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LANCIO D'AGENZIA

CONSIGLIO PAT * LAVORI AULA POMERIGGIO: « DISCUSSIONE GENERALE DELLA MANOVRA DI BILANCIO, CRITICHE ALLA GIUNTA SUI BONUS ENERGIA »

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19.51 - mercoledì 14 dicembre 2022

Nel pomeriggio in aula altri interventi sulla manovra

La prima giornata dedicata alla discussione generale della manovra di bilancio illustrata ieri mattina dal presidente Fugatti con la sua relazione introduttiva, ha visto gli interventi di Zeni (Pd), Rossi (Misto-Azione), Dallapiccola e Demagri (Misto-Casa Autonomia.eu) e Job (Misto-Coraggio Italia), unico consigliere di maggioranza a prendere la parola che non ha mancato di criticare la Giunta sui bonus energia. Altri interventi in discussione generale sono già previsti domattina a partire dalle 10.00.

 

Zeni: è sulla sanità che i trentini oggi percepiscono l’affanno della Giunta

Luca Zeni (Pd), in merito alla relazione con cui il presidente Fugatti ha illustrato la manovra di bilancio, ha lamentato la ripetizione da parte sua del solito mantra delle emergenze, con il pretesto delle quali la Giunta si giustifica dicendo: avremmo voluto fare di più ma siamo stati costretti ad interventi per fronteggiare i problemi incombenti rinunciando alle strategie. Sul Covid Zeni ha rimproverato al presidente di non aver citato la fase 2 della pandemia che ha visto il Trentino al primo posto in Italia per numero di decessi e la Provincia ritardare i tamponi per far risultare ufficialmente di avere meno contagiati che nel resto del Paese. Il consigliere ha riconosciuto il valore simbolico delle Giunte itineranti ricordate dal presidente Fugatti negando però che questo equivalga a un esercizio di vero ascolto dei territori. Zeni ha poi puntato l’indice sulla politica a spot con cui l’esecutivo ha portato avanti la legislatura, senza una strategia per il futuro, come nel caso dei bonus e delle misure per il turismo. Per la sanità Zeni ha evidenziato l’errore della Giunta che punta sulle Case di comunità per superare il modello Hub Spock che non c’entrano nulla. Non si possono infatti offrire in ogni valle tutti i servizi ospedalieri. Secondo il consigliere proprio sulla sanità i cittadini percepiscono l’affanno dell’esecutivo attuale. Non basta giustificarsi ricordando che mancano medici. Sulle amministrazioni locali secondo Zeni anche se la Giunta ha destinato più risorse per risolvere il problema della carenza di personale non c’è stata una vera programmazione per rendere efficienti i Comuni. Anche nei campi non eludibili come la transizione ecologica e dell’energia con il fotovoltaico non si sono visti interventi strutturali. Sull’autonomia della Provincia per il consigliere il presidente ha sbagliato l’approccio. L’autonomia va infatti intesa come sistema di relazioni e verso nord secondo Zeni i rapporti in questi anni non sono certo migliorati, come dimostra il caso di Mediocredito, visto che con l’Alto Adige non si riesce a trovare una convergenza. Anche la macroregione del Nordest, novità emersa dal discorso del presidente Fugatti, questo disegno non corrisponde alla prospettiva politica della Provincia di Bolzano. Il pericolo per Zeni sta nel processo di progressiva venetizzazione del Trentino sottesa da questa idea. Il consigliere ha suggerito al presidente di rivolgere l’attenzione al secondo tempo da lui citato perché dopo l’arrancare nel primo tempo di questa legislatura si cambi passo. Affinché il Trentino torni a essere sinonimo di sperimentazione di soluzioni originali.

 

Rossi: è il lavoro che trattiene la popolazione nelle valli. Attenzione all’autonomia

Ugo Rossi (Misto-Azione) ha apprezzato nella relazione di Fugatti il riferimento alle cose fatte derivanti da molti progetti e iniziative avviate nella precedente legislatura da lui guidata, ad esempio per quanto riguarda le infrastrutture. Senonché allora però – ha ricordato – le risorse per realizzare i progetti non c’erano. Rossi ha poi concentrato l’attenzione sulle azioni che hanno contraddistinto le politiche dell’attuale esecutivo, evidenziando che qualunque altro governo provinciale avrebbe ad esempio finanziato opere necessarie alla realizzazione delle Olimpiadi invernali del 2026 o come l’elettrificazione della ferrovia della Valsugana. Senonché investire 50 milioni di euro, vale a dire più di tutte le altre regioni coinvolte nei Giochi, per coprire una pista di pattinaggio a Pinè che rimarrà quasi inutilizzata, è un errore. A suo avviso a Pinè basterebbero infatti 10-15 milioni di euro per attirare turisti trasformando il lago in uno specchio d’acqua tra i più belli d’Italia. Si dovevano cercare soluzioni alternative per spendere meno e invece la Giunta ha aumentato lo stanziamento per l’anello di pattinaggio passando da 35 a 50 milioni di euro. Anche la circonvallazione ferroviaria di Trento non è un tratto distintivo dell’attuale governo provinciale, perché anche questo progetto viene dal passato. Insomma, per Rossi questa Giunta ha saputo soprattutto caratterizzarsi in senso negativo. Perché avrebbe potuto ad esempio investire questi 50 milioni di euro nelle politiche per la casa e l’housing sociale. E non abbandonare l’orario cadenzato del trasporto pubblico nelle valli introdotto nella scorsa legislatura e dove pure l’esecutivo dichiara di voler offrire tutti i servizi. O cercando accordi con le molte associazioni di stranieri di terza generazione del Trentino per coinvolgere in progetti di inserimento lavorativo nelle imprese. O, ancora, contrastando lo spopolamento facendo rimanere a lavorare nelle valli e in montagna i dipendenti pubblici costretti al pendolarismo per recarsi in città. “Perché è il lavoro – ha tuonato – che trattiene le persone e le famiglie in montagna e nelle valli, non i servizi. Occorre quindi portare nelle valli i posti di lavoro che oggi si trovano solo nel fondovalle”. Perché – ha poi chiesto Rossi – cancellare il trilinguismo nelle scuole? L’ex leader del Patt ha concluso mettendo in guardia dai pericoli che deriveranno per la nostra specialità dal riconoscimento dell’autonomia differenziata a Veneto e Lombardia e dalla conseguente individuazione dei costi standard per prestazioni e servizi. Il Trentino a suo avviso deve mettersi al riparo da quel che accadrà il giorno dopo che saranno stati definiti i livelli essenziali delle prestazioni, perché quel giorno le Province di Trento e Bolzano saranno additate come ingiustamente più ricche delle altre. Su questo punto la Provincia non deve farsi trovare impreparata, ha ammonito Rossi, studiando con il ministro Calderoli un metodo equo per salvaguardare la nostra autonomia. Attenzione anche, per Rossi a non accettare in cambio della tutela dell’autonomia qualche nazionalizzazione imposta dallo Stato. Su questi temi l’ex presidente ha offerto la propria collaborazione costruttiva alla Giunta.
Dallapiccola: in questa legislatura si è adottata la politica del Jukebox

Michele Dallapiccola (Misto-Casa Autonomia.eu) ha esordito giudicando se stesso un consigliere di minoranza scomodo da ascoltare per aver provocato un elevato grado di reazioni nei colleghi di maggioranza. Ha riconosciuto di aver spesso sconfinato nell’esagerata insistenza sugli aspetti negativi degli avversari politici e di questo ha chiesto scusa ai colleghi che si sono sentiti presi di mira. Alla politica di questa Giunta che non sa gestire le questioni dei grandi carnivori né delle centrali idroelettriche a scapito degli enti locali, manca un disegno complessivo. L’esecutivo ha adottato un approccio ai problemi che è quello della politica del Jukebox, con i cittadini che inseriscono un gettone e l’amministrazione che si dichiara pronta a soddisfare la richiesta. Ma quanto a realizzazioni effettive, Dallapiccola ha ricordato però che l’unico cantiere aperto è quello della galleria Loppio-Busa. Promesse ce ne sono state tante, impegni ancor di più ma concretamente si è visto solo qualche tratto asfaltato e pochissimi interventi che hanno rivoluzionato dei settori. A suo avviso l’inefficienza della Giunta leghista si è accanita soprattutto sulla Valsugana, con la cancellazione di progetti territoriali interessanti come quello della bonifica agraria di Villa Agnedo o per il compendio termale di Levico o decretando la chiusura della stazione sciistica della Panarotta che, a differenza di altre come Bolbeno, non ha ricevuto un solo euro dalla Provincia. Mentre valorizzando le varie attività anche diverse dallo sci legate alla neve e al turismo invernale si sarebbe potuto aiutare il territorio a risollevarsi economicamente. Il Trentino insomma per il consigliere dovrebbe perseguire un modello di sviluppo originale e non inseguire modelli altrui come nel caso dei 6 milioni di euro spesi per il concerto di Vasco Rossi con l’esproprio di un terreno di cui gli agricoltori avrebbero avuto bisogno. Da questo punto di vista è mancata la capacità della Giunta di offrire un indirizzo di sviluppo alla Valsugana, promuovendone le vocazioni. Per questa e altre valli citate da Dallapiccola (Fiemme, Non e Sole), la legislatura si concludere con belle promessa di finanziamento. A suo avviso la riforma delle Apt voluta da questo esecutivo ha segnato l’entrata a gamba tesa della politica nei territori non favorendo affatto accordi e la capacità di unire le forze per la promozione. I trentini per Dallapiccola vorrebbero trovare nei politici persone che si prendono davvero cura dei problemi delle comunità, non solo mettendo a disposizione risorse ma individuando e portando a termine soluzioni reali. Dallapiccola ha concluso avvertendo Fugatti che la dipendenza dai partiti nazionali può rilevarsi mortifera per le sorti delle formazioni politiche locali. “Nonostante le tante promesse politiche che rimangono tali, un altro Trentino è possibile e le minoranze vogliono offrire ai trentini una valida alternativa in questa direzione”.

 

Demagri: L’Apss è in grave sofferenza. Si ripensi il Rao che non funziona più

Paola Demagri (Misto-Casa Autonomia.eu) ha osservato che quando si fa un bilancio un buon amministratore evidenzia sia le cose che sono andate bene sia quelle che sono andate male. In questo caso il presidente Fugatti ha attribuito gli insuccessi della Giunta a cause esterne. La verità è che l’esecutivo ha preso decisioni non corrispondenti alle necessità del Trentino. Secondo Demagri è mancata alla Giunta una programmazione e ci si è limitati agli annunci delle opere pubbliche, alcune delle quali già progettate e finanziate nella legislatura precedente. Ad esempio per Cles il Liceo Russel, dove i lavori sono fermi come due anni fa e per la tangenziale di cui non si riesce a intravedere nemmeno l’inizio. Sulla pubblica amministrazione, Demagri ha ricordato che il presidente ha parlato di crescita, ma la verità è che dei dipendenti del pubblico impiego questa Giunta si è occupata davvero poco. Come nel caso dei contratti delle insegnanti della scuola dell’infanzia che hanno dovuto lavorare un mese in più senza nemmeno essere interpellate sul valore pedagogico di questo prolungamento estivo dell’attività. Le cose sono state imposto con un metodo che ha impedito di ascoltare, condividere, collaborare. Demagri ha poi preso spunto dalla parola “casa” che dà il nome al suo nuovo movimento politico per evidenziare i limiti e i problemi lasciati insoluti dalle politiche della Giunta nei settori dell’assistenza agli anziani (in questi 4 anni di legislatura con la mancanza di posti letto per i non autosufficienti nelle case di riposo), delle donne (sono mancati interventi per potenziare servizi di conciliazione e nidi gratuiti per chi è in condizioni economiche non agiate), delle giovani coppie (alle quali non serve il bonus di 5.000 euro per il terzo figlio ma un bando sostanzioso a cui possano partecipare e accedere per l’acquisto e la ristrutturazione della prima casa). Ancora il tema della casa richiama quello dei disabili, alle cui famiglie la Provincia non ha introdotto in questi anni garanzie e aiuti sufficienti, come è stato evidenziato nell’assemblea dell’Anffas. Servono neuropsichiatri per non costringere le famiglie a doversi rivolgersi a specialisti di Bassano del Grappa per ottenere una certificazione. Il settore neuropsichiatrico è in grave sofferenza e la consigliera l’ha segnalato al presidente Fugatti. Lo stesso vale per gli alunni Bes, con Bisogni educativi speciali. Se non si affrontano precocemente le difficoltà di questi bambini e ragazzi poi l’ente pubblico sarà costtretto a farsene carico con maggiori costi quando diventeranno adulti. Parlando di casa Demagri ha segnalato anche il problema delle relazioni, soffermandosi sulle problematiche riguardanti la salute mentale, considerata uno dei problemi oggi emergenti con più forza. I giovani in particolare non riescono a manifestare il loro disagio e non vengono presi in carica, ma il numero degli psicologi è insufficiente. Infine il tema della casa richiama quello della sanità. L’Apss – ha sottolineato Demagri – è in enorme difficoltà e c’è un diffuso malessere tra i dipendenti. Tutti si lamentano della gestione del settore. La sanità trentina è oberata dalla burocrazia, dallo sforzo per compensare le carenze delle piante organiche, dai tempi lunghi di attesa di una visita specialistica. Per Demagri sarebbe importante sapere se vi è un qualche ripensamento del sistema Rao, che non funziona più e appare superato perché non riesce a identificare l’urgenza. Questa è una delle soluzioni da trovare per uscire dalla “sanità sospesa”. Demagri ha manifestato il timore che la Giunta con il progetto dell’ospedale policentrico punti a ridurre o chiudere i servizi nelle valli, come l’attività chirurgica all’ospedale di Tione. E ha concluso auspicando che la sua segnalazione alla Giunta delle cose che non funzionano sia tenuta in seria considerazione.

 

Job: i problemi del costo dell’energia non si risolvono con il bonus da 180 euro

Ivano Job (Misto-Coraggio Italia) ha ricordato che qualche errore politico c’è stato specialmente nel modo con cui è stata affrontata dalla Hiunta l’emergenza Covid obbedendo ai decreti ministeriali. Sul bilancio ha parlato di esigenze di equilibrio, attenzione e prevenzione che l’esecutivo dovrebbe seguire sfuggendo alle classificazioni politiche di maggioranza e minoranza per cercare, piuttosto, le soluzioni migliori per i trentini. Sulla sanità Job ha osservato che si tratta di un settore difficile da gestire. Sicuramente vi sono state delle criticità ma è doverose perseguire l’obiettivo di aiutare l’assessorato e la struttura dei servizi, perché oggi in Italia mancano 45.000 medici. Nei pronto soccorso chi lavora cerca di dare il massimo, ma vi sono periodi come quello turistico invernale i carichi diventano problematici da sostenere. Anche i test pre-Covid causano ritardi nelle cure. Per quanto riguarda i sostegni concreti a famiglia e lavoro, il consigliere ha chiesto di rendere le tempistiche più brevi per l’accesso ai buoni. Sul turismo la riforma della Giunta ha dato a suo avviso buoni risultati ed è normale che quando si cambiano le cose possano insorgere scontri nelle valli (di Non e Sole), perché ogni territorio cerca di conservare la propria autonomia. Per la viabilità Job ha auspicato il possibile prolungamento del’A27 Venezia-Belluno dal Veneto verso Lienz, che toglierebbe dal Trentino il transito di molti mezzi pesanti. A proposito delle concessioni delle centrali idroelettriche, secondo l’ex leghista i problemi non saranno risolti dalla proroga che – ha detto – quasi sicuramente verrà impugnata da Roma, ma nemmeno dai 180 euro elargiti dalla Giunta. Con i 40 milioni di euro previsti a questo scopo nel bilancio, secondo Job si potevano trovare soluzioni per distribuire energia elettrica a prezzi più bassi di quelli attuali a chi ne ha bisogno, o contribuire alla costruzione del nuovo ospedale. Ma soprattutto per Job occorre che la politica si impegni a ridurre la burocrazia creando percorsi più rapidi e sicuri. Ha concluso Job: “i bonus servono in caso di calamità come il Covid. Per il resto indicano che non si è saputo programmare”.

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