partire a questo punto la redazione del Piano provinciale per la mobilità. Sull’idrogeno Manica ha ricordato che Bolzano è andata più avanti su questo tema che, quindi, andrebbe ripreso per prevedere la costruzione di una filiera produttiva e di modi per utilizzarlo nel nostro territorio. Mobilità elettrica: per Manica oggi è ancora antidemocratica a causa dei costi elevati che comporta. Serve quindi un sostegno pubblico e anche in relazione al rinnovo per le grandi concessioni idroelettriche. Perplessità il consigliere ha espresso sull’obiettivo del completamento della metanizzazione nelle valli non ancora servite dalla fornitura di questo gas. Investire oggi sulla diffusione di un combustibile fossile come il metano pare a Manica contraddittorio anche perché i mercati sono sempre più rarefatti. Questo obiettivo appare quindi già superato e pare rispondere più che altro a una rivendicazione delle valli non ancora servite. Ma il mercato dell’energia oggi va in altra direzione. Energia idroelettrica: anche su questo punto Manica ha dubbi per come è impostato l’obiettivo. Si vuole da una parte l’attuale livello di produzione di energia e anche invariate la possibilità di nuove concessioni. Il livello di pressione sui nostri torrenti e fiumi, secondo il consigliere, ha ormai raggiunto un limite ecologico e quindi non c’è bisogno di grattare il fondo della padella per nuove concessioni e nuovi sfruttamenti idroelettrici. Servirebbe invece uno stop e prevedere altri usi per i corsi d’acqua. Il contributo delle piccole derivazioni è infatti marginale e irrilevante. Il margine residuo della risorsa acqua è ormai minimale e occorre quindi grande attenzione.

Lucia Coppola (Misto) ha giudicato ambizioso il traguardo indicato dal Peap che nasce da un gruppo di lavoro di tutto rispetto costituito da Università di Trento, FBK e FEM. I temi energetici sono in via prioritaria temi ambientali di estrema importanza per la vita sul pianeta e non solo in Trentino. La migliore energia è quella che risparmiamo, ha detto Coppola. Partendo dall’efficientamento degli edifici privati perché si è già lavorato molto in quelli pubblici. La Provincia deve dare una grossa mano ai privati – ha aggiunto – per permettere interventi qualitativi legati all’edilizia sostenibile. L’ambito delle costruzioni rappresenta il 40% delle emissioni di Co2 in atmosfera.

Alex Marini (Misto) ha sottolineato l’estrema rilevanza politica del bilancio energetico che è “economia reale”, “economia domestica”, “quotidianità”. Per Marini è importante riuscire a trasmettere alla cittadinanza i contenuti del Peap perché gli obiettivi possano essere condivisi e perseguiti da tutti. Marini si è augurato che si concretizzino soprattutto gli obiettivi legate alla mobilità sostenibile, quindi ai trasporti, e alle politiche urbanistiche molto legate alle strategie energetiche.
Ivano Job (Lega) ha ringraziato la III Commissione da lui presieduta per il costruttivo dibattito sviluppato sul Peap dai consiglieri e dall’assessore. Questo documento permetterà di correggere in futuro alcuni errori commessi dalla Provincia in passato andando incontro alle varie esigenze soprattutto qualitative del territorio. C’è stata una “fame di territorio” difficile da arginare in termini di consumo di suolo. Oggi possiamo passare dalla quantità alla qualità a beneficio sia dei residenti sia dei turisti.

L’assessore Tonina ha risposto alle osservazioni di Manica. Sulla mobilità sostenibile ha ricordato che le osservazioni pervenute sono coerenti con gli obiettivi della decarbonizzazione e saranno quindi tenute in considerazione con approfondimenti per valutare l’eventuale inserimento nel Peap definitivo. Quanto alla metanizzazione, l’assessore ha segnalato che le osservazioni pervenute chiedono di non creare concorrenza con le reti di teleriscaldamento. E ha aggiunto che vi sarà una gara di ambito unico, da garantire entro la fine dell’anno. Sull’idrogeno il tema è in costante evoluzione e la Provincia prenderà posizioni sempre più precise al riguardo. Sull’emergia idroelettrica l’assessore ha confermato che non è possibile oggi la realizzazione di nuovi impianti di potenza superiore a 3 megawatt. Quindi anche tenuto conto della potenzia nominale assegnata alle medie centraline, Tonina ha detto che non vi saranno significative variazioni in tal senso. A Coppola l’assessore ha evidenziato l’importanza dell’educazione anche nella scuola al risparmio energetico. Infine a Marini l’assessore ha assicurato che il Peap la cui approvazione è prevista entro fine giugno, sarà oggetto di un’adeguata comunicazione per informare i cittadini sui 12 obiettivi indicati nel documento. Educazione, formazione e informazione è l’impegno strategico che Tonina ha detto di volersi prendere iniziando dal coinvolgimento delle scuole. Solo così potremo concretizzare gli obiettivi entro il 2030.

 

Approvate le risoluzioni collegate alla Comunicazione sul Documento preliminare del piano energetico-ambientale.

Tre le risoluzioni proposte dallo stesso Marini su questo punto: la prima per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili, la seconda ​per l’introduzione del reddito energetico.

Accolta la risoluzione 80 di Alex Marini (Misto): produrre più energia termica da fonti rinnovabili e più efficienza energetica di scuole e ospedali.
Il dispositivo della risoluzione, accolta all’unanimità, impegna la Giunta ad intraprendere le iniziative di competenza al fine di utilizzare gli incentivi previsti nella misura del 100% dall’articolo 48-ter del decreto legge 14 agosto 2020 numero 104 “Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia”, per innovare con interventi di produzione di energia termica da fonti rinnovabili e di incremento dell’efficienza energetica di piccole dimensioni gli edifici scolastici ed ospedalieri trentini.

Accolta la proposta di risoluzione 93 di Alex Marini (Misto): installare più impianti fotovoltaici e puntare al reddito energetico.
Il dispositivo della risoluzione (accolta all’unanimità), riscritto pure anche una parte della premessa dal consigliere d’intesa con l’assessore Tonina, impegna la Giunta a valutare ad avvenuto recepimento nazionale delle direttive europee, l’opportunità dell’istituzione di un meccanismo volto all’estensiva installazione di impianti fotovoltaici, abbinati alle tecnologie di accumulo e, contemporaneamente, al contrasto alla povertà energetica, ivi compreso il cosiddetto “reddito energetico”, con finalità di valenza pubblica orientato esclusivamente alle famiglie con redditi più bassi.

Accolta la proposta di risoluzione 101 di Alex Marini (Misto): coinvolgere cooperazione e associazioni.
Il dispositivo della risoluzione (approvata all’unanimità) riscritto d’intesa con l’assessore Tonina come in parte anche la premessa, impegna la Giunta su 2 punti: 1. a proseguire nella collaborazione con l’Università di Trento, centri di ricerca locali e nazionali come RSE; 2. a coinvolgere anche il mondo della cooperazione trentina, tramite le proprie fondazioni ed in particolare la Fondazione don Guetti, nonché le associazioni imprenditoriali trentine, rappresentative delle categorie, sia in fase di sperimentazione sia in fase di facilitazione e promozione attiva.

 

 

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